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Autore: Tem_93    09/07/2012    9 recensioni
Noah sentì dei capelli solleticargli il volto. Arricciò il naso infastidito e spinse leggermente la proprietaria, facendosi spazio ne letto. Si girò dall’altra parte, cercando di tirare un po’ di coperta dalla sua parte, ma nulla, come al solito lei vi si era tutta arrotolata dentro.
Rachel scese dall’aereo, andando poi a recuperare le valigie. Era tornata a casa. O almeno, era in America e a breve sarebbe tornata a casa.
David chiuse la chiamata arrabbiato come sempre. Non sarebbe tornato da lui, no, aveva chiuso.
Santana si svegliò ancora molto assonnata. Tastò l’altra parte del letto, trovandola vuota. Lei era già andata via, come pensava.
Brittany arrivò al lavoro leggermente in anticipo. Lei le mancava già, come sempre non poteva starle troppo lontano, ma per il lavoro doveva.
Mike si lasciò sistemare la cravatta dalla fidanzata, sorridendo mentre lei era tutta concentrata.
Kurt si sistemò il ciuffo per l’ennesima volta, sembrava che quella mattina non volesse stare come voleva. Si passò poi un filo di crema sul volto e allentò il foulard.
[Future-fic]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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26}With my heart out in my hand



-Valerie?- sussurrò Santana, abbassandosi sulle ginocchia.
La piccola alzò la testolina, scoprendosi gli occhioni arrossati e tirando su con il naso. La latina l'attirò a sé, prendendola in braccio e stringendola forte, sentendo le manine della bambina stringerle i capelli per aggrapparsi meglio a lei.
-Vals io non ti odio, non ti odio nemmeno un po'... Anzi, sai una cosa?- chiese, staccandosela dal petto per poterla guardarla dritta in quei dolcissimi e lucidissimi occhi azzurri -Io ti amo come una mamma dovrebbe amare la sua bambina, ed è strano, perchè ti conosco da pochissimi giorni, e di solito non mi affeziono così facilmente alle persone... ma tu, tu sei la mia eccezione- le confessò a bassa voce, facendola poi sedere sulle sue gambe.
-Davvero?- bisbigliò sgranando gli occhi meravigliata. Santana sorrise e annuì, mentre sentiva che una lacrima le scendeva lentamente sulla gota. Valerie istantaneamente raccolse quella gocciolina, come volendola scacciare.
-Allora non dovresti piangere, perchè anche io ti voglio tanto, tanto, tanto, ma tanto bene Santana..- esclamò sbatacchiando le ciglia chiare, per poi infilarsi un ditino nella piccola narice. Santana scoppiò a ridere.
-Io smetto di piangere, ma tu sposta il ditino...prendiamo un fazzoletto- ridacchiò, cercando la borsa.
Brittany le porse un pacchetto di fazzoletti, sorridendole dolcemente, cosa che fece tremare le gambe all'ispanica. Da anni non riceveva un sorriso di quel tipo dalla bionda, da anni lo sognava e in quel momento non avrebbe voluto altro che baciare quelle labbra. Lì, davanti a tutti, ricevere anche uno schiaffo in faccia, ma ne sarebbe valsa la pena. Valerie però la riportò al mondo reale, tirandole la camicia per avere il fazzoletto.
Santana notò il tavolo e vide il gruppo di amici intento a ridere e scherzare e fu la prima volta che fu grata a Rachel di avere la capacità di parlare all'infinito.

-E così alla fine gli unici due che hanno continuato a coltivare la passione per il canto sono Mercedes e Finn- constatò Artie. Rachel lo fulminò, notando quanto era bravo a trovare i punti dolenti di tutti e girare il coltello nella piaga.
-Noah suona ancora- puntualizzò la brunetta, sistemandosi la frangetta.
-E con questo volevi sottintendere che tu sei ancora la migliore di tutti?- domandò Mercedes ridacchiando.
-No- controbatté subito Rachel, poi spostò lo sguardo sul ragazzo seduto di fronte a lei. I suoi occhi verdi l'osservavano e sembravano dirle che sì, per lui lei era ancora la migliore. E fu colpa sua, sicuramente non del proprio cervello,la scelta che fece immediatamente dopo.
-Però... mi piacerebbe cantare una canzone- esordì, lasciando di stucco vari tra i presenti. Non quelli che non la vedevano da tanto, i quali pensavano fosse solo un momento di pura Rachel Barbra Berry; ma quelli che le erano stati accanto gli ultimi anni, quelli che conoscevano la sua decisa scelta di abbandono nei confronti del canto.
Ecco, quelli erano abbastanza scioccati.
Rachel con un colpetto poi fece alzare Brittany, indicandole di prendere posto al piano.
-Kurt!!- squittì poi, gesticolandogli di raggiungerla sul palchetto.
-E' da un po' che non canto, non so se..- provò a dire i ragazzo, ricevendo subito un'occhiataccia. Appena l'accostò, lei gli prese le mani, guardandolo eccitata negli occhi.
-Sei e rimarrai sempre la Celine per la mia Barbra, per cui, ora non posso fare questo duetto senza te- gli sussurrò.
-Intendi cantare..- iniziò lui, ma lei lo precedette annuendo convinta. Si avvicinò poi alla bionda al piano, allungandole lo spartito giusto.

-Brittany sa suonare il piano?- domandò Santana sollevando un sopracciglio.
-Già, ed è anche decisamente brava- confermò Mike.
-Anche io so- si affrettò subito a precisare Valerie, non muovendosi dalle gambe della latina.
-Pff non ci credo- commentò Dave, rivolto alla piccola. Lei lo guardò male, corrucciando le sopracciglia chiare.
-Io so suonare la mia pianola, quello lì- farfugliò indicando il pianoforte nero a cui sedeva la madre- è troppo grande- confessò, abbassando il capo imbarazzata.
-Per ora. Sono certa un giorno riuscirai a suonare anche quello. E vorrei sentirti alla pianola un giorno di questi- la rassicurò Santana, accarezzandole dolcemente i capelli sottili.
-Io suonerò e tu canterai?!- accordò la piccola, sporgendo il suo mignolino in attesa di una promessa ufficiale. Santana sorrise al gesto naturale di Valerie, legando il suo mignolo a quello della bambina, facendola contenta.

Kurt afferrò il microfono, picchiettandolo con l'indice per controllare che funzionasse.
-Sappi che ti odio Berry..- mormorò tra sé e sé, dopodiché sentì le prime note risuonare nel locale e iniziò a cantare.

I'm scared
So afraid to show I care
Will he think me weak
If I tremble when I speak

Sussurrò il ragazzo, tenendo il viso basso e la voce fioca. Santana, appena sentì le parole, si voltò con un certo sorrisino compiaciuto verso Dave che le sedeva a fianco. Quest'ultimo, impassibile, cercava di mostrarsi non interessato al duetto, fingendosi molto affascinato dalla frutta.

Oooh - what if
There's another one he's thinking of
Maybe he's in love
I'd feel like a fool
Life can be so cruel
I don't know what to do

Santana con un leggero, e finto, colpo di tosse fece quasi sobbalzare l'amico al suo fianco. Gli diede una gomitata, alzando e abbassando velocemente le sopracciglia. Lui borbottò qualcosa, scansandola, ma arrossendo al contempo.
Fu poi il turno di Rachel iniziare a cantare.

I've been there
With my heart out in my hand
But what you must understand
You can't let the chance
To love him pass you by

Era tutto così naturale, sentiva le parole fluirle fuori dal corpo come se così doveva essere, come se fossero lì che non aspettavano altro che essere cantate. Inoltre sembrava non riuscisse a staccare il contatto visivo con Noah, che si faceva sempre più stranito. La ragazza si voltò poi verso Kurt, sorridendogli, mentre le loro voci s'incontravano

Should I

Tell him
Tell him that the sun and moon
Rise in his eyes
Reach out to him
And whisper
Tender words so soft and sweet
Hold him close to feel his heart beat
Love will be the gift you give yourself

- Prego Puckerman, se non ci fossi io..- bisbigliò Santana, notando l'amico assorto nella moretta che cantava. Ormai era palese che cantasse a lui quelle parole. Se n'era accorto pure Finn, il quale spostava lo sguardo da Rachel a Noah, con un sorriso.
Cioè, se l'aveva notato Finn!
Quinn aveva appoggiato il capo sulla spalla del futuro marito, osservando compiaciuta la scenetta che aveva davanti. Finalmente almeno uno dei suoi problemi era risolto. E sembrava anche che Kurt avesse deciso che strada percorrere.

Never let him go..” concluse Rachel, sorridendo gioiosa. Dopodiché arrivarono gli applausi, applausi che la ragazza non riceveva da anni, o almeno non per la sua voce. Era come se tutto si fosse sistemato in quel momento, come se avesse aggiustato qualcosa di rotto da tanto, troppo. Ora tutto tornava: lei era fatta per cantare quanto per amare Noah. Tutto il resto non importava, non in quel momento.

Sentì l'abbraccio di Brittany circondarla e, riprendendosi dal flusso di pensieri, lo ricambiò ringraziandola per averla accompagnata con la base. Si risedettero al tavolo, al quale gli amici si congratularono per la performance. Tutti tranne Noah, il quale non aveva più detto nulla, era solamente rimasto a fissarla per un tempo che avrebbe definito infinito, senza badarsi minimamente di tutto il resto.



-E' stata veramente una bella serata, mi siete mancati davvero in questi anni. Sono felice che siate tutti rimasti pazzi e strambi come al liceo- esclamò Mercedes, sporgendosi ad abbracciare Rachel, mentre si salutavano.
-Ed è stato per noi un piacere poter passare una sera con una tale stella- si complimentò quella.
-Cantante di successo preferisco. Di stella ce n'è una ed è targata Berry- la corresse la donna di colore, con un sorriso genuino.
-No, non direi proprio- scosse il capo Rachel, arrossendo per il complimento.
-Oddio, in questi anni non mi vorrai dire che sei diventata modesta?- chiese quasi spaventata Mercedes.
-Tranquilla Merc, è stata un'attrice per anni. Ora la sue tecniche di finzione sono raffinatissime- la tranquillizzò Quinn ridacchiando.
-Ma sentila.. per una volta tanto che ero sincera- borbottò Rachel.
-Bè dovremmo ritrovarci più spesso, tipo regolarmente- propose Artie.
-Sì, non sarebbe una cattiva idea!- annuì Tina.
-Non so quanto riuscirò ad essere presente, ma mi piace- accordò Finn
-Bè facciamo così, una volta all'anno, per forza, dovremo trovarci tutti. Magari anche con il professor Shuester- decretò Rachel, portando le mani sui fianchi.
-Penso ci si vedrà più spesso, o per lo meno, fiuto aria da ...matrimoni – mormorò Mercedes, sorridendo furba prima di salutare tutti con un cenno della mano e uscire dalla porta, lasciando gli altri arrossire o scambiarsi sorrisini.
Poco dopo Quinn e Mike lasciarono il Broadway, seguiti a ruota da Artie, Sam, Tina e Finn.

Valerie, nonostante fosse passata mezzanotte da un po', non sembrava per nulla stanca, anzi, continuava a raccontare storie e storie a Santana, la quale non aveva fatto altro che passare la serata con piccola. Il tempo sembrava volasse in compagnia di quel frugoletto biondo e l'ispanica aveva già capito che mai si sarebbe annoiata di una sua singola parola. E sì, forse Valerie era logorroica quanto Rachel Berry, ma se per l'amica l'aveva sempre considerato un difetto, nella piccola Pierce era sicuramente un pregio.
-Hey tesoro, non sei stanca?- domandò Brittany, avvicinandosi alle due. Entrambe sollevarono il capo, ma mentre la bambina scosse la testa, Santana la riabbassò immediatamente arrossendo vistosamente.
Era ovvio che Brittany si riferisse alla bambina, eppure per un attimo, istintivamente, le era venuto da risponderle che no, non era stanca di passare del tempo con la loro bambina.
Oddio Lopez, tu viaggi troppo di fantasia” si riprese mentalmente, cercando di darsi contegno. Dopodiché guardò l'orologio, notando che effettivamente Valerie sarebbe dovuta essere a letto da qualche ora.
-Piccola, è ora di andare a nanna- le fece notare.
-Ma io voglio stare ancora con te- mugugnò lei, sporgendo all'infuori il labbro inferiore.
-P-Posso accompagnarvi a casa!?- propose la latina, chiedendo praticamente il permesso a Brittany, alzando il volto verso di lei. Valerie la imitò, fissando la madre con due occhioni speranzosi. Brittany si sciolse in un sorriso, annuendo piano, per poi andare a prendere la sua borsa. Nel frattempo Valerie battè il cinque a Santana.


Dave notando le tre sorrise e si accinse a uscire dal locale. Dopo aver fatto pochi passi lungo la strada sentì qualcuno raggiungerlo.
-Dave!- lo chiamò Kurt, facendolo voltare. Lui girò di poco il capo, vedendo l'altro affiancarlo.
-Dimmi..- mormorò il più grande, continuando a camminare verso la propria auto.
-Io, mi chiedevo...- iniziò Kurt, prendendo però subito una pausa – Dove abiterai a New York?- domandò, incrociando gli occhi azzurri a quelli verdi dell'altro.
-Bè, contando che possiedo un appartamento... lì- disse il ragazzo, come se la risposta fosse scontata.
-E... sarebbe un problema se lo facessi anche io?- farfugliò l'altro, distogliendo lo sguardo. Dave sollevò un sopracciglio confuso.
-Scusa ma.. non abiti un paio di piani sotto ad esso?- chiese, prevedendo però la risposta di Kurt.
-Abitavo- disse infatti il più minuto. Dave annuì, nemmeno troppo stupito.
-Bè, l'appartamento è sia mio che tuo, per cui conviveremo. Basta che tu stia lontano dal mio armadio e che non svegli anche a me a orari indecenti tipo le sei di mattina.-borbottò David, aprendo la macchina.
-Andata- sorrise Kurt.
-Buonanotte- mormorò infine Dave, entrando nell'automobile. Kurt lo salutò con la mano, per poi voltarsi e ritrovarsi a sorridere come un ebete.


-Ciao Britt e Vals, a dopo Santana- salutò Rachel, vedendole avviarsi verso casa. Poi si voltò, notando che nella stanza non rimaneva che una persona. Una persona che la stava guardando, la osservava con un sorriso stampato sulle labbra perfette e si avvicinava piano a lei. Non riuscì a non sorridere di rimando, arrossendo in automatico.
-Noah io...- balbettò.
-Penso di aver capito Rach..- annuì lui, raggiungendola e posando le mani sui suoi fianchi sottili.
-No, io... Io volevo dirti che.. cavoli è impossibile che non vengano le parole proprio a me..- borbottò, facendo ridere il ragazzo. Prese poi un grande respiro, cercando di ricomporsi, nonostante sapesse di essere alquanto ridicola in quel momento.
-Tu sei quella persona di cui non posso fare a meno, quella con cui mi vedo insieme tra ottant'anni e voglio che ogni giorno sia al mio fianco, la persona che mi fa innamorare di lei ogni qualvolta la vedo- confessò veloce, forse troppo, restando poi col fiato sospeso alla fine. Lui la guardò stupito, abbassandosi per baciarla dolcemente, prendendosi tutto il tempo, come se non avesse altro da fare nella vita che baciarla.
-Queste comunque, sono parole mie- mormorò staccandosi – ma te le concedo solo perchè sono ispirate a te..- mormorò, accarezzandole il volto che al tatto era bollente, scostando alcune ciocche dietro all'orecchio.
-Ma se permetti, per una volta, fa fare a me il prolisso della situazione. Rachel Barbra Berry io ti amo, lo faccio da un po', saranno sì e no anni, ma è una cosa che non riesco a controllare né fare a meno. Amo il tuo essere decisamente bassa – ridacchiò – il tuo naso distintivo, le tue labbra da Biancaneve e i tuoi occhi da cerbiatta, le tue gambe assolutamente fantastiche e il tuo sedere perfetto, i tuoi capelli morbidi e le tue piccole mani – mormorò baciandole leggermente – Ma amo anche il tuo essere pazza, la tua devozione per Barbra, il tuo egocentrismo che hai imparato a controllare, la tua voce angelica, il tuo sorriso a tremila denti, il modo in cui riesci sempre a farmi fare quello che vuoi, il fatto che hai voluto comprare a tutti i costi un letto nuovo per poi finire a dormire costantemente su di me … insomma, indiscutibilmente ti amo- concluse, annuendo convinto.
-Wow- soffiò lei, strofinandosi gli occhi lucidi -io.. wow Noah..non … ti amo anche io Noah- decise di dire, non riuscendo a trovare nient'altro che fosse adatto.
-Questo è tutto ciò che volevo sentire, per tutto il resto...avrai una vita per trovare le parole- sussurrò, per poi sollevarla il braccio, affondare la mano nei suoi capelli e baciarla come mai aveva baciato nessuna.




***

Vi ho fatto venire il diabete vero ;(
Scusate!! Solo che c'erano alcune cose che dovevo sistemare e volevo farlo in un modo carino...ed è venuto eccessivamente zuccheroso


Note:
-La canzone è "Tell Him"
-Santana è cottissima delle Pierce
-Quello che Rachel dice alla fine a Noah è quello che Noah aveva detto nel capitolo 13 (oggi per continuare questa fic me la sono dovuta rileggere tutta, per cui xD)


A presto! Visto quanto so essere veloce se non ho una cippa da fare!?! ;D
Cibbè :)
Miky

Ps: il capitolo me l'ha ispirato blackflower, mi ha dato un colpo all'autostima e ho scritto come un treno ;) Grazie <3
  
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