Sorridere.
Un gesto così…normale.
Si sorride tutti i giorni. Perché sorridere è semplice. Perché sorridere conforta, te e gli altri.
Tu sorridi e gli altri pensano " Sorride. È tutto a posto. È felice. Non vedi? Perché preoccuparsi? Sorride."
Sorridere è così semplice.
Così ipocrita.
Perché dietro ad un sorriso ci si può anche nascondere.
Perché quando il mondo non ti sorride, sei tu a dover sorridere a lui.
[Buon viso a cattivo gioco.]
Tu sorridi e gli altri sorridono con te. È tutto più semplice, così.
Perché piangere, urlare, disperarsi, annientarsi....quando si può sorridere?
[È molto più comodo, veramente.]
Piangere non serve a nulla. Specialmente, se nella propria vita, fino a quel momento non si è fatto altro.
Sai che è inutile.
Perché se tu piangi, gli altri sorridono.
[Sorridono.]
Ignorano te, le tue lacrime, il tuo dolore.
E tu allora sorridi.
[Facile, no?]
È un gesto normale, quotidiano.
Un gesto che dovrebbe esprimere felicità, serenità, gioia.
E che invece nasconde solo odio.
Se si è costretti a tener segregato il proprio dolore troppo a lungo, questo, inesorabilmente, finisce per trasformarsi in rancore.
Verso il mondo, [così ipocrita ,così falso...] verso se stessi. [ perché, in fondo, si fa pur sempre parte di quel mondo.]
E quell’ odio va sfogato.
O si finisce per soccombere ad esso.
Questo Sakura lo sa. Per due anni ha vissuto in quel modo. Sorridendo.
E odiando.
Odiando chi sorrideva, odiando se stessa.
Quell’ odio l’ha resa più forte. Tutti quei sorrisi, il disgusto che questi le suscitavano…l’hanno resa forte.
E intanto, lei, continua a sorridere.
Perché lei sa.
Alla fine è diventata come lui. Come colui che le ha insegnato ad odiare. Come colui che più odia.
Come colui che, alla fine, ancora ama.
E che, per questo, odia sempre più.
Un circolo vizioso, senza fine.
Sorrisi, disgusto, odio, amore e ancora odio.
E avanti così, sempre, sempre, sempre, all’infinito.
Sakura lo sa.
Sa che se vuole porre fine a quel circolo deve necessariamente eliminarne la causa. Solo così spezzerà quella catena.
E se la causa è lui, poco male.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
[ Dovevi pensarci prima. Ora pagane le conseguenze.]
Lui l’inizio, lui la fine. Semplicemente.
E lei lo sa.
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