Enrico sentì un rumore di vetri infranti e salì le scale di corsa, precipitandosi nella stanza degli ospiti. Rimase impalato sulla porta alla vista di Cloris. Sedeva sui talloni di fronte allo specchio rotto, stringendosi la mano sinistra con la destra, le spalle curve, accartocciato su se stesso ancora mezzo nudo. Stringeva i denti e gemeva, le spalle sussultavano impazzite.
-Cloris!- Enrico si gettò su di lui e gli afferrò le spalle -Cloris, va tutto bene?-
-Lasciami!- urlò quello spingendolo e cadendo di schiena, si allontanò da lui come se potesse fargli del male, come se fosse stato un mostro, uno di quei mostri.
-Vattene!- urlò Cloris coprendosi il petto con le mani.
Enrico scosse il capo -Non posso, lo farei, ma non posso lasciarti così!- lo afferrò per le spalle e lottò per non farlo scappare, lo strinse forte -Ti prego, calmati…- la voce gli tremò –Ti prego…-
Cloris si chiuse la bocca con le mani per non lasciar sfuggire ancora la voce, per recuperare un minimo di dignità, ma si sentiva morire dentro, si sentiva sporco e non poteva ripulirsi di quella lordura. Enrico lo strinse a se per dargli conforto.
-Non chiedermi di lasciarti così…- disse. Avrebbe voluto dire di più, ma non lo fece. Cloris tirò su col naso e per la prima volta pianse tutte le sue lacrime aggrappato a qualcuno, come un bambino.
Note autore: scritta dalle 17:59 alle 18:04. Sempre a casa della nonna, che spero non senta ciò che accade, comunque, beh, tristezza vieni da meeeee u.u
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