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Autore: mikilily    09/07/2012    11 recensioni
Piccola One- shot sulla storia d'amore giunta al capolinea tra Draco e Hermione sulle note di L'amore è un'altra cosa di Arisa.
Spero vi piaccia...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore è Un'altra cosa.'
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( mi sono scordata una è nel titolo del banner che scarsa)

****

Ridere, adesso manca il nostro ridere,

Rimane solo un quieto vivere sterile,

Il cuore mio non ce la fa.

*

Aprii gli occhi guardandomi ancora una volta attorno.

Tutto sembrava perfetto:

L’odore di lavanda alleggiava nell’aria, un profumo di pulito e di casa.

Il rassicurante rumore del mare che s’infrange sulla battigia, potevo sentire gli schizzi dell’acqua anche lì, seduta su una sedia attorno al mio grande tavolo. 

Fuori il sole era già alto nel cielo, i suoi caldi raggi filtravano dalle spesse tende.

 Respirai piano .

Sì, tutto era tremendamente perfetto.

Vivevo in una piccola villa sul mare, acquistata per avere un angolo di paradiso tutto per noi, lontano dal chiasso di Londra. Lontano dai suoi genitori con la puzza sotto il naso e dai miei gelosi amici.

Sospirai.

Avevo uno splendido lavoro, medimago al San Mungo, la più giovane ginemago al mondo.

Ero giovane, piacente, affermata e ...

Deglutii sollevando lo sguardo sulla parete spoglia davanti a me.

... Sola.

Constatai che era rimasto l’alone delle foto che avevo tolto, convinta, che cancellando ogni traccia riuscissi a eliminare anche te dalla mia mente.

Impossibile.

Sentivo l’eco delle tue risate.

Il tuo fischiettare consueto sotto la doccia.

Il tuo profumo al sandalo salire su per le narici, si confondeva all’odore di lavanda.

Quello era il profumo di casa: sandalo e lavanda.

Io e te.

Vivo il tuo ricordo, come fossi ancora qui con me.

Tu, però, non ci sei più. Io, ero rimasta sola.

Sola con il mio cuore sgretolato.

 

*

Semplice, sembrava tutto così semplice,

Per chi credeva nelle favole come noi,

Cercando un'altra verità.

*

Mi alzai lentamente scostando la sedia, il rumore stridulo mi fece venire i brividi, ma non me ne curai. Salii piano le scale arrivando a quella che un tempo, era la nostra stanza.

Rimasi ferma vicino al montante della porta, osservando il grande letto al centro della camera.

Il copriletto in cotone faceva bella mostra di se, arricchendo di ricordi quella stanza già pregna di ogni magico momento. L’avevo cucito con le mie mani per l’occasione. Ne ero felice, realizzavo a mano un qualcosa che un giorno ci avrebbe scaldati.

Ricordai le tue parole, quello fu come ricevere un forte pugno nello stomaco: -Non ci serve nulla Hermione, bastano i tuoi baci a scaldarmi- lo dicevi sempre e ora...

Era rimasto solo il ricordo di quelle frasi, un amaro ricordo.

Ricordai le convinzioni di due innamorati, certi che il futuro sarebbe stato semplicemente perfetto. Mai più un litigio, né uno screzio, troppi ve n’erano stati negli anni passati.

Ricordai con il sorriso sulle labbra l’evolversi del rapporto.

Dopo la guerra, riprendemmo entrambi l’ultimo anno a Hogwarts, riafferrando tra le mani le redini delle nostre vite.

Cancellammo sbagli, insulti, angherie e vecchi rancori. Aprimmo la mente, guardandoci come mai avevamo fatto in sette anni.

Prima fu un saluto, poi una chiacchierata, poi arrivarono le uscite in gruppo e infine quelle da soli.

Ci scoprimmo piano piano, mostrandoci per la prima volta senza maschere. Eravamo diversi da quello che per anni erano stati: Hermione Granger e Draco Malfoy.

Avevamo scoperto l’amore, vivevamo una favola, ma il lieto fine, quello no. Quello purtroppo tra noi non ci sarebbe mai stato.

 

*

Senti che ci manca qualcosa,

Che c'è sempre una scusa,

*

Avanzai stanca trascinando le gambe pesanti per i troppi pensieri, mi sentivo persa da mesi ormai. Sapevo che starti lontano era giusto, inevitabile.

Mi stesi sul letto cercando una posizione comoda, mi rigirai più volte inutilmente.

I pensieri pesanti non mi facevano riposare, forse nemmeno io volevo riposare.

Agguantai il cuscino, il tuo, e respirai affondo ciò che rimaneva del tuo profumo.

*

Che la gioia si è offesa,

Che non c'è la scintilla,

*

Il tempo ci aveva cambiato.

Eravamo due sconosciuti che camminavano uno affianco all’altro e che ora, non avevano più nulla in comune. Avevamo mai avuto qualcosa?

Sì, dividevamo il letto, ma niente più.

Constatai tristemente.

La nostra favola era finita tra le incombenze della vita e i sorrisi di circostanza.

Tu ti dividevi tra la tua professione di legismago, che ti faceva viaggiare per il mondo, e l’amministrazione delle mille proprietà della tua famiglia.

Eri sempre occupato, distratto, stressato. Lontano da me con il corpo, ma soprattutto con la mente.

Anche quando venivamo qua in questo angolo di paradiso, tenevi la testa occupata dal lavoro.

Oramai era il tuo unico pensiero ed io, non facevo nulla per distoglierlo. Ti lasciavo così, solo a lavorare sul tavolo della cucina, osservandoti senza dire nulla.

Nemmeno litigavamo più.

*

Che si è spenta la stella,

Ma una colpa non c’è.

*

Potrei dire che la colpa è stata di entrambi, ma mentirei.

La nostra stella si è spenta.

Strano no! Tu porti il nome di una costellazione e non potresti mai spegnerti. Infatti, ora senza alcun dubbio brillerai accanto a qualcun’altra.

Il cuore perse un battito.

Non posso permettermi di essere gelosa, sono io che ho detto basta alla nostra relazione.

Sono io quella che ha aperto gli occhi. Cosa potevo fare, i tuoi occhi chiedevano di essere lasciato libero, l’ho fatto per te.

Tu sei un codardo, lo sei sempre stato. Saresti rimasto con me pur non amandomi più...

So’ che non mi ami più, forse era tutto un sogno.

Quello che non so’ è cosa provo io per te. Anche io ho smesso di amarti?

Forse, anche se il vuoto che sento mi dice il contrario.

 

*

La notte è troppo silenziosa,

L'amore è un'altra cosa.

*

Stupida, mi sento immensamente stupida. Pensarti ancora dopo mesi ormai, in cui tu non ci sei più.

È colpa di questa casa, che riesce a riportare alla mente ogni momento insieme.

È colpa del silenzio che rievoca emozioni mai dimenticate.

È colpa mia, che non riesco a capire che questa è stata solo l’ennesima tappa della mia vita.

Non riesco a capire che non siamo più niente ormai, un uomo e una donna che non dividono alcun che.

Distanti da quello che un tempo eravamo. Distanti dall’amore che dicevamo di provare l’uno per l’altra.

Distanti ...

Chiusi gli occhi ancora una volta, cercando di tornare al presente che mi vedeva distesa su un letto vuoto, nella casa che un tempo ci vedeva amarci.

Il nostro amore o quello che era, era finito. Dovevo voltare pagina, solo così avrei ripreso a vivere.

Quello che c’era stato tra noi, sarebbe rimasto dentro di me per sempre.

Una forma sbiadita d’amore, attimi intensi di felicità. Non era amore, quello no. Sapevo che non sarebbe durato, troppo diversi e simili per amarci incondizionatamente.

Troppo noi, per rimanere insieme per sempre.

L’amore quello vero sarebbe arrivato, di te mi rimaneva solo un dolce ricordo, ora amaro, che rimarrà indelebile nel cuore e nell’anima.

 

*

Utile, adesso dirsi tutto è utile,

Farà del male a queste anime fragili,

Più di ogni altra verità.

*

Uscire di casa per una passeggiata al centro con le amiche mi rendeva nevroticamente instabile, soprattutto dopo la fine della storia con Draco.

Uscivo solo per andare a lavorare e poi come un eremita, mi rinchiudevo a casa a leccarmi le ferite.

Quella sera ,però, non  riuscii a inventarmi una scusa plausibile: era il compleanno di Harry e non potevo mancare. Ginny non l’avrebbe sopportato e Harry era come un fratello, inutile inventare l’ennesima scusa senza senso.

Così uscì dalla villa sul mare mettendo per la prima volta la faccia fuori di casa.

Camminavo velocemente sopra il marciapiede, non guardai nemmeno di sfuggita le attrattive delle vetrine di Diagon Alley. L’unico pensiero che  mi attanagliava la mente era quello di raggiungere il più rapidamente possibile il locale nel quale si sarebbe svolta la festa.

Nulla mi interessava fino a quando la sua risata cristallina non mi arrivò alle orecchie, ghiacciandomi.

Mi bloccai di colpo al centro del marciapiede, attorto a me tante persone nessuna che riconoscesse, ma quella risata ... era per forza al sua. L’avrei riconosciuta tra mille altre.

Si girò alla ricerca di quel melodioso rumore, e rimase come sospesa nell’ osservarlo fuori da un locale con i suoi amici di sempre. Rideva e scherzava come non faceva da tanto. L’aveva allontanato da tutti, ora lui riprendeva in mano la sua vita.

Non servivano parole, bastava guardarlo per capire che era felice. Felice perché lei non stava più con lui.

Era contenta per lui, si meritava il meglio.

 

*

Resta che una parte del cuore

Sarà sempre sospesa

Senza fare rumore,

Come fosse in attesa

Di quel raggio di Sole,

Che eravamo io e te.

*

Il cuore batté forte, cercò di non ascoltarlo. Feci finta che non fosse dentro la cassa toracica.

Abbassai la testa e continuai per la mia strada, ero già in ritardo per la festa.

Quindi, respirai piano riprendendo a camminare.

- Hermione - Il cuore si fermò appena lo sentii chiamarmi, ma non mi fermai.

-Hermione -

Accelerai il passo e mi sentì decisamente stupida a fare questo.

-Hermione - sento una mano tenermi il polso costringendomi a voltarmi.

Vederlo mi sgretola il cuore e mi blocca il respiro.

Sono consapevole, solo ora, che era impossibile che una tale visione potesse starmi accanto. Eri , sei troppo per me.

-         Hermione ti ho chiamata, non mi hai sentito?-

La sua domanda è semplice ma rispondergli. Quello si che è difficile.

-         Draco!- dico meravigliata – Scusa, non ti ho sentito... era sovrappensiero-

Negare l’evidenza, sempre negare.

-         Immaginavo ti ho rincorso – dice guardandomi analizzando ogni ruga del mio viso. Mi sento nuda davanti ai tuoi occhi. Impaurita dall’idea che possa scorgere il mio immutato amore per lui.

-         Come stai? È da tanto che non ti vedo...- la domanda mi spiazza.

Nella mente mi soggiunge il ricordo di quando gli chiedevo di rimanere amici, ma dal giorno avevo evitato di incontrarlo, parlargli perfino scrivergli un messaggio via sms.

-         Bene! Oggi è il compleanno di Harry- risposi distendendo le labbra.

-         Potter- la sua voce risultò stridula quando pronunciò il nome del mio migliore amico. Non si erano mai presi e mai si prenderanno.

-         Allora non ti trattengo oltre- disse staccando la tua mano dal polso che ancora teneva ben saldo.

Mi sento persa quando il calore della sua mano mi abbandona.

-         Ehm, sono già in ritardo –

-         Allora ancora di più. Non vorrei si offendessero con te per questo. Poiché è colpa mia, se farai tardi 

Lo dici con il solito tono distaccato, ma so che  è infastidito dalla cosa.

-         Draco-

-         Stammi bene Hermione - dice frettoloso e come è arrivato va vai.

Lotto con la voglia di rincorrerlo per dirgli che lo amo ancora, anche se so che per lui sono un peso. Perdo il coraggio quando sento la voce di Astoria Greengrass in lontananza.

-Draco dov’eri finito?-

- Mi sono spostato un attimo, ma non preoccuparti ora sono qui-

Deglutii e ripresi a correre. Scappavo lontano dalla mia frustrazione, anche se sapevo che quella sarebbe venuta con me.

 

*

Senti che ci manca qualcosa,

Che c'è sempre una scusa,

Che la gioia si è offesa,

Che non c'è la scintilla,

Che si è spenta la stella,

Ma una colpa non c'è.

La notte è troppo silenziosa e adesso

L'amore è un'altra cosa.

**

Arrivai al locale con il fiatone, i capelli scarmigliati dalla corsa, gli occhi umidi per le lacrime che non ero riuscita a trattenere.

Quando incontrai Ginny mi sentii morire, avrei dovuto mettere su la mia solita maschera ma non ci riuscii.

-Hermione -

-L’ho visto poco fa credo stia con la Greengrass- dissi.

Lei mi guardò un attimo strattonandomi fino a un angolo buio della sala. Prego che nessuno mi abbia vista in quello stato.

Ginny non disse nulla, mi stringe forte tra le sue braccia era più piccola di me ma aveva quel fare materno che la rendeva simile a sua madre Molly.

-         Mi sento come uno straccio sporco e logoro- dissi non trattenendo i singhiozzi.

-         Non è vero- rispose con tono caldo.

-         Ho fatto la cosa giusta vero Ginny?- domando ancora sperando che dalle sue labbra arrivasse una conferma.

Lei, però, non rispose alla mia domanda continuando a stringermi forte tra le sue braccia.

-         Non potevo incatenarlo a una storia che non voleva, a una vita che lo opprimeva. Era sprecato a stare con me-

-         Ora basta - la voce di Harry dietro di noi fu l’ennesima secchiata d’acqua fredda della sera.

-         Ora tu ti asciughi le lacrime. Non vale la pena dannarsi per quel demente- le sue solite parole dure verso Draco.

-         E vai a divertirti-.

-         Harry- cercai di ribattere.

-         Oggi è il mio compleanno e pretendo da te come regalo un grande sorriso e del sano divertimento. Lì fuori -disse osservando la sala ricca di gente allegra – c’è la fila per ballare e chiacchierare con te. Se uno non capisce quanto sei stupenda a non valere è lui non tu-

Ginny mi lasciò un attimo e con la sua mano asciugò le mie lacrime. Mi guardò intimando il silenzio non so per quale ragione Ginny mi convinse a raccontare che era stato Draco a interrompere la relazione. Forse se avessi detto a Harry che mi sentivo ingombrante e poco importante per lui sarebbe stato peggio. Odiare Draco infondo non avrebbe cambiato nulla, ma se io soffrivo perché mi sentivo troppo poco per lui sarebbe stato deleterio per il mio amico.

-         Ha ragione Hermione, sei stupenda – disse Ginny avvalorando la tesi del marito.

Io, volli credere ai miei amici e così dopo essermi lavata il viso li seguii alla festa cercando di divertirmi. Tutto quello, però, fu vano.

**

Tu dimmi se ci credi

A quello che non vedi, eppure

L'amore è un'altra cosa.

*

Distesa sul divano osservavo lo scorrere lento del tempo.

Il solito silenzio , calmo e rilassante, avvolgeva la mia casa.

 Il week end era stato di una noia mortale come da mesi ormai mi capitava.

Avevo disdetto inviti, evitato mia madre e mi ero isolata come sempre.

Avevo bisogno di riflettere di prendere in mano la mia vita ma non vi riuscivo ogni volta che m’imponevo una nuova via tu facevi capolino nella mia mente.

Non potevo vivere nel tuo ricordo, lo sapevo, ma non riuscivo a scacciarti.

Chiusi gli occhi, stanca perfino di alzarmi e andare in camera a sdraiarmi sul letto. Decisi che infondo, nessuno avrebbe avuto da ridire se avessi dormito lì sul divano.

Il respiro si rasserenò piano mentre tra le mani tenevo un cuscino, cercai una comoda posizione . il campanello suonò all’improvviso, facendomi scattare.

Percorsi la stanza a piedi nudi nemmeno sapevo che indumenti indossavo, la bacchetta era nella mia mano sinistra e senza guardare dallo spioncino aprii.

Rimasi immobile senza più fiato in gola.

-         Mi manchi- la sua voce era calda, metteva i brividi.

-         Sto impazzendo- aggiunse.

-         Oggi ho spaccato il naso a Potter perché ha osato dirmi che era colpa mia, ma sei tu che mi hai lasciato- una constatazione.

-         Dimmi che mi ami ancora Hermione. Dimmi che provi anche tu un vuoto assurdo quando non sono con te. Lo stesso vuoto che provo io –

Fa un passo ed entra in casa io sono come imbalsamata.

È irreale.

È un sogno. Un’illusione.

Lui non può essere qui con me, lui...

Sento le sue mani sfiorarmi e un brivido corre lungo la schiena, con un calcio ha chiuso la porta e ora senza chiedere il permesso si avventa sulle mie labbra.

Finalmente riprendo a vivere.

Lo bacio, accarezzo la sua schiena mi gusto quegli intensi attimi e infine, gli chiedo scusa.

L’amore è questo?

Sì mi rispondo.

Soffrire per poi essere felice come mai prima.  Io l’ho capito, Draco l’ha capito e ora più nulla ci separerà.

Dopo quella notte, infatti, mi ha chiesto di sposarlo ed io dal giorno vivo su una nuvola, felice che la mia favola con l’uomo che amo si avveri.

   
 
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