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Autore: lostwithoutmusic    10/07/2012    2 recensioni
Per Kurt questa doveva essere l’estate più bella della sua vita, passata a preparsi a vivere il suo sogno: Brodway. Ma una semplice lettera aveva sconbussolato letteralmente la sua vita.
Distrutto, e allo stesso tempo deluso da se stesso, si ritrova obbligato a dover passare le sue vacanze dall’altra parte degli Stati Uniti, con persone che erano anni che non vedeva.
Ormai arreso all’idea di rimanere completamente solo, e senza un futuro, un incidente scolvolgerà completamente la sua vita.
“Kurt finiscila di lamentarti. Vedrai che zia Madge e Santa Monica ti faranno bene.quindi smettila di comportarti così e salta in macchina, il nostro aereo parte tra due ore” sbuffando il giovane ubbidì.Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima estate.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho un paio di cose da dire e da chiedervi, ma come sempre lo farò a fine capitolo. Buona lettura ;)



Nei giorni successivi Kurt si rifiutò categoricamente di avvicinarsi alla spiaggia. Non che stesse cercando di evitare Blaine, ovviamente, era solo che non aveva voglia di andarci. O almeno questa era la scusa che aveva usato con tutti. Sua zia Madge, invece, cominciava a sospettare che l’unico motivo per cui suo nipote non ci andasse era perché, appunto, non voleva vedere il bel bagnino, ma preferì non dire nulla e si limitò ad attendere che il ragazzo gliene parlasse.
Per quanto riguardava Maddison, la bambina, durante quei giorni, era andata al mare accompagnata da più che un eccitato Finn, che per una volta si era rivelato affidabile e aveva controllato ogni mossa la bambina aveva fatto.
Kurt, da canto suo, era tornato a rinchiudersi in camera sua e affondare il viso nelle diverse riviste di moda, cercando di sgombrare, con poco successo, la testa da certi pensieri.
 
Finalmente il venerdì di quella stessa settimana il giovane decise di mettere il naso fuori di casa. Era pomeriggio tardi e la gente cominciava a ritirarsi in casa per la cena. Prendendo un respiro profondo si diresse verso la spiaggia sicuro di non trovarvi Blaine, dato l’orario.
Cominciò a camminare in riva al mare, con l’acqua, a quell’ora calda, che gli bagnava i piedi nudi e una leggera brezza gli scompigliava i capelli. Il sole stava tramontando ma era comunque caldo sulla sua pelle candida.
 
Man mano che camminava si avvicinava alla torretta del bagnino e il suo cuore cominciava a battere sempre più forte. Vi passò davanti con la testa bassa, gli occhi che andavano dall’acqua cristallina sotto i suoi piedi alle scarpe che teneva in mano. Poi una voce lo fece sobbalzare “Kurt” si sentì chiamare ed istintivamente si guardò in giro ma non riuscì a capire quale fosse la fonte da cui proveniva quell’incantevole suono “Quassù” disse la stessa voce e il controtenore sollevò leggermente la testa per trovarsi di fronte l’essere vivente più bello che avesse mai visto.
Deglutì rumorosamente “B-Blaine” disse con un filo di voce “Che ci fai li sopra?” chiese e l’altro gli sorrise “Lavoro” rispose con ovvietà “Cioè questo è il mio lavoro, quello che faccio con i bambini è solo un passatempo per le mattinate in cui non sono di turno, ma è il momento della settimana che preferisco” spiegò. Kurt annuì, perché gli sembrava l’unica cosa da fare “Ti va di salire?” gli chiese il moro in tono speranzoso e il controtenore lo guardò confuso “Non stai mica lavorando?” chiese a sua volta strappandogli una risata che gli fece tremare le gambe “Stacco tra mezz’oretta” lo informò facendogli segno di raggiungerlo, cosa che il giovane fece anche se un po’ riluttante “E poi come vedi non c’è praticamente nessuno in spiaggia oggi” aggiunse e i due si accomodarono sulle sedie, osservando in orizzonte il sole che tramontava.
 
Rimasero così per svariagti minuti, contemplando il paesaggio poi Blaine ruppe il silenzo “Non..non ti ho visto i giorni scorsi” mormorò e Kurt ridacchio “Diciamo che io e il mare non andiamo d’accordo” mentì, in parte, mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosso. Il moro se ne accorse immediatamente e gli sorrise dolcemente “E poi mi scotto facilmente e divento una specie di aragosta. Per non parlare della salsedine che mi rovinerebbe i capelli e la pelle” si lamentò l’altro alzando le spalle “Sei perfetto” si lasciò scappare lui sperando che non l’avesse sentito e, come se niente fosse, tornò a guardare il cielo.
 
E, invece, Kurt l’aveva sentito benissimo. Immediatamente si sentì le guance andare a fuoco e, in men che non si dica, scattò in piedi “Ora è meglio che vada. A casa mia la cena del venerdì è sacra, quindi è meglio che mi muova se non voglio fare tardi” disse cominciando a scendere dalla torretta. Blaine lo bloccò immediatamente “E dopo cena che fai?” gli chiese. Il controtenore, arrivato a metà strada, si voltò verso il riccio e lo fissò dritto negli occhi nocciola “Io..credo che..me ne starò in camera a leggere” farfugliò “Perché?” aggiunse poi speranzoso. E infatti, pochi secondi dopo, accadde quello che stava sperando “Mi chiedevo se ti andasse di uscire a prendere un gelato con me” domandò con un sorriso sulle labbra Blaine. Il ragazzo annuì vigorosamente “Passò a casa di Madge per le nove e mezza, va bene?” “Certo, va benissimo. A dopo Blaine” disse con un filo di voce, per poi immergere i piedi nella sabbia e cominciare a dirigersi ferso casa. Blaine rimase bloccato per alcuni secondi “A dopo Kurt” urlò poi sorridendo.
Quella si sarebbe magicamente trasformata in una bellissima serata.
 
*
 
Kurt, seriamente, non sapeva come gestire la cosa. Ma, soprattutto, non sapeva come chiedere il permesso, a suo padre, per uscire con un ragazzo che aveva incontrato solo quanche giorno prima.Appena arrivato a casa, era corso a farsi una doccia, per poi sistemarsi i capelli e stendersi sul letto ed escogitare mille piani per uscire di casa senza che l’uomo se ne accorgesse. L’impresa era impossibile. E alla fine si arrese: gliel’avrebbe chiesto durante cena, magari con un piccolo aiutino da parte di zia Madge.
 
Durante la cena fu costretto a subirsi un Finn eccitato per l’inizio del suo corso di recitazione nella scuola di sua zia Lara. Non che la cosa gli desse fastidio, solo che era stufo di vedere che la gente, in qualche modo, si stava godendo l’estate, mentre lui l’unico “divertimento” l’aveva trovato in Blaine. 
Okay e questa da dove mi è uscita? pensò, scuotendo poi la testa. “E io che farò tutta l’estate?” chiese dopo un po’, quando il fratello si era finalmente calmato. Lara lo guardò e gli sorrise “Madge avrà bisogno di te per qualche giorno e per il resto, potresti andare a fare shopping o accompagnare Maddie in spiaggia” gli rispose. Il giovane la guardò pensieroso “Va bene” acconsentì e tutti lo guardarono sbalorditi. “Che c’è, non è male andare in spiaggia dopotutto” borbottò, per poi incontrare lo sguardo di sua zia, che gli fece l’occhiolino. Il controtenore ridacchio per poi farsi immediatamente serio.
 
Era arrivato il momento. Fece un respiro profondo “Papà” iniziò, attirando l’attenzione di Burt “Volevo chiederti se stasera, dopo cena, potevo andare con un amico a prendere un gelato” domando con fare speranzoso.   L’uomo lo guardò e gli fece cenno di continuare “Si chiama Blaine, l’ho conosciuto in spiaggia, fa il bagnino, non so quanti anni abbia ne dove vive. Mi ha chiesto di uscire perché stiamo facendo amicizia. No, non so se sia gay ne se ha il fidanzato e no, non te lo farò conoscere finchè anche io non lo avrò conosciuto per bene” disse tutto d’un fiato “Ah e se hai qualche domanda puoi chiederla a zia Madge, loro due si conoscono alla perfezione” concluse sbuffando.
Burt scosse la testa “Kurt non credo che sia una buona idea” decretò e il figlio lo fulminò con lo sguardo “Papà, lo so che dopo tutto quello che è successo con Karofsky tu sia così protettivo ma..” sua zia venne in suo aiuto “Burt conosco quel ragazzo da un po’ e posso dirti che è un ragazzo d’oro. E poi un’uscita non farà male a nessuno. Se dopo stasera Kurt penserà che Blaine non è quello che sembra, penso che sia abbastanza grande da capire che deve stargli lontano” disse in tono quasi solenne. L’uomo sospirò “Eh va bene” alla fine cedette “Grazie mille” trillò allora un Kurt eccitato. Immediatamente il giovane scatto in piedi e prese il piatto tra le mani “Dove stai andando?” gli chiese immediatamente suo padre “A prepararmi. Blaine passa alle nove e mezza e un’ora per farlo non basta” spiegò per poi riporre il piatto nel lavandino, dare un bacio sulla guancia a sua zia e schizzare in camera a prepararsi.
 
*
 
“Coop io esco” urlò Blaine dall’ingresso di casa sua. Suo fratello emerse dalla cucina con in vita un grembiulino rosa e alle mani dei guanti di plastica. La visione era alquanto esilarante ma il moro si trattenne dallo scoppiare a ridergli in faccia per paura delle ritorsioni. “Dove stai andando Schizzetto?” gli domando e il riccio sbuffò sonoramente “Cooper finiscila di chiamarmi così” si lamentò “Comunque vado a prendere un gelato con un ragazzo che ho conosciuto giù alla spiaggia” rispose lasciandosi scappare un sorriso.
Il fratello maggiore lo guardò preoccupato “Blaine..” iniziò ma il più piccolo lo bloccò subito “Lo so, okay? Starò attento, non ti devi preoccupare” disse per poi prendere le chiavi della macchina e uscire di casa.
 
*
 
Blaine arrivò a casa Parker-Logan in dieci minuti e trovò Kurt già li ad aspettarlo. Scese dalla sua macchina verde bottiglia e gli corse in contro. A metà strada però si blocco. Kurt era bellissimo: indossava un paio di jeans, neri, che sembravano essergli dipinti addosso, una camicia nera con le maniche tirate su fino ai gomiti e un gilet anch’esso nero, mentre i suoi capelli erano perfettamente pettinati e le guance leggermente arrossate, a causa del sole, facevano risaltare l’azzurrò dei suoi occhi.
È bellissimo, pensò avvicinandosi a lui. “Hey ciao, scusa per il ritardo” il controtenore gli fece un mezzo sorriso e scosse la testa “Non sei in ritardo, non ti preoccupare” lo tranquillizzò “Andiamo?” domandò poi ed entrambi entrarono in macchina, per dirigersi ad una delle gelaterie del centro.
 
La serata passò nel migliore dei modi. Blaine e Kurt si raccontarono di tutto.
Il controtenore scoprì che il suo nuovo amico aveva abitato, fino ad un’anno prima, a poche ora da Lima, a Westerville precisamente, e che si erano anche scontrati quando il ragazzo faceva ancora parte dei Warblers. Gli parlo di come poi si era trasferito a Santa Monica e che ora abitava con suo fratello Cooper, ma non aveva detto perché e il giovane non aveva osato chiederglielo. Gli aveva spiegato della sua passione per la musica, di come l’acqua era diventata la sua seconda casa e che volveva che lo stare in mezzo ai bambini diventasse il suo lavoro.
Blaine, invece, venne a sapere praticamente tutto di Kurt: della sua passione per il teatro, il canto e la moda, del suo Glee club, delle Nazionali, della sua famiglia e per ultimo della sua omosessualità e dei problemi che gli aveva “causato”. A quel punto anche il moro confessò di essere gay e che lo capiva più di qualsiasi altra persona.
 
A fine serata fu difficile separarsi e quando entrembi andarono a letto non vedevano l’ora di rivedersi di nuovo e poter passare assieme un’altra serata del genere.
Oddio è perfetto, fu il loro ultimo pensiero prima di addormentarsi.
 
*
 
Nei giorni successivi passarono tantissimo tempo assieme. Dato che Blaine lavorava praticamente cinque giorni su sette fino a pomeriggio tardi, Kurt andava spesso a trovarlo e insieme guardavano il sole tramontare. Qualche sera uscirono a fare una passaggiata in riva al mare o a mangiare un gelato. Durante il fine settimana, quando il moro non doveva lavorare, passavano le loro giornate insieme a fare qualsiasi cosa passasse loro per la testa.
Una sera accadde che, dopo essere andati a vedere un nuovo film appena uscito al cinema, arrivato il momento di salutarsi, Kurt si era piegato verso Blaine e gli aveva lasciato un piccolo bacio sulla guancia. Appena rializzato quello che aveva fatto, però, era scappato fuori dalla macchina con gli occhi lucidi per colpa delle lacrime e aveva lasciato un Blaine, confuso e scioccato, a rimuginare su quello che era appena successo.
Erano diventati amici inseparabili, ma entrambi speravano che ci fosse qualcosa di più.
 
E quando, quel giovedì pomeriggio, Maddison si presentò alla porta della camera di Kurt, con addosso il suo costumino azzurro, la salvietta tra le mani e gli occhioni imploranti, il controtenore non sapeva che la sua vita sarebbe cambiata drasticamente, per sempre forse.






Angolo dell’autrice:
 
Buonasera a tutti!
Ce l’ho fatta ad aggiornare in tempo, sono fiera di me ahahah
Comunque parliamo di cose serie:
 
1- Chiedo scusa per eventuali errori ma la mia beta è momentaneamente in vacanza e non può correggere i capitoli. Vi prometto che una volta che tornerà li correggerò. Quindi scusatemi davvero.
 
2- Dal prossimo capitolo si parte con l’agnst, quindi preparatevi.
 
3- Ho bisogno di voi, soprattutto ho bisogno di qualcuno di voi che sappia DAVVERO bene l’inglese e che mi possa aiutare con una fanfiction. Soprattutto parlo con coloro che leggono e non recensiscono: se volete aiutarmi fatemelo sapere qui per messaggio pribato o su twitter. E grazie in anticipo.
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere!
A martedì prossimo,
 
lostwithoutmusic.

  
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