Ciao a tutti, sono tornata!C:
Sì, so che dev'essere un brutto colpo per voi, speravate che questa pazza non scrivesse più nulla, si ritirasse e decidesse magari di bruciare il suo computer... e invece: eccomi qua! XD
Allora, innanzitutto voglio specificare che non è proprio una continuazione di "Questa non è una fiaba", ma essendo lo stile molto simile, ho deciso di postare "L'ingiustizia degli autori" nella stessa serie, devo però avvertirvi che se volete capire proprio tutto tutto dovete leggere anche "Questa non è una fiaba". Innanzitutto vi avverto che è ancora più demenziale della precedente (sarà che la mia pazzia non diminuisce, ma aumenta soltanto!) XD
Se pensate che sia una schifezza non posso certo dire che abbiate torto, ma anzi, darvi ragione, se invece credete che faccia ridere, beh, vuol dire che ancora una volta ce l'ho fatta! =)
Mi farebbe comunque piacere ricevere una vostra recensione, anche solo di due parole (un "Fa schifo" mi basta), per sapere come vi sembra!
Grazie a tutte le persone che hanno recensito "Questa non è una fiaba", non sapete quanto mi avete resa felice! :D
Va beh, vi lascio leggere in pace e mi raccomando: RECENSITE!!!
Lazysoul
L’ingiustizia degli autori
Quella era stata una delle giornate più
stressanti da quando aveva incominciato l’ultimo anno ad Hogwarts. Hermione
Granger si era svegliata con un forte mal di testa, a causa dello studio di
Incantesimi, che l’aveva tenuta sveglia fino a mezzanotte e mezza, ma questo
non era bastato e, quando era scesa in sala comune aveva dovuto assistere
tristemente agli sbaciucchiamenti di Ron e Lavanda, che erano tornati assieme,
dopo la breve storia d’amore tra Hermione e il giovane Weasley che si era
conclusa in poche settimane.
La giornata, sfortunatamente, da quel
momento, non migliorò affatto.
La povera ragazza dimenticò un compito e,
per questo motivo, vennero tolti punti alla sua casa...
H:
“Dimenticare un compito? Ci dev’essere un errore di battitura; è impossibile
che io dimentichi certe cose...”
D:
“Aspettate un attimo!”
H:
“Cosa c’è Malfoy? Ti sei accorto di aver perso il cervello?”
D: “No,
non quello! Ma io e te non eravamo sposati?!”
...
H: “In
effetti... signora Autrice? Cos’è successo?”
A:
“Beh, devo dire che non pensavo avrei scritto qualcos’altro su di voi, ma mi è
venuta un’ispirazione, così...”
H: “Oh,
ora capisco”.
D:
“Povero me, cosa mi toccherà subire questa volta?”
A:
“Dipende tutto da voi, più mi fate arrabbiare, più io diventerò cattiva...”
H: “Va
bene... comunque, tornando al discorso di prima: è impossibile che io abbia
dimenticato i compiti!”
A: “Lo
so cara, ma non sapevo cosa scrivere di preciso, così alla fine ho deciso
di...”
H: “È
ingiusto!”
D:
“Mezzosangue non ha senso arrabbiarsi, pensa come me: se dai ragione all’autore
non finisci dal dottore!”
H: “Dal
dottore?! Cosa cavolo...?”
D: “È
semplice Granger! È l’autrice che decide e se tu la fai arrabbiare, va a finire
che ci rimettiamo entrambi, quindi conviene tacere, sorridere ed annuire a qualsiasi
cosa questa pazza sclerotica dica o scriva, sono stato chiaro?”
A:
“Pazza sclerotica?! Ma come ti permetti?!”
D:
“Ops!”
H:
“Complimenti Malfoy, tu si che sai come prendere gli autori...”
D: “Sta
zitta Mezzosangue!”
A: “Mi
sa che mi toccherà di nuovo farvi incontrare, dipende tutto da voi però se con
i vestiti o senza, a voi la scelta...”
D: “Io
preferirei non dover sposare per l’ennesima volta la Sangue Sporco, quindi
direi che a me piacerebbe rimanere con i vestiti addosso, grazie”.
H: “Non
può minacciarci così, è ingiusto! Voglio un avvocato!”
D: “Vuoi un cosa?”
H: “Un
avvocato, Malfoy, è una persona che tutela i tuoi diritti”.
D:
“Ah... non puoi semplicemente ammettere che preferiresti rimanere con i vestiti
addosso e poi tacere?”
H: “No
Malfoy! Non ci penso neanche a stare zitta! Io sono una delle più brillanti
streghe mai esistite e...”
A: “E
al vostro incontro, se ti lamenti ancora un po’, sarai nuda”.
H:
“Cos’è? Una minaccia?”
A: “No,
una semplice constatazione”.
(Breve
attimo di silenzio)
H: “Non
è giusto!”
A:
“Incredibile, sei davvero cocciuta! Comunque mi sa che tu indosserai poco o
niente al vostro incontro, mentre il Serpeverde sarà vestito, se non mi fa
arrabbiare nel frattempo, logicamente”.
D:
“Evviva, sono salvo!”
H:
“Grr, che rabbia!”
Per questo motivo, molti Grifondoro,
durante la giornata, la guardarono con sguardi truci, facendola sentire a
disagio.
Gli unici che la trattarono come se niente
fosse accaduto furono; Ron e Lavanda, che la ignorarono (come al solito) mentre
si sbaciucchiavano; Harry e Ginny, persi nei loro seri discorsi su quanti figli
volevano avere una volta sposati; Neville che leggeva un tomo di Erbologia e
Luna, che sfogliava il Cavillo, la rivista gestita da suo padre.
In effetti Hermione si sentiva un po’ sola,
ignorata in quel modo da tutti i suoi amici, ma non l’avrebbe mai ammesso,
orgogliosa fino al midollo com’era.
Mangiò, senza pensarci, ciò che aveva nel
piatto e, alla fine del pranzo, si alzò e si diresse verso il suo dormitorio
per prendere i libri che le sarebbero serviti quel pomeriggio.
Nel frattempo, il giovane Malfoy, stava
guardando con occhi vacui la parete di fronte a sé.
Continuava a pensare allo strano sogno di
quella notte, in cui prendeva un’eccellente di Trasfigurazioni, insomma
un’avvenimento impossibile per uno come lui.
Il suo migliore amico, Blaise Zabini, gli
stava parlando da più di 10 minuti di una festa che si sarebbe tenuta quella
sera, nella sala comune dei Serpeverde, ma lui non era affatto interessato, era
stanco di partecipare a certi avvenimenti che si ripetevano sempre uguali.
Per questo motivo, senza esitazioni...
D:
“Questo è troppo! io ci voglio andare alla festa! Voglio ubriacarmi, portarmi a
letto qualche ragazza sexy (che non sia la Mezzosangue) e il giorno dopo non
ricordarmi nulla!”
(Alzata
degli occhi al cielo da parte dell’Autrice)
A:
“Senti, lo so che ti piacerebbe partecipare, ma si da il caso che a mio parere
hai un po’ di mal di testa e per questo motivo...”
D: “Ma
non ho mal di testa!”
A: “Sì,
invece”.
D: “No
che...”
H: “Hai
detto: Ragazza sexy che non sia la Mezzosangue?! Mi trovi sexy?”
D:
“Cosa?! No! Ma siamo matti?!”
H:
“Eppure... da come l’hai detto, sembrava proprio che...”
D: “Non
vale! Vi siete coalizzate contro di me! Adesso sì che ho mal di testa, oltre
alla nausea!”
A:
“Visto? Allora avevo ragione: è meglio che tu non partecipi. Fidati di me”.
D:
“Sig!”
H: “Dai
Malfoy, non piangere. Vedi il lato positivo, almeno tu al nostro incontro sarai
vestito...”
D:
“Mezzosangue, se stai cercando di consolarmi (cosa di cui mi chiedo il motivo)
sappi che non sta affatto funzionando!”
H: “Ma
perché sei così triste? È solo una stupida festa!”
D: “Non
è per la festa...”
(Breve
attimo di silenzio)
D: “È
che non voglio farmi di nuovo la ceretta!”
... decise di zittire il suo amico,
dicendogli che non aveva intenzione di partecipare, a causa del mal di testa,
che gli era appena comparso.
Alzatosi e allontanatosi dal tavolo dei
Serpeverde, Malfoy andò verso l’aula di pozioni, ancora vuota, nell’attesa che
la lezione iniziasse...
D: “Ma
stiamo scherzando?! Io, in classe, prima del suono della campanella?! Non è mai
accaduta una cosa simile! Se i miei compagni lo venissero a sapere...”
A: “C’è
sempre una prima volta...”
D:
“Ma...”
A:
“Vuoi rimanere anche tu senza vestiti?”
...
H: “Lui
è troppo codardo per ribattere...”
D:
“Guarda che ti ho sentito, Granger!”
H:
“Vorrei ben vedere! Allora non sei sordo...”
D:
“Dovrei ridere?”
H: “No,
dovresti incominciare a far valere i tuoi diritti!”
D: “Io
lo farei anche, ma a quanto pare mio padre non è ancora riuscito a rintracciare
l’Autrice per corromperla, quindi dobbiamo solo attendere che accada e saremo
liberi!”
H: “Sai
Malfoy, in fondo i tuoi metodi per ottenere ciò che vuoi non sono male, ma
vorrei ricordarti che qui tra un po’ l’Autrice ci farà incontrare e, se tuo
padre non la scova in fretta, finiremo di nuovo sposati!”
D: “Hai
ragione! Gli mando un gufo...”
A: “La
smettete di farfugliare? Che cosa state tramando?”
H:
“Nulla!”
A: “E
io dovrei crederci?”
D: “Granger,
te l’ha mai detto nessuno che non sai affatto mentire? Lascia parlare me!”
A:
“Allora? Mi volete rispondere? Cosa state borbottando?”
D:
“Niente, stavamo decidendo il nome per nostro figlio, dato che è quasi certo
che ci farà finire di nuovo insieme. Ci portavamo avanti col lavoro!”
A:
“Mmh... per il momento vi lascio il beneficio del dubbio...”
Intanto Hermione, aveva appena recuperato i
suoi libri, quando trovò una pergamena a terra. La raccolse con l’intento di
bruciarla nel camino, quando riconobbe la scrittura di Ron.
Era una lettera d’amore indirizzata a
Lavanda.
Oltre agli errori grammaticali (e ce
n’erano parecchi), tra le righe erano ripetute all’infinito le parole: amore,
cuore, destino, per sempre e bla, bla, bla.
Eppure quella lettera, seppur orribile,
spezzò in tante piccole parti appuntite il cuore della povera ragazza, che
incominciò a piangere, mentre si dirigeva verso il Bagno dei Prefetti, dove
sperava di poter trovare un po’ di pace e di tranquillità per poter
dimenticare, o anche solo accantonare in un angolo della mente, l’accaduto.
Draco Malfoy che, prima di andare in classe
aveva pensato di fare un giro per i corridoi, giusto per capire il motivo di
quella strana sensazione che sentiva in corpo, passò davanti al Bagno dei
Prefetti, dove sentì qualcuno piangere...
H:
“Signora Autrice? Non vorrei disturbare, ma il Bagno dei Prefetti e esattamente
dalla parte opposta del castello rispetto all’aula di Pozioni”.
A: “E
allora?”
H:
“Beh, è un po’ improbabile che Malfoy decida di fare un giro dell’intero
castello, rischierebbe di arrivare troppo in ritardo e di far perdere punti
alla propria casa e...”
A: “Io
scrivo, io decido”.
H: “Sì,
va bene, ma non è verosimile, capisce ciò che intendo?”
A:
“Certo che capisco, ma non so come farvi incontrare altrimenti e se questo è un
modo per farmi perdere tempo...”
H: “Ma
no! Cosa dice? Non mi permetterei mai...”
D:
“Granger, che ne dici se ti do lezioni, magari entro la fine della storia
riuscirai a dire decentemente una bugia...”
A: “E
tu dov’eri finito? Sei scomparso con un gufo appollaiato sulla spalla!”
D:
“Sono andato in bagno...”
H: “Wow
Malfoy, tu si che sai mentire...” (logicamente tono ironico)
A: “Va
beh, siete un caso perso ormai. Continuiamo la storia!”
... decise allora di entrare nei Bagni per
vedere chi fosse la persona e, appena oltre l’uscio, vide la figura
singhiozzante di Hermione Granger, nuda nella vasca da bagno, che si sfregava
le braccia con una spugna.
Si avvicinò di qualche passo, sentendo
dentro una strana sensazione e...
L:
“Fermi tutti!”
D:
“Padre, finalmente siete arrivato! Vi è arrivata la mia lettera?”
L:
“Certo figliolo, è per questo che sono qui”.
A:
“Scusi, ma lei cosa vuole?”
L:
“Sono qui, perché mio figlio mi ha chiesto di intervenire, dice che lo volete
costringere a sposare una Mezzosangue, è vero?”
A:
“Beh, non siamo ancora arrivati a quel punto, comunque sì, non sarebbe una
cattiva idea...”
L: “Mi
dispiace, ma non glielo posso permettere! Mio figlio sposerà una persona
Purosangue, come da me stabilito, inoltre il giorno del fidanzamento e del
matrimonio sono già fissati, Narcissa ha addirittura già comprato la torta
nuziale...”
D:
“Padre, non mi avete mai detto chi dovrò sposare. È una bella persona?”
L:
“Certo che si, figliolo”.
D: “Ah,
è bionda?”
L:
“No”.
D: “Allora
è rossa?”
L:
“No”.
D: “Ha
i capelli scuri?”
L: “Sì”.
D: “Gli
occhi di che colore sono?”
L:
“Verdi”.
D:
“Porta gli occhiali?”
L: “Sì”.
D: “I
suoi genitori come sono? Simpatici?”
L:
“Sono morti”.
D: “Ah,
e dove vive allora?”
L:
“Dagli zii”.
D: “Ma
ha la mia età?”
L: “Sì”
H:
“Questa descrizione mi è vagamente familiare... non sarà mica...”
L: “Si
chiama Harry Potter”
D: “Mi
state prendendo in giro, vero padre?!”
L:
“Nient’affatto. Io Signore Oscuro ha deciso quest’unione, perché pensa che in
questo modo sarà più semplice uccidere Potter. Vedi il lato positivo rimarrai
presto vedovo e ti potrai risposare...”
D:
“Nooooooo! Signora Autrice, la prego mi faccia sposare la Granger!”
A:
“Mah, non saprei... tuo padre mi ha offerto parecchi soldi...”
D: “Mi
metto in ginocchio! Se vuole le bacio i piedi e...”
H: “Ma
Malfoy! Io non ti voglio sposare!”
D:
“Vuoi che Potter muoia?”
H: “No!
Certo che no!”
D: “E
allora sposami!”
A:
“Ragazzi, non vi ho mai visti così affiatati prima d’ora! E va bene, vi sposo!”
L:
“NO!”
... senza pensarci troppo, si spogliò anche
lui dei suoi vestiti, entrando nella vasca con la ragazza. Sentiva il tremendo
bisogno di renderla felice, consolandola.
D: “Tra
tutte queste novità non ho avuto tempo di fare la ceretta...”
H: “Ah,
tranquillo, neanch’io!”
A: “Non
vi preoccupate, nella storia vi posso trasformare come mi pare e piace!”
D:
“Davvero?!”
A:
“Certo! Sono o non sono l’autrice?!”
H:
“Allora io gradirei almeno una quarta di reggiseno!”
D: “A
me invece può aggiungere qualche centimetr...”
A: “Non
starò a descrivere le vostre... mmh... parti intime! Quindi scordatevelo!”
D: “Ah,
io in realtà stavo parlando d’altezza, ma se vuole può...”
A:
“Basta! Chiuso il discorso!”
In men che non si dica, la circondò con le
sue braccia forti e se la strinse al petto.
Hermione avrebbe voluto allontanarlo, ma
non ne aveva la forza; sentiva di aver bisogno di quell’abbraccio quasi come se
fosse stato ossigeno puro, aria da respirare dopo un lungo attimo d’apnea.
E fu così che i due giovani si resero conto
di essere fatti l’uno per l’altra, di amarsi incondizionatamente, di
condividere molte passioni, di essere simili e allo stesso tempo completamente
diversi, ma in fondo è un bene: perché gli opposto si attraggono, no?
D: “Ah,
signora Autrice non so proprio come ringraziarla!”
A:
“Beh, un modo ci sarebbe...”
D: “E
sarebbe?”
A: “Un
bacio”.
(Breve
istante di silenzio nervoso)
D: “Lei
vuole che le dia un bacio?”
A: “Ma
no! Cosa hai capito! Voglio che tu baci Hermione!”
D:
“No!”
H: “Di
cosa state parlando?”
D:
“Nulla!”
A:
“Draco Malfoy, ti deve dire una cosa, vero caro? Non vorrai mica che cancelli
le ultime righe e faccia intervenire tuo padre...”
D: “No!
Non voglio sposare Potter!”
A:
“Allora sai cosa fare...”
H: “Che
cosa state dicendo? Non capisco...”
D: “Granger
sta zitta!”
H:
“Hey! Come ti permetti di trattarmi in questo modo, io non...”
...
H: “Mi
hai baciata”.
D: “Sì,
beh ecco...”
H: “Era
da un po’ che aspettavo che lo facessi...”
D:
“Scusa, è che... aspetta un attimo! Che hai detto?!”
H:
“Vieni qui idiota!”
...
A:
“Beh, forse è meglio lasciare loro un po’ di intimità... hey, avevo detto un
bacio! Rimettetevi quei vestiti immediatamente!”