CAPITOLO 1
L’X-Factor.
 
“Mi chiamo Elena Alison Smith, ho 18 anni e vengo da Londra”
Mi ricordo ancora adesso il giorno della mia prima audizione all’ottava edizione di X-Factor UK.
Ero lì con altre 100.000 persone aspettando l’occasione della vita che forse non sarebbe mai arrivata.
Amavo cantare, amavo cantare da quando ero piccola e vivevo ancora a Roma.
Già. Roma.
Perché di me ci sarebbero tantissime cose da raccontare, quelle poche parole dette all’audizione di X-Factor non bastavano per descrivere tutto quello che ho dentro.
Mi chiamo Elena Alison Smith e sono nata a Roma nel 1993. Mia mamma, Sofia, è romana ed è una delle poche neurochirurghe donne. Mio papà, Steven, è londinese ed è un asso della cardiologia.
La medicina li ha uniti sotto il cielo di Londra dove entrambi si stavano perfezionando nel loro lavoro.
Si sono sposati a Roma per volere di mamma e lì siamo rimasti fino al 2006. Fino al giorno in cui papà ci ha messo su un aereo British Airways diretto a Heathtrow. Motivo di tutto questo: una proposta irrinunciabile per entrambi, una proposta irrinunciabile per due astri della medicina europea.
Ma a me, a me chi ci pensava? Avevo solo 13 anni, ero innamorata di Roma, della sua gente, delle mie amiche, della mia scuola media.
Puff.
In poco non c’era più nulla.
Mi ritrovavo nella fredda, piovosa Londra di cui conoscevo alla perfezione solo la lingua.
Odiavo.
Odiavo Londra, odiavo mio padre, odiavo mia madre.
Non avevo più nulla.
Se non la mia voce, la mia passione per il canto e per la musica.
E forse dopo avervi detto questo possiamo fare un passo avanti della mia storia ripartendo da quelle poche parole di presentazione fatta nella Wembley Arena davanti ai giudici di X-Factor.
Passai quel provino, anche quello dopo e quello dopo ancora, ma dopo il bootcamp il mio sogno sembrava destinato a infrangersi in mille pezzi nel cuore di Londra.
“E’ tutto ragazze, grazie mille.”
E’ la frase che non vuoi sentirti dire quando il tuo nome non è stato chiamato.
Ero segnata.
Mia mamma me lo aveva giurato quando mi ha concesso di venire qui.
“Ti mando ad X-Factor, ma tenterai una sola volta. O va bene o ti iscrivi a Medicina.”
Bene.
Branchi di pazienti malati mi aspettavano.
Merda.
Ma poi, a volte, succede come nelle favole.
Un lieto fine si fa avanti nelle parole di un assistente di studio: “Perrie Edwards, Elena Smith, Jessica Nelson, Leigh Anne Pinnock i giudici vogliono rivedervi.”
Stringevo la mano di Jessica, avevo davvero legato con lei.
In pochi secondi la mia vita, la nostra vita cambiò per sempre.
Non eravamo più Perrie, Elena, Jessica e Leigh. Eravamo le Little Mix.
4 ragazze che pochi mesi dopo si sarebbero avviate a grandi passi verso la vittoria di X-Factor.
E’ così che oggi sono una popstar. O almeno ci provo.
E’ così, è grazie a quell’X-Factor che il 27 luglio realizzerò uno dei miei più grandi sogni.
Io e le ragazze canteremo alla cerimonia di apertura di Londra 2012 in uno stadio stracolmo di persone.
E dimenticavo…
Grazie a quell’X-Factor ho conosciuto la persona più irritante, insistente e dannatamente stupenda di tutto il Regno Unito. Harry.