10/07/2012
4 recensioniSi può essere solo coinquilini?
<< Sì Harry, il tempo di una doccia e di mangiare e dovrò tornare in ospedale >> disse Angelica rientrando in casa.
<< Hai passato la notte lì, giusto? >> chiese il ragazzo.
<< Sì, senti, sono molto stanca. Ci sentiamo dopo. Ti voglio bene, ciao. >> chiuse la chiamata abbozzando un sorriso.
Angelica rimase in piedi con gli occhi chiusi per contemplare quel bel silenzio e distendere i nervi.
Fece una bella doccia rilassante e si sedette al tavolo per mangiare.
<< Ehi coinquilina >>
Arrivò un ragazzo alto, capelli lisci e scuri e dei bellissimi occhi azzurro-verdi. Si sedette anche lui.
<< Louis, ti ho svegliato? >>
<< Non ti preoccupare. >> il ragazzo abbozzò un sorriso, quel sorriso che ad Angelica tanto piaceva.
<< Come sta tua madre? Un giorno mi piacerebbe conoscerla. >> Louis interruppe il silenzio che si era creato.
<< Stabile >> rispose la ragazza buttando la testa all’indietro e sciogliendo i suoi lunghi capelli biondi << Purtroppo non si è ancora svegliata. E’ ancora in coma. >>
<< Sai, penso che tu sia a dir poco fantastica. Riesci a conciliare il lavoro, l’ospedale, tutto. Hai solo vent’anni >> continuò << Viviamo insieme da un anno e non ti sei MAI lamentata. A volte vorrei essere come te. >>
<< Non ti conviene, sono così stressata >>
<< Facciamo così, andiamo a festeggiare. Usciamo. Solo per oggi non tornare in ospedale. Certo, se ad Harry non da fastidio se esco con la sua ragazza >> mise il broncio.
<< Non stiamo insieme. Harry è solo il mio migliore amico. Quando te lo ficcherai in quella bellissima testa che ti ritrovi? >> disse lei cominciando a toccare le guance di Louis.
<< Angy pensa che io sia bello, sono bello! >> cominciò a saltellare per la stanza facendo ridere di gusto la ragazza.
<< Per una volta sola >> concluse infine la bionda.
Pomeriggio
<< Come sei bella >> commentò Louis con gli occhi che gli brillavano.
<< Anche tu >> rispose arrossendo Angelica.
Passeggiarono mano nella mano tutto il pomeriggio. Stavano così bene insieme.
Si sedettero su una panchina del parco. Parlarono dei loro problemi. Fino a quel momento erano stati solo coinquilini, niente di più.
Capirono di non poter stare lontani l’uno dall’altra.
La distanza che c’era tra loro si accorciava sempre di più. Gli occhi di Louis fissi in quelli di Angelica.
<< Ti amo >>
<< Anch’io Lou >>
Le loro labbra si sfiorarono in un dolce bacio.
Tutta la magia di quel momento venne interrotta dalla suoneria del telefono di lei.
<< Chi è? >> decise di rispondere.
Louis cominciò a farle il solletico.
<< Lei è Angelica? Sono il dottor Jackson. >>
<< Si, sono io dottore. Mi dica. >> rispose lei.
Sentendo il tono della ragazza così duro, Louis la lasciò stare.
Angelica chiuse la chiamata. Guardava il vuoto, un punto fisso davanti a lei. Le lacrime cominciarono a solcarle il viso.
<< Angy che è successo? Angy? >> cominciò a scuoterla.
Lei si girò e, senza espressione disse: << E’ morta. Mia madre è morta. >>
Venne circondata dalle calde braccia di Louis << Ci sono qui io, non ti preoccupare. >> la consolava.
10 anni dopo
<< Papà, era lei la nonna? >> chiese Eleanor
<< Sì, proprio lei >> rispose Louis.
<< Dalla foto sembrava una brava persona. Avrei voluto conoscerla. >>
<< Anch’io Eleanor. Anch’io. Ora però torniamo dalla mamma, sarà in pensiero. >>