Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Lokisass    10/07/2012    3 recensioni
Le orecchie del ragazzo furono improvvisamente deliziate da un suono soave, gli colpiva il profondo, lo guidava come guidava il Cappellaio, e lo portò a socchiudere gli occhi e a lasciarsi cullare tra le braccia di quello strano uomo. Sentiva il profumo di Tony, le spalle di Tony, la sua presenza sotto il suo tocco. Come poteva non scambiarlo per lui?
" Cappellaio… "
" Sì, Steven? "
" Baciami. "
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avengers in Wonderland
 

 
Tea and Hats

 
 
<< Cliny? Hey, Clint? >>
Steve aveva iniziato a chiamare il coniglio che continuava ad andare dritto per la sua strada. Erano ore che camminavano ed il paesaggio non cambiava. Il biondino era sicuro che il batuffolo si fosse perso, ma non rinunciò al voler sapere dove fossero diretti.
<< Clint? Ma insomma! >>
<< Chi stai chiamando? >> Il coniglio si voltò sbuffando.
<< Dimenticavo… >> Sussurrò Steve, quasi vergognandosi: << Bianconiglio, dove mi stai portando? >>
<< Al sicuro! È tardi! >>
Il coniglio fece per ricominciare a saltellare, quando il ragazzo lo prese per una gamba e lo fece cadere a terra: << Smettila di dire che è tardi, mi dai sui nervi! DOVE. STIAMO. ANDANDO? >> Urlò, a tal punto che le vene gli si gonfiarono sulle tempie.
<< D-Dal Ca-Cappellaio! >> Questo, terrorizzato, rispose subito, ricoprendo la frase di balbettii.
<< Scusami, eh. È un sogno questo, ed io non ho i capelli lunghi e il vestitino azzurro. Io sono Capitan America! Devo tornare al magazzino subito! >>
<< No, tu sei QUELLO Steve. >> Disse il coniglio, tirandosi su ed aggiustandosi il panciotto.
Il biondo, arreso, sospirò e curvò la schiena: << Portami dove ti pare. >>
Si lasciò trascinare per un altro po’, poi alzò gli occhi al cielo e vide il tramonto arrossare le nuvole.
Davanti a lui si ergeva un’ enorme siepe scura, le foglie sporgevano a forma di lance verso di lui e, dietro di essa, due voci familiari ridacchiavano. Ad un tratto sentì un rumore di vetri rotti ed indietreggiò. Il coniglio lo squadrò, era convinto che quello fosse il giusto Steve, ma da una parte pensava fosse quello sbagliato.
<< Entra. >>  Una zampa si tese verso la siepe, che cominciò a muoversi e a fare un buco grande quanto il ragazzo.
<< Non ci vado lì. >>
<< Sì, invece. >>
<< Cosa te lo fa credere? >>
<< Incontrerai il Cappellaio. >>
Steve roteò gli occhi e fece spallucce. Tanto valeva divertirsi durante quello strano sogno che, oltretutto, non si sarebbe ricordato una volta sveglio.
Affondò le mani in mezzo alla siepe e si spinse dentro, percorrendo il tunnel che si era creato e seguito dal coniglio. Una volta uscito, saltò a terra, scrollandosi di dosso le foglie che gli si erano impigliate nei boxer.
<< Visitatoreeeeeeeee? >> Qualcuno si riferiva a lui.
Da lontano, riuscì a mettere a fuoco un uomo con uno strano cilindro in testa ed un leprotto alto tanto quanto l’ uomo.
<< Cappellaio? >> Domandò Steve.
Ad accoglierlo c’era un tavolo lunghissimo, coperto da una tovaglia bianca e tovaglioli di tutti i colori, cucchiaini, tazzine e zollette di zucchero a volontà e strane teiere dalle forme più improbabili sparse ovunque.
<< Perché nessuno si ricorda il mio nome? >> Si lamentò il Leprotto Bisestile, singhiozzando.
<< Quell’ animale è ubriaco? >> Sibilò Steve al Bianconiglio.
<< Di The, certo. Questi due bevono the a tutte le ore del giorno e della sera. >> Sorrise tranquillo questo.
<< Ma non fanno altro? >>
<< Perché dovrebbero? >>
<< Visitatoreeeeeeeeeeeeeeee? >>
Ancora? Per poco, Steve non fu preso in piena faccia da una tazzina, che si schiantò sulla siepe passandogli a qualche centimetro dal viso.
<< Stai attento, idiota! >>
Lo strano uomo salì sul tavolo e prese a camminare come se nulla fosse sopra la tovaglia. Aveva le scarpe piene di toppe, il davanti cucito e malandato, le gambe erano fasciate fino al ginocchio da delle calze pesanti e bucherellate a strisce nere e blu, i pantaloni marroni, visibilmente strappati, una gamba più lunga dell’ altra, gli cadevano marci sulla vita, stretti da una cintura fatta di sciarpe, che sorreggeva un paio di forbici lunghe quanto un suo braccio e un cuscinetto pieno di spilli. Una camicia bianca era anch’ essa rattoppata con stoffe colorate ed aveva le maniche arricciate ai gomiti. Era scollata, strappata fino allo sterno, ed aveva uno strano disegno nel mezzo, un triangolo azzurro scolorito. Il viso sporco era contornato da della barba nera, i denti bianchi e perfetti, gli occhi color nocciola svegli ed attenti, adornati uno da un filo di trucco celeste e l’ altro da un filo di trucco verde sulle palpebre, i capelli erano leggermente schiacciati dal cappello e cadevano sulla sua fronte, scuri, in contrasto con il nastro rosa scuro che avvolgeva il suo cappello marrone. Guardando bene, il nastro accoglieva una spilla da balia, un foglietto con delle misure ed una piuma bianca.
Il sorriso dell’ uomo, una volta arrivato vicino a Steve e piegato verso di lui, si spalancò.
Il biondo gli puntò il dito addosso: << Tu! Sei Tony! >>
Il Cappellaio rizzò la schiena, fissando il dito del biondo, poi si indicò a sua volta: << Io? Sono Tony? Chi è Tony? >>
Steve ebbe un’ altra rivelazione: << Sei la voce! >>
Il moro lasciò cadere la testa da una parte e si grattò la nuca: << La voce? >> Si voltò verso il Leprotto e gli urlò: << Sono la voce? >>
<< Visitatoreeeeee! >> In aria volò un’ altra tazzina.
Il Cappellaio tornò a guardare il ragazzo: << Ti senti male? Vuoi del the, cucciolo? >> Saltò giù dal tavolo e raggiunse Steve, che rimase impietrito davanti all’ altezza che lo sovrastava: << Ti piacerebbe essere così nella realtà, eh? >>
Il moro si rivolse al Bianconiglio, che cercava di alleviare i pensieri massaggiandosi la testa: << Ma è veramente QUELLO Steven? A me sembra un po’ scemo. >>
<< Non lo so. >> Ammise ClintConiglio.
<< Uh! Allora dobbiamo portarlo dal Brucaliffo! Lui saprà darci una risposta! Prima, però, hai accettato un the, sediamoci! >> Esclamò il Cappellaio.
<< Chi è ‘sto qua? >> Sbottò Steve, disperato.
<< Ce ne occupiamo dopo, non preoccuparti. >> Disse il moro mentre conduceva il ragazzo alla sua sedia e lo faceva sedere. Si mise davanti a lui e gli versò del the, dando una pacca sulle spalle al Leprotto, che stava riempiendo tremante una teiera di zucchero.
Steve lo guardò.
Diamine, assomigliava in tutto e per tutto a Stark, al suo Stark.
Gli era venuta un’ improvvisa nostalgia nei suoi confronti, chissà se l’ uomo la sentiva.
Le labbra del Cappellaio posarono in un sorriso pieno di compassione, tenero, quasi…reale.
<< Visitatore, visitatore! >> Lo chiamò di nuovo il Leprotto.
Solo allora, il biondo lo degnò di un vero sguardo: di lepre non aveva nulla, se non le orecchie, la coda, i baffi ed il naso nero. Aveva gli occhi scuri, la carnagione identica alla sua, i capelli neri, una maglia viola con le maniche strappate e dei pantaloni neri semidistrutti, sopra il ginocchio. Ed era scalzo.
Steve tornò al suo the, ma poi lo sputò tutto, rendendosi conto di a chi somigliasse quella specie di animale: << Dottor Banner? >>
<< Visitatore, fai morire dal ridere! >>
Il Bianconiglio saltellò accanto al ragazzo sorseggiando del the e si mise comodo sulla sedia: << Non so perchè continui a darci dei nomi strani, perdonatelo. >>
Il biondo non parlò, avrebbe solo confuso dell’ altro le cose.
Era strano, ora che ci pensava, il coniglio era di poco più basso di lui: << I conigli e le lepri non sono piccoli? >> Domandò.
<< Mica siamo nel tuo mondo, Steven! >> Canticchiò il Cappellaio.
<< Come sai il mio nome? >>
<< Tutti qui, nel Paese delle Meraviglie, parlano di te. >> Rispose, versando altro the nella tazzina del ragazzo: << Ci salverai, non è mica cosa da poco! >>
<< Io non ho ancora capito che devo fare, però è un sogno, quindi okay. >> Bevve un sorso e poi prese a sfiorare il manico della tazzina delicatamente, con un polpastrello.
Il moro ed il Leprotto fissarono sbalorditi il coniglio: << Gli hai detto che è un sogno? >>
<< No, è lui che lo crede! >> Il batuffolo bianco alzò le zampe al cielo.
<< Caro cucciolo, >> Il Cappellaio gli pose una mano sul braccio: << non è un sogno, questo. >>
<< Cioè vuoi dirmi che se mi afforchetto la mano non mi sveglio? >> Rise il biondo.
<< Esatto! >>
Ma questo continuava a non crederci. Afferrò una forchetta e se la piantò nel palmo della mano, urlando e sporcando poi la tovaglia di sangue. Il moro scavalcò il tavolo, gli prese la mano e, facendo segno ai due animali di andarsene, rimase solo con il ragazzo. Strappò veloce un frammento di tovaglia e la avvolse attorno al palmo ferito di Steve, cucendone poi le estremità prendendo un ago dal cuscinetto che gli pendeva da un fianco.
<< Grazie… >> Sussurrò il ragazzo.
<< Di niente, tutto per il nostro salvatore. >>
<< Ti prego, Tony, smettila di chiamarmi così. >> Sorrise Steve.
Il moro si alzò, entrambi gli occhi mutarono il loro trucco in un nero opaco: << Io sono il Cappellaio Matto, non Tony. Non vuoi capirlo? >> Con aria quasi minacciosa, afferrò un polso al ragazzo e lo fece alzare dalla sedia bruscamente, spingendolo infine verso di sé.
Steve si ritrovò a dover ballare un lento su una base inesistente, impaurito dall’ uomo.
<< Cappellaio… >>
Gli occhi del moro tornarono sgargianti e colorati: << Già meglio. >>
<< Cappellaio, non c’ è la musica… >>
<< Non la senti? >> Gli chiese stranito questo.
Steve scosse il capo.
Il Cappellaio si avvicinò ancora di più a lui e gli sussurrò all’ orecchio: << Apri il cuore, Steven, ascoltalo. Lo senti il vento? Il fruscio delle foglie? Lo scorrere dell’ acqua del ruscello. Riesci a sentirli? >>
Le orecchie del ragazzo furono improvvisamente deliziate da un suono soave, gli colpiva il profondo, lo guidava come guidava il Cappellaio, e lo portò a socchiudere gli occhi e a lasciarsi cullare tra le braccia di quello strano uomo. Sentiva il profumo di Tony, le spalle di Tony, la sua presenza sotto il suo tocco. Come poteva non scambiarlo per lui?
<< Cappellaio… >>
<< Sì, Steven? >>
<< Baciami. >>
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Lokisass