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Autore: The Cactus Incident    09/07/2012    4 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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sch chapter 6


Inizio dicembre, 1998
Margaret P.O.V.
Stavo morendo di sonno, davvero. Quella notte avevo dormito poco e malissimo, di questo complice Haner e le sue crisi.
Haner in crisi è uguale a telefono che squilla a orari indicibili e lui che esordisce con un “Ti ho svegliato?”  e dopo un po’ di tira e molla attacca a parlare parlare parlare…..
Mi stravo letteralmente trascinando fino a scuola, la sigaretta fra le dita, fumata dal vento e Sty di fianco che mi guardava un tantino preoccupata.
“Sicura che sia solo il sonno?”
“E il ciclo” aggiunsi poco dopo, affondando le mani nelle tasche della felpa enorme e incassando la testa nelle spalle, nascosta dal cappuccio.
“Ah, questo spiega già qualcosa in più”
“Uhm…. Oggi durante l’ora della Wilcox una dormita non me la leva nessuno”
“Fai bene… geografia. Che materia del cazzo. Per di più fatta da lei diventa completamente inutile”
“Si, ore di svago o di sonno”
Spiaccicai la faccia contro il muro di recinzione di mattoni, sperando di addormentarmi lì e magari di non essere disturbata da nessuno, quando Stacey disse “Ehi, ma quello non è Zack?”
Aprii un occhi e controllai la direzione in cui puntava la riccia.
“Forse. I capelli sembrano quelli. Ma quella gente?” chiesi strizzando gli occhi per vedere meglio. Che dovessi indossare gli occhiali da riposo anche quando ero stanca?
“Eh… appunto”
Zack era attorniato da fighetti della squadra di basket che credevano che la scuola fosse loro (l’unico a salvarsi della squadra di basket era Matt). Peggio di loro c’erano solo quelli della squadra di surf che delle volte venivano pure a scuola con la divisa (avete presente quelle magliette di gomma che si usano per fare sport acquatici? Ecco, quelle. Ps: si, abbiamo una squadra di surf. Siamo in California, ragazzi!) e si aggiravano nella scuola con sorrisi da fattoni che facevano squagliare le matricole. Bah, valle a capire le matricole.
“Cazzo….. Zack è nei guai….!” dissi svegliandomi, visto che il mio amico-ma-forse-qualcosa-di-più era nei casini.
“Cazzo gli altri non sono ancora arr…. Dove cazzo vai?”
Questa era Stacey che provava a farmi ragionare, mentre ero già scattata in avanti, diretta dall’altro lato del cortile all’ingresso, dove si trovavano quelli.
Che poi che cazzo avrei potuto fare? Avrei dovuto inventarmi qualcosa alla svelta. Bah, speriamo bene.
“Eh-ehm” mi schiarii la voce e si voltarono. Uuuh ma quello non era Scott Clegg a capeggiare l’allegra banda di balordi? Bene bene, allora mi sarei divertita.
Zack mi lanciò un’occhiata preoccupata e spaventata per me alla quale risposi con un mezzo ghigno.
“Ma guarda un po’ Baker, ti fai salvare da una ragazza”
“Non una ragazza qualsiasi, Clegg. Leva le mani da lì”
“Mh-meg?” il tipo biondo ossigenato con quell’orribile taglio da ananas che Haner aveva appena (fortunatamente) messo nel dimenticatoio (rinunciando almeno all’ossigenatura e tornando al suo castano chiaro naturale), mi guardò semi-terrorizzato. Ah, che goduria.
“In carne ed ossa. Adesso se non vuoi che la tua cara nonnina si arrabbi e ti levi la macchinuccia, sgomma con tutti i tuoi amichetti e andate a farvi le seghe da qualche parte, uhm?”
“Ah, non oserai…”
“Oh se tu mi costringi mi ci vuole un attimo, tesoro” sbuffò dalle narici come un toro arrabbiato e poi si voltò verso Zack, una mano ancora stretta sul suo mento.
“Sta volta t’è andata bene, femminuccia”
“Scott, cosa non ti è chiaro di ‘leva le mani da lì’?” continuai, incrociando le braccia al petto e aggrottando le sopracciglia. Alzò le mani e mi passò di fianco, sfilando con tutti i suoi amici che si chiedevano il perché della ritirata.
Uno di questi mi piazzò una mano sul culo e per tutta risposta si beccò una ginocchiata nei gioielli di famiglia che lo piegò in due.
“Sai che non finisce qui, vero Window?” chiese Scott già a qualche metro di distanza.
“E’ sempre finita quando dico io Clegg” a quel punto tirai un sospiro di sollievo e lasciai cadere la posa rigida che mi era costata parecchio vista la stanchezza.
Per un attimo avevo pensato che si sarebbe girata male per me.
Mi voltai a guardare Zack che aveva un occhio violaceo e il labbro spaccato.
Mi sorrideva tranquillo, l’occhio chiaro buono semi aperto, l’altro un po’ più chiuso.
“Cristo santo…. Ma che diamine hanno fatto?”
“Bah, un paio di cazzotti, niente di ché” disse distrattamente scrollando le spalle. Tirò fuori il pacchetto di sigarette dallo zaino buttato ai suoi piedi e io lo feci accendere.
“Perché non fai qualcosa?”
“Beh, cinque contro uno mi sembrava un po’ un suicidio” si sedette per terra sul gradino e io gli fui subito accanto.
“Cinque contro uno si, ma se chiedi a Matt una mano te la da…” Zack scosse energicamente la testa.
“No, non voglio coinvolgere Matt in queste stronzate”
“Non sono proprio stronzate”
“Ma a che mi serve Matt se ho te, uhm?” disse sorridendomi, facendo sanguinare il labbro.
“Beh, ben poco. Su, in infermeria che sei ridotto uno schifo”
“Nah, lascia perdere”
“Vuoi me al posto di Matt? Allora si va in infermeria, di corsa” sbuffò e mi sorrise, ma si alzò di buon grado e mi seguì in infermeria.
“Che gli è successo?” chiese la cara signora Sweetheart che stava nell’infermeria. Una vecchietta prossima al pensionamento dolce quasi quando il suo nome che ci aiutava sempre, complice forse il fatto che suo figlio ormai grande non veniva mai a trovarla con le nipotine.
“Ha dato una facciata sui gradini, all’ingresso” fece una mezza smorfia e poi guardò Zacky.
“Zack, di nuovo Scott?” Vee si strinse nelle spalle, calciando l’aria.
“Si signora” ammise senza guardarla in faccia. Sweetheart fece una faccia preoccupata, prima di avvicinarsi al lettino.
“Su Zack, salta qua” Gli presi lo zaino, lui mi ringraziò con un cenno della testa e poi andò a farsi medicare.
A fine “seduta” diede un lecca lecca a testa come al solito e poi ce ne andammo, ancora in orario per la prima ora.
“Dove devi andare?” mi chiese dopo un po’. Ci riflettei un po’, ma niente. Alla fine mi arresi e presi il diario “Teatro”
“Io ho chimica”
“Con la Vargas?”
“No, un altro… non mi ricordo” disse ridendo, mentre si girava in bocca il lecca lecca.
“Wow, credevo di essere l’unica a non ricordare ancora tutti i nomi dei professori”
“Io ne ricordo giusto qualcuno….” Disse tranquillo scrollando le spalle.
Arrivammo davanti all’ingresso interno del teatro. Il lecca lecca mi stava lasciando in bocca quella patina fastidiosa, così lo tenni in mano, osservando la colorazione brillante, gusto ciliegia.
“Beh, io vado. Ci vediamo dopo?” sospirai distrattamente voltandomi verso di lui.
In risposta Zack affondò le mani nel mio cappuccio e si chinò su di me, dandomi un bacio al sapore di sigarette e fragola che mi lasciò di stucco. Lo guardai negli occhi per tutto il tempo, non avevo fatto in tempo nemmeno a chiuderli, ma non ci pensai. Ero troppo impegnata a muovere le mie labbra sottili insieme a quelle morbide e straordinariamente piene di lui.
Si separò e mi guardò con quegli occhi cristallini che brillavano, un mezzo sorrisetto beffardo e le labbra umide.
“Si, ci vediamo a pranzo” si passò distrattamente la lingua sull’angolo delle labbra e se ne andò.
Rimasi come una cogliona a guardarlo fin quando la sua giacca di jeans non sparì nella folla di studenti e solo allora mi ridestai ed entrai nel teatro.

Stacey P.O.V.
Meg aveva una faccia di marmo/da poker come espressione e gli occhi scuri e solitamente quasi spenti che invece brillavano. Sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
“Cristo Meg che è successo?” dissi preoccupata. Era più pallida del solito, ma le guance appena colorate di rosso e le labbra sottili di un rosa pallido. Con il mio intervento sembrò riprendere vita.
“Chi? Io? Nah, niente” disse tranquilla, prima che un sorrisetto le colorasse le labbra. Sorrisi anche io di rimando e le diedi una leggera gomitata.
“Dai dai dai, che succede?”
“Beh si…. Zack mi ha baciato”
“E stai così?” chiesi allucinata.
“Così come?”
“Sembri sul punto di scoppiare a piangere!”
“Chi? Io?” chiese stranita.
“No io” Dissi sarcastica.
“Ah?”  Mi ero già rotta i coglioni della sua versione tutta soli cuori amori.
“Meg ripigliati, cazzo!” Scosse energicamente la testa, riprendendosi da uno stato di trance.
“Ah si… scusa!”
Sorrisi e poi tornai a guardare la Wilcox, nascosta dietro un paio di occhiali semplicemente enormi che le ingrandivano gli occhi a dismisura e sul punto di prendere sonno anche lei. Ce n’erano già un paio che dormivano e il resto della classe che combatteva contro il sonno.
“E poi?” chiesi io, sperando che rispondesse decentemente.
“Poi niente, mi ha lasciato con un ‘ci vediamo a pranzo’….” scrollò le spalle e io annuii.
“Daaaai, che ti metti col caro Misfits” sorrise arrossendo leggermente. Oh, che carina quando si comportava da persona normale.
“Non sarebbe mica male…”
“Per niente” “Eh già”

Dopo poco finì in coma profondo anche Meg e quando suonò la campanella, svegliarla fu quasi un’impresa.
L’ora dopo avevo storia dell’arte. Mi ci voleva proprio un’ora di risate con Matt.
Quel ragazzo mi attirava troppo, diamine.
Andiamo, siamo sinceri, come fa a non attirarti Matt Sanders? Aveva una nominata a scuola che terrorizzava una tale quantità di studenti da poter riempire tutti gli spalti del campo da football senza problemi.
Eppure era così carino…. e poi era simpatico, gentile, grosso, con un sorriso che uccideva e aveva un c….
No, questo forse è meglio non dirlo. E’ a rating giallo, giusto? Eh, allora stiamo zitti.
Eravamo nella seconda settimana di dicembre e il freddo di cui quelli del posto si lamentavano tanto a me sembrava quasi una presa in giro. Non che Orlando abbia questo clima tanto rigido, ma faceva davvero caldo per essere a dicembre.
Avanzai tranquillamente fino alla classe di storia dell’arte e a metà strada trovai Matt che combatteva con l’armadietto.
“Ti serve una mano?” feci sorridendo “Grazie, prima o poi mi esploderà in faccia…” “Ma una ripulita?” “Nah, sarebbe troppo gentile nei confronti di quello a cui toccherà l’anno prossimo”
Afferrò un libro e lo richiuse, cominciando a camminare e avanzando subito.
Era caduto un foglio, ma ormai Matt era scomparso fra il tumulto del corridoio. Voltai il foglio fra le mani, per vedere se era qualcosa d’importante e cominciai a leggere…
“Your hazel green tint eyes watching every move I make.
And that feeling of doubt, it's erased.
I'll never feel alone again with you by my side.
You're the one, and in you I confide.”

E continuava con altre frasi dolci di cui una mi balzò decisamente all’occhio.
“I give my heart to you.
I give my heart, cause nothing can compare in this world to you”

Il titolo del foglio, ripassato più volte con penne nere e rosse recitava “Warmess On The Soul”
Oh, bene.
Canzoni dolcissime che ragazzi fottutamente innamorati scrivono per le loro ragazze.
Bene.
No, non è bene, non è per niente bene. E’ una merda! E’ una grandissima merda perchè a me un ragazzo del genere manca decisamente e il ragazzo dietro al quale sbavo attualmente è quello che ha scritto questo che ora ho in mano e che non è decisamente dedicato a me.
Oh, fanculo. Ma non poteva piacermi uno single, no? No, troppo facile.
Ficcai il foglio in tasca e corsi verso l’aula di storia dell’arte.

Matt mi aveva tenuto il posto e andai a sedermi vicino a lui, cominciando a chiacchierare delle prime prove che avevo fatto con i Mad Porno Action, il giorno prima.
“Logan e Zack sono davvero entusiasti e gasati e anche io! Diamine, sei stata una vera manna dal cielo”
“Seh, vabbè, che esagerato”
“No non esagero, Jim ubriaco, TJ che se n’era andato… sei stata davvero una botta di culo” Disse lui seriamente felice. Inarcai un sopracciglio e trattenni male un sorriso.
“Delicato, Sanders”
“Scusa… ti sei offesa?” fece imbarazzato, mentre si grattava la nuca.
“Naaah” dissi io distrattamente, mentre tiravo fuori il libro e la prof entrava in classe.
Miracolo, ci richiamarono solo un paio di volte e la prof non ci cacciò dall’aula sclerando come suo solito.
“Ah, comunque ha chiamato TJ e ha detto che rivoleva le bacchette e la batteria” Inarcai le sopracciglia.
“Come?” Matt fece un sorriso malefico.
“Non puoi mollare M. Shadows nel bel mezzo di un concerto e sperare che non succeda niente. Gli ho fatto a pezzi la batteria e l’ho sparpagliata un po’ in giro. Le bacchette le hai tu, vero?”
“S-si”
“Beh, tienile pure. Scusa, ma adesso devo andare” Mi strizzò l’occhio e se ne andò via quasi correndo.
Cosa intendeva esattamente per “Sparpagliata un po’ in giro”?
Nota mentale: non fare incazzare Matt e lasciare la mia Rachel incustodita.

Meg P.O.V.
Ero seduta a gambe incrociate sulla panca mentre prelevavo gli ultimi maccheroni dal mio piatto di pasta, quando mi planò davanti Zack.
“Ciao Ragazza!” fece tutto allegro e sorridente. Sorrisi anche io di rimando.
“Salve Misfits”.
“Com’è la pasta?” fece indicando col mento il mio piatto.
“Potrebbe essere migliore. Mangiato?”
“Si e adesso devo scappare, volevo solo chiederti se venerdì volevi uscire”
“Uhm, si, c’è tutta la banda… al solito, no?”
“Veramente io pensavo a me e te… da soli, intendo” fece grattandosi la testa, imbarazzato. Oh, che bella figura di merda che avevo fatto.
“Quante ne abbiamo venerdì?”
“Uhm… undici”
“Ok, si, per me non ci sono problemi… qualche programma?” scrollò le spalle distrattamente.
“Bah, stiamo in giro così, niente di speciale….” disse stringendosi nelle spalle e calciando distrattamente qualche pietruzza immaginaria.
“Oh… uhm… si, ok.” Diamine, se sembro cogliona. E non mi ci devo nemmeno impegnare!
“Al Johnny’s o preferisci da qualche altra parte?”
“Oh no, il Johnny’s è perfetto” Ma razza di tono di voce era il mio? Santa Reparata…..
“Ok, allora alle otto e mezza passo da te, va bene?”
“Sssì..”
“Perfetto” Mi diede un rapido bacio sul naso e scappò via. Che aveva sempre da correre non l’avevo mai capito.
Ehi, un momento. Avevo un appuntamento con Zack?
Oh diamine.

***
La campanella della fine delle lezioni suonò, annunciandoci l’inizio del fine settimana tanto agognato.
Marcava ormai poco alle vacanze di Natale e io già mi ero rotta i coglioni di andare a scuola.
“Allora, stasera passa Jim e facciamo il solito giro?” chiese Sty mentre tornavamo a casa. Osservai il cielo plumbeo. Uhm, non prometteva niente di buono. Era da quella mattina che ogni tanto cadevano due gocce, ma adesso sembrava essere decisamente peggiorato.
“Uhm, no…. esco con Zack. Da soli, intendo...” feci leggermente imbarazzata mentre mi grattavo la testa nascosta sotto l’enorme cappuccio.
“E brava ragazza! Ok, quindi mi molli con Michelle, eh? Vabbè, vedrò d’invitare qualche altra ragazza….”
“Dovrebbe esserci anche Amy, la sorella di Matt, lei è simpatica”
“Si lo so, l’ho conosciuta l’altro giorno alle prove”
“A proposito… come va con la band? Zack è completamente su di giri, dice che sei la batterista perfetta” scrollai le spalle distrattamente.
“Secondo me sono tutti esagerati con i complimenti, ma mi trovo bene. Certo, hanno la delicatezza di un bulldozer guidato da Jim ubriaco, ma ci sono abbastanza abituata” scrollai le spalle.
“Si, sono tutti così… che ci vuoi fare”

Mi preparai senza mettere niente di ché: uno dei pochi jeans (chiarissimi) da donna che avevo, le New Rock (giusto per sembrare un po’ più alti), una maglietta del Misfits (anche questa stranamente da donna) con una felpa grigia e viola sopra e la mia stupenda giacca di jeans nero a doppio petto. Solita quantità industriale di collane e bracciali.
Una bella linea di eye-liner sugli occhi e sulla palpebra delle sfumature fatte con l’ombretto panna-lilla-viola che mi piacevano un sacco.
Mi sistemai i capelli con le punte leggermente sparate (intossicandomi di lacca) e una spruzzata di profumo.
Ok, i’m ready.
Oddio, sembra una brutta cosa. Chissà perchè a me sembra sempre tutto una brutta cosa…
Ok, sono depravata, ma non fateci caso, eh?
Va bene, la smetto.
Mi stavo legando le New Rock quando suonarono alla porta.
Questa volta fui più rapida di mia madre che mi lanciò comunque un’occhiata che era tutto un programma.
Zack mi guardò e mi sorrise.
“Finita l’analisi?” chiesi divertita.
“Si, direi di si. Mi piace il tuo stile” scollai le spalle e sorrisi.
“Allora, andiamo?” annuì e scendemmo fino alla sua macchina.
Chiacchierammo distrattamente per tutto il tempo. Non c’era nessun tipo d’imbarazzo o cose così, era tutto come sempre, ma con qualcosa di diverso che aleggiava nell’aria.
Arrivammo al Johnny’s e ci sedemmo ad un tavolo piccolo e leggermente appartato, giusto per non stare troppo in mezzo.
Ordinammo da mangiare e da bere e lo sguardo di Zack si posò un una delle mie collane, un di quelle col laccio più lungo.
“Ma non ti danno fastidio?”
“Nah, ormai ci sono abituata. Mi piacciono un sacco”
“Ehi, ma questa è… una meccanica?” fece stranito afferrano il ciondolo.
Per chi non lo sapesse, la meccanica e la cosiddetta “chiavetta” della chitarra o del basso, intesi?
“Si, è la meccanica di un basso”
“Perché?” chiesi curioso.
“Era di uno dei bassi di mio padre”
“E l’hai conservata?”
“Si, spaccò questo basso per terra quando concessero il mio affidamento a mia madre e io l’ho tenuta”
“Oh quindi i tuoi sono divorziati…”
“Beh, non proprio, non si sono mai sposati. Mio padre se n’è andato quando avevo due anni e questo è quanto” Fece una faccia da cane bastonato.
“Oh, mi…… scusa” fece triste, lasciando il ciondolo.
“E di cosa?” feci tranquilla.
“Di aver tirato fuori questa cosa” scrollai distrattamente le spalle.
“Oh ma non ti devi preoccupare, è la semplice verità, l’avresti saputo prima o poi” feci mostrandogli un leggero sorriso a cui lui rispose nello stesso modo.
Zack stava per aprir bocca, quando un ragazzo con una cifra di piercing facciali e gli spikes corti e rossi si fermò a salutarlo.
“Woh amico! Finalmente ti vedo! E’ tutta la giornata che volevo farti gli auguri” disse con una voce così nasale e simil raffreddata che al confronto Haner aveva una voce da uomo/la stessa voce di Ville Valo (decidete voi quale delle due più vi aggrada).
“Oh Adam, figurati, grazie tante” rispose tranquillo Zack, con un sorriso.
Auguri?
Il tipo strinse la mano di Zack e lo abbracciò dandogli una pacca su una spalla.
“Oh, ma stai festeggiando con la tua ragazza, eh? Beh, vi lascio soli allora. Buon compleanno Vengeance!” Festeggiare? Ragazza? Compleanno?
Cazzo, che colossale figura di merda.
“Grazie bro!”
Quando Zack si voltò verso di me, avevo assunto una colorazione bordeaux e mi torcevo le mani.
“Ehm…” fece imbarazzato grattandosi la nuca.
“E quindi è il tuo compleanno” feci io facendo una faccia di cazzo, mordendomi il labbro superiore.
“Già” emise in un sospiro, dopo aver trattenuto il fiato.
“E perché non me lo hai detto?”
“Perché non volevo ti sentissi obbligata a farmi un regalo….” Inarcai le sopracciglia.
“Ohw… mi sembra un po’ una stronzata, sai?” feci facendo una mezza risatina.
“Improvvisamente lo sembra anche a me” fece con un mezzo sorriso.
Lo guardai e gli sorrisi, mordicchiandomi leggermente il labbro superiore.
“Ho la strana impressione di aver fatto una figura di merda” sospirai afflitta e con un sorriso.
“Oh no, perché? Sono io ad aver fatto una figura di merda… avrei dovuto dirtelo, ma volevo passare la serata con te senza troppi convenevoli….” Ecco, diventai completamente blu.
“Oh beh…. Wow” mi passò un braccio attorno alla vita e mi attirò a sé, facendomi appoggiare al suo petto. Mi mollò un bacio sulla tempia e m’incasinò i capelli. Alzai il viso e lo guardai con un sorriso sincero.
“Sei un bastardo, lo sai?” sorrise divertito e scrollò le spalle.
“Cose che capitano, ma se non lo fossi non ti piacerei” sorrisi divertita.
“E chi ti garantisce che mi piaci?”
“I tuoi occhi, mi pare ovvio” la sua mano si spostò sulla mia guancia e prese a carezzarmi le labbra e il viso.
Passava lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e viceversa.
Sorrisi leggermente un’ultima volta, prima di spingermi leggermente in avanti e fare scontrare le nostre labbra.
Le labbra di Zack erano quello che di più morbido esisteva al mondo. Erano dolcissime e delicate, come dei petali, ma erano così calde, quasi roventi di baci. Avrei passato anche il resto della serata incollata alla sua bocca, con le palpebre socchiuse ad osservare i suoi occhi stupefacenti farsi liquidi e dolci mentre mi baciava.
Quando si separò mi specchiai completamente in quelle stupefacenti iridi smeraldo e mi sorrise.
Oh, diamine, ero leggermente partita.
 “Scusa se l’altro giorno sono stato scortese, ti sono saltato addosso così…. ma boh, avevo voglia di farlo” sospirò sulle mie labbra.
“Non credere che mi sia dispiaciuto, come adesso, del resto”
“Oh, meno male” fece aprendo un sorriso sornione e unendo ancora le nostre labbra.
Saremmo rimasti attaccati ancora a lungo, se un rumore di vetri rotti non ci avesse fatto e sobbalzare e allontanare.
“Ma che diamine…?” voltai la testa e trovai Brian, con il viso rosso d’alcol e con un’espressione completamente allucinata che dopo averci guardato girò sui tacchi e se ne andò.
“Oh…. ma piaci a Brian?” chiese Zack distrattamente.
“Cosa? No, diamine! Siamo cresciuti insieme, è disgustoso!” feci io allucinata.
“Reazione da fratello maggiore o cosa?” azzardò Zack e scrollai le spalle.
“Probabile…Ti va se andiamo a fare un giro?” sospirai dopo e annuì.
Pagato il conto uscimmo nel locale stringendoci ognuno nella propria giacca.
“Fa freddino, uhm?” bofonchiò lui sorridendo e io affondai il naso nella sciarpa. Stavo ancor pensando alla strana reazione di Brian…. Bah, avrei dovuto parlargli il prima possibile.
“Un pò....... come va con la band?”
“Oh, va bene, Stacey è davvero una grande ma, non so, c’è qualcosa che non mi convince...... boh, ho l’impressione che non siano ancora quelli giusti”
“Giusti per cosa?”
“Per sfondare” fece lui ovvio.
“Oh.... davvero? Cioè, la prendi seriamente?”
“Certo, perchè non dovrei?” dal suo tono di voce così ovvio, sembravo io quella che diceva stronzate.
Mi strinsi nelle spalle.
“Beh, no so….. non ti sembra un po’…. Difficile e irrealizzabile?”
“Se ce l’hanno fatta i Metallica, e mi pare che loro abbiano delle facce di merda peggio delle nostre,  perché non dovremmo farcela noi? Che ci manca? Sei troppo scettica” fece divertito.
“Sono realista” scoppiò a ridere.
“Vedremo quanto sarai realista, quando vincerò una caterba di Grammy Awards” fece convinto mentre incrociava le braccia al petto e guardava il cielo come se lo stesse sfidando.
“Addirittura i Grammy?” dissi divertita, inarcando un sopracciglio.
“Certo e da sopra al palco urlerò “Fanculo Meggie!””
“Delicato”
“Quasi quanto te, ti pare?” Mi prese la mano e mi fece fare una piroetta, prima di posare una mano sulla mia schiena, l’altra ancora stringeva la mia e cominciare a ballare, senza musica sul marciapiede pieno di persone che ci guardava come se fossimo due poveri disperati.
Disperati forse si, ma certamente più felici di loro.
Mise su una faccia ridicola e un detestabile accento inglese, cominciando a parlare mentre ondeggiavamo non proprio leggiadramente.
“Miss, è una serata stupenda, non trova? Le stelle emanano una luce così particolare come a volerci illuminare” Ma come diventava poetico/capitan ovvio quando cominciavamo a face di queste stronzate. Misi su una faccia che scimmiottava una qualsiasi aristocratica altezzosa e gli tenni il gioco.
“Sono pienamente d’accordo”
“C’è da dire però che nessuna di loro eguaglia la sua bellezza. Stasera è incantevole”
“Oh, lei è un adulatore”
Un sorriso sghembo dipinse le sue labbra e avvicinò maggiormente il viso al mio.
“No, sono realista” e mi lasciò un bacio a stampo.
“Beh, signorina, gradirei trascorrere con lei il maggior tempo possibile concesso a due umani, ma sfortunatamente non credo sia possibile” arricciai le labbra, mettendo un po’ da parte il nostro giochetto.
“La vedo difficile”
“Beh, per il momento che ne direbbe di diventare la mia ragazza?”
“Beh, direi che è un offerta che va colta al volo, non le pare?”
“Mi pare, si, si affretti, forza!” scoppiammo a ridere e mi afferrò per la vita, facendomi fare un giro in aria mentre ridevo.
Bah, un giro di Valzer alla volta eravamo arrivati fino al parcheggio, wow.
“Tu sei completamente pazzo, Vengeance” dissi divertita quando mi rimise per terra senza sciogliere le braccia dalla mia vita.
“Oh, ma questo era cosa già nota, mylady. Sfortunatamente per lei è diventata l’oggetto del desiderio di un povero pazzo, quindi si prepari ad un mondo nuovo, mi raccomando” e mi stampò un bacio su uno zigomo per poi scostarsi e rimanere a guardarmi negli occhi per tornare il solito Zack di sempre e mettere da parte il suo gioco di ruoli.
“Beh, per il momento questo mi va più che bene come regalo di compleanno” aggrottai le sopracciglia mentre sorridevo e affondavo la fronte nel suo collo.
“Non ricordarmi della mia figura di merda, grazie” con l’indice mi carezzò la guancia e il profilo della mascella.
“Oh certo, è un giorno da ricordare” sospirò convinto.
“Beh, meno male che hai fatto coincidere le due date, perchè altrimenti non l’avrei mai ricordato”
“Beh, ci siamo conosciuti il giorno di Halloween, ci siamo messi insieme quello del mio compleanno… Chissà cosa succederà a Capodanno” fece scrollando le sopracciglia e mettendo su una faccia da maniaco. Gli tirai uno schiaffo su un braccio e si lamentò, mentre ridevo.
“Sei un pervertito del cazzo”
“Semmai della figa” Mi passai una mano sul viso.
“Santa Reparata, è una delle battute più squallide che io abbia mai sentito” mi strinse di nuovo a se.
“Suvvia, era una delle tante”
“E’ questo che mi preoccupa” feci guardandolo e lui scrollò le spalle.
“Puoi sempre lasciarmi”
“Diamine, arriviamo almeno ad un’ora! Non sono nemmeno venti minuti!”
“Ok, fra quaranta minuti mi lasci quindi?”
“Dipende dai prossimi quaranta minuti”
“Se ti portassi in spiaggia…”
“Uhm..” sospirai aggrottando le sopracciglia.
 “…in spalla” inarcai un sopracciglio
“mentre canto… Iron Man dei Black Sabbath!” aggiunse in fine.
Spalancai gli occhi. Incrociai le braccia e ridussi gli occhi a due fessure.
“Tanto non lo fai….”
“Scommettiamo? Se ci riesco, stiamo come minimo una settimana insieme, altrimenti mi lasci fra quaranta minuti. Sempre se non ti lascio prima io”
“Ma non penso propr…. AAAAAH!”
Ci pensate che lo fece seriamente?
Ok, ammettiamolo, la spiaggia era a cinquanta metri, ma chi di voi si è fatto cinquanta metri con un sacco di patate che ti sghignazza sulla schiena mentre cantate a squarciagola Iron Man senza beccare neanche una parola? Il tutto il giorno del vostro compleanno. Che è anche lo stesso giorno in cui vi siete messi col sopraccitato sacco di patate, eh.
Ci ritrovammo stesi sulla sabbia a fare più o meno la fine delle cotolette, mentre ridevamo come pazzi e lui riprendeva fiato.
Alzò i pungi in aria come simbolo di vittoria e io gli lasciai un bacio su una guancia.
“Beh, Vengeance, ti sei assicurato una settimana”





Ohw Ohw Ohw :’)
Mi dispiace per Stacey c.c
Se la vede leggermente di merda e.e
Ma l’appuntamento di quegli altri due? *-*
Oh oh oh, ditemi se non sono carini :’)
Behhhhhhhhhh dovrei uscire fra venti minuti e non me ne tiene granchè, ma devo uscire v.v
La mia JD se ne sta sotto la pioggia di Londra (fra l’altro mi sono anche dimenticata quand’è che devi tornare <3)
Si ringrazia quelle anime buone che recensiscono sempre :’)
Senza di voi non avrebbe avanti <3
E si ringraziano anche chi ha preferizzato/ seguito/ ricordato v.v
I Luv U <3
See you next time!
The Cactus Incident




  
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