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Autore: Vanessa190    09/07/2012    5 recensioni
Santana ha 22 anni, il divorzio dei genitori che le pesa ancora sulle spalle e poca fede nell'amore.
Tuttavia quando decide di passare le vacanze estive dalla sua migliore amica ,Quinn Fabray, la sua vita prende una svolta imprevista che comincia con un caffè latte e una brioche alla marmellata di pesche.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Alza le chiappe dal letto Fabray, è sabato!-

Quinn mugolò qualcosa nel sonno che ometto educatamente di ripetere

-Dai Bionda- la implorai –Questo è probabilmente il primo appuntamento più importante della mia vita-

La mia amica si tirò a sedere sul letto e mi fulminò con lo sguardo –E il nostro primo appuntamento allora?-

Ignorai consapevolmente la domanda e spalancai il suo armadio

-Che mi dovrei mettere secondo te? Pantaloncini e maglietta? Oppure faremo il bagno? Mi servirà il costume? Forse allora è meglio se mi metto il costume e un vestito da spiaggia, che ne dici Q?-

-Dico che se non chiudi il becco e esci dalla mia camera in dieci secondi ti rispedisco a New York a calci-

-Ma Quinn- piagnucolai –Sono le sette meno venti, sei la mia migliore amica, DEVI aiutarmi-

Tempo dieci secondi e mi aveva spedito fuori dalla sua camera a calci con un vestitino bianco in mano

-Grazie Q!- le urlai da dietro la porta ignorando la sua, non esattamente, gentile risposta.

 

Alle otto il campanello suonò e rischiai di rompermi l’osso del collo cadendo dalle scale per andare ad aprire, può capitare a tutti di inciampare no? Il fatto che aspettassi Brittany da un’ora era solo un caso.

Così come era solo un caso che il mio cuore iniziasse a battere furiosamente quando aprii la porta e me la trovai davanti.

-Ciao- disse sorridendomi dolcemente

-Ciao- risposi sperando con tutta me stessa che nessun’ altro degli inquilini mi vedesse con quel sorriso ebete che probabilmente avevo sulle labbra.

-Stai benissimo vestita così- mi disse dopo qualche secondo.

-Grazie- ringraziai mentalmente Quinn, anche se avevo il sospetto che avesse afferrato il primo vestito del suo armadio per farmi togliere dai piedi -…anche tu-

Non era una bugia, anche con dei jeans arrotolati sopra la caviglia e una maglia rossa riusciva a sembrare un angelo.

-Scusa se non sono venuta prima, mi sono svegliata tardi- si giustificò con un sorrisetto imbarazzato.

-Non preoccuparti, non è molto che aspetto- se escludiamo le due ore da quando mi sono svegliata.

Rimanemmo in silenzio ancora qualche istante, semplicemente guardandoci negli occhi

-Vogliamo andare?- chiese poi lei

-Cosa? Oh si, andiamo- possibile che ogni volta che mi guardava negli occhi facessi la figura dell’idiota?

Afferrai al volo la borsa e uscii di casa.

Poi ci ripensai e rientrai –PERSONE CHE STANNO ANCORA DORMENDO, IO ESCO!- gridai più forte che potei.

Un ghigno soddisfatto mi apparve sul volto quando sentii le lamentele delle persone che avevo, assolutamente senza volerlo, svegliato.

-Che c’è?- chiesi a Brittany quando mi accorsi che mi stava fissando con gli occhi spalancati

-Sei perfida…- mormorò

Per un attimo temetti di aver fatto una pessima impressione ma lei mi rivolse uno dei suoi sorrisi divertiti e ripresi a respirare. Letteralmente.

-Ho portato qualcosa da mangiare nel caso volessimo fermarci li per pranzo- disse mentre mi faceva strada verso la sua jeep

-Oh…io non ho preparato niente- mormorai mortificata.

-Non preoccuparti, sarà il mio modo di ripagarti dei caffè latte- sorrise.

-Pensavo che il tuo modo per ripagarmi fosse di uscire con me- dissi mentre mi accomodavo sul sedile del passeggero.

-Allora consideralo un modo per ringraziarti di avermi chiesto di uscire- rispose con una semplicità disarmante mettendo in moto.

 

-Vuoi mettere un po’ di musica?- domandò la mia biondina, “accidenti a Quinn”, dopo qualche minuto di viaggio e accendendo la radio dopo la mia risposta affermativa.

-Taylor Swift?- domandai un po’ incerta quando sentii le prime strofe della radio

-Non ti piace?-

-Non particolarmente- risposi –Ho detto qualcosa di divertente?- aggiunsi quando vidi un sorrisetto affiorarle sulle labbra.

-Non saprei, hai qualcosa contro le giovani ragazze bionde con gli occhi azzurri che cantano?- domandò con un finto tono d’accusa.

-Non saprei- risposi stando al gioco –Non ne conosco nessuna-

Lei mi lanciò un’occhiata prima di schiarirsi la voce - You made a rebel of a careless man’s careful daughter, You are the best thing that’s ever been mine, Oh-oh-oh – canticchiò seguendo le parole della radio.

-Pensavo che ballassi, non che cantassi e ballassi- la accusai, meravigliata dalla sua bellissima voce.

-Se definisci cantare i versi che emetto allora si, so cantare- disse divertita.

Le lanciai un’occhiataccia –Lasciati dire che sei bravissima e emettere versi intonati e piacevoli per chi ascolta…che da noi a New York significa essere bravi a cantare-

-Allora ti ringrazio persona di New York- disse ridendo.

Almeno ora sapevo di adorare le giovani ragazze bionde con gli occhi azzurri che cantavano…bè, una di sicuro.

 

-Eppure Kurt mi aveva detto che ci volevano solo dieci minuti per arrivare al lago- borbottai costatando che ne erano passati venti.

Brittany mi guardò con espressione colpevole –Potrei aver sbagliato strada una volta o due- balbettò –Ma alla fine siamo arrivati, questo è l’importante- annunciò parcheggiando a debita distanza dalla riva.

Scossi la testa divertita e, una volta scesa dall’auto, mi guardai intorno.

Per una volta il Puffo Salterello aveva avuto ragione, quel posto era bellissimo.

Una distesa di acqua blu notte interminabile, l’altra sponda era appena visibile, circondata da una striscia di sabbia che, man mano che ci allontanava dalle acque, diventava una distesa erbosa alta fino alle mie ginocchia. Per quanto quel posto fosse bellissimo, però, c’eravamo solo noi due, nessun’altro in vista per kilometri e kilometri.

-San, non è che mi daresti una mano?-

Mi girai all’istante verso Brittany che cercava di tenere in equilibrio una quantità esagerata di borse e mi precipitai ad aiutarla.

Sfortunatamente, o fortunatamente a seconda dei punti di vista, all’ultimo istante lei si sbilanciò cadendomi addosso (e sono in momenti come questi che apprezzo un soffice strato di sabbia sotto il mio delicato didietro).

-Oddio, mi dispiace tanto!- disse ancora sopra di me, non che mi dispiacesse averla addosso.

-Non preoccuparti- dissi ridacchiando e coinvolgendola nella mia risata.

Solo dopo qualche istante realizzai quanto fossimo vicine e ammutolii.

Le sue labbra erano solo a qualche centimetro da me.

Mi avvicinai lentamente al suo viso…ormai potevo quasi sentire il suo fiato sulle labbra e…

All’improvviso lei si tirò indietro attratta da un movimento vicino alla riva.

-Guarda San!- trillò allegra balzando in piedi –C’è una papera!-

“Una papera? Sono stata scaricata per una papera?!” ed effettivamente era proprio così.

La mia biondina era corsa alla riva dove una paperella nuotava ignara di aver scatenato la sua attenzione, e sembrava non essersi accorta del nostro quasi bacio di qualche minuto prima.

Tutta la mia indignazione per essere stata messa in secondo piano per una papera sparì quando la vidi avvicinarsi con cautela all’uccello, che la guardava con diffidenza (eh già, so riconoscere gli sguardi delle papere, uno dei miei innumerevoli doni), non curandosi dell’acqua che le aveva inzuppato il bordo dei pantaloni.

Mi rialzai in piedi scuotendomi la sabbia dal vestito per poi togliermi i sandali e sistemarli vicino alle sue scarpe, grazie al cielo se l’era tolte prima di entrare in acqua.

-Ehi Britt!- la richiamai prima che si tuffasse ancora vestita per cercare di afferrare il volatile che si era saggiamente allontanato da riva –Che ne dici di sistemare le nostre cose prima di andare a caccia di papere?-

Lei fece un sorrisetto imbarazzato e uscì di corsa dall’acqua –Scusa- mormorò –Penserai che sono una stupida a rincorrere le papere…-

-Assolutamente no!- esclamai, forse un po’ troppo in fretta –In realtà penso che tu sia adorabile-

“Complimenti Lopez, già che ci sei dichiarale il tuo amore e chiedile di fare una fuga d’amore a Las Vegas” pensai leggermente imbarazzata.

Ma quando lei mi sorrise raggiante decisi che forse valeva la pena mettersi in imbarazzo se il premio era vederla sorridere così.

 

 

-Allora, com’era il pranzo?- chiese Brittany speranzosa.

-Ottimo e abbondante- sottolineai divertita la parola ‘’abbondante’’, sembrava che avesse portato cibo per dieci persone.

-Che ne dici di fare un po’ di movimento per smaltire?- chiese.

Per poco non mi strozzai con l’acqua “Di sicuro non ha in mente il movimento che hai in mente tu Lopez” misi a tacere la mia vocina interiore mentre lei si alzava e mi porgeva la mano.

-Dai San- implorò quasi –Avevi promesso che dopo pranzo avremmo dato la caccia alle papere-

Ah ecco, quel movimento!”

-E va bene- mi arresi afferrando la sua mano per la prima volta.

Era come toccare seta delicata, la più pregiata al mondo.

-Andiamo!- esclamò eccitata trascinandomi per il braccio, apparentemente senza notare che mi ero leggermente imbambolata al suo tocco.

Era incredibilmente divertente vedere come il volto di Brittany si illuminasse ogni volta che vedeva una paperella, incredibilmente adorabile il broncio quando la suddetta paperella si allontanava mentre lei cercava di accarezzarla e incredibilmente appagante il fatto che nel fare tutto ciò non mi aveva ancora lasciato la mano,  io di sicuro non glielo avrei fatto notare, cosa molto utile quando si trattava di trattenerla dall’immergersi in acqua per raggiungere le papere più lontane.

-Uffa- borbottò affranta sedendosi di colpo sulla sabbia.

-Oh coraggio Britt- la rassicurai sedendomi alla sua sinistra –Sono sicura che se stiamo ferme per un po’ saranno loro a venire da noi-

“Devono solo provarci quei maledetti piccioni”

-Lo credi davvero?-

“Certo che no, la prima che prova ad avvicinarsi la cucinerò per cena”

-Certo che si Britt, sono solo un po’ timide-

La mia biondina annuì felice fissando il lago –Grazie- disse all’improvviso.

-Di che?- chiesi confusa

-Di solito non faccio queste cose agli appuntamenti- iniziò

“Ha detto appuntamento!” esultai tra me “Non ha detto ‘di solito non faccio queste cose alle uscite con le amiche! Ok Lopez concentrati”

-Ma con te sono riuscita a essere me stessa senza sentirmi a disagio o giudicata perciò, grazie-

Il mio sorriso si allargò quando sentii il suo braccio avvolgermi titubante le spalle mentre lei mi guardava timidamente cercando di capire la mia reazione.

Il suo viso si aprì nel sorriso che tanto adoravo quando intrecciai la mia mano sinistra alla sua che mi circondava le spalle.

Ci guardammo un secondo in silenzio poi, quasi in sincrono, i nostri volti si avvicinarono fino a  arrivare a pochi millimetri di distanza.

Potevo sentire il suo respiro mischiarsi al mio quando un “Quack” ci fece trasalire entrambe.

-Avevi ragione San, è venuta lei da noi- squittì la mia biondina felice fissando la papera a pochi metri da noi.

“Non è possibile, palomas malditos! Vi siete coalizzati per rovinarmi l’appuntamento?”

 

 

-E’ stata una giornata bellissima San, grazie!- disse Brittany abbracciandomi.

Non ci potevo ancora credere, quelle maledette papere avevano monopolizzato la mia biondina per tutto il pomeriggio!

-E’ stata una giornata bellissima anche per me Britt- ricambiai l’abbraccio senza smettere di lanciare maledizioni mentali a quei maledetti pennuti.

-Allora ci vediamo lunedì-

-Certo- risposi.

Ci fissammo per qualche secondo in silenzio poi mi voltai incamminandomi verso la porta di casa.

“Che stai facendo Lopez? Torna indietro e baciala!”

Ignorai la mia vocina interiore e continuai a camminare

“Avanti, stavolta non ci saranno papere a fermarti!” insistette quella quando ormai ero arrivata al portico.

Prima che potessi pensare qualsiasi altra cosa mi sentii afferrare delicatamente per il polso.

Mi girai di scatto e mi ritrovai a pochi centimetri dal viso della mia biondina.

-Britt…- mormorai prima che lei mi stringesse delicatamente il viso tra le mani e annullasse la distanza tra di noi.

Un brivido mi percorse la schiena quando le nostre labbra si toccarono, non mi era mai successo prima, come se una scossa fosse partita dalle sue labbra percorrendo tutto il mio corpo.

Fu un bacio dolce, non andò oltre lo sfiorarsi delle labbra, non era il tipo di bacio a cui ero abituata, era decisamente il bacio migliore che avessi mai ricevuto.

La mia biondina si staccò lentamente con un sorriso sulle labbra.

-A lunedì- sussurrò prima di sfiorarmi di nuovo le labbra e allontanarsi sulla sua macchina.

Avrei passato mille pomeriggi a rincorrere le papere per avere, anche solo per pochi istanti, le sue labbra sulle mie sentenziai prima di entrare in casa.

 

 

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