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Autore: lynn12    24/01/2007    2 recensioni
Otto anni che non si vedono. Molte cose sono cambiate tra loro...Tranne l'amore.
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

-Sicura che preferisci restare sola?- Kaori guardò quella che forse un giorno sarebbe potuta diventare sua cognata con preoccupazione –Per me non ci sono problemi se vuoi passare la notte a casa mia...-

Saeko le sorrise leggermente. Era tipico di Kaori preoccuparsi sempre più degli altri che di se stessa. Si vedeva che anche lei era distrutta, fisicamente e psicologicamente, eppure aveva ancora la forza di interessarsi a lei. Era davvero una ragazza speciale...

-No. Davvero, Kaori, preferisco restare sola-

L’altra appariva ancora incerta, perciò Mick, al suo fianco, decise di intervenire:

-Andiamo, Kaori, Saeko sa cavarsela benissimo da sola. E se preferisce restare da sola è meglio lasciarla in pace-

Saeko lo guardò con gratitudine e Mick le sorrise.

-Va bene- cedette Kaori –Però chiamami domani, d’accordo?-

-Promesso-

Saeko salutò i due e si chiuse la porta alle spalle con un sospiro di sollievo. Aveva bisogno di restare sola, di crogiolarsi nel suo dolore senza nessuno intorno. Era troppo orgogliosa per piangere davanti a qualcun’altro. Era una detective della polizia di Tokyo, per Dio, doveva mostrarsi forte di fronte a qualsiasi situazione. Eppure, in quel momento il suo unico desiderio era quello di piangere. Aveva appena sepolto l’unico uomo di cui si fosse mai innamorata, maledizione! Aveva il diritto ad un po’ di lacrime e di commiserazione! Kaori aveva ancora Mick al suo fianco, mentre lei...non aveva più nessuno.

Togliendosi le scarpe con un calcio, si diresse nella sua stanza e si buttò sul letto senza neanche svestirsi. Non aveva la forza di fare niente, sentiva un peso insostenibile sul cuore...Finalmente, al sicuro nella sua camera da letto, al buio, mentre fuori il temporale infuriava, lasciò che le lacrime le scorressero lungo le guance e che i singhiozzi le scuotessero il corpo...

 

Kaori, seduta sul sedile del passeggero, guardava la pioggia cadere all’esterno, le gocce che rigavano il finestrino dell’auto. Si sentiva svuotata di ogni energia. Aveva solo voglia di tornarsene a casa, seppellirsi sotto le coperte e non uscire più. Quella era stata la giornata più orribile della sua vita. Aveva dovuto seppellire il suo unico fratello, l’unico membro della sua famiglia che le fosse rimasto. Si sentiva come se le avessero strappato il cuore dal petto. Ricominciò a piangere. Da tre giorni a quella parte, ossia dal giorno della morte di Hideyuki, non faceva altro. Si stupiva del fatto che le rimanessero ancora lacrime da versare.

Mick, al suo fianco, staccò una mano dal volante per posarla sopra le sue. Kaori gliela strinse, grata del suo conforto. Di sicuro, se non avesse avuto Mick, sarebbe crollata da un pezzo. All’improvviso le si formò nella mente l’immagine di Ryo. Quel giorno lo aveva rivisto dopo otto lunghi anni...Quando lo aveva visto in cima a quella collina il suo cuore aveva fatto una capriola nel petto. Eppure avrebbe dovuto aspettarsi di vederlo al funerale, in fondo era stata lei a chiedere a Saeko di avvertirlo della morte di Hideyuki. Lui e suo fratello erano stati da sempre migliori amici e loro tre erano praticamente cresciuti insieme. Da piccola, Kaori lo aveva considerato come un secondo fratello, ma poi, crescendo, quel sentimento si era gradualmente trasformato, diventando amore. Aveva trascorso l’adolescenza sognando i suoi occhi color della notte, i suoi capelli neri, il suo corpo grande e forte, reso muscoloso dalla palestra e dallo studio delle arti marziali. Lui era l’unico che la trattasse con gentilezza, che stesse ad ascoltare quello che aveva da dire, mentre tutti gli altri la prendevano in giro perchè a 16 anni era alta già 1.75. Certo, neanche lui si risparmiava in battutine, non per niente era stato lui a soprannominarla “Sugar Boy” sostenendo che il suo corto taglio di capelli la faceva sembrare un ragazzo...Tuttavia, Ryo lo faceva con amicizia, con dolcezza, stando attento a non ferirla mai. E poi, finalmente, quando lei aveva 17 anni e lui 23, Ryo l’aveva baciata. Quel giorno era iniziato il periodo più bello della sua vita. Erano stati insieme più di un anno...

L’arresto dell’auto di fronte al palazzo in cui si trovava il suo appartamento la riscosse dai suoi ricordi. Mick si volse verso di lei:

-Non mi va di lasciarti da sola stanotte, resto con te, va bene?-

-Grazie, Mick-

Lo guardò aprire l’ombrello, scendere dall’auto e fare il giro per aprirle la portiera. Mick era davvero un tesoro...Nato a Los Angeles, si era trasferito a Tokyo con la sua famiglia mentre lei frequentava ancora il liceo. I suoi genitori e quelli di Ryo si conoscevano, perciò ben presto era entrato a far parte del gruppo. Fin da subito, l’americano aveva dimostrato un certo interesse per Kaori, ma questa non aveva occhi che per Ryo e, quando infine si erano messi insieme, si era fatto prontamente da parte. Dopo che Ryo se n’era andato, Mick le era rimasto vicino, dandole la sua amicizia e il suo conforto incondizionato. Kaori aveva cominciato ad apprezzare sempre di più quell’americano un po’ donnaiolo, ma così gentile e premuroso nei suoi confronti, finché, due anni prima, quando lui l’aveva baciata non si era tirata indietro...Eppure, non poteva fare a meno di paragonare la sua storia con Ryo a quella attuale. Con Mick non provava le stesse sensazioni sperimentate con lui. Non si sentiva percorrere da una scarica elettrica non appena lui la toccava, il mondo non scompariva quando lui la baciava...Tuttavia, doveva ammettere che la loro relazione, sul piano fisico, era più che soddisfacente. Le piaceva essere baciata da Mick, le piaceva il calore che le davano le sue carezze, le piaceva fare l’amore con lui...Ma non era così meraviglioso ed impetuoso come con Ryo. Scosse la testa cercando di scacciare quei pensieri. Doveva smetterla con quei paragoni. Era ovvio che ogni storia fosse diversa dalla precedente. E lei amava Mick, solo questo importava.  

 

Ryo buttò giù l’ultimo sorso del suo whisky e ne ordinò un altro. Si trovava in uno dei locali di Kabuki-cho che era solito frequentare con Maki. Aveva fatto un giro per il quartiere di Shinjuku per vedere quanti dei suoi vecchi informatori erano ancora in giro ed era stato soddisfatto nel constatare che la maggior parte erano ancora “attivi”. Lo era stato un po’ meno quando aveva sentito quello che avevano da raccontare sulla morte del detective Hideyuki Makimura. Eppure, ancora non riusciva a capire il motivo. Forse avrebbe potuto trovare qualcosa nel suo appartamento...Avrebbe dovuto chiedere a Kaori se poteva darci un’occhiata...Ripensare a lei gli diede un tuffo al cuore. Rivederla lo aveva fatto tornate indietro di otto anni, a quando lei era stata sua...Scosse la testa, scacciando quelle immagini. Lei ormai non gli apparteneva più, stava insieme a Mick ora. Strinse con più forza il bicchiere a quel pensiero. La rivoleva, maledizione. Lasciarla era stato lo sbaglio più grande che avesse mai fatto nella sua vita. Tuttavia, Mick era un suo amico e, di sicuro, non gliel’avrebbe lasciata tanto facilmente...Inoltre, se Kaori era davvero innamorata di lui...Oh, maledizione! Ma a che diavolo stava pensando?! Era tornato a Tokyo per partecipare al funerale del suo migliore amico, non per riconquistare sua sorella! Doveva concentrarsi su quanto gli aveva chiesto Saeko, ossia trovare chi aveva ucciso Maki. Ed era quello che aveva intenzione di fare.

 

Kaori si rigirò nel letto per l’ennesima volta. Gettò uno sguardo alla sveglia sul comodino. Segnava le 2.36. Con un sospiro, si alzò dal letto e si diresse in cucina, attenta a non svegliare Mick che dormiva al suo fianco. Cercando di non fare rumore, si preparò un po’ di latte caldo, sperando che l’avrebbe aiutata ad addormentarsi. Con la tazza tra le mani, andò alla finestra e osservò la pioggia che ancora cadeva scrosciante.

-Non riesci a dormire?- la voce di Mick la fece sobbalzare

-Scusami, ti ho svegliato?- gli chiese Kaori

-Non importa. Ma tu stai bene?-

-Più o meno. É solo che...- sospirò –Hideyuki mi manca così tanto...-

Mick la raggiunse e le circondò la vita con le braccia.

-Lo so, tesoro. Lo so-

Kaori piegò la testa indietro e l’appoggiò alla sua spalla. Si sentiva bene tra le sue braccia, il suo calore le era di conforto. Occhi azzurri, capelli biondi, fisico muscoloso, Mick era l’uomo che molte donne sognavano. E aveva scelto lei. Allora perchè non riusciva a immaginare un futuro con lui? Scacciando per l’ennesima volta quei pensieri, si staccò da lui per posare la tazza nel lavandino della cucina. Poi, tornò da lui e lo prese per mano.

-Torniamo a letto. Mi sento meglio ora- gli disse

Stretta tra le braccia di Mick, riuscì finalmente a prendere sonno. Tuttavia, i suoi sogni furono popolati da figure dagli occhi color della notte...

 

 

  
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