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Autore: CharlieMadison1    09/07/2012    2 recensioni
«Ma non avevi comunque capito che io ti amavo.» Riprese con tono solenne.
«Hai usato il passato.» Sottolineai «E' giusto che sia così, stai con Ran e ami lei. Va bene, Shinichi puoi andare a casa.»
«Rischiando che tu ti uccida?»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mistakes.





Capitolo 2.

Che diavolo mi era passato per la testa? Come avevo potuto tradire la fiducia di colei che mi aveva sempre sostenuto, in ogni occasione e che mi aveva aspettato per quasi quattro anni?
Non avevo neanche il coraggio di varcare quella porta e di andare da lei. Sapevo che quel silenzio sarebbe stata la tortura peggiore che un uomo potesse mai affrontare.
Sia io che Ai ci rivestimmo velocemente e né l'uno né l'altro sapeva come spiegarsi ciò che era appena successo.
Mi passai la mano sul volto, pensando a come sarei potuto uscirne. Sospirai nervoso all'idea di dover risolvere questo dilemma che pareva non aver nessuna soluzione. Ed era buffo come io potevo risolvere casi assai più difficili. Ma in questo momento il problema più complesso lo stavo vivendo in quei momenti.
«Vai da lei.» Mi incitò Ai. «Le dirò che sono stata io e..»
«Siamo stati in due a sbagliare. Non solo tu.» Le risposi interrompendo il suo discorso.
Ai alzò il viso e mi guardò con i suoi occhi color smeraldo. Il suo sguardo freddo e pieno di una strana sensazione di malinconia trafisse il mio cuore.
Spostai la mia attenzione fuori dalla finestra e mi decisi finalmente di andare da Ran.
Andai nell'altra camera e mi accorsi che se ne era andata. Senza proferire parola uscii anch'io da quella casa e cercai Ran.
Camminavo a passo lento. Non volevo trovarla. Avevo paura. Che cosa le avrei detto una volta che sarei stato faccia a faccia di fronte a lei?
Che non era la prima volta che io e Ai finivamo a letto insieme e che non sarebbe successo mai più?
Lo sapevo anch'io. Lo sapeva anche Ran.
Sarebbe successo ancora e ancora ma entrambi avevamo chiuso gli occhi per non vedere la realtà. Avevamo preferito a mentirci piuttosto che vivere la realtà.
Ero seduto su una panchina e stavo sorseggiando della coca, tentando che quel liquido mi potesse un po' rinfrescare e darmi qualche spunto.
La tenevo tra le mani e ricordai di quella volta quando andai a prendere proprio della coca per Ran e quando le avevo messo la lattina fredda sul viso e lei spaventata urlò: «Shinichi! Non farlo mai più!»
E io ridevo come non mai.
Dove erano finiti quei momenti felici e allegri?
«Shinichi.» Ran mi stava chiamando. Era lì a qualche passo da me. Non avevo il coraggio di alzare la testa ma, lo feci.
«Perché?» Chiese.
I suoi occhi volevano piangere ma, cercava di trattenersi dal farlo. Voleva essere forte.
Rimasi in silenzio cercando anch'io quella risposta che non riuscivo affatto a trovare.
Scossi la testa: «Io-io non lo so, Ran.» Le risposi con un sussurro deglutendo.
«Cosa ha lei che io non ho?» Domandò ancora.
«Non lo so.» Risposi abbattuto.
Ran annuì con la testa e spostò il suo sguardo sulla strada. Le macchine passavano veloci davanti a noi. Le persone si muovevano rapidamente. Tutto girava a gran velocità, ma non qui.
«E' più importante lei. Vero?» Chiese senza guardarmi.
Un'altra domanda a cui non avevo risposta. Non seppi cosa dire e preferii tacere che parlare.
«Shinichi. Io ti ho aspettato per tutto questo tempo. Ho sempre avuto fiducia in noi...» Non riuscivo a seguire il discorso che mi cominciò a fare. Che cosa voleva dire con quelle parole?
«Ti aspetterò ancora.» Disse andandosene.

***

Ancora una volta ero stata vittima del suo fascino. Come avevo potuto cadere così in basso?
Perché continuavo ad essere ossessionata da lui. Sapevo perfettamente che anche se tra me e Shinichi c'era qualcosa di frenetico e passionale, lui avrebbe sempre scelto Ran.
Io sarei sempre rimasta la seconda possibilità.
Ma questo il mio cuore non l'avrebbe mai accettato.
Erano già passati diversi anni da quando Shinichi era riuscito ad abbattere quella maledetta organizzazione anche se Jin aveva detto che c'era qualche altro membro sparso nel mondo e che prima o poi sarebbe tornato.
Inizialmente sia io che Shinichi avevamo pensato di rimanere ancora sotto copertura ma i nostri corpi da bambini sarebbero rimasti tali se non avessi creato in tempo l'antidoto. Dopo diverse settimane dalla sconfitta degli uomini in nero riuscii a creare la pillola.
Entrambi tornammo alla vita normale.
Le giornate sembravano passare felicemente. Spesso Shinichi veniva chiamato dalla polizia per risolvere qualche caso e la notorietà di Goro cominciò a calare. Per questo Ran e Shinichi litigarono parecchio. Quando poi Shinichi spiegò l'intera faccenda degli uomini in nero, di come lui era stato rimpicciolito e di tutte le volte che aveva risolto il caso al posto di suo padre, beh Ran si rattristò ancora di più e se la prese ancora di più con Shinichi.
Quei due non facevano altro che discutere e non c'era giorno che Shinichi non venisse da me a lamentarsi e a chiedere consiglio sul come risolvere il problema con lei.

Ero a farmi in bagno quando sentii dei strani rumori. Uscii frettolosa dalla vasca mi avvolsi un asciugamano attorno al mio corpo e cauta presi il primo oggetto che mi capitò, in quel caso il phone; tentavo di sentire nuovamente quei rumori così intensi che avevo udito qualche momento fa ma niente. Mi poggiai allo stipite della porta e aspettai che qualcuno passasse nel salotto.
Era buio e anche fuori dato che era abbastanza tardi.
«Ai! Sei in casa?»
Tirai un sospiro di sollievo riconoscendo la voce. Ma che diavolo ci faceva Shinichi a quest'ora da me? Possibile che avesse così tanto bisogno di me?
Un clic e Shinichi accese le luci della stanza.
«Ai...» Sussurrò. Era imbarazzato, lo si vedeva. Prima mi aveva squadrato totalmente dalla testa fino ai piedi poi spostò lo sguardo verso la soffitta.
«Kudo. Che c'è? Non hai mai visto una donna avvolta da un misero asciugamano?» Lo provocai naturalmente. Ero sadica ma quell'aspetto del mio carattere mi piaceva parecchio.
Non rispose.
Sorrisi.
«Ho capito. Vado a vestirmi e arrivo.»
Fu un attimo che la mano di Shinichi mi prese per il polso e mi attirò verso il suo corpo. La mia schiena aderiva al suo petto perfettamente. Il suo respiro caldo mi avvolgeva il collo e sentivo che secondo dopo secondo tutto diventava più veloce.
«Sei la prima che vedo avvolta con un misero asciugamano. La prima donna.» Mi sussurrò all'orecchio. Le sua mano passò sul mio ventre e cominciò a massaggiarlo, con lentezza.
Poi mi fece voltare davanti a lui e il suo sguardo era famelico, accesso pieno di energia.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
Il nostro primo bacio di una lunga serie.

Sorrisi ricordando quell'aneddoto. Mi sembrava che fosse passata un'eternità da quel giorno e forse era anche così.
Sentii il campanello dell'appartamento suonare. Andai a controllare chi fosse.
Pensavo che fosse Shinichi, o Ayumi o qualcun altro.
Invece quando aprii la porta vidi che era Subaru.
«Posso entrare?»



***Note Finali ***
Eh siamo alla fine del secondo capitolo! Grazie mille per le recensioni allo scorso capitolo, non sapete quanto mi avete fatto piacere! Spero di riceverne anche in questo ^^
Grazie a chi ha letto.

Kitkat
   
 
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