Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
Segui la storia  |       
Autore: ashtonssmile    09/07/2012    6 recensioni
Non darò ancora retta a te, stupido cuore, per una volta cercherò di dare retta al mio cervello, così almeno non potrò stare male. Dimmi che bisogno c'era ora di farti a pezzi? Sei un po' masochista, piccolo cuore.
-FF con Conor Maynard.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Conor.
Camminavamo e non ascoltavamo la gente che ci chiedeva per quale motivo fossimo ricoperti di panna. La guardavo mentre continuava a ridere istericamente e in lei vedevo una strana allegria, sembrava che stesse davvero bene e mi rendeva felice saperlo, però non mi aveva più detto nulla del fatto che io ero innamorato di lei. Molto probabilmente voleva evitare di parlarne e probabilmente non gli interessavo. Devo ammettere che sapere che non gli interessavo nemmeno un minimo di quello che provavo per lei, mi rendeva triste, ma vederla ridere, felice, non mi ci faceva pensare più di tanto, però glielo avrei richiesto. So che i nostri genitori non avrebbero permesso nulla di tutto ciò, ma avrei fatto di tutto pur di star insieme a lei. «Kelsey» cercai di dire. «Dimmi, Conor» . «Vuoi evitare di parlare del fatto che ti ho urlato in faccia che io sono innamorato di te?». Esitò a rispondere, allora mi fermai e la costrinsi a guardarmi negli occhi. «Kelsey, se tu non provi niente per me, cercherò di farmene una ragione, non ti preoccupare, però voglio che tu mi dica la verità». Continuava a non rispondere. Non riuscii a trattenermi e la baciai. Avevo sbagliato, ne ero più che consapevole. Kelsey si staccò quasi immediatamente e corse via. La rincorrevo cercando di fermarla. «Kelsey, fermati!» gli urlai. Riuscii a prenderle una mano. Quando si voltò, non mi guardava negli occhi, anzi, non mi guardava proprio. «Mi..mi dispiace» balbettai. Non rispondeva e non capivo per quale motivo se ne stava così zitta. «Kelsey, dimmi qualcosa». Alzò leggermente il viso. «Non funzionerebbe» mormorò ancora a sguardo basso. «Per via dei nostri genitori o perché non provi nulla per me?» le chiesi cercando di incontrare il suo sguardo. «Per via dei nostri genitori». Riflettei un secondo. Non aveva detto che non gli interessavo, ma che il problema erano i nostri genitori. «Quindi, proveresti comunque qualcosa per me?» . «Lascia stare, Conor». Riprese a camminare e per quel momento decisi di lasciar stare. Quando arrivammo a casa cercammo di non farci vedere da mio padre e Caren, che erano in salotto. Kelsey corse di sopra senza dire assolutamente nulla e si chiuse in bagno. Allora andai nel bagno della camera dei nostri genitori. Cominciai a farmi la doccia. L'acqua scorreva tiepida e ebbi la sensazione che mi costringesse a riflettere. Quel bacio, di qualche minuti prima. Non avevo mai provato i brividi lungo la schiena quando baciavo una ragazza, non sentivo il cuore esplodere, quella volta era stato tutto diverso. Mi leccai le labbra, come se stessi ancora cercando il sapore di quelle di Kelsey. Era durato poco più di una frazione di secondo, ma era come se tutto si fosse bloccato di colpo. Uscii dalla doccia con ancora quei pensieri che riempivano la mia mente di ogni suo gesto, di ogni suo tratto. Quando tornai in camera, non era ancora uscita e mi buttai sul letto, dopo aver messo le cuffie nelle orecchie. Dopo qualche minuto Kelsey uscii, mi rivolse un semplice sguardo che durò pochissimo, poi si sdraiò sul letto a leggere un libro. "La faccia nascosta della luna" si intitolava. La guardavo, interessata nella lettura di quel libro che non sapevo nemmeno di che parlasse, concentrata a leggere ogni singola parola, ogni singola frase, attenta alla punteggiatura che esso presentava. Raccolse i capelli e notai che indossava una tuta grigia sbiadita. Come poteva essere così bella anche con uno straccio così vecchio addosso? Continuava a leggere e in meno di una mezz'ora aveva letto un'ottima quantità di pagine e mi accorsi che era quasi alla fine. Ero curioso dell'argomento che quel libro descriveva. Immaginavo che fosse un qualche strano romanzo smielenso e drammatico, poi mi accorsi della piccola scritta sotto il titolo in copertina. Parlava dei delitti e dei misteri nel mondo della musica e del cinema. Si interessa di strane cose la ragazza. All'improvviso mise il segnalibro, si alzò ed uscì dalla camera. In preda alla curiosità andai a guardare di che cosa si trattasse. Quando aprii, il libro presentava un capitolo. "Sid e Nancy", dove Kelsey aveva leggermente tracciato a matita una scritta: "Amore platonico". Ebbi un piccolo sorriso e continuai a guardare. Scoprii che le piacevano i Sex Pistols e che era al capitolo che parlava di Jim Morrison. Quando sentii che stava rientrando, mi gettai letteralmente sul letto fingendo di dormire. Sotto la musica sentii Kelsey che parlava. «Conor, ti ho visto che guardavi il mio libro». Allora aprii gli occhi e tolsi le cuffie. «Hai intenzione di dirmi se ti interesso?» . «No, perché qualsiasi cosa io dica sarebbe tutto inutile» . «In che senso?» . «Lascia stare, Conor» . «No» le dissi mentre mi alzavo dal letto. Mi sedetti di fronte a lei e la guardai negli occhi. «Prima ho lasciato stare e se lascio stare ora, te lo verrò a richiedere all'infinito, Kelsey. Tu mi piaci e lo sai, te l'ho urlato in faccia» . «Conor, qualsiasi cosa io dica non farebbe la differenza, perché se ti dicessi di sì, c'è il problema dei nostri genitori, se ti dicessi di no, è probabile che torneremo come il primo giorno che sei venuto» . «Anche se trovassi un modo per farci stare insieme senza che i nostri lo sappiano?» . «Sarebbe impossibile» . «Non ci giurerei, Kelsey». La guardai serio. «Ora dimmi. Ti interesso oppure no?» Prese un foglio e scrisse un enorme "Mi interessi", mentre dietro lei arrossiva e abbassa lo sguardo imbarazzata. Tolsi quel foglio e la abbracciai, stretta a me. «Se facessi in modo che i nostri non lo vengano a sapere, tu staresti con me?» . «Probabilmente sì». Mi guardò ed io sorrisi. «Bene, allora stiamo insieme». Mi sorrise e si slegò dalla mia presa. «Ora lasciami finire questo libro in santa pace» disse. Mi alzai e mi sedetti di nuovo sul mio letto. «Bello come amore platonico Sid Vicious. Guardando i tuoi libri si viene a sapere di te» . «E con questo libro avresti scoperto che?» . «Ti piace la musica super-punk dei Sex Pistols». Kelsey rise e cominciò a canticchiare la canzone dei Sex Pistols, God save the Queen. Sapevo davvero poco su di loro, ma se Kelsey me lo avesse chiesto, avrei imparato tutta la loro biografia a memoria. «Mia madre dice che ascolto musica schifosa, ma io non le do ascolto. So che non è il massimo, però i gusti sono i miei e nessuno può essere il Dio di questo mondo per dirmi che musica posso o non posso ascoltare». Nella sua frase notai la traccia di verità che conteneva. Aveva ragione. Mi ero trovato una ragazza filosofa. «Che perle di saggezza, Kelsey». Mi tirò un cuscino poi tornò a leggere il suo libro. Quindi, le piaceva leggere, le piacevano i SP, era una filosofa. Ogni istante scoprivo qualcosa in più su di lei. Di me non c'era molto da sapere, non ero misterioso quanto lei, le mie passioni le esprimevo senza problemi, le passioni di Kelsey dovevano essere cercate, ma mi piaceva così com'era e non volevo che cambiasse per nulla al mondo, perché la sua perfezione era quella, anche se penso che il perfetto, ormai, sia sopravvalutato e noioso.

Kelsey.
D'accordo. Ora stavo con Conor. Non facevo notare la felicità che avevo dentro di me. Ero davvero contenta, anche se avevo paura che potesse prendermi in giro o che potesse portarmi solo a letto, ecco perché promisi a me stessa di non fare uno sbaglio del genere, di dargli l'opportunità di farlo, avrei aspettato. Mi rendeva comunque felice sapere che stavo con Conor, perché mi piaceva, anche se eravamo due persone totalmente diverse. Non sembravamo le classiche coppiette che vanno in giro, tanto dolci da far venir mal di pancia. Eravamo amici, fratelli, tutto quanto, con l'aggiunta del fatto che dovessimo tenere tutto ciò all'insaputa dei nostri genitori, perché ero sicura che ci avrebbero fatto una ramanzita, che si sarebbero arrabbiati da morire e tante altre cose che non ho intenzione di elencare, semplicemente perché sono troppe. Però ero certa che mi piacesse davvero tanto e mentre leggevo il capitolo di Morrison, ogni frazione di secondo lo guardavo con la coda dell'occhio e notai sul suo viso un'ombra che sembrava quella di un sorriso.

 

Ciao gente. Volevo ringraziare tutti e volevo dire che appena potrò
aggiornerò di nuovo, perché ho intenzione di portarla avanti in modo
spettacolare (?). Un bacio!
PS. il mio twittah, a chi può interessare (a nessuno LOL) 

https://twitter.com/ohkelseyorhoran

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard / Vai alla pagina dell'autore: ashtonssmile