Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Puffola_pigmea    10/07/2012    2 recensioni
È davvero dura ricominciare d'accapo. Cercare di riunire i pezzi che prima erano la tua vita. Ma io ci sono riuscita, ho superato tutto grazie ad una persona molto importante. Tutto grazie a lui...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La cantina era buia e fredda, l’unica fonte di luce proveniva dalla porta semichiusa, quella porta di cui temevo tanto l’aprirsi.
Il rumore dei passi si allontanava e lentamente scompariva. Il rumore della porta d’ingresso che si chiudeva risuonava nelle mie orecchie. Quello era il momento giusto, quello era il momento perfetto per scappare dal quell’inferno. Mi alzai lentamente da terra, mi pulii le mani, sporche di sangue oramai secco; lui aveva lasciato la porta della cantina aperta e non se ne era accorto. Scivolai via da quella stanza, salii le scale e andai al piano di sopra. I miei occhi non erano abituati alla luce del sole, dopo tutto quel tempo trascorso al buoi avevo anche scordato la sensazione del sole caldo sulla pelle. La casa era vuota, lui era appena uscito e chissà quando sarebbe tornato.
Cercavo di fare il minimo rumore, sapevo benissimo che oramai doveva essere lontano, ma non volevo farmi sentire, avevo paura che un minimo rumore poteva riportarlo indietro, farlo tornare a casa. Aprii la porta d’ingresso molto lentamente, l’aria fuori era fresa, forse era giugno. Oramai non sapevo più neanche l’anno o il mese oppure il giorno, i giorni si erano mescolati, insieme alle ore.
Appena misi piede fuori dalla casa, sentii la sua voce in testa. Mi girai freneticamente a destra e sinistra, ma di lui neanche l’ombra.
Dovevo scappare via, dovevo fuggire da quel luogo che mi aveva provocato solo angoscia e tanto dolore.
Iniziai a correre a più non posso in una direzione, una qualsiasi direzione. Dopo qualche minuto di corsa, mi resi conto di quello che avevo fatto. Ero scappato, ero finalmente libera. Inizia a fare mente locale, mi chiamavo Emma, vivevo a Londra, avevo 16 anni, poi il resto era tutto oscuro, non ricordavo nulla.
Iniziai anche a guardarmi intorno, ero vicino ad un autogrill, la casa in cui ero stata fatta prigioniera era vicino all’autostrada. Mi misi le mani in tasca e presi qualche moneta che ero riuscita a rubare qualche giorno prima dalla tasca di un suo pantalone. Entrai nell’autogrill, era deserto, non c’era una persona. Solo una commessa, dietro un bancone, che mi guardava in modo strano. Mi avvicinai lentamente al bancone.
<< Che cosa vuoi? >> mi chiese la signora, era tanto che non parlavo con qualcuno. Era tanto che non sentivo una voce diversa dalla sua.
Non dissi niente, indicai solo un biglietto dell’autobus appeso alla parete di fronte a me, la commessa lo staccò dal muro e me lo porse. Io le diedi le monete ed uscii dal negozio.
Il primo pullman passò dopo poco tempo, c’erano due o tre persone sopra, contato il conducente. Gli porsi il biglietto e mi sedetti su un sediolino, non sapevo dove ero diretta, non sapevo la destinazione del pullman. Volevo andare lontano, il più lontano possibile.
Il pullman si fermò al centro di Londra, dopo neanche cinque minuti. Almeno credevo che era il centro di Londra, ricordavo a stento le insegne luminose dei negozi che guardavo da piccola.
Inizia a camminare lungo il marciapiede. Le strade non erano molto affollate, ogni volta che una persona si avvicinava troppo mi scansavo. Non volevo avere contatti con nessuno, nessuno doveva toccarmi o avvicinarsi. Ad un certo punto vidi una folla di ragazze tutte appostate davanti un albergo. Erano molte ragazze, troppe ragazze. Mi ritrovai incastrata tra quella folla di persone. Ragazze che urlavano, che spingevano, mi iniziò a girare la testa, non capivo nulla. C’era troppa gente, avevo paura. La vista mi si iniziò ad offuscare, vedevo tutto a chiazze nere, diventava tutto sempre più sfocato. La paura saliva, insieme ai battiti del mio cuore.
Non vidi più nulla quando le palpebra si abbassarono e svenni, solo una cosa notai prima di svenire, una cosa che mi colpì molto. Degli occhi, non dei semplici occhi, erano verde smeraldo, intensi e brillanti, ma non riuscii a veder niente altro.  
 
 
SPAZIO AUTRICE:
 
 

Sono tornata!
Eccomi con la mia nuovissima storia.
Sinceramente, non ho niente
da dire oltre a chiedervi una recensione.
Quindi, RECENSITE!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Puffola_pigmea