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Autore: Hi_chan97    10/07/2012    1 recensioni
Non mi rimane quindi altra alternativa se non salire su una di quelle colline
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!!! Eccomi qui con la mia seconda storia!

L'idea mi è venuta durante un compito in classe e so già che probabilmente è venuta uno schifo, specialmente verso la fine, ma vi prego comunque di recensire.... Grazie =)



E' notte. Sono in camera, rannicchiata sotto le coperte e ascolto: in lontananza sento lo stridere di freni di una macchina, poi il pianto di un bambino entra imperterrito nella mia mente, probabilmente si tratta della piccola Elena, la figlia dei vicini, poi il silenzio..... Continuo ad ascoltare quando improvvisamente uno sparo rompe la quiete, e poi il nulla.

Mi sveglio, dopo quelle che mi sono sembrate ore, a causa di un mormorio indistinto, che pian piano si tramuta in un vociare piuttosto concitato. In mezzo a quella confusione riesco a distinguere solo alcune parole "... colpo... cuore... proiettile... sangue... niente...".

Poi non sento più niente, sembra che le persone siano andate via.

Sto provando ad alzarmi, con scarsi risultati, quando scorgo una luce azzurrina in lontananza che man mano si avvicina. Poco più tardi scopro che si tratta di una lanterna retta da un bambino di circa 6 anni, vestito di bianco e oro, sembra un piccolo angioletto.

Questo si avvicina e mi prende per mano, non mi rivolge una parola, si limita solamente a stingermi la mano molto forte.

All'improvviso inizia a camminare, verso una luce verde e io non posso fare a meno che seguirlo, dal momento che non accenna nemmeno a mollare le mia mano.

Presto giungiamo alla nostra meta, una semplice porta sovrastata da un'insegna verde evidenziatore con la scritta EXIT. Il bambino la apre e davanti a noi si stagliano una serie infinita di colline, ognuna indicata da un nome e un numero, il piccolino allora decide finalmente di parlare e mi dice " Ora scegli! ", dopodiché mi lascia andare la mano e se ne va.... neanche il tempo di muovere un muscolo che la porta scompare.

Non mi rimane quindi altra alternativa se non salire su una di quelle colline, ne scelgo una a caso: la Beat 3 e inizio la mia scalata, quando sono circa a metà sentiero mi ritornano in mente tutti gli splendidi momenti passati con mio padre, prima che se ne andasse, specialmente del giorno in cui facemmo a gara per arrivare in cima alla collina dietro casa della nonna, quello è ricordo più bello che ho di noi due perché mi ricordo che quando finalmente arrivai in cima davanti a me si stagliò un paesaggio magnifico: una splendida radura erbosa, verde brillante, con qualche macchiolina rossa e bianca qua e là.

Intanto persa nei mie ricordi non mi accorgo nemmeno di essere arrivata alla fine della salita, mi ritrovo davanti il bambino di prima che mi prende nuovamente la mano, lo guardo in volto e vedo le sue labbra muoversi, dentro di me sento che sta per dirmi qualcosa di veramente importante quando....

mi sento scuotere leggermente e la voce di mia madre mi etra come un trapano in testa "Svegliati! Forza! Che oggi è il primo giorno di scuola!"


  
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