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Autore: damnslyth    10/07/2012    4 recensioni
Rose è una ragazza sociale e disponibile, infatti cercherà di aiutare sua cugina Lily a farsi notare dal misterioso, solitario e affascinante Scorpius Malfoy. Ce la farà?
E se accadesse qualcosa di inaspettato...
Uno strano discendente dei Black scombussolerà gli equilibri dei maghi e i Mangiamorte Superstiti si rimpatrieranno per vendicare il loro signore. Ci sarà una Terza Battaglia di Hogwarts?
Da uno dei capitoli:
Si buttò a peso morto sul letto: sistemare con ordine i suoi vestiti nell'armadio era stato faticoso. Le venne da ridere perché, effettivamente, era una ragazza davvero strana. Si abbuffava come una vacca, sporcandosi, e non aveva nemmeno un minimo di grazia, eppure era abitudine per lei avere camera e vestiti in ordine. Amava il Quidditch ma non trascurava lo studio, anzi, quello veniva prima di tutto; adorava combinare casini ma nonostante ciò non le dispiaceva un buon libro e sapeva come uscire dai guai con il di dietro “pulito”. Un carattere tutto suo, insomma, ma le andava bene così perché aveva molte persone che le volevano bene e la accettavano per quello che era.
Tranne una che, a quanto pare, non ricambiava il sentimento intenso che andava ben oltre l'amicizia.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Salve bella gente u.u FINALMENTE IN VACANZAAAAA! *sclera* ok basta. Sì lo so, in vacanza uno ha tempo di scrivere, e vi avevo promesso l'avrei fatto a giugno, eppure oggi è il 10 luglio... vi direte “non mantiene le promesse!” e io vi dico “con calma, figliuoli èè a dire il vero il 20 giugno il capitolo era pressoché finito e sistemato, ma in tutto il mio amore per il fresco iPod e il cazzeggiare, non avevo voglia di mettermi davanti al bollente pc e postare. Diciamo che sono stata un po' egoista, e mi dispiace çwç ma per farmi perdonare sono qui con un fresco fresco lungo capitolo, con tanto di immagini *w* come si è capito, non sono una persona psicologicamente stabile (?) e ho già cambiato volti a James e Alphard, ma tranquilli: questi saranno i definitivi u.u per me Jared Padalecki è il perfetto James, e Chace Crawford ottimo per Alphard.

Bene, vi mollo! Come al solito GRAZIE INFINITE PER IL VOSTRO SUPPORTO, SENZA VOI LA STORIA NON ANDREBBE AVANTI SE NON NELLA MIA TESTA, QUINDI NON MOLLATEMI MAI <3 e recensite u.u devo sapere che ne pensate!

Osservate bene i volti e state attente a tutto tutto, è un capitolo intrigante (??) ok basta.

Ah, non commentate lo SQUALLORE delle immagini messe insieme, come si è capito non sono paziente e abile in queste cose *fail*

Buona lettura <3

P.S.: se qualche anima pia riesce a spiegarmi perché EFP non mi mette Times New Roman 12 nel testo gli faccio un monumento. Nel frattempo vi tocca ingrandire.

 

                                                                                          Image and video hosting by TinyPic

 

                        Pensatoio e la prima svolta di Alice

 

 

 

<< Che cos'è? >> chiese Scorpius, con la fronte un po' aggrottata, toccando il bianco bordo di pietra ricoperto di scritte in Antiche Rune, e osservando del liquido argenteo fluttuare dentro.

<< Il Pensatoio >> mormorò Rose, affiancandolo con un cipiglio esitante e confuso. Scorpius sgranò leggermente gli occhi, boccheggiando incerto quanto lei, per poi guardarsi intorno con fare un po' allerto. << Il Pensatoio? Qui? >>.

La rossa non rispose, guardando con una certa curiosità e avidità i pensieri arrotolarsi e ondeggiare addosso ad altri, per poi avvicinare il viso. Il ragazzo le serrò un polso con le dita, sussurrando: << Sei pazza? Siamo in una stanza sconosciuta e abbandonata del castello, e c'è un Pensatoio in mezzo a tutto questo buio, potrebbe essere una trappola >>.

Lei alzò lo sguardo verso lui, per poi fare un sorriso: << Sei proprio una Serpe, furetto, lasciatelo dire >>. L'altro arricciò il naso a quell'osservazione e a quel nomignolo: da quando Albus aveva scoperto dal padre che al quarto anno l'impostore di Moody aveva trasformato Draco in quell'animale, Rose non aveva potuto fare a meno di attribuirlo al suo bel ragazzo.

Alla vista della sua espressione rise: << Voglio solo dare un'occhiata, puoi non farlo >>. A quella frase scattò in Scorpius qualcosa che lo fece scuotere la testa veemente e proferire: << No, guarderò anche io >>.

<< Perfetto >> gli ammiccò, per poi prendergli la mano e affondarci la testa dentro. Lui guardò ancora una volta il posto cupo in cui accidentalmente erano finiti: Rose aveva sbattuto testa, gomito e piede contro il muro di uno dei corridoi del terzo piano in una maniera buffa e strana, ed esso si era aperto, come quelle porte scorrevoli. Istintivamente le aveva preso la mano e si era catapultato dentro con lei, dopodiché il muro si era richiuso. Ed ora eccoli, insieme e soli in quel luogo tetro ed estraneo, a cimentarsi chissà dove per colpa di un orgoglio ferito e una malsana curiosità. Affondò anch'egli la testa e si scagliò in un posto che pian piano sembrava assumere l'aspetto del Ministero della Magia.

 

Rose sbatté contro il muro e si lasciò cadere a terra, ansante come mai in vita sua, sentendosi il fiato mancare e la sensazione delle schegge sul corpo. Tremava un po', ed era molto pallida, e si sentiva come se qualcuno le avesse infilato a forza la testa in acqua per farla soffocare.

Scorpius, accasciato dall'altra parte, era seduto e boccheggiava affannato, cercando di prendere lunghi respiri per calmarsi. Rose si coprì il viso con le mani e iniziò a scuotere la testa come a voler scacciare quell'immagine impressa nella mente, mentre Scorpius gattonò verso lei e la strinse a sé per un braccio.

<< Era... solo un ricordo... >> balbettò tentando di ristabilirsi. Rose alzò lo sguardo in un punto impreciso davanti a sé e le uscirono velocemente due lacrime, nonostante la sua espressione fosse apatica. << H-hai v-visto? >> chiese con un filo di voce, ancora troppo interdetta anche solo per rendersi conto che era tutto finito e che era accaduto molto tempo fa.

<< Sì >> rispose il biondo, flebile e con una vergogna mal trattenuta, allontanandosi da lei come se fosse la causa di tutti i mali dell'universo. Rose voltò lo sguardo perso verso lui e lo fissò, realizzando secondi dopo come si stava sentendo in quel momento. << Scorpius, non... Non è colpa tua. Non eri nemmeno nato, e non era nemmeno tuo padre, o tua madre >>.

<< Erano mio nonno e la mia prozia! >> sputò con disgusto e ribrezzo, con un'espressione addolorata che Rose riconobbe in Draco, rendendosi conto più che mai che effettivamente erano sangue del proprio sangue. Ma questo non eliminò la reputazione che aveva del suo ragazzo, perché era diverso, e lei lo sapeva più di chiunque altro. Non avrebbe permesso che un ricordo buttasse via tutti quei duri mesi in cui era riuscita a farlo emergere e non avrebbe permesso di lasciarlo più sottostare passivamente ai pregiudizi degli altri. In quel momento, però, non trovava la forza di aprire bocca e dire qualcosa, troppo spaventata da cosa aveva appena visto e vissuto, e troppo vile per trovare il coraggio di farsi trattare male da lui, in preda alla rabbia.

Il ragazzo si alzò e andò alla porta, abbassando la maniglia che si trovava solo dentro la stanza, non fuori nel muro, ed uscì, sparendo. Rose si affrettò, ma era troppo tardi: non lo avvistava già più. Guardò intorno se c'era la presenza di Gazza, poi corse per le scale dirigendosi nel corridoio; era già molto tardi. Si infilò nel letto e non chiuse occhio, rivangando quel ricordo, la morte di Sirius, la crudeltà di Bellatrix, l'indifferenza di Lucius e quegli occhi rossi e scarlatti che trionfavano in un volto serpentesco e privo di naso, rendendosi conto solo in quel momento di ciò aveva passato la sua famiglia, di come suo zio Harry aveva potuto rialzarsi dopo quelle ferite immense, e di quanto era stata fortunata a nascere nel periodo della pace più assoluta.

 

 

Charlus Wenklesolt si arrestò di colpo. Voltò piano lo sguardo verso un muro apparentemente innocuo e notò nel bordo di legno in fondo il segno di una scarpa. Si inginocchiò con fare critico e curioso, toccandola con l'indice come a volerne capire la provenienza. Studiò il filo d'erba che rimase attaccato alla pelle, ponderando su esso e avendo una vaga idea di analizzarlo. Ma una voce lo fece sobbalzare, e perse la fonte.

<< Professor Wenklesolt, sta cercando qualcosa? >>.

<< No, mia cara Minerva >> rispose inarcando un angolo della bocca in un vago e cordiale sorriso, alzandosi. La Preside lo scrutò attentamente, rigida e severa come sempre, e quando stava per chiedere spiegazioni, l'altro lo interruppe. << Ora vado a letto, non si preoccupi. Stavo solo sincerando se tutti gli studenti erano nei dormitori >>.

<< Questo è un compito che spetta ai Prefetti e al Caposcuola >> concluse per lui, con una punta di irritazione.

<< Ma certo, ha ragione, la prego di perdonarmi >> ribatté garbato, facendo un inchino con la testa. << Faccia bei sogni, Minerva >> finì.

<< Anche lei, professore >> e l'uomo si allontanò.

<< Oh, Gazza, cercavo proprio te! >> sorrise alla vista dell'anziano custode.

<< Me? >> chiese illuminato, come se qualcuno avesse notato la sua utilità per la prima volta nella vita.

<< Sì, proprio te. Ho come l'impressione che qualche allievo non rispettoso delle regole ami vagare per i corridoi del terzo piano, soprattutto in quel punto lì >> e indicò la zona del muro. << Mi confermerai che nessuno più si avvicinerà? >>.

<< Ma certo, ma certo >> rispose entusiasta con un ghigno sadico, pronto a punire e maltrattare qualsiasi moccioso si fosse avvicinato al luogo mostrato.

<< Perfetto. Notte, Gazza >> e andò verso la sua camera, sempre con quel semi sorriso affascinante stampato in faccia.

 

                                                                                                                                                                                      * * *

 

<< Va tutto bene, Scorp? Scoorp? >> incalzò per l'ennesima volta Al, osservando l'amico con fare critico e leggermente preoccupato.

<< Uhm? Sì, sì, tranquillo, non muoio solo dalla voglia di mangiare >> rispose distaccato e calmo, posando la forchetta accanto al piatto. Alzò lo sguardo e notò come tutti fissavano con un ringhio Lily e Rose, sedute sul tavolo di Serpeverde.

<< Che diavolo avete da guardare? Ficcatevi un coltello nel di dietro >> sbuffò Lily, scostando un ciuffo di capelli fiammeggianti che le ricadevano nel visto. Rose soffocò un risolino, poi tornò a studiare il suo ragazzo. << Sai che troppo stress fa comparire precocemente le rughe? Ne vedo già una >> annuì, puntellando la forchetta nella candida guancia. Scorpius la guardò con il viso inclinato da un lato e le sorrise, dimenticando per un attimo tutto il dolore che provava.

<< Come Caposcuola non dai il buon esempio >> disse una voce altezzosa davanti a lei. << Pensa se tutti si sedessero dove vorrebbero come fai tu! >>.

<< Appunto perché sono il Caposcuola faccio cosa mi pare >> annuì solenne, e questa volta fu Lily a trattenere un ghigno. Samantha fulminò entrambe, poi tornò a dedicarsi alla leggera porzione di porridge del suo piatto. << Ancora mi chiedo come puoi tu rappresentare Hogwarts >>.

<< Di certo la rappresento meglio di te, e se non ti va bene vai a dibattere alla Mc >>. La mora la guardò inarcando un sopracciglio, con aria di chi si sta chiedendo che lingua parli il suo interlocutore.

<< Sarebbe la McGranitt >> spiegò Albus per lei, spalmando marmellata d'arancia sul pane tostato.

<< Ah >> concluse, per poi abbandonarsi al suo mondo.

Restarono in silenzio, finché Lily si sistemò la treccia da un lato e non ci fu il caso di cercare conferma perché Rose capisse chi stava passando. La maggior parte delle ragazze guardavano con aria sognante i due che stavano sedendo in Grifondoro, nonché Alphard e Jonathan. Quest'ultimo, prima di accomodarsi, cercò qualcuno con lo sguardo, e la rossa si alzò, noncurante di mostrare a tutti dov'era seduta: << Sono qui! >>.

<< Oh, Rose! >> sorrise, poi si accigliò. << Rose?! Che ci fai lì? >>.

<< Faccio compagnia a mio cugino e al mio rag... Ranocchio! Sì, amico ranocchio >> annuì convinta, per poi guardare male il fratello che la stava fissando torva. << Cosa vuoi, carota? Mangia >>.

<< Ti ricordo che sono Prefetto >> borbottò tornando al piatto.

<< Oggi pomeriggio alle tre al campo per i provini! >> annunciò John, per poi rivolgersi a Hugo. << E parteciperai anche tu >>.

<< Ma gioco male! >>.

<< Se non stai zitto ti ficco le posate in culo >>. Hugo biascicò qualcosa per conto suo, il capitano invece si sedette e Rose ridacchiò. Nonostante tutto, Jonathan sapeva fare bene l'autoritario.

<< Certo che voi Grifondoro alludete spesso a ficcare cose in certi luoghi >> constatò Scorpius, sorseggiando del the.

<< Davvero? >> domandò Rose con una faccia angelica e un sorriso furbo e divertito. << E io che mi sono messa con te pensando che eravate voi Serpi a saper ficcare bene qualcosa in certi luoghi >>. Scorpius sputò di getto il the addosso a Samantha, che spalancò la bocca scettica e disgustata, prima di correre in bagno. Albus scoppiò a ridere.

<< Scus... >> tentò Scorpius invano, prima di asciugarsi gli angoli della bocca e arrossire, guardando paonazzo la rossa, che se la rideva.

<< Su tesoro, sei troppo malizioso! Io intendevo la spilla di Prefetto nell'angolo remoto della tua tasca! >> e la toccò sul petto, dove effettivamente stava. Scorpius, se possibile, avvampò ancora di più; mentre Rose, allegra, usciva dalla Sala. Lily scrollò le spalle: << E' fatta così >> poi si alzò a seguire la cugina.

 

 

Rose stava incamminandosi in aula per la prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure della settimana affiancata da Roxanne e Liberty, quando sentì delle ragazze ocheggiare e dei passi fin troppo famigliari per lei. Aumentò istintivamente il ritmo, lasciando le due chiedersi che diamine stesse facendo, quando il soggetto in persona riuscì a bloccarla all'ultimo momento, serrandole il passaggio alla porta con un braccio.

<< Ciao rosellina >>.

<< Marmellata >>.

<< Come stai? >>.

<< Cosa vuoi? >>.

<< Umpf >> sbuffò il ragazzo, scompigliandosi i capelli neri già sbarazzini, e sfoggiando un sorriso spavaldo. << Se ti cerco non è sempre per un motivo >>.

<< No ma quando è per quello lo capisco, quindi parla >> gli sorrise saccente, ammiccando in attesa.

<< E va bene >> borbottò. << Ma stai con quel sudicio di Malfoy? >>.

<< Beh, ecco >> sospirò. << E' arrivato il momento di dirti la verità... >> iniziò, quando fissò un punto oltre la sua spalla con fare spaventato. James si voltò: << Che hai visto...? >> e in un batter d'occhio la cugina lo seminò, nascondendosi in classe.

<< Rose...?! Ehi, non vale! Ti rintraccerò comunque! >> lo sentì sbottare. Ridacchiò e prese posto in seconda fila in aula: era una delle prime. Alcuni studenti parlottavano sotto voce di come sarebbe stata la lezione, chi entusiasta e chi neutro. Scorpius entrò con Albus e le fece l'occhiolino, prima di prendere posto in penultima fila. Entrarono anche Roxanne e Liberty che, offese dal modo in cui le aveva lasciate, si sedettero in altri banchi a due. E negli ultimi due minuti, la classe si riempì. Stava dando uno sguardo al programma che avrebbero affrontato, quando una voce la scostò.

<< E' libero? >>. Alzò lo sguardo e si trovò la ragazza con cui divideva la stanza, peccato che in una settimana non ne aveva ancora imparato il nome.

<< Certo, accomodati >> le sorrise, facendosi un po' di spazio. Continuò a leggere, quando notò entrare Thayla Summers e una ragazza dannatamente somigliante a quella che aveva accanto.

<< E' tua sorella?! >> chiese, guardandola. L'altra alzò lo sguardo, storse un po' il naso e poi lo riabbassò sul suo volume. << Sì, è la mia gemella. Ma l'ho scoperto solo quest'estate >>.

<< Come...? >> balbettò accigliata e confusa, guardando prima una e poi l'altra: sembravano addirittura evitarsi. Kimberly stava per spiegarle, quando entrò il professore e tutti si alzarono in piedi.

<< Accomodatevi, prego >> sorrise, facendo cenno di sedersi. Posò la cartella sulla cattedra e poi vi sedette sopra, suscitando sorpresa e curiosità in tutti, che iniziarono a bisbigliare. Charlus lasciò fare per qualche secondo, prima di sorridere a Rose -la quale ricambiò con forza- e riportare silenzio in classe. << Bene >> iniziò, giungendo le mani. << Per presentarvi, ho organizzato un modo particolare e anche divertente. Aprirò questa scatola che libererà un Incantesimo Oscuro, il primo che riuscirà a farlo svanire o contrattaccarlo mi dirà il suo nome >> molti si misero composti al proprio posto, entusiasti. Il professore sorrise ancora: << Iniziamo >>. Aprì la scatola apparentemente innocua, da dove fuoriuscì un'enorme pietra che si lanciò in classe. Molti, al posto di difendersi, lasciarono il banco per allontanarsi, sbraitando, mentre altri provarono inutilmente a distruggerlo, ottenendo solo il lanciarlo dall'altra parte. Rose si alzò decisa, si voltò verso il fondo dell'aula, aspettò che la grande pietra arrivasse in un'altezza studiata, puntò la bacchetta contro e proferì: << Deprimo >>. Essa con un boato si frantumò in migliaia di pezzi, che a loro volta si trasformarono in coriandoli per non ferire gli studenti.

<< Molto bene, Weasley >> annuì Charlus sinceramente ammirato, per poi applaudire. La ragazza fece un sorriso compiaciuto e poi tornò a sedersi. Gli altri rimasero un po' spaesati, prima di eseguire lo stesso.

<< Hai molto controllo di te e di ciò che fai, agisci scattante e pronta: potresti essere una perfetta Auror >>. A quelle parole Rose si illuminò, felice: era il suo sogno lavorare accanto al padre, allo zio, a Ted, Dominique e James. La maggior parte degli studenti, però, la guardarono increduli.

< Che c'è? >> incalzò una voce accanto alla rossa, e solo in quel momento notò di avere alla destra Alphard. << Essere Auror non è più un'ambizione comune, ve'? Bravi, continuate a crogiolarvi nella pace che è venuta dopo la Seconda Battaglia di Hogwarts >>. Rose gli sorrise pienamente d'accordo, e Charlus lo guardò incuriosito: << Tu sei? >>.

<< Alphard Ruslan, signore >> rispose prontamente, stravaccato sulla sedia. Il professore annuì, indicandolo: << Ha ragione. Pochi anni fa i vostri genitori e tutti gli allievi di quel periodo non si sarebbero minimamente sognati di scappare di fronte a un pericolo. Lo avrebbero affrontato >> molti abbassarono lo sguardo, provando un po' di vergogna. << Il loro sogno era diventare Auror, il vostro? Aprire un negozio di calderoni? >> Rose e Alphard ridacchiarono. << Siamo nel mondo magico, ragazzi, e anche se Lord Voldemort non c'è più >> in molti trasalirono << questo non significa che i pericoli sono finiti. C'è sempre un mago o una strega là fuori che trama di prendere il potere, senza pietà, e voi volete uscire da questa scuola impreparati? >> tutti scossero la testa, semi spaventati e vergognati. << Bene. Non so cosa vi abbiano insegnato in precedenza, ma non importa, vi preparerò io. I libri serviranno nel primo quadrimestre: impareremo tutti gli Incantesimi, poi nell'ultimo periodo li metteremo in pratica >>.

Rose, per quanto stesse iniziando ad apprezzare il professore, non poté fare a meno di porsi una domanda e alzare la mano. Charlus la invitò a parlare. << Mi scusi, ma... non è più utile mettere subito in pratica? Così facendo si rischia di dimenticare parte degli Incantesimi studiati e non si riesce di conseguenza a praticarli bene >>. La fissò, e per un attimo cortissimo la rossa notò nei suoi occhi smarrimento, ma poi sorrise come sempre. << Sei molto intelligente, Weasley, hai ereditato questo lato da tua madre. Ma i miei metodi hanno sempre dato frutto, e per quanto apprezzi molto il tuo interessamento, si farà così >>. Rose, anche se contrariata, lasciò stare, notando comunque che anche Alphard non condivideva del tutto.

<< Continuiamo! E vedete di non scappare più >> iniziò con un tono di voce che fece riportare l'attenzione su di lui. Aprì di nuovo la scatola, e per la seguente mezz'ora altri Incantesimi si fiondarono in classe, portando pian piano gli studenti a presentarsi.

Era rimasto solo Albus e un altro ragazzo senza presentarsi, ma con la confusione e cose varie nessuno aveva tenuto il conto di chi aveva già risolto una Fattura.

La scatola si aprì e comparve un molliccio. Esso, lasciando sconcertato il professore, si trasformò in un Dissennatore, poiché probabilmente il timore della maggior parte degli studenti era di vederne uno. Albus scattò in piedi e, con molta abilità e decisione, pronunciò: << Expecto Patronum! >> dalla bacchetta scaturì una cerva che illuminò tutta la stanza, ricacciando il molliccio-dissennatore dentro la scatola. Il ragazzo abbassò la bacchetta, trovandosi tutti gli occhi puntati addosso, occhi ammirati, perplessi, stupiti e idolatrati.

<< Il P-Patronus è programma dell'ultimo anno, tra cui meno fondamentale... >> mormorò il professore nel silenzio generale, ancora gli occhi puntati su quelli verdi di Albus. << Come hai fatto? >>.

<< Meno fondamentale? >> scattò Alphard, impugnando la bacchetta e proferendo anche lui << Expecto Patronum! >> e uscì un cane piuttosto grande e bellissimo.

<< Ma... >> iniziò il professore, ma anche Rose lo interruppe facendo scaturire la sua bella lontra, seguita da Scorpius e la sua lince.

I Patronus scomparvero con uno sbuffo: Charlus era irritato, nonostante cercasse di apparire calmo. I quattro si sedettero automaticamente. << Non vi ho dato l'autorizzazione di fare scena con i vostri vaporetti argentei! >> sbraitò.

<< Sono Patronus >> ribatté Rose, accigliata. Lui la guardò rigido, poi proseguì, brusco: << Qualcun altro è capace? >> ma nessuno alzò la mano. << Perfetto. Al primo che vedrò tentare di usare quest'Incantesimo toglierò punti alla Casa >>.

<< Ma perché? >> chiese Kimberly. Lui la fissò: << Perché è un incantesimo più che inutile, dato che i Dissennatori sono scomparsi. Ci focalizzeremo su cose più importanti >>.

<< Lei che ne sa? >> sbottò Albus. Charlus passò lo sguardo verso lui, pacato, nonostante gli occhi ardessero di qualcosa di indefinito: << Non ti ho dato la parola, Potter. E' così e basta. Patti chiari e amicizia lunga, dicono i Babbani >>.

E nessuno osò più aprire il discorso Patronus per il resto dei dieci minuti di lezione.

 

I provini per il Quidditch erano spostati al giorno dopo, alle sei del pomeriggio, e Rose verso le quattro si divertiva ad andare in giro con Louis e i loro Patronus, per poi farli sparire appena si avvistava Charlus nei dintorni.

<< E' un peccato che io e Rox non abbiamo fatto in tempo ad evocare i nostri >> constatò il cugino, guardando la sua donnola giocare con la lontra.

<< Effettivamente non siete intervenuti alla lezione, nemmeno quando vi ha chiesto il nome >> notò la rossa, osservandolo. Lui aggrottò le sopracciglia, assumendo un cipiglio astioso ma affascinante: << E' James. Ci ha usato a nostra insaputa come cavie di una caramella che toglie la parola >>. Si sedette sotto il faggio di fronte al Lago Nero, e lei compì lo stesso.

<< Che cosa pensi di lui? >> domandò, prendendo una foglia in mano che segnava l'autunno. Louis scrollò le spalle: << Lo trovo un bravo professore >>.

<< Ah sì? >> ribatté come incredula e un po' indispettita. << Allora perché ti stai ribellando con me a lui? >>.

<< Perché dove c'è ribellione, c'è Louis >> rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Lei sbuffò e si sdraiò sul prato, mettendosi un libro in faccia. Passati cinque minuti, si accorse di non sentire nessuna presenza. Tolse il volume e notò che il cugino era sparito: lo dannò come pochi. Sentì un fruscio dietro sé e si alzò piano, fissando quel punto, dopodiché si avvicinò. Appena arrivata dietro l'albero, sentì delle braccia delicate avvolgerla, e dal profumo riconobbe Scorpius. Sorrise felice e lo strinse, lasciandosi cullare da lui. Le diede un bacio sui capelli: << Tutto a posto? >>.

<< Sì >> sospirò, staccandosi per guardare i suoi bellissimi occhi. << Anche se non trovo nessuno contrario a Wenklesolt, oltre ad Alphard >>.

<< Perché non lasci perdere, ostinata? >> rise, spostandole una ciocca dietro i capelli. Lei sbuffò, ma poi sorrise, avvicinando le labbra alle sue. Sfiorò il naso contro quello di Scorpius, e lui posò una mano sul suo viso e l'altra su un fianco, avvicinandola di più a sé. Le baciò il labbro superiore, mentre Rose lasciò un morso sull'inferiore, e indugiarono parecchio a stuzzicarsi, prima di iniziare a baciarsi e giocare con le lingue. Si staccò lei per prima, solo perché non aveva più fiato. Scorpius fece un sorrisetto per poi lasciarle un bacio leggero sulla fronte. La ragazza affondò il viso sul suo collo, beandosi del suo odore e del calore di quel corpo a primo impatto troppo freddo. Il biondo lasciò diversi baci tra i rossi capelli, coccolandola. Restarono così per lunghi istanti, prima che Rose si staccasse e chiedesse: << Stai meglio riguardo quel ricordo? >>. Lui sospirò, prima di accennare un sorriso: << Un po' >>. Non tentò di rincuorarlo con le solite frasi, quindi si limitò ad annuire e fargli l'occhiolino. << Non capisco, però >> iniziò poco dopo << cosa ci faceva il Pensatoio lì, e di chi erano quei ricordi. Non dovrebbe stare in presidenza? >>.

<< Tecnicamente sì >> ponderò Scorpius. << Ma qualcuno l'avrà spostato. Forse la McGranitt >>.

<< Può darsi >> dedusse, guardando il cielo un po' nuvoloso << o avrebbero già dato l'allarme per la sua scomparsa >>.

<< ROSELINE HERMIONE WEASLEY, DOVE CAZZO SEI? >> sentì sbraitare, e sussultò sgranando gli occhi. Uscì da dietro l'albero, convinta fosse Jonathan: << Merlino sciagurato, scusa, scusa! Sono tanto in ritardo? >> ma sì trovò una Lily sghignazzante. Le mollò uno scappellotto: << Tu e le tue stupide perfette imitazioni! >>.

<< Ho preso da mamma >> ammiccò, prima di salutare il biondo, che ricambiò. << Comunque, tra cinque minuti dobbiamo essere al campo >>.

<< Ti candiderai anche tu quest'anno? >> esultò Rose, contenta. L'altra annuì. Scorpius si schiarì la voce: << Anche io... papà mi ha detto che è una bella esperienza e potrei integrarmi di più >>.

Lily e Rose si guardarono complici, entusiaste come due bambine davanti a una casa di caramelle.

<< Morgana santa! >>.

<< Per la barba di Silente! >>.

<< E' stupendo! >>.

<< Magnifico! >>.

<< Lo faremo a pezzi! >>.

<< Esattamente! >>.

Scorpius fissò prima una e poi l'altra, spaventato, in seguito venne trascinato dalle due che lo avevano preso per le rispettive braccia al campo.

Una leggera brezza li invase, e arrivarono a destinazione. Il biondo le salutò, ancora un po' atterrito, poi andò alla ricerca di Albus.

Lily e Rose raggiunsero Jonathan e una trentina di candidati per la squadra. Il capitano in questione, mezzo suonato a causa della pressione che tutti gli stavano dando, urlò contro le due, facendole sussultare: << Potter, Weasey, là >> poi, resosi conto che erano le sue amiche, fece un gesto distratto con la mano, borbottando: << Sì, Lily e Rose, scusate >>.

<< Di niente, Bradbury >> sogghignò la piccola Potter, ripagandolo con la stessa moneta e piazzandosi accanto ad Alphard, impegnato a sbadigliare annoiato. Quando vide Rose si illuminò, come se fosse l'ancora di salvezza alla sua noia. << Ehi! Ti ha beccata Cazzius WenkleWenkle con il Patronus? >>.

<< No >> gli rispose, fiera. Lui sorrise: << Ci avrei messo le chiappe sul fuoco: sei mitica >>.

<< Graz... >> iniziò lei, tutta contenta, ma quando notò le sopracciglia rosse della cugina aggrottarsi pian piano si spaventò leggermente. << A-anche Lily è brava a Quidditch! >> iniziò con un sorriso isterico, rendendosi conto di aver detto qualcosa che non c'entrava nulla, dato che lui la guardò confuso e Lily spaesata. Cercò aiuto in lei: << Non è vero, Lils? >>.

<< Come? Oh... sì! Come Cacciatrice >> annuì, stando al gioco. Alphard le sorrise mordendosi il labbro, per poi scompigliarle i capelli: << Non sei un po' uno scricciolo per giocare a Quidditch?! >>. A quella frase Rose indietreggiò notevolmente sgranando gli occhi tanto che quasi le uscirono dalle orbita, e il ragazzo la guardò smarrito, quando d'improvviso si piegò in due e soffocò più gemiti strozzati, accasciandosi a terra.

<< PENSI ANCORA CHE SIA UNO SCRICCIOLO, EH? >> urlò Lily furiosa, mentre Jonathan la tratteneva per i fianchi in modo che non si scagliasse su lui ancora, cercando di restare serio anche se si notava che a stento si tratteneva dal ridere.

<< N-no >> mugolò la vittima, ancora a terra, con voce più acuta del solito. Rose si inginocchiò affianco e gli batté sulla spalla: << Mai insultare la piccola Potter, che ti sia da lezione >>. Lui alzò il pollice in segno di aver afferrato il discorso, ancora sofferente.

I provini iniziarono dieci minuti dopo -tempo che Alphard si riprendesse un poco- e tranne che per Lily e Rose, furono un fiasco. John non sapeva più dove sbattere la testa, tanto che dopo aver fatto piangere la quarta candidata a forza di sputare frasi come “si vede che sei una Grifondoro, fossi in te non avrei mai avuto il coraggio di presentarmi” o “hai una mira che la Piovra Gigante potrebbe fare di meglio” si sdraiò a terra con la faccia rivolta ai nuvoloni, sfinito.

Rose e Lily erano sedute accanto a lui, a mangiarsi una Cioccorana tranquille, quando la prima gli ricordò: << Hai ancora dieci candidati >>.

Lui rispose, con tono cupo: << Io mi dimetto e dormo qua >>. Lily gli mollò un calcio su un fianco e si alzò in fretta, atterrito all'idea di fare la stessa fine del compagno.

Tornò dagli altri: << Alphard, so che sei bravo, ti ho osservato diverse volte, e so anche che ora hai un... problemino tecnino >> disse, facendo un'espressione dispiaciuta alla vista del ragazzo che non riusciva a stare sulla scopa per più di tre secondi << quindi sei dentro lo stesso >> a questo punto si alzò di scattò, per esultare, ma la gioia fu sostituita a nuovo dolore. John proseguì: << Per quanto riguarda Hugo, sei il più bravo portiere che fin'ora si sia presentato, quindi a meno che accada un miracolo e uno di loro dieci ti superi, sei dentro >> il sottoscritto borbottò qualcosa, ma annuì. << Iniziamo >>.

Mezz'ora dopo, la squadra era al completo: Rose, Lily e John erano i tre Cacciatori, Alphard il Cercatore, Hugo il Portiere, Roxanne e Sean Jordan -figlio di Lee Jordan- i due Battitori.

Giocarono un po', concordarono per i giorni di allenamento e infine, bagnati dalla pioggia, si diressero verso gli spogliatoi. Rose notò Alice seduta da sola sugli spalti intenta a leggere un tomo di Erbologia con un cappello che, a quanto pareva, doveva nascondere dei capelli colorati di verde. Sospirò, si promise che avrebbe dato un calcio nei testicoli a James più forte di quello che Lily aveva regalato ad Alphard e poi si incamminò, quando all'improvviso qualcosa le cadde in testa. Alzò gli occhi al cielo: non c'era niente. Riabbassò lo sguardo e a terra, davanti a lei, c'era un pezzo strappato di pergamena che raffigurava una parte di uno strano simbolo e tre lettere scritte in Antiche Rune attorno. Si accigliò, se lo rigirò tra le mani, infine si guardò intorno e, sinceratasi che nessuno se ne fosse accorto, lo mise intasca, intenta a studiarlo appena entrata in camera.

 

 

                                                                                                                                                                                           * * *

 

 

<< Grazie mille tesoro, ci vediamo! >>.

<< Sì, e mi raccomando, cerca di rompere un numero di bicchieri che sia proporzionato a quelli che abbiamo >>.

<< Su Augusta, andiamo >>.

<< Certo nonna >> sbuffò una ragazza dai capelli biondo grano, scostando dei lisci ciuffi che ricadevano dalla coda di cavallo. Non che non volesse bene alla sua pimpante e anziana bisnonna Augusta, ma era troppo assillante: per lei sarebbe sempre rimasta la nipote distratta e incapace che però prima o poi avrebbe avuto una grande svolta, come accadde al figlio, ma chissà quando. Punzecchiarla era un modo per spronarla a imparare a reagire, ma con il passare del tempo l'aveva solo indotta all'indifferenza.

Passò più volte lo straccio sul bancone, un po' stanca: era domenica ed erano le sei e mezza di sera, di lì a poco sarebbe dovuta tornare al castello, anche se avrebbe preferito continuare a lavorare al pub di sua mamma.

La porta di vetro era semi chiusa, e l'ultimo cliente se ne andò salutando e lasciando entrare l'aria che rivelò un fresco autunno imminente: il sole stava per sparire dietro le montagne, e prima che fosse buio doveva chiudere. Ma non era un problema: solitamente a quell'ora non c'era mai nessuno; tutti a trascorrere gli ultimi momenti prima del lunedì con amici o famiglia e, nel suo caso, al pub.

Lavò accuratamente gli ultimi bicchieri sul lavandino: non era il caso di usare la magia per così poco. Concentrata nel suo lavoro, non si accorse che qualcuno era entrato. Si voltò a guardarsi allo specchio e notò di avere una coda malfatta e trasandata, così si affrettò a raccogliersi i capelli una seconda volta e, nel frattempo, a proferire: << Posso aiutarla? >>.

Quando portò l'attenzione al cliente si immobilizzò per qualche istante, scettica: Jennifer era lì, con i suoi occhi nocciola puntati in quelli chiari di lei, e uno strano sorriso in faccia.

<< Ciao Alice >> disse con voce suadente, ammiccando un po'. Era una ragazza indubbiamente affascinante, e la bionda si ritrovò a desiderare almeno un quarto dell'attrazione che possedeva.

<< J-Jennifer... >> mormorò, un po' accigliata. << Che ci fai qui? >>.

<< Passavo da queste parti, così ho pensato di venirti a trovare >> rispose facendole l'occhiolino.

<< Posso offrirti qualcosa? >> domandò asciugandosi le mani, senza guardarla.

<< Un'acquaviola con tanto di cappellino, grazie >> aggiunse, tirando fuori lo specchio per ammirarsi nella sua impeccabilità. Neutra, Alice eseguì la sua richiesta, e poi glielo porse: << Ecco >>.

<< Mh, grazie >> sorrise subdola, sorseggiando con classe. Prese il cappellino: << Azzurro, come il colore preferito di James. Glielo porgerò! >>. Alice si finse indifferente alla provocazione e tornò a occuparsi del bancone e i vari compiti.

<< Da quant'è che gli muori dietro? >> domandò di punto in bianco. Lei, che stava riponendo un libro in alto, si bloccò, per poi collocarlo con lentezza, senza voltarsi. Rispose cercando di mantenere una voce normale: << Non so di cosa tu stia parlando >>.

<< Oh mia cara, non fingere. Ormai pure questi tavoli sanno che sei innamorata di James: si vede lontano un miglio >> constatò dolce ma tagliante.

Alice si girò a fissarla, deglutendo impercettibilmente. Non amava essere presa di mira da qualcuno.

<< Hai paura di affermare, Paciock? >> disse con scherno. << Che novità, d'altro canto tu hai paura di tutto, e stai sempre in silenzio. Questo è uno dei motivi per cui James non potrebbe mai notare un'imbecille con te >>.

La bionda si irrigidì, convincendosi a non lasciar trapelare nessuna emozione e non mostrarsi debole. Prese un bicchiere e iniziò ad asciugarlo, fissandolo insistentemente. L'altra proseguì, soddisfatta e pungente: << E' inutile che tu resti qui a sperare, mia bella Alice. Lui non sarà mai tuo >> enfatizzò molto le ultime parole << Lui vuole una ragazza forte, dolce, divertente, che non arrossisca o esalti per una banale attenzione che lui dedica, per questo mi ha scelta. Mentre tu... tu sei così distratta, incapace, casta, goffa. A te andrebbe bene un Tassorossino o uno sfigato come tutti i suoi cugini >>. Alice, che stava sfregando duramente lo strofinaccio nel bicchiere, pensò a quello che Rose le aveva sempre detto, e si impose di rispondere come l'aveva sempre spronata a fare. In più, l'insulto ai suoi amici, le diedero forza: << Che cosa vuoi, Jennifer? Se fossi davvero tutta quella persona che mi hai descritto, non saresti qui a pensarmi come un pericolo >>.

L'altra scoppiò in un ghigno bastardo: << Pericolo? Tu? Ma per favore. Ripeto, nessuno ti guarderebbe mai, nessuno >>.

Sbatté violentemente il bicchiere sul bancone e la fissò, sbottando furiosa: << Forse sarà anche come dici tu, ma di certo preferisco essere così che una come te. Sei una persona rivoltante, trai benefici nell'offendere le persone, perché è l'unica cosa che sai fare, oltre a sbandierare ai quattro venti che stai con un Potter, come se fosse la cosa più importante del mondo. Ti ricordo che ci ha salvati suo padre, Harry, non lui, James, quindi stare con il figlio non ti attribuisce un'aria da grande star, e presto si renderà conto della persona vuota che sei e che ti sei impegnata con lui solo per il cognome, non per altro >>. Iniziò a sentirsi in colpa per le insinuazioni che le disse, così si morse il labbro e aggiunse con più calma: << Spero un giorno ti renda conto che comportati così non ti porterà da nessuna parte, e che se vuoi puoi essere una persona ricca di virtù, se solo ti sforzassi a non mostrare il tuo lato peggiore. Nessuno è cattivo, tutto sta nell'atteggiarsi. So che puoi essere più di quello che mostri >>.

Jennifer la fissò, rossa di rabbia, e lasciò l'acquaviola e i soldi sul tavolo, andando alla porta. << Vai a fare le tue filosofie di vita in un gruppo di hippie Babbani, non a me, e resta il fatto che sono IO quella che James bacia, accarezza, stringe e ama >> detto questo, uscì sbattendo la porta.

Alice sospirò e tornò a dedicarsi ai bicchieri, poi, prima che se ne rendesse conto, si ritrovò a piangere. Immaginò loro due insieme, e le sue frasi rimbombarono dentro di lei sonoramente: era vero, era un'incapace goffa e distratta che nessuno avrebbe mai notato, tantomeno James. Si asciugò le lacrime e portò l'asciugamano sul viso, iniziando a singhiozzare. Non si era mai sentita all'altezza del cognome Paciock, di James, dell'amicizia dei Weasley e della famiglia: tutti si aspettavano grandi cose da lei, cose che non avrebbe mai potuto riuscire a compiere, e questo la rattristavano.

Cercò di calmarsi, ma invano. Continuava a piangere e a sfogarsi, piena di rabbia e delusione verso sé, e quando le cadde un bicchiere a terra si appoggiò al muro, chiuse gli occhi e prese un bel respiro. Rimase così per lunghi minuti, inspirando ed espirando profondamente, mentre le lacrime continuavano a scendere imperterrite, ma senza singhiozzi. Percepì qualcosa di strano, come un profumo famigliare, che amava più di ogni altra cosa: aprì piano gli occhi verdi e se lo trovò a un metro distante. Sopra il bancone c'era uno strano aggeggio scherzoso, che probabilmente voleva testare su di lei, ma che ora era immobile lì. Lo fissò a lungo, per la prima volta senza arrossire o distogliere subito lo sguardo, e lui fece lo stesso. Aveva un'espressione intenerita, dispiaciuta e di uno che si sentiva in colpa. Non osò parlare, e lui nemmeno. Tirò fuori la bacchetta e riparò il bicchiere rotto, poi prese l'ombrellino dell'Acquaviola della sua ragazza e se lo mise dietro l'orecchio, guardandosi allo specchio: << Sono sexy >>.

Alice prima si accigliò, poi scoppiò a ridere di cuore, osservando divertita le sue buffe espressioni ammiccanti di fronte alla sua immagine. Anche lui rise, e ci misero qualche tempo a riprendersi. La bionda smise di sorridere e tornò triste a fissare il pavimento: si odiava per il fatto che la vedeva in quello stato, si sentiva come nuda, perché era così fragile ai suoi occhi...

James fece un sospiro e poi le alzò il mento, prendendolo tra l'indice e il medio. Alice lo fissò e si sentì subito arrossire e a non tollerarsi per questo stupido fattore biologico che aveva.

<< Dovresti smetterla di non apprezzarti >> le disse, guardandola a fondo come per studiarla, e mettendola un po' a disagio: sembrava averle letto nel pensiero.

<< Cosa fai qui? >> mormorò lei, un po' sciupata.

<< L'ho vista uscire dal pub, e ho intuito fosse venuta a dirti qualcosa >> rispose. Alice si scostò e scese il gradino, andando verso un tavolo, sentendosi stupida: aveva sempre bisogno degli altri per difendersi.

<< Alice... >>.

<< No, sto bene >> disse voltandosi e sorridendogli, anche se il viso non celavano la tristezza. << Io me la prendo per tutto... lei in verità non mi ha detto nulla di che, anzi. Non è cattiva, so che è molto simpatica e premurosa con te, sono io troppo debole >> e, detto ciò, andò a prendere il bicchiere, ma quando si voltò per tornare al bancone per posarlo, si ritrovò schiacciata da James, che sembrava fuori di sé. << COME TI PERMETTI DI DIFENDERLA? Porca troia Alice, ti ha trattato da cane, e tu osi ancora giustificarla e dire che non è stata cattiva con te? >>.

Lei non si trattenne più: << Cosa vuoi che ti dica, James? E' così, so che deve lavorarci a lungo, ma può diventare una persona migliore >> e si allontanò una seconda volta, un po' bruscamente.

Lavò il bicchiere, ma si arrestò quando percepì un corpo caldo avvolgerla e un mento posarsi sui suoi capelli: << Hai un cuore enorme, Alice, enorme da amare tutti, nessuno escluso, ed è una delle cose che invidio e ammiro di te >>. La ragazza sgranò gli occhi, incredula, poi si fece cullare da lui, godendosi il suo primo abbraccio e non curandosi degli occhi lucidi. << Sei una rara persona, una di quelle da non lasciarsi sfuggire, e mi costa molto ammetterlo. Mi dispiace averti procurato tutto questo dolore inconsapevolmente, sul serio, e voglio tu sappia che per me non sei invisibile, e che adoro i tuoi modi goffi di fare. Hai un bellissimo sorriso, e nessuno dovrebbe togliertelo, quindi >> si staccò e la guardò, sorridendo << voglio che tu ora me ne regali uno e che mi prometta che non ti sottovaluterai più >>.

Lo fissò a lungo felice, spaesata e incredula, ma poi fece un grande sorriso: << Promesso >>.

<< Benissimo! >> esclamò James stiracchiandosi, per poi prendere altri ombrellini dal cassetto e attaccarseli negli indumenti e tra i capelli. Alice scoppiò in una risata una seconda volta. << Ora ti accompagno a Hogwarts, e io ci vado così, per mostrare alla gente la serietà del mio titolo da Auror apprendista >> e, tutto impettito, scese dal bancone e uscì. La ragazza chiuse tutto e lo raggiunse.

<< Sì, signore, sono James Sirius Potter, figlio del salvatore di 'sto caz... del mondo e Auror de 'sta minch... cioè, Auror apprendista, chiamato anche il Signore dei Cappellini da Cocktail >> urlò per la strada, e alcuni lo guardarono male; la maggior parte, invece, iniziarono a ridere divertiti, e la bionda non smise più. << Lei invece e la mia bella amica, la Signora dei Fiori! >> e le mise vari fiori in testa. << Un applauso! >> tutti l'ascoltarono e, tra una risata e l'altra, andarono al castello conciati così, lasciando maghi e streghe incuriositi. Anche se lui la vedeva solo come un'amica, adorava i suoi difetti, e per Alice era davvero una felicità immensa.

  
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