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Autore: Amebosa Alby    10/07/2012    6 recensioni
Dream Smith è dislessica, iperattiva e inspiegabilmente innamorata del suo letto.
Ma potrà ancora fare sonni tranquilli dopo il suo arrivo a New York?
Tra un'auto a fiorellini, un cane-topo, un amico che legge l'Odissea (di sua spontanea volontà O.O), un non-così-amico inquietante e una misteriosa scomparsa, riuscirà Dream Smith a riconquistare l'amata pace del suo letto?
DAL CAPITOLO 8:
“Nico, cosa ci fai qui?” chiese Percy, chiudendo il suo armadietto.
“Un problema. Un enorme problema con mio padre.”
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Gli Dèi, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 7. Se Percy può combattere un dragone, io posso parlare con mia madre.

 

Mi rigirai sul sedile dell'auto per osservare bene Percy.

Da quando avevo scoperto che era un semidio sembrava diverso.

Aveva i soliti capelli neri e occhi verdi, ma sembrava meno misterioso, più reale.

Strana cosa da pensare di un semidio, eh?

Fino a dieci minuti fa non credevo nemmeno nella sua esistenza.

Ogni suo particolare aveva preso un preciso significato.

Era come se avessi finalmente capito il perchè di quella cicatrice sul palmo della mano sinistra o di quel ciuffo di capelli grigio.

Forse quella cicatrice se l'era fatta combattendo contro un feroce dragone.

Un dragone che sputava fuoco e con zanne grandi quanto Percy stesso.

Percy avrebbe appena schivato la coda piena di spuntoni acuminati e velenosi e si sarebbe arrampicato dalla possente zampa sul dorso del dragone, ma si sarebbe tagliato con una delle affilatissime e robustissime squame, che componevano l'armatura del mostro senza compassione.

"Come ti sei fatto quella cicatrice sulla mano sinistra?"

Percy lanciò un'occhiata alla sua mano e per un momento sembrò perdersi in un triste ricordo.

Poi strinse il pugno, come per stritolare quel ricordo, e ghignò.

"Non lo saprai mai!"

"Eddai! Per favore!"

"Forse un giorno te lo dirò. Ma solo quando dimostrerai di essere degna di custodire tale segreto." disse Percy, facendo un'espressione addolarata e posandosi la mano sul cuore, assomigliando molto ad un attore tragico.

"Okay. E il ciuffo di capelli grigio?"

"Stessa cosa."

"Anche Annabeth ce l'ha."

"Già..."

"Dai! Dimmi come ve lo siete fatto!"

"Oh, guarda, è un tombino quello?!"

Che amico burlone...

Scossi la testa e ritornai a guardare fuori dal finestrino.

Eravamo quasi arrivati a casa mia e il nervosismo si stava facendo sentire alla grande.

Spesso nei libri i protagonisti dicono di avere "le farfalle allo stomaco".

Be, io avevo un'intera foresta: vespe mi pungevano la gola, centinaia di scoiattoli mi tamburellavano in testa, un cervo si divertiva a trottare sul mio stomaco e sono quasi certa di essere allergica alle vespe perchè le mie gambe avevano cominciato a muoversi incontrollabilmente.

"Andrà tutto bene." mi rassicurò Percy.

Sospirai.

"Speriamo."

Avete già incontrato la mia famiglia ma forse vi dovrei dire qualcosa di più sul nostro aspetto fisico.

Vi basti sapere che abbiamo tutti i capelli castani e mamma e Noah hanno gli occhi scuri, mentre io ho gli occhi azzurri, ereditati da mio padre.

Per il resto, io e mio fratello Noah la Pulce abbiamo preso da mamma.

Anche l'altezza. Siamo tutti degli adorabili nani.

Mia madre dice che sono stata fortunata a prendere da lei il colore di capelli, perchè mio padre aveva i capelli bianchi.

Io ho sempre dato per scontato che stesse scherzando.

Mia madre non sarebbe mai andata con un settantenne o con un matto, giusto?

No, è andata con un "uomo" molto, ma mooooolto più vecchio.

A proposito di padri, non sapevo ancora chi fosse il padre di Percy.

"Percy, chi è tuo padre?"

"Poseidone." mi rispose lui, senza staccare gli occhi dalla strada.

Dovevo aspettarmelo.

I suoi occhi sono proprio del colore del mare e poi...

"Ma sei il capitano della squadra di nuoto!" sbottai.

"Si?" Percy non aveva afferrato il punto della situazione.

"Ma è barare!"

"Non lo è!"

"Si!"

"No! Dove lo vedi il barare?"

"Oh, non saprei, forse dal fatto che tuo padre è il dio del mare?"

"...okay, forse un po' barare lo è..."

Stavo per ribattere, ma Percy aveva imboccato la via in cui abitavo e tutto d'un tratto mi era passata la voglia di fare una qualsiasi chiaccherata.

"Eccoci."

Percy parcheggiò di fronte a casa mia e spense il motore.

"Pronta?" mi chiese.

Lo guardai negli occhi.

Se lui aveva davvero combattuto contro un dragone, io potevo affrontare mia madre.

"Pronta." risposi, sicura.

 

"Mammaaaaa! Ci seiiiiiiii?!" gridai dalla porta d'ingresso.

Gettai lo zaino per terra ed invitai Percy a fare lo stesso.

Lui non sembrò pensarci troppo e lasciò cadere il suo zaino vicino al mio.

Mia madre sbucò dalla cucina.

Indossava il suo pigiama con i formaggi che fanno una foto e dicono "Dite people!"

Chissà se era rimasta in pigiama tutto il giorno, a volte lo fa.

"Ciao, tesoro. Come è andata in punizione?"

La Green aveva chiamato mia madre questa mattina quando mi aveva beccata.

"Bene, bene..." mentii.

Lei sembrò notare Percy solo in quel momento.

Tentò disperatamente di coprire il disegno dei formaggi.

Missione fallita.

"Oh! Ciao! Ehm...tu saresti?"

Percy sorrise nervosamente.

"Percy Jackson, un compagno di sua figlia. E' un piacere conoscerla, signora Smith."

Mia madre strinse la mano a Percy.

"Piacere mio, Percy."

Percy sembrò rilassarsi.

Peccato che io non riuscivo a fare lo stesso.

Mia madre gesticolò verso il salotto.

"Venite in soggiorno. Non state sulla porta."

Io e Percy la seguimmo e ci sedemmo sul divano.

Mia madre rimase in piedi.

"Vado a prepararvi qualcosa da mangiare e...a vestirmi decentemente." disse.

Si avviò verso la camera da letto.

Percy mi diede una gomitata e con gli occhi mi disse chiaramente "è il momento."

Mi schiarii la gola.

"Mamma, aspetta."

Mia madre si voltò nella mia direzione con aria interrogativa.

Prima di iniziare la conversazione mi dovevo accertare che nessun altro origliasse.

"Dov'è Noah?"

"Da un amico. Perchè?" rispose mia madre.

Presi un gran respiro.

"Io e te dobbiamo parlare, mamma."

Mia madre si congelò sul posto.

"Riguardo a cosa?"

"Riguardo a papà."

Mia madre gemette e si lasciò cadere sulla poltrona di fronte al divano.

Aveva già capito che sapevo la verità, ma giocò a fare la finta tonta.

"Cosa vorresti sapere? Che lavoro faceva? Quanto tempo avevi quando è andato via?"

Io scossi la testa, ma non ruppi il contatto visivo.

Mia madre stava cercando di scappare al mio sguardo, guardando ovunque tranne che me.

"Perchè non mi hai detto che mio padre è un dio?" chiesi.

Lei si appoggiò allo schienale della poltrona e chiuse gli occhi.

"Come hai fatto a scoprirlo?" bisbigliò.

Come facevo a rispondere a questa?

Non potevo certo dirle "Un mostro ha tentato di uccidermi, ma tranquilla, sto benone ora!"

Percy corse in mio soccorso.

"Le ho detto tutto io. Ho riconosciuto in lei i segni di una semidea." disse.

Mia madre riaprì gli occhi e fissò Percy.

Sembrava che volesse farlo fuori con lo sguardo, ma Percy non si scompose.

Aveva combattuto un dragone, mia madre non poteva fargli niente.

"E non sapevi che l'odore diventa più forte una volta che sanno?" sibilò mia madre.

Un momento, che cosa? Che odore? Sta dicendo che puzzo?

"Si, lo sapevo. Ma oggi una furia ha tentato di ucciderla. Dovevo dirle tutto o sarebbe impazzita." disse Percy.

Accidenti, Percy ci sta andando leggero...

"E se invece avesse dimenticato tutto?"

"Non si può dimenticare una cosa così."

Mia madre appoggiò la testa sulla mano destra.

Tornò a fissarmi.

I suoi occhi esprimevano angoscia, scuse, tristezza, ma anche liberazione, come se un grosso peso fosse appena stato tolto dalle sue spalle.

"Come il tuo amico ti avrà detto, c'è un campo a cui vanno i semidei per imparare a combattere. Prima vieni scovato da un mostro, prima devi andare a quel campo. Io non volevo che tu ci andassi, perchè questo avrebbe significato che saresti rimasta lontana da me e che avresti preferito stare lì che a casa con la tua famiglia. Allora ci siamo trasferiti in continuazione per poter seminare i mostri, ma quelli hanno un buon olfatto. Sentono l'odore dei mezzosangue...in più tu usi apparecchi elettronici e questo li aiuta molto. Io non potevo dirti di non usarli o tu avresti capito che c'era qualcosa che non andava."

Mia madre aveva fatto tutto questo casino solo per me.

Ero causa della mia stessa sfortuna.

E anche di quella della mamma.

E quella di Noah.

Che schifo.

Ma forse non era tutta colpa mia.

Era colpa della mia parte divina.

Era colpa di mio padre.

"Perchè papà non ci ha mai aiutati? Perchè lui non ha fatto niente? Perchè ha lasciato che io venissi investita quando avevo sei anni? Perchè ha lasciato che dei ladri entrassero in casa nostra due anni fa?!"

Stavo cominciando a gridare e se non mi fossi calmata tutta la via avrebbe sentito la conversazione.

Percy mi strinse la mano.

"Gli dei non possono interferire con la vita degli uomini. Devono lasciar accadere ciò che il Fato ha programmato." disse lui, con voce gentile.

Mi tolsi la felpa, perchè tutto d'un tratto avevo cominciato a sentire molto caldo.

"Chi è mio padre?"

Nessuno rispose.

"Chi è?!"

Mia madre sospirò.

"Non possiamo dirtelo. Ti deve chiamare lui."

Che stupidaggine, vero?

Io avevo il diritto di sapere chi fosse mio padre, ma NO!

Lui è un DIO!

Io, sua FIGLIA, non posso sapere chi è perchè lui non ha voglia di vedermi!

Mi pare giusto, no?!

Ce lo vedo nella sua reggia sull'Olimpo a decidere chi chiamare tra i 47365394587624876597436578436 figli che ha!

Mia madre si voltò verso Percy e gli chiese se mi avrebbe portata al campo.

Percy scosse la testa.

"No. Non servirebbe. Adesso non c'è nessuno. Dream si allenerà con me."

Mia madre annuì e sprofondò di più nella poltrona, ma sembrò sollevata di avermi a casa ancora per un po'.

La porta d'ingresso si aprì, cigolando, e la voce di Noah si propagò per la casa.

"Mammaaaaa! Cosa c'è per cenaaaaaaaaa?!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'ameba:

Salve, gente!
Come va?

Come vanno le vacanze?

E' da un bel po' che non aggiorno...però questo capitolo è bello lungo!

Ne avevo già scritto un pezzo a scuola, però non l'ho continuato perchè volevo prima aggiornare Missione U.L.M., ma quella l'ho aggiornata questa sera, quiiiiiiiiiiiiiiindi ecco questo capitolo!

Spero vi sia piaciuto :)

Ditemi cosa ne pensate!

Alla prossima!

 

Alby. :3 

  
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