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Autore: Laugh_Smile    10/07/2012    0 recensioni
-De’, alza quel fottuto culo e vieni a giocare- urlò Sam, seduta in cerchio con gli altri. Il gioco della bottiglia, che merda!
-Non mi va- dissi facendo spallucce e tornando sdraiata.
-Merda, sbrigati o ti uccido!- si intromise Noah, roteando gli occhi. Mi alzai controvoglia, andando a sedermi vicino al riccio, che mi lasciò un leggero bacio sul collo. Mi scansai improvvisamente.
-Io dico, ma sei cretino?- era puro odio tra noi due, più che altro lui si divertiva a sfottermi e io non ci pensavo due volte a rispondere, modestamente.
-Dai iniziamo- si lamentò Gin, recuperando la bottiglia di birra che si era appena finito Max. La fece girare tutta emozionata. Ma per favore. Si fermo su di me. Ma và! Il mio solito culo spropositato.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dai Sun! E sbrigati, sei in ritardo!- le urlai
mentre facevo il giro della sala per vedere
se aveva lasciato qualche cd in giro.
Si sentii finalmente qualche passo,
molto calmo, come se quattro ore dopo
non dovesse prendere un aereo.
-E calmati un po’, mamma. L’aereo è  tra un secolo,
abbiamo tutto il tempo che ci pare-
si lasciò scappare, entusiasta della partenza.
Gli shorts scoloriti e strappati a vita alta mettevano in risalto
le gambe esili, non troppo lunghe, la canottiera verde prato
era lasciata morbida sul ventre, per poi finire dentro i pantaloni.
Il viso pallido era contornato da una massa di boccoli neri come
la pece e gli occhi grigio-verde ridevano.
-Tesoro, lo sai meglio di me quanto sia fredda l’Inghilterra, capisco che è luglio,
ma lì è già autunno. Va’ a cambiarti, e fa’ in fretta-
le ordinai gesticolando. Sbuffò.
-Oh ma dai, guarda quanto sono figa così. Farò cascare
tutti i ragazzi inglesi ai miei piedi- rise. La fulminai con lo sguardo,
tanto che si ritirò immediatamente ai piani superiori
e si cambiò velocemente. Scese nuovamente, indossando un paio
di jeans scoloriti e strappati (lunghi) e una canottiera blu.
In mano teneva il completo che aveva indossato prima che ficcò nella borsa
che portava come bagaglio a mano. Indossò con uno scatto della mano
un paio di Vans e uscì tutta pimpante. Entrò in macchina e
si girò per constatare che ci fossero tutti e tre le sue
maxi-valigie. Si sfregò le mani e aspettò che la raggiungessi.
Inserii le chiavi nel quadro e misi in moto.
 
La guardai nuovamente, sembrava così grande. La abbracciai, mi sarebbe
mancata da morire.
-Ehi ma’, vado via per un anno non per sempre- rise, lasciandosi
scappare qualche colpo di tosse.
-Oh, mi mancherai così tanto- la strinsi più forte ciondolando
a destra e sinistra. Poi mi staccai, ricordandomi di tutte le cose
che dovevo ribadirle.
-Te l’ho già detto mille volte ma non basta mai, stai attenta,
non combinare guai, non mettere nei casini nessuno e,
soprattutto, sai di chi sei figlia, quindi ATTENZIONE. Studia e …
divertiti- dissi calcando  ‘sai di chi sei figlia’, insomma non è che
fossimo in buoni rapporti con il padre, io e lui appena ci vedevamo
ci scannavamo, quindi era meglio che fosse solo Sunshine
a raggiungerlo e stare per un po’ da lui,
anche perché io stavo passando un momento difficile
con i soldi e il padre di questi problemi non ne aveva.
-Touchè- rise facendo un gesto vago con la mano.
-E salutami la nonna-
-Ciao ciao!- mi abbracciò nuovamente e corse oltre
i cancelli del gate, in compagni della sua borsa.
 
Sunshine’s POV.
E ciao ciao anche a te Italia, pensai con un
sorrisone stampato sul viso quando l’aereo decollò.
Era quello il bello di me, ero sempre contenta.
Che dovessi lasciare l’Italia e andare in Inghilterra per un po’.
Insomma, dovevo pur stare con mio padre, anche se l’idea
non mi allettava molto, diciamocelo. Era schifosamente ricco,
era stato fottutamente famoso e non mi aveva mai cagata di una virgola.
Ha messo incinta mia madre quando avevano 16 anni e, quando lo è
venuto a sapere, l’ha lasciata. Mia madre è sempre stata presente,
a cercare di colmare il vuoto che la mancanza di un uomo aveva lasciato.
È sempre stata forte, ma mi capitava di sentirla piangere, è sempre stata malinconica
al ricordo del passato, dei suoi 16 anni. Ne avevamo
parlato più volte, anche se sinceramente non mi interessava
molto sapere perché e come era rimasta incinta così giovane.
Io seguivo il filo dei miei pensieri e lei si sfogava.

 
  
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