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Autore: renata96    10/07/2012    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza di 17 anni italo-inglese che vive per la musica; come molte ragazze della sua età, Azzurra, ha la mente strapiena di sogni e desideri.
Lei vive in un mondo tutto suo, un mondo libero, dove non esistono ostacoli, ma la realtà che dovrà affontare sarà piena di peripezie e traguardi da raggiungere. Lei e la sua migliore amica si troveranno faccia a faccia con il loro desiderio più grande, faranno scelte.
Azzurra si sentirà amata davvero per la prima volta, vedrà la sua vita cambiare radicalmente: il mondo attorno a lei la guarderà con occhi diversi.
Questa storia vuol fare capire a tutte le persone che hanno un sogno di non smettere di sperare, di non prendere decisioni con dei "se" o con dei "ma", ma di lasciarsi andare e vivere i propri desideri come il cuore comanda.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo - VIVA LA VIDA 

 
Giugno 2012
 
 
-E’ l’ultima mattina in cui ti svegli alle 6.30 Azzurra, dai forza scendi da questo letto e vai, ti aspetta il tuo ultimo giorno di scuola, su, sveglia, sveglia!-
dissi a me stessa. 
Ci volle un po’ per svegliarmi del tutto, ma alla fine scesi da quel letto e mi andai a lavare e preparare. In cucina mi aspettava mia mamma con un succo d’arancia e un cornetto sul tavolo come ogni mattina.
Bevetti il succo e presi in mano il cornetto facendo segno a mia madre che ero già in ritardo, lei se ne uscì con una frase in inglese incomprensibile, dato che aveva origini inglesi, ogni tanto quando era stufa di qualche mio comportamento (diciamo quando ero sempre in ritardo a scuola) iniziava a parlare un inglese che sembrava dialetto sardo  
Scesi e mi precipitai a prendere la metro, misi il mio i-pod nelle orecchie e partì la riproduzione casuale: viva la vida dei Coldplay, almeno la mattina iniziava bene.
Arrivata a scuola vidi la mia migliore amica, Rebecca, come ogni giorno mi aspettava davanti all’entrata sapendo dentro di sé che saremmo arrivate in ritardo anche l’ultimo giorno di scuola.. 
-Rebe, scusamii, lo so che sono in ritardo ma.. meno male che non sei entrata, almeno se ci devono sgrigare lo fanno ad entrambe, ahahah!- esclamai.
-Pazza! Ogni giorno arrivo qui a scuola alle otto meno dieci e sono in orario e devo aspettare te, burlona dei miei stivali, che arrivi alle otto e cinque!
Ora dimmi se non ti voglio bene!-
-Ovvio che me ne vuoi, e lo so bene, scema!- l’abbracciai.
-Dai dai, muoviamoci prima che ci facciano entrare alla seconda ora l’ultimo giorno di scuola!- disse lei sorridendo.
Quella mattina passammo per l’ultima volta i badge, e fortunamente arrivammo due minuti prima che il professore entrò il classe. 
Passò anche quell’ultimo giorno di scuola, mi salutai con Rebecca e ci demmo appuntamento per le 16.30 nel parchetto sotto casa per parlare di ciò che avremmo fatto l’estate.
Arrivai a casa e mi aprì la porta mia mamma.
-Allora com’è andato l’ultimo giorno di scuola?-
-Bene mamma, non vedevo l’ora che finisse, almeno ora potrò essere libera, piuttosto, che c’è per pranzo?-
-Fish and chips baby!-
-Hai sperimentato la cucina inglese ancora una volta? Ti ricordo che l’ultima volta che hai cucinato la cheese-cake stavamo per chiamare i pompieri-
-Ma stai tranquilla che questa volta ti piacerà sicuramente il cibo inglese!-
Lo assaggiai e in effetti era molto buono, bè meglio così! Feci i complimenti a mia mamma per il cibo e me ne andai in camera mia e accesi il computer. Su twitter ero aumentata di 20 followers e su facebook notai che si era appena connessa Rebe. 
-Allora tra un po’ parchetto?- le scrissi.
-Yes!- mi rispose lei con uno smile.
-Mia mamma ha cucinato cibo inglese-
-Non dirmi che avete chiamato i pompieri?!- rispose lei con una linguaccia.
-No, scema! Ahahah- 
-Tra mezz’oretta al parco, ci vediamo dopo, vado che mio fratello sta rompendo le palle, vuole il computer, ma comprarsene uno no?- 
-Ahahah ok, a dopo, i love you- risposi con un cuore.
Chiusa la conversazione andai sul mio letto e mi stesi un po’.
Mi guardai attorno.. La mia stanza era piena di poster della Boy Band più famosa in Inghilterra:i One Direction.
Fin da quando avevano partecipato ad Xfactor li seguivo appassionatamente, siccome avevamo la parabola satellitare che prendeva anche i canali inglesi. Ogni volta che c’erano in tv, veniva da me Rebecca e stavamo pomeriggi a guardarli. Sapevamo tutte le loro canzoni a memoria, insomma eravamo davvero fissate, eravamo due vere “directioners”.
Lei diceva che cantavo benissimo e che lei non era adatta per il canto, mi promise che se un giorno avesse avuto la possibilità di trovare qualche concorso di canto si sarebbe fatta dire i dettagli da suo padre, essendo un manager e organizzatore di eventi..
Tutte e due eravamo a conosceva dei nostri sogni più grandi:il mio era duettare con i 1D e il suo era diventare ballerina professionista;
ma forse eravamo solo ragazze con tanti sogni irrealizzabili e che sarebbero rimasti solamente chiusi in un cassetto e nei nostri cuori.




 
Per tutte le directioners che stanno leggendo, sono Renata e ho 15 anni.
Questa è la mia prima FF, se volete commentare e fare una recensione sulla mia storia
non vedo l'ora. accetterò commenti positivi e critiche per farmi migliorare.
Grazie a tutte, un bacione (:
  
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