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Autore: Blackie    23/01/2007    11 recensioni
E' una ff One-shot Auror ch mi è venuta in mente in un'ora di noia assoluta (vedi: italiano). Forse è troppo sdolcinata e ha un sacco di difetti ma l'ho scritta e pubblicata di getto così come mi veniva... non siate troppo severi!!! Harry ama Hermione: ma il suo amore sarà abbastanza forte sa salvarla dalla morte?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bring Me To Life

                                                        Bring Me To Life

 

 

Un lampo verde. La sua voce che gridava “Avada Kedavra!” Poi niente. Il silenzio. Solo le urla della battaglia ai piani inferiori. Harry si guardò attorno: Lord Voldemort era steso a terra, fra le macerie della Torre, gli occhi sbarrati. Morto. Avevano vinto. Dopo aver trovato e distrutto tutti gli Horcrux, la battaglia finale lì, ad Hogwarts. Non senza perdite, certo. Harry chiuse gli occhi, pensando a chi aveva perso. Rivide gli occhi vitrei di Ron, udì le sue ultime parole echeggiargli nella mente: “Harry… perdonami amico, non ce l’ho fatta…” Aveva tentato di uccidere Bellatrix Lestrange. Harry si riscosse: i membri dell’Ordine combattevano ancora, e lui doveva aiutarli.

Corse al piano di sotto. Alcuni cadaveri, Moody che si lamentava sommessamente. Non c’era nessun altro. Improvvisamente udì un grido dal parco. Harry si precipitò fuori dal portone, e vide dei lampi di luce vicino al lago. Era inverno, l’aria freddissima. Il lago velato da una crosta di ghiaccio. I Mangiamorte e i membri dell’Ordine combattevano. I seguaci di Voldemort erano ridotti  ad un pugno di sopravvissuti: Harry vide che Tonks, Lupin, Kingsley, Arthur Weasley, Strugis Pomodore e Minerva Mc Granitt stavano lentamente ma inesorabilmente  spingendo verso il lago i due Lestrange, Avery, Nott e Goyle.

Lupin lo vide: “Harry! Corri! Piton sta combattendo con Hermione ma lei è già ferita! Non ce la farà! Corri!” Una morsa ghiacciata al cuore. Girò la testa, in tempo per vedere un’orribile scena: un lampo rosso, uno Schiantesimo. Hermione che cadeva. Il ghiaccio del lago che cedeva. Sarebbe annegata, o morta di freddo. Harry balzò in avanti: “Expelliarmus!” Piton parò l’ incantesimo e gli lanciò contro una fattura. Harry la schivò balzando di lato, ma perse l’equilibrio e cadde rotolando dietro un cespuglio. Si rimise in piedi in fretta e lanciò una Pastoia Total Body all’ex insegnante. Ridendo, Piton evocò un potente scudo.

Ogni istante perso poteva costare la vita a Hermione…

“Avada Kedavra!” la maledizione fu scagliata da Piton. Rapidamente Harry eseguì un Sortilegio Scudo. Non bastava, non sarebbe bastato, pensò disperatamente, fermava solo maledizioni minori… il viso di Hermione. Gli esplose chiaro nella mente. Il Sortilegio Scudo lo protesse, e la maledizione rimbalzò su colui che l’aveva scagliata. L’ultima impressione che l’insegnante ricevette dalla vita fu una breve, ma vaga, sorpresa.

Senza stare a chiedersi cosa fosse successo, senza pensare che poteva affogare, morire, senza proteggersi con un incantesimo Harry si buttò nel lago. Freddo. Silenzio. Sentì il gelo dell’acqua. Poi la vide. Fra le alghe, i capelli che le ondeggiavano intorno al viso. Hermione giaceva sulla sabbia fine del lago. Con due bracciate Harry le arrivò accanto. La afferrò per la vita sottile, stupendosi di quanto fosse magra e leggera. La trascinò sempre più su, verso la superficie, nuotando con la forza della disperazione, finchè la sua testa infranse il ghiaccio. Ansimando per lo sforzo la trascinò a riva. I membri dell’Ordine corsero verso di loro. I Mangiamorte giacevano schiantati sulla riva opposta. Un vago chiarore dorato tradiva la presenza di un incantesimo anti-smaterializzante. “Harry!” Lupin gli si avvicinò ma Harry lo scansò. Scostò dal viso freddo di Hermione i capelli fradici della ragazza. “Hermione.” La chiamò. E ancora. Ancora. Finchè non si trovò ad urlare il suo nome con tutto il fiato che aveva.

Sentiva il corpo freddo della ragazza contro il suo. Eppure… improvvisamente lo sentì. Debole, fioco. Il suo cuore batteva ancora. “Hermione…ti prego… ti prego, svegliati. Non lasciarmi… io ti amo…”. Stringendola a sé, la chiamò con tutta la sua voce, con tutta la sua anima. Il suo amore. Un debole sospiro. E un altro. Le labbra di Hermione si schiusero. Ne uscì un suono debole e inarticolato: il suo nome. “Harry…” “Hermione, sono qui, ti prego, torna da me” “Harry… non lasciarmi sola Harry… non te ne andare… ho paura… Harry!” Delirava… sospesa in equilibrio fra la morte e la vita. Il ragazzo la strinse a sé, sempre più forte, cercando di trasmettere in un abbraccio tutto quell’amore che si portava dentro da anni. “Hermione, ti amo… ti prego, resta con me… io non ti lascerò mai più…” Piangeva lacrime calde. “Harry” Di nuovo la sua voce. La guardò in viso. Gli occhi della ragazza erano aperti, due pozze d’ambra che lo fissavano. E mentre i suoi occhi smeraldini incrociavano quelli della ragazza, Harry seppe che non l’avrebbe mai più lasciata. E che era stato il suo amore, quel filo che l’aveva tenuta appesa alla vita. E mentre le loro labbra si incontravano, incrociando giocosamente le lingue, e le braccia di lei passavano intorno al suo collo, ebbe la certezza del fatto che il loro amore era più forte di qualsiasi cosa. Anche della morte.

 

 

 

                                                                       THE END

  
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