( mi sono scordata una è nel titolo del banner che scarsa)
****
Ridere, adesso manca il nostro ridere,
Rimane solo un quieto vivere sterile,
Il cuore mio non ce la fa.
*
Aprii
gli occhi guardandomi ancora una volta
attorno.
Tutto
sembrava perfetto:
L’odore
di lavanda alleggiava nell’aria, un profumo
di pulito e di casa.
Il
rassicurante rumore del mare che s’infrange sulla
battigia, potevo sentire gli schizzi dell’acqua anche
lì, seduta su una sedia
attorno al mio grande tavolo.
Fuori
il sole era già alto nel cielo, i suoi caldi
raggi filtravano dalle spesse tende.
Respirai
piano .
Sì,
tutto era tremendamente perfetto.
Vivevo
in una piccola villa sul mare, acquistata per
avere un angolo di paradiso tutto per noi, lontano dal chiasso di
Londra.
Lontano dai suoi genitori con la puzza sotto il naso e dai miei gelosi
amici.
Sospirai.
Avevo
uno splendido lavoro, medimago al San Mungo,
la più giovane ginemago al mondo.
Ero
giovane, piacente, affermata e ...
Deglutii
sollevando lo sguardo sulla parete spoglia
davanti a me.
...
Sola.
Constatai
che era rimasto l’alone delle foto che
avevo tolto, convinta, che cancellando ogni traccia riuscissi a
eliminare anche
te dalla mia mente.
Impossibile.
Sentivo
l’eco delle tue risate.
Il
tuo fischiettare consueto sotto la doccia.
Il
tuo profumo al sandalo salire su per le narici,
si confondeva all’odore di lavanda.
Quello
era il profumo di casa: sandalo e lavanda.
Io
e te.
Vivo
il tuo ricordo, come fossi ancora qui con me.
Tu,
però, non ci sei più. Io, ero rimasta sola.
Sola
con il mio cuore sgretolato.
*
Semplice, sembrava tutto così
semplice,
Per chi credeva nelle favole come noi,
Cercando un'altra verità.
*
Mi
alzai lentamente scostando la sedia, il rumore
stridulo mi fece venire i brividi, ma non me ne curai. Salii piano le
scale
arrivando a quella che un tempo, era la nostra stanza.
Rimasi
ferma vicino al montante della porta,
osservando il grande letto al centro della camera.
Il
copriletto in cotone faceva bella mostra di se,
arricchendo di ricordi quella stanza già pregna di ogni
magico momento. L’avevo
cucito con le mie mani per l’occasione. Ne ero felice,
realizzavo a mano un
qualcosa che un giorno ci avrebbe scaldati.
Ricordai
le tue parole, quello fu come ricevere un
forte pugno nello stomaco: -Non ci serve nulla Hermione, bastano i tuoi
baci a
scaldarmi- lo dicevi sempre e ora...
Era
rimasto solo il ricordo di quelle frasi, un
amaro ricordo.
Ricordai
le convinzioni di due innamorati, certi che
il futuro sarebbe stato semplicemente perfetto. Mai più un
litigio, né uno
screzio, troppi ve n’erano stati negli anni passati.
Ricordai
con il sorriso sulle labbra l’evolversi del
rapporto.
Dopo
la guerra, riprendemmo entrambi l’ultimo anno a
Hogwarts, riafferrando tra le mani le redini delle nostre vite.
Cancellammo
sbagli, insulti, angherie e vecchi rancori.
Aprimmo la mente, guardandoci come mai avevamo fatto in sette anni.
Prima
fu un saluto, poi una chiacchierata, poi
arrivarono le uscite in gruppo e infine quelle da soli.
Ci
scoprimmo piano piano, mostrandoci per la prima
volta senza maschere. Eravamo diversi da quello che per anni erano
stati:
Hermione Granger e Draco Malfoy.
Avevamo
scoperto l’amore, vivevamo una favola, ma il
lieto fine, quello no. Quello purtroppo tra noi non ci sarebbe mai
stato.
*
Senti che ci manca qualcosa,
Che c'è sempre
una scusa,
*
Avanzai
stanca trascinando le gambe pesanti per i
troppi pensieri, mi sentivo persa da mesi ormai. Sapevo che starti
lontano era
giusto, inevitabile.
Mi
stesi sul letto cercando una posizione comoda, mi
rigirai più volte inutilmente.
I
pensieri pesanti non mi facevano riposare, forse
nemmeno io volevo riposare.
Agguantai
il cuscino, il tuo, e respirai affondo ciò
che rimaneva del tuo profumo.
*
Che la gioia si è offesa,
Che non c'è la scintilla,
*
Il
tempo ci aveva cambiato.
Eravamo
due sconosciuti che camminavano uno affianco
all’altro e che ora, non avevano più nulla in
comune. Avevamo mai avuto
qualcosa?
Sì,
dividevamo il letto, ma niente più.
Constatai
tristemente.
La
nostra favola era finita tra le incombenze della
vita e i sorrisi di circostanza.
Tu
ti dividevi tra la tua professione di legismago,
che ti faceva viaggiare per il mondo, e l’amministrazione
delle mille proprietà
della tua famiglia.
Eri
sempre occupato, distratto, stressato. Lontano
da me con il corpo, ma soprattutto con la mente.
Anche
quando venivamo qua in questo angolo di
paradiso, tenevi la testa occupata dal lavoro.
Oramai
era il tuo unico pensiero ed io, non facevo
nulla per distoglierlo. Ti lasciavo così, solo a lavorare
sul tavolo della
cucina, osservandoti senza dire nulla.
Nemmeno
litigavamo più.
*
Che si è spenta la stella,
Ma una colpa non c’è.
*
Potrei
dire che la colpa è stata di entrambi, ma
mentirei.
La
nostra stella si è spenta.
Strano
no! Tu porti il nome di una costellazione e
non potresti mai spegnerti. Infatti, ora senza alcun dubbio brillerai
accanto a
qualcun’altra.
Il
cuore perse un battito.
Non
posso permettermi di essere gelosa, sono io che
ho detto basta alla nostra relazione.
Sono
io quella che ha aperto gli occhi. Cosa potevo
fare, i tuoi occhi chiedevano di essere lasciato libero, l’ho
fatto per te.
Tu
sei un codardo, lo sei sempre stato. Saresti
rimasto con me pur non amandomi più...
So’
che non mi ami più, forse era tutto un sogno.
Quello
che non so’ è cosa provo io per te. Anche io
ho smesso di amarti?
Forse,
anche se il vuoto che sento mi dice il
contrario.
*
La notte è troppo silenziosa,
L'amore è un'altra cosa.
*
Stupida,
mi sento immensamente stupida. Pensarti
ancora dopo mesi ormai, in cui tu non ci sei più.
È
colpa di questa casa, che riesce a riportare alla
mente ogni momento insieme.
È
colpa del silenzio che rievoca emozioni mai
dimenticate.
È
colpa mia, che non riesco a capire che questa è
stata solo l’ennesima tappa della mia vita.
Non
riesco a capire che non siamo più niente ormai,
un uomo e una donna che non dividono alcun che.
Distanti
da quello che un tempo eravamo. Distanti
dall’amore che dicevamo di provare l’uno per
l’altra.
Distanti
...
Chiusi
gli occhi ancora una volta, cercando di
tornare al presente che mi vedeva distesa su un letto vuoto, nella casa
che un
tempo ci vedeva amarci.
Il
nostro amore o quello che era, era finito. Dovevo
voltare pagina, solo così avrei ripreso a vivere.
Quello
che c’era stato tra noi, sarebbe rimasto
dentro di me per sempre.
Una
forma sbiadita d’amore, attimi intensi di
felicità. Non era amore, quello no. Sapevo che non sarebbe
durato, troppo
diversi e simili per amarci incondizionatamente.
Troppo
noi, per rimanere insieme per sempre.
L’amore
quello vero sarebbe arrivato, di te mi
rimaneva solo un dolce ricordo, ora amaro, che rimarrà
indelebile nel cuore e
nell’anima.
*
Utile, adesso dirsi tutto è utile,
Farà del male a queste anime
fragili,
Più di ogni altra
verità.
*
Uscire
di casa per una passeggiata al centro con le
amiche mi rendeva nevroticamente instabile, soprattutto dopo la fine
della
storia con Draco.
Uscivo
solo per andare a lavorare e poi come un
eremita, mi rinchiudevo a casa a leccarmi le ferite.
Quella
sera ,però, non riuscii
a inventarmi una scusa plausibile:
era il compleanno di Harry e non potevo mancare. Ginny non
l’avrebbe sopportato
e Harry era come un fratello, inutile inventare l’ennesima
scusa senza senso.
Così
uscì dalla villa sul mare mettendo per la prima
volta la faccia fuori di casa.
Camminavo
velocemente sopra il marciapiede, non
guardai nemmeno di sfuggita le attrattive delle vetrine di Diagon
Alley.
L’unico pensiero che mi
attanagliava la
mente era quello di raggiungere il più rapidamente possibile
il locale nel
quale si sarebbe svolta la festa.
Nulla
mi interessava fino a quando la sua risata
cristallina non mi arrivò alle orecchie, ghiacciandomi.
Mi
bloccai di colpo al centro del marciapiede,
attorto a me tante persone nessuna che riconoscesse, ma quella risata
... era per
forza al sua. L’avrei riconosciuta tra mille altre.
Si
girò alla ricerca di quel melodioso rumore, e
rimase come sospesa nell’ osservarlo fuori da un locale con i
suoi amici di
sempre. Rideva e scherzava come non faceva da tanto. L’aveva
allontanato da
tutti, ora lui riprendeva in mano la sua vita.
Non
servivano parole, bastava guardarlo per capire
che era felice. Felice perché lei non stava più
con lui.
Era
contenta per lui, si meritava il meglio.
*
Resta che una parte del cuore
Sarà sempre sospesa
Senza fare rumore,
Come fosse in attesa
Di quel raggio di Sole,
Che eravamo io e te.
*
Il
cuore batté forte, cercò di non ascoltarlo. Feci
finta che non fosse dentro la cassa toracica.
Abbassai
la testa e continuai per la mia strada, ero
già in ritardo per la festa.
Quindi,
respirai piano riprendendo a camminare.
-
Hermione - Il cuore si fermò appena lo sentii
chiamarmi, ma non mi fermai.
-Hermione
-
Accelerai
il passo e mi sentì decisamente stupida a
fare questo.
-Hermione
- sento una mano tenermi il polso
costringendomi a voltarmi.
Vederlo
mi sgretola il cuore e mi blocca il respiro.
Sono
consapevole, solo ora, che era impossibile che
una tale visione potesse starmi accanto. Eri , sei troppo per me.
-
Hermione
ti ho chiamata, non mi hai
sentito?-
La
sua domanda è semplice ma rispondergli. Quello si
che è difficile.
-
Draco!-
dico meravigliata – Scusa, non
ti ho sentito... era sovrappensiero-
Negare
l’evidenza, sempre negare.
-
Immaginavo
ti ho rincorso – dice
guardandomi analizzando ogni ruga del mio viso. Mi sento nuda davanti
ai tuoi
occhi. Impaurita dall’idea che possa scorgere il mio immutato
amore per lui.
-
Come
stai? È da tanto che non ti
vedo...- la domanda mi spiazza.
Nella
mente mi
soggiunge il ricordo di quando gli chiedevo di rimanere amici, ma dal
giorno
avevo evitato di incontrarlo, parlargli perfino scrivergli un messaggio
via
sms.
-
Bene!
Oggi è il compleanno di Harry-
risposi distendendo le labbra.
-
Potter-
la sua voce risultò stridula
quando pronunciò il nome del mio migliore amico. Non si
erano mai presi e mai
si prenderanno.
-
Allora
non ti trattengo oltre- disse
staccando la tua mano dal polso che ancora teneva ben saldo.
Mi
sento persa quando il calore della sua mano mi
abbandona.
-
Ehm,
sono già in ritardo –
-
Allora
ancora di più. Non vorrei si
offendessero con te per questo. Poiché è colpa
mia, se farai tardi –
Lo
dici con il solito tono distaccato, ma so
che è
infastidito dalla cosa.
-
Draco-
-
Stammi
bene Hermione - dice frettoloso e
come è arrivato va vai.
Lotto
con la voglia di rincorrerlo per dirgli che lo
amo ancora, anche se so che per lui sono un peso. Perdo il coraggio
quando
sento la voce di Astoria Greengrass in lontananza.
-Draco
dov’eri finito?-
-
Mi sono spostato un attimo, ma non
preoccuparti ora sono qui-
Deglutii
e ripresi a correre. Scappavo lontano dalla
mia frustrazione, anche se sapevo che quella sarebbe venuta con me.
*
Senti che ci manca qualcosa,
Che c'è sempre una scusa,
Che la gioia si è offesa,
Che non c'è la scintilla,
Che si è spenta la stella,
Ma una colpa non c'è.
La notte è troppo silenziosa e
adesso
L'amore è un'altra cosa.
**
Arrivai
al locale con il fiatone, i capelli
scarmigliati dalla corsa, gli occhi umidi per le lacrime che non ero
riuscita a
trattenere.
Quando
incontrai Ginny mi sentii morire, avrei
dovuto mettere su la mia solita maschera ma non ci riuscii.
-Hermione
-
-L’ho
visto poco fa credo stia con la Greengrass-
dissi.
Lei
mi guardò un attimo strattonandomi fino a un
angolo buio della sala. Prego che nessuno mi abbia vista in quello
stato.
Ginny
non disse nulla, mi stringe forte tra le sue
braccia era più piccola di me ma aveva quel fare materno che
la rendeva simile
a sua madre Molly.
-
Mi
sento come uno straccio sporco e
logoro- dissi non trattenendo i singhiozzi.
-
Non
è vero- rispose con tono caldo.
-
Ho
fatto la cosa giusta vero Ginny?-
domando ancora sperando che dalle sue labbra arrivasse una conferma.
Lei,
però, non rispose alla mia domanda continuando
a stringermi forte tra le sue braccia.
-
Non
potevo incatenarlo a una storia che
non voleva, a una vita che lo opprimeva. Era sprecato a stare con me-
-
Ora
basta - la voce di Harry dietro di
noi fu l’ennesima secchiata d’acqua fredda della
sera.
-
Ora
tu ti asciughi le lacrime. Non vale
la pena dannarsi per quel demente- le sue solite parole dure verso
Draco.
-
E
vai a divertirti-.
-
Harry-
cercai di ribattere.
-
Oggi
è il mio compleanno e pretendo da
te come regalo un grande sorriso e del sano divertimento. Lì
fuori -disse
osservando la sala ricca di gente allegra –
c’è la fila per ballare e
chiacchierare con te. Se uno non capisce quanto sei stupenda a non
valere è lui
non tu-
Ginny
mi lasciò un attimo e con la sua mano asciugò
le mie lacrime. Mi guardò intimando il silenzio non so per
quale ragione Ginny
mi convinse a raccontare che era stato Draco a interrompere la
relazione. Forse
se avessi detto a Harry che mi sentivo ingombrante e poco importante
per lui
sarebbe stato peggio. Odiare Draco infondo non avrebbe cambiato nulla,
ma se io
soffrivo perché mi sentivo troppo poco per lui sarebbe stato
deleterio per il
mio amico.
-
Ha
ragione Hermione, sei stupenda –
disse Ginny avvalorando la tesi del marito.
Io,
volli credere ai miei amici e così dopo essermi
lavata il viso li seguii alla festa cercando di divertirmi. Tutto
quello, però,
fu vano.
**
Tu dimmi se ci credi
A quello che non vedi, eppure
L'amore è un'altra cosa.
*
Distesa
sul divano osservavo lo scorrere lento del
tempo.
Il
solito silenzio , calmo e rilassante, avvolgeva
la mia casa.
Il week end
era stato di una noia mortale come da mesi ormai mi capitava.
Avevo
disdetto inviti, evitato mia madre e mi ero
isolata come sempre.
Avevo
bisogno di riflettere di prendere in mano la
mia vita ma non vi riuscivo ogni volta che m’imponevo una
nuova via tu facevi
capolino nella mia mente.
Non
potevo vivere nel tuo ricordo, lo sapevo, ma non
riuscivo a scacciarti.
Chiusi
gli occhi, stanca perfino di alzarmi e andare
in camera a sdraiarmi sul letto. Decisi che infondo, nessuno avrebbe
avuto da
ridire se avessi dormito lì sul divano.
Il
respiro si rasserenò piano mentre tra le mani
tenevo un cuscino, cercai una comoda posizione . il campanello
suonò
all’improvviso, facendomi scattare.
Percorsi
la stanza a piedi nudi nemmeno sapevo che
indumenti indossavo, la bacchetta era nella mia mano sinistra e senza
guardare
dallo spioncino aprii.
Rimasi
immobile senza più fiato in gola.
-
Mi
manchi- la sua voce era calda,
metteva i brividi.
-
Sto
impazzendo- aggiunse.
-
Oggi
ho spaccato il naso a Potter perché
ha osato dirmi che era colpa mia, ma sei tu che mi hai lasciato- una
constatazione.
-
Dimmi
che mi ami ancora Hermione. Dimmi
che provi anche tu un vuoto assurdo quando non sono con te. Lo stesso
vuoto che
provo io –
Fa
un passo ed entra in casa io sono come
imbalsamata.
È
irreale.
È
un sogno. Un’illusione.
Lui
non può essere qui con me, lui...
Sento
le sue mani sfiorarmi e un brivido corre lungo
la schiena, con un calcio ha chiuso la porta e ora senza chiedere il
permesso
si avventa sulle mie labbra.
Finalmente
riprendo a vivere.
Lo
bacio, accarezzo la sua schiena mi gusto quegli
intensi attimi e infine, gli chiedo scusa.
L’amore
è questo?
Sì
mi rispondo.
Soffrire
per poi essere felice come mai prima.
Io l’ho capito, Draco l’ha capito e
ora più
nulla ci separerà.
Dopo
quella notte, infatti, mi ha chiesto di
sposarlo ed io dal giorno vivo su una nuvola, felice che la mia favola
con
l’uomo che amo si avveri.