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Autore: Verobelieber    10/07/2012    11 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
"Vedi Leen, il figlio di un mio amico è rimasto orfano e ha bisogno di protezione" sbuffai, voleva veramente mettermi a riposo?
"E tu sei la migliore"
"Proprio per questo motivo non dovresti affidiare a me un novellino!" sbraitai nuovamente. "Tu lo addestrerai a fare il tuo lavoro"
"Nessuno può farlo" dissi accendendomi un altra sigaretta e facendo girare la rivoltella.
Hei ragazze! Sono sempre io, che mi cimento in una FF completamente diversa dall'altra, spero che vogliate fare un salto :)
Veronica.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 Siller.
 
Ripassai lo straccio sudico per tutta la lunghezza della canna già lucida della mia Sig-Sauer semiautomatica, per poi fare scattare il carrello, inserendo così la nuova cartuccia pronta all'uso. Pronta a uccidere ancora.
Alzai lo sguardo e lo posai sulla figura stesa sul letto, beatamente nel mondo dei sogni. 
Sul mio viso si dipinse un ghigno malefico e divertito, pensando alla sorpresa che si ritroveranno i parenti la mattina successiva.
Feci un passo sordo sul pavimento di legno della villa del signor Reman, traditore della nostra associazzione.
Che poi non lo era veramente, un associazzione.
Uno squallido pub intriso di sudore, sangue e morte; pieno di uomini allenati e programmati per uccidere e portarti via ogni singolo respiro vitale nell'arco di pochi secondi, forniti solo di coraggio, forza bruta, e una revolver bastarda.
Arrivai di lato al baldacchino, da cui ricadevano delle lenzuola rosse, come il colore del liquido che avrebbe ben presto inondato il letto e il pavimento adiacente ad esso. Sorrisi alla vista di Oscar, quello stronzo di un uomo che durante un agguato da parte di Zaco, mi aveva lasciato sola, mandandomi praticamente sotto terra. Ma ora mi ero ripresa, dopo due mesi di lunghi trattamenti e cure, ed avevo chiesto a James l'esclusiva per fare fuori questo pezzo di merda.
Non si scherza con Aileen Cooper.
Percorsi con l'arma i lineamenti del suo viso, soffermandosi sulle labbra. Labbra che avevo baciato e morso fino a farle sanguinare.
Sorrisi beffarda, picchiettando sul suo capo coperto di una folta capigliatura castana, che avevo molte volte stretto fra le dita.
L'essere sbattè un paio di volte gli occhi color smeraldo puro, per poi stringerli a causa dell'assenza di luce.
"Leen? Sei ancora viva?" chiese spaventato, porgendo il capo in avanti, ma ritraendo il resto del corpo, accucciandosi contro la testiera dorata del letto. Misi la pistola in orizzontale rispetto alla sua testa, premendo leggermente su un lato. Osservai compiaciuta come egli, accortosi dell'arma, sbarrò gli occhi, per poi rivolgermi uno sguardo implorante e assolutamente da pisciasotto. Sa benissimo che non posso sopportare gli uomini frignoni e senza coraggio. 
"Io si" pronunciai, prima di premere il grilletto.
 
 
"Siller! James vuole parlarti!" 
Una voce grave e sommessa mi svegliò, storpiando anche il mio sogno. Sentì la porta di pesante ferro sbattere violentemente, segno che ero desiderata con urgenza. Mi alzai dalla branda cercando di non cacciare Smokie, il mio ratto da compagnia, che condivideva con me la mia lussuosissima stanza di cemento del retro del pub. Stropicciai gli occhi, passandomi più volte una mano fra i capelli corvini e scomposti, che apparivano per lo più come un nido di uccelli inferociti che ha una capigliatura femminile. Arrivai davanti allo specchio sfregiato da me e posto sopra al vecchio e puzzolente lavandino, osservandomi. Il ciuffo mi ricadeva stanco e umidiccio sul volto, appiccicandosi alla fronte per il sudore dovuta a quella scatola che avevo come stanza, gli occhi erano segnati da occhiaie profonde, che contornavano le iridi blu scuro, come un profondo abisso. 
 
E lo era lei, un abisso.
Un abisso di sentimenti accalcati uno sull'altro, che come rivali, si fronteggiavano, vorticando fastidiosamente nella testa e nello stomaco di Leen, il quale esile ma coraggioso corpo, doveva tenerli rinchiusi, senza farne traboccare neanche una goccia. 
Altrimenti si sarebbe scatenato un caos.
 
Sbuffai sonoramente, facendo alzare, se anche di poco, il ciuffo ribelle. Presi un top a caso dall'ammasso di vestiti che si trovavano su uno sgabello sgangherato in fondo alla stanza, e degli shorts, mi cosparsi gli occhi di un pesante strato di matita nera ed uscì dalla pseudocella, non prima di aver preso le Manchester e la mia amata pistola. "Giorno Bill" sputai annoiata, passando infianco al body guard personale di James, un  omone tozzo e grosso, con uno scorpione tatuato su un braccio e senza un sopracciglio, perso in una rissa divagata in fiamme.
Mi fece un segno d'assenso lanciandomi l'accendino arancio graffiato, che afferrai al volo con la mano sinistra, e che usai per accendermi una sigaretta. "Grazie" dissi veloce, per poi restituirglielo e dirigermi verso il cortiletto adiacente al pub.
Salì velocemente la scalinata di cemento grigiastro, misto ad altri minerali sconosciuti alla sottoscritta, ed uscì fuori, beandomi finalmente di una brezza d'aria fresca. Presi un grosso tiro dalla Manchester e lo buttai all'aria, vedendolo scomparire a forma di sbuffi sconnessi fra l'azzurro tenue del cielo primaverile. Tirai con i miei anfibi un calcio a qualche sasso, mentre osservavo la sigaretta consumarsi lentamente.
Cosa vorrà mai volere James?
Gli assassigni che mi aveva affibiato sono stati compiuti tutti con assoluta discrezione, senza lasciare traccie o inutile sangue versato; anzi, ieri sera avevo anche compiuto un extra. Risi beffarda, ricordando la fine del malcapitato della scorsa notte, per poi prendere un altro tiro dalla sigaretta. Anche se mi volesse mettere in mano un altro incarico declinerei l'offerta, per il semplice fatto che per questo mese ne avevo abbastanza di sangue, urla, appostamenti e quant'altro, o al massimo avrei posticipato la data di scadenza.
Presi un ultimo profondo respiro di libertà, osservando gli uccelli volare liberi nel cielo, senza costrizioni o contratti, per poi aprire con uno spintone la porta di legno, facendo cadere qualcuno dall'altro lato. Esso emise un mugolio basso, per poi alzarsi in piedi e caricare un pugno ben assestato, che non arrivò mai a destinazione. Con la mano libera gli bloccai il pugno chiuso a mezz'aria, per poi osservare le curvature delle sue sopracciglia farsi meno inarcate, fino a scomparire, lasciando spazio alla paura. Vidi una gocciolina di sudore scendere sulla sua fronte, per percorrerla lateralmente ed arrivare alla guancia, dura e contratta. "Siller... Scusami, veramente... non pensavo fossi tu!" blaterò in fretta Guy, il capo degli "scazzottatori scelti" i nostri migliori uomini in fatto di risse. Emisi un ghigno soffocato per poi stringere di più il suo pugno.
Intorno a noi intanto le persone si erano allontanate ed erano cadute nel più religioso silenzio, in attesa.
Mi avvicinai al suo viso, dandogli così l'onore di potermi guardare negli occhi, onore che riservavo veramente a pochi, o solo a chi era in punto di morte. "Ti va bene che devo portare il culo da James per sapere che cazzo ha da dirmi, ma non provare mai più a sfiorarmi, hai capito?!?" gli urlai seria e decisa, in modo che il messaggio arrivasse dritto a quel poco cervello che si ritrovava. Guy annui velocemente per poi levarsi di mezzo, insieme agli scagnozzi, che mi aprirono un varco fra di loro fino alla porta del capo. Mentre camminavo potevo benissimo sentire la puzza di sudore, adrenalina e sangue caratteristiche di quel locale da quattro soldi. Arrivata davanti alla tendina la scostai sbuffando per poi letteralmente lanciarmi sul divanetto dietro la scrivania, finendo di fumare la mia sigaretta. 
"Sai che detesto che fumi qua dentro, poi ti fa male" la voce profonda e mascolina di James mi arrivò all'orecchio, portandomi a voltare verso la direzione del suono, svegliando i sensi. "Come se quello che mi lasci fare mi faccia bene!" ribattei ridendo, spegnendo la sigaretta contro il prezioso divano cinese e buttandola fuori dalla finestra. Vidi James irrigidire la mascella, e increspare lo sguardo, per poi avvicinarsi lentamente a me. "Non è colpa mia se sei la migliore qua dentro" Asserì, guardandolo torva sedersi vicino alle mie gambe nude, per poi prendere ad accarezzare la coscia. Sentì il corpo riempirsi di delicati brividi di piacere al passaggio della sua mano sulla mia pelle, e mi avvicinai a lui, prendendo a stringergli la camicia per attirarlo a me.
Appoggiai le labbra sulle sue, sentendo come sapeva assolutamente di eroina.
E poi si lamentava che io fumavo!
Sorrise vittorioso, sapendo di possedermi fino al midollo, che in fondo, era proprio quello che stabiliva i contratto.
Prese ad accarezzarmi la schiena per la lunghezza, mentre io infilavo in un modo poco gentile la lingua nella sua bocca, iniziando a giocare con la sua, mischiando sapori e odori, creando tempeste di emozioni.
Quando arrivò al gancetto del reggiseno si bloccò staccandosi e guardandola negli occhi, sciogliendo il suo oro liquido nel blu oceano di Leen.
"E non solo a uccidere" mi soffiò sul viso, facendomi arrossire. Quando ero con lui riuscivo a sentirmi una ragazza, anche se per pochi minuti.
Riuscivo a sentirmi viva e libera.
"Grazie capo, ma non credo tu mi abbia convocata con urgenza per una sana scopata delle 9.30 del mattino" gli dissi portando le miei gambe sulle sue, e sistemandomi meglio con la schiena contro il divano, in modo da avere una visuale completa della sua persona.
"L'ho già detto che sei la migliore?" mi chiese sorridendo largamente, mentre la sua mano si appoggiava nuovamente sulla mia coscia.
"Ok veramente, che vuoi?" chiesi di rimando io, mettendomi seduta e ritornando la serial killer acida e scontrosa di sempre.
James sbuffò ritraendo la mano, per poi alzarsi e camminare verso la scrivania, traboccante di foglie carte.
"Ti ricordi di Jeremy? Il mio socio d'affari nonchè mio vecchio amico?" iniziò, prendendo ad armeggiare con alcune cartellette.
Annuì, cercando di capire dove voleva andare a parare. "Bene, un complice di Zaco l'ha fatto uccidere tre giorni fa" sentendo ciò, feci il segno della croce, mia abitudine, ogni volta che qualche uomo innocente veniva ucciso da questi giri.
"Ecco, gli avevo promesso che nel caso gli fosse successo qualcosa, avrei protetto io suo figlio, ormai divenuto orfano" ascoltavo silenziosa, studiando attentamente ogni sua mossa con gli occhi, pronta ad alzarmi per oppormi ad una sua idea sicuramente non consona alle mie attitudini.
"Dove vuoi arrivare?"
sputai velocemente. Sosprirò, girandosi verso di me con una faccia da cane bastonato, per poi prendere un forte respiro.
"Tu da oggi sarai la sua guardia del corpo, dovrai stare sempre con lui, stando attenta che nessuno lo tocchi"
Ok, si era rimbecillito del tutto.
"Vuoi che diventi una baby sitter per adolescenti?!?!!?" urlai alzandomi, appoggiando i palmi aperti sulla scrivania.
"No, sarai molto di più, devi insegnarli la nostra vita, insegnarli a difendersi, a muoversi fra noi, deve diventare un uomo!" disse lui, rimanendo calmo e sedendosi sulla poltrona laccata. Sbattei violentemente un pugno sul tavolo, lasciando un bollo evidente sul legno raffinato.
Vidi gli occhi di James infuocarsi per un momento, per poi tornare normali, ben consapevoli che con me non bisognava incazzarsi.
"Ti rendi conto che mi stai retrocedendo da serial killer, assetata di sangue, a balia per poppanti? Sei sicuro di non essere diventato matto?" sbraitai furiosa, guardandolo torva dall'alto in basso. "Questa è la mia decisione, ed è irrevocabile" finì severo, facendo capire che la discussione era conclusa, per lui. "Io mi oppongo, affibbiami quanti casi vuoi, ma non mettermi a riposo!" ribattei ancora, come una bambina capricciosa.
"Ti ricordo che tu non puoi opporti, tu sei MIA!" disse lui, alzando per la prima volta la voce, e stringendomi un polso, tanto da farmi male.
Grugnì appena, staccandomi immediatamente da quel contatto non gradito ne voluto, e mi presi il volto fra le mani, iniziando a pensare.
Io, Aileen Cooper, meglio conosciuta come Siller, ero stata retrocessa a badante di novellini, uno dei lavori meno importanti dell'associazzione, lavoro affidiato solitamente a Mark, e al quale io davo solo a volte una controllatina, scartando le eventuali matricole non idonee, secondo la mia ristretta tabella.
Imprecai contro James, facendolo sussultare per un secondo, per poi ricomporsi. 
"Voglio una pistola automatica nuova, e devi comprarmi 20 pacchetti di Chesterfield!" gli urlai esasperata, ma sconfitta.
Sorrise sornione, alzandosi e avvicinandosi a me, per poi stringermi i fianchi possessivo. Prese a baciarmi il collo, succhiando avidamente ogni centimetro di pelle. Ansimai piano, portando le mie mani fra i suoi capelli, per attirarlo di più a me, mentre le sue s'infilarono sotto al mio top aderente.
"Che ne dici se ora riprendiamo la tua prima opzione?" chiese malizioso al mio orecchio, per poi morderlo.
Sorrisi prima di attirarlo del tutto a me e baciarlo, sentendo come il mio top e il reggiseno venivano velocemente lasciato cadere soli sul pavimento di marmo lucido. "Come si chiama il marmocchio?" mormorai in preda ai gemiti, causati da una perlustrazione profonda da parte delle sue dita.
Si staccò per un secondo dalle mie labbra, mordendole.
"Justin"
 

 
 
 
Olè!
Ciao belle! Sono sempre io, che ho deciso di rompervi con una nuova FF, molto più cruda e violenta della prima :)
Sinceramente il genere è veramente differente, e non credo che a tutte possa piacere, quindi se mi lasciaste una recensione solo per dirmi se andare avanti, o se troncare qui e con qualche aggiunta farla diventare una OS io vi ascolto, perchè mi fido di voi <3
Questo naturalmente non vuol dire che dimenticherò l'altro mio "capolavoro", anzi, credo che per aiutare questa lo pubblicherò prima, lasciando naturalmente il link di quest'ultima. :D 
Come vedete mi sono presa bene ad inserire Gif animate, sono o non sono una ficata?
E sempre come avrete capito, il volto della protagonista sarà niente popo di meno che la nostra Effy!
Anyway ringrazio a prescindere chiunque abbia avuto voglia di aprire questo prologo, fidandosi della presentazione non molto convincente.
Sperando di rivederci al primo capitolo con qualche recensione, 
Much love,
Vero.
 
#PAPPALLINASPACCAICULI
 
 
 
 
 
 
   
 
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