(NdA: per la cronaca, maka ha circa 3 anni)

-Ma dov'è il tesoro di papà?? Ecco il tesoro di papà!! si sei tu tesoro!!- Quelle parole... quelle dolci parole... me le ripeteva tutti i giorni. L'amore di papà, il tesoro di papà, insieme alla mamma. Ed io ero felice. A volte però papà lo diceva ad altre signore. Magari anche loro sono speciali per papà, pensavo.

-Kami, esco!- Il mio papà, che fino ad un momento prima mi stava leggendo un bel libro, voleva andarsene.
-Dove vai papà??- Lo dissi con una voce quasi ansiosa: non volevo che papà se ne andasse proprio mentre mi leggeva le storie!!
-Papà va a trovare le sue amichette, maka- Disse, con un sorriso che faceva trasparire di non essere proprio fiero di sè.
Stavolta non volevo che se ne andasse.
-Ma... ma... ma pelchè non tai qui a casa con me??- dissi, quasi sull'orlo delle lacrime; papà se ne andva sempre mentre giocava con me. -Non ti piace giocale con me??- dissi piagnuccolando, quasi convinta che fosse così.
-Ohh, maka...- disse prendendomi in braccio. -Io adoro giocare con te, non devi pensare che sia il contrario! Ma sai... le mie amichette mi aspettano!- e disse l'ultima frase con lo steso tono di prima.
-Spirit, torni in quel postaccio a ubriacarti?- La mamma arrivò dalla cucina.
-Suvvia Kami... non è propriamente un postaccio..- Poi mi guardò -Se vuoi porto Maka...-
-TU NON TI AZZARDERAI MAI A PORTARE LA NOSTRA BAMBINA IN QUEL LURIDO LOCALE!!!- Non mi piaceva quando la mamma alzava la voce. Mi misi a piangere, perchè la mamma urlava, perchè papà non mi voleva leggere le storie...
-Guarda la hai anche fatta piangere! Vattene e non tornare!- Disse la mamma, sbattendo la porta in faccia a papà.
Io rimasi li a piangere, perchè litigavano? Perchè non poteva essere tutto perfetto?
-Tesoro non piangere- disse mia madre accucciandosi accanto al divano -tuo papà non se lo merita. Quando fa così non è un bravo papà, e tu non devi stare male solo perchè lui è stupido- con gli occhi grondanti alzai il mio viso -Non è balvo papà??- dissi tirando sù col naso
-Non quando va in quel postaccio... Su maka, gioca da brava che la mamma deve stirare- e detto questo, appoggiò la mano sulla mia testa e se ne andò.
Io presi il libro che mi stava leggendo papà: le figure erano molto belle, ma non riuscivo ancora a capire cosa fossero quei strani simboli accanto ad esse. Papà a volte quando leggeva seguiva con il dito le parole qundi... giusto! Quando papà passava il dito su questo simbolo qua, faceva quel suono strano che non sapevo ancora pronunciare! (nda: la r). Allora, armata di buona volontà, mi sforzai di ricordare quali fossero gli altri simboli. Due mesi dopo, ero quasi in grado di leggere da sola. Però a volte sbagliavo apposta, perchè mi piaceva che le storie me le leggesse papà...

Era molto tardi, e la luna era alta in cielo da molte ore. Quando papà andava nel "postaccio", come lo chiamava la mamma, tornava sempre tanto tardi, puzzava e dceva cose strane. Verso le 2 del mattino, la porta di casa si spalancò, e papà entrò facendo un gran rumore. Dato il tintinnio, dedussi che aveva ancora le bottiglie in mano. Quando papà tornava mi svegliavo sempre, ma alla mamma non piaceva che lo andassi a salutare, quindi rimasi nel letto con gli occhi strizzati per la concentrazione di poter recepire ogni parola. Speravo veramente che non si mettessero a litigare, come al solito. Io volevo bene si a mamma che a papà. Ora non più...