-Alza le chiappe
dal letto Fabray, è
sabato!-
Quinn
mugolò qualcosa nel sonno che
ometto educatamente di ripetere
-Dai Bionda- la
implorai –Questo è
probabilmente il primo appuntamento più importante della mia
vita-
La mia amica si
tirò a sedere sul
letto e mi fulminò con lo sguardo –E il nostro
primo appuntamento allora?-
Ignorai
consapevolmente la domanda e
spalancai il suo armadio
-Che mi dovrei
mettere secondo te?
Pantaloncini e maglietta? Oppure faremo il bagno? Mi servirà
il costume? Forse
allora è meglio se mi metto il costume e un vestito da
spiaggia, che ne dici
Q?-
-Dico che se non
chiudi il becco e
esci dalla mia camera in dieci secondi ti rispedisco a New York a calci-
-Ma Quinn-
piagnucolai –Sono le sette
meno venti, sei la mia migliore amica, DEVI aiutarmi-
Tempo dieci
secondi e mi aveva spedito
fuori dalla sua camera a calci con un vestitino bianco in mano
-Grazie Q!- le
urlai da dietro la
porta ignorando la sua, non esattamente, gentile risposta.
Alle otto il
campanello suonò e
rischiai di rompermi l’osso del collo cadendo dalle scale per
andare ad aprire,
può capitare a tutti di inciampare no? Il fatto che
aspettassi Brittany da
un’ora era solo un caso.
Così
come era solo un caso che il mio
cuore iniziasse a battere furiosamente quando aprii la porta e me la
trovai
davanti.
-Ciao- disse
sorridendomi dolcemente
-Ciao- risposi
sperando con tutta me
stessa che nessun’ altro degli inquilini mi vedesse con quel
sorriso ebete che
probabilmente avevo sulle labbra.
-Stai benissimo
vestita così- mi disse
dopo qualche secondo.
-Grazie-
ringraziai mentalmente Quinn,
anche se avevo il sospetto che avesse afferrato il primo vestito del
suo
armadio per farmi togliere dai piedi -…anche tu-
Non era una
bugia, anche con dei jeans
arrotolati sopra la caviglia e una maglia rossa riusciva a sembrare un
angelo.
-Scusa se non
sono venuta prima, mi
sono svegliata tardi- si giustificò con un sorrisetto
imbarazzato.
-Non
preoccuparti, non è molto che
aspetto- se escludiamo le due ore da quando mi sono svegliata.
Rimanemmo in
silenzio ancora qualche
istante, semplicemente guardandoci negli occhi
-Vogliamo
andare?- chiese poi lei
-Cosa? Oh si,
andiamo- possibile che
ogni volta che mi guardava negli occhi facessi la figura
dell’idiota?
Afferrai al volo
la borsa e uscii di
casa.
Poi ci ripensai
e rientrai –PERSONE CHE
STANNO ANCORA DORMENDO, IO ESCO!- gridai più forte che potei.
Un ghigno
soddisfatto mi apparve sul
volto quando sentii le lamentele delle persone che avevo, assolutamente
senza
volerlo, svegliato.
-Che
c’è?- chiesi a Brittany quando mi
accorsi che mi stava fissando con gli occhi spalancati
-Sei
perfida…- mormorò
Per un attimo
temetti di aver fatto
una pessima impressione ma lei mi rivolse uno dei suoi sorrisi
divertiti e
ripresi a respirare. Letteralmente.
-Ho portato
qualcosa da mangiare nel
caso volessimo fermarci li per pranzo- disse mentre mi faceva strada
verso la
sua jeep
-Oh…io
non ho preparato niente-
mormorai mortificata.
-Non
preoccuparti, sarà il mio modo di
ripagarti dei caffè latte- sorrise.
-Pensavo che il
tuo modo per ripagarmi
fosse di uscire con me- dissi mentre mi accomodavo sul sedile del
passeggero.
-Allora
consideralo un modo per
ringraziarti di avermi chiesto di uscire- rispose con una
semplicità disarmante
mettendo in moto.
-Vuoi mettere un
po’ di musica?- domandò
la mia biondina, “accidenti a
Quinn”, dopo
qualche minuto di viaggio e accendendo la radio dopo la mia risposta
affermativa.
-Taylor Swift?-
domandai un po’
incerta quando sentii le prime strofe della radio
-Non ti piace?-
-Non
particolarmente- risposi –Ho
detto qualcosa di divertente?- aggiunsi quando vidi un sorrisetto
affiorarle
sulle labbra.
-Non saprei, hai
qualcosa contro le
giovani ragazze bionde con gli occhi azzurri che cantano?-
domandò con un finto
tono d’accusa.
-Non saprei-
risposi stando al gioco
–Non ne conosco nessuna-
Lei mi
lanciò un’occhiata prima di
schiarirsi la voce -
You
made a rebel of a careless man’s careful daughter, You are
the best thing
that’s ever been mine, Oh-oh-oh –
canticchiò seguendo le parole della radio.
-Pensavo che
ballassi, non che
cantassi e ballassi- la accusai, meravigliata dalla sua bellissima voce.
-Se definisci
cantare i versi che
emetto allora si, so cantare- disse divertita.
Le lanciai
un’occhiataccia –Lasciati
dire che sei bravissima e emettere versi intonati e piacevoli per chi
ascolta…che da noi a New York significa essere bravi a
cantare-
-Allora ti
ringrazio persona di New
York- disse ridendo.
Almeno ora
sapevo di adorare le
giovani ragazze bionde con gli occhi azzurri che
cantavano…bè, una di sicuro.
-Eppure Kurt mi
aveva detto che ci
volevano solo dieci minuti per arrivare al lago- borbottai costatando
che ne
erano passati venti.
Brittany mi
guardò con espressione
colpevole –Potrei aver sbagliato strada una volta o due-
balbettò –Ma alla fine
siamo arrivati, questo è l’importante-
annunciò parcheggiando a debita distanza
dalla riva.
Scossi la testa
divertita e, una volta
scesa dall’auto, mi guardai intorno.
Per una volta il
Puffo Salterello
aveva avuto ragione, quel posto era bellissimo.
Una distesa di
acqua blu notte interminabile,
l’altra sponda era appena visibile, circondata da una
striscia di sabbia che,
man mano che ci allontanava dalle acque, diventava una distesa erbosa
alta fino
alle mie ginocchia. Per quanto quel posto fosse bellissimo,
però, c’eravamo
solo noi due, nessun’altro in vista per kilometri e kilometri.
-San, non
è che mi daresti una mano?-
Mi girai
all’istante verso Brittany
che cercava di tenere in equilibrio una quantità esagerata
di borse e mi
precipitai ad aiutarla.
Sfortunatamente,
o fortunatamente a
seconda dei punti di vista, all’ultimo istante lei si
sbilanciò cadendomi
addosso (e sono in momenti come questi che apprezzo un soffice strato
di sabbia
sotto il mio delicato didietro).
-Oddio, mi
dispiace tanto!- disse
ancora sopra di me, non che mi dispiacesse averla addosso.
-Non
preoccuparti- dissi ridacchiando
e coinvolgendola nella mia risata.
Solo dopo
qualche istante realizzai
quanto fossimo vicine e ammutolii.
Le sue labbra
erano solo a qualche
centimetro da me.
Mi avvicinai
lentamente al suo
viso…ormai potevo quasi sentire il suo fiato sulle labbra
e…
All’improvviso
lei si tirò indietro
attratta da un movimento vicino alla riva.
-Guarda San!-
trillò allegra balzando
in piedi –C’è una papera!-
“Una
papera? Sono stata scaricata per una papera?!” ed
effettivamente era proprio così.
La mia biondina
era corsa alla riva
dove una paperella nuotava ignara di aver scatenato la sua attenzione,
e
sembrava non essersi accorta del nostro quasi bacio di qualche minuto
prima.
Tutta la mia
indignazione per essere
stata messa in secondo piano per una papera sparì quando la
vidi avvicinarsi
con cautela all’uccello, che la guardava con diffidenza (eh
già, so riconoscere
gli sguardi delle papere, uno dei miei innumerevoli doni), non
curandosi
dell’acqua che le aveva inzuppato il bordo dei pantaloni.
Mi rialzai in
piedi scuotendomi la
sabbia dal vestito per poi togliermi i sandali e sistemarli vicino alle
sue
scarpe, grazie al cielo se l’era tolte prima di entrare in
acqua.
-Ehi Britt!- la
richiamai prima che si
tuffasse ancora vestita per cercare di afferrare il volatile che si era
saggiamente allontanato da riva –Che ne dici di sistemare le
nostre cose prima di
andare a caccia di papere?-
Lei fece un
sorrisetto imbarazzato e
uscì di corsa dall’acqua –Scusa-
mormorò –Penserai che sono una stupida a
rincorrere le papere…-
-Assolutamente
no!- esclamai, forse un
po’ troppo in fretta –In realtà penso
che tu sia adorabile-
“Complimenti
Lopez, già che ci sei dichiarale il tuo amore e chiedile di
fare una fuga
d’amore a Las Vegas” pensai
leggermente imbarazzata.
Ma quando lei mi
sorrise raggiante
decisi che forse valeva la pena mettersi in imbarazzo se il premio era
vederla
sorridere così.
-Allora,
com’era il pranzo?- chiese
Brittany speranzosa.
-Ottimo e
abbondante- sottolineai
divertita la parola
‘’abbondante’’, sembrava che
avesse portato cibo per dieci
persone.
-Che ne dici di
fare un po’ di
movimento per smaltire?- chiese.
Per poco non mi
strozzai con l’acqua “Di
sicuro non ha in mente il movimento che
hai in mente tu Lopez” misi a tacere la mia vocina
interiore mentre lei si
alzava e mi porgeva la mano.
-Dai San-
implorò quasi –Avevi
promesso che dopo pranzo avremmo dato la caccia alle papere-
“Ah
ecco, quel movimento!”
-E va bene- mi
arresi afferrando la
sua mano per la prima volta.
Era come toccare
seta delicata, la più
pregiata al mondo.
-Andiamo!-
esclamò eccitata
trascinandomi per il braccio, apparentemente senza notare che mi ero
leggermente imbambolata al suo tocco.
Era
incredibilmente divertente vedere
come il volto di Brittany si illuminasse ogni volta che vedeva una
paperella,
incredibilmente adorabile il broncio quando la suddetta paperella si
allontanava mentre lei cercava di accarezzarla e incredibilmente
appagante il
fatto che nel fare tutto ciò non mi aveva ancora lasciato la
mano, io di sicuro
non glielo avrei fatto notare,
cosa molto utile quando si trattava di trattenerla
dall’immergersi in acqua per
raggiungere le papere più lontane.
-Uffa-
borbottò affranta sedendosi di
colpo sulla sabbia.
-Oh coraggio
Britt- la rassicurai
sedendomi alla sua sinistra –Sono sicura che se stiamo ferme
per un po’ saranno
loro a venire da noi-
“Devono
solo provarci quei maledetti piccioni”
-Lo credi
davvero?-
“Certo
che no, la prima che prova ad avvicinarsi la cucinerò per
cena”
-Certo che si
Britt, sono solo un po’
timide-
La mia biondina
annuì felice fissando
il lago –Grazie- disse all’improvviso.
-Di che?- chiesi
confusa
-Di solito non
faccio queste cose agli
appuntamenti- iniziò
“Ha
detto appuntamento!” esultai tra me “Non
ha detto
‘di solito non faccio queste cose alle uscite con le amiche!
Ok Lopez
concentrati”
-Ma con te sono riuscita a essere
me
stessa senza sentirmi a disagio o giudicata perciò, grazie-
Il mio sorriso si
allargò quando
sentii il suo braccio avvolgermi titubante le spalle mentre lei mi
guardava
timidamente cercando di capire la mia reazione.
Il suo viso si aprì nel
sorriso che
tanto adoravo quando intrecciai la mia mano sinistra alla sua che mi
circondava
le spalle.
Ci guardammo un secondo in silenzio
poi, quasi in sincrono, i nostri volti si avvicinarono fino a arrivare a pochi
millimetri di distanza.
Potevo sentire il suo respiro
mischiarsi al mio quando un “Quack” ci fece
trasalire entrambe.
-Avevi ragione San, è
venuta lei da
noi- squittì la mia biondina felice fissando la papera a
pochi metri da noi.
“Non
è possibile, palomas malditos! Vi siete coalizzati per
rovinarmi l’appuntamento?”
-E’ stata una giornata
bellissima San,
grazie!- disse Brittany abbracciandomi.
Non ci potevo ancora credere,
quelle
maledette papere avevano monopolizzato la mia biondina per tutto il
pomeriggio!
-E’ stata una giornata
bellissima
anche per me Britt- ricambiai l’abbraccio senza smettere di
lanciare
maledizioni mentali a quei maledetti pennuti.
-Allora ci vediamo
lunedì-
-Certo- risposi.
Ci fissammo per qualche secondo in
silenzio poi mi voltai incamminandomi verso la porta di casa.
“Che
stai facendo Lopez? Torna indietro e baciala!”
Ignorai la mia vocina interiore e
continuai a camminare
“Avanti,
stavolta non ci saranno papere a fermarti!” insistette quella quando ormai ero
arrivata al
portico.
Prima che potessi pensare qualsiasi
altra cosa mi sentii afferrare delicatamente per il polso.
Mi girai di scatto e mi ritrovai a
pochi centimetri dal viso della mia biondina.
-Britt…- mormorai prima
che lei mi
stringesse delicatamente il viso tra le mani e annullasse la distanza
tra di
noi.
Un brivido mi percorse la schiena
quando le nostre labbra si toccarono, non mi era mai successo prima,
come se
una scossa fosse partita dalle sue labbra percorrendo tutto il mio
corpo.
Fu un bacio dolce, non
andò oltre lo
sfiorarsi delle labbra, non era il tipo di bacio a cui ero abituata,
era
decisamente il bacio migliore che avessi mai ricevuto.
La mia biondina si
staccò lentamente
con un sorriso sulle labbra.
-A lunedì-
sussurrò prima di sfiorarmi
di nuovo le labbra e allontanarsi sulla sua macchina.
Avrei passato mille pomeriggi a
rincorrere le papere per avere, anche solo per pochi istanti, le sue
labbra
sulle mie sentenziai prima di entrare in casa.
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