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Autore: MrRickySabba    11/07/2012    4 recensioni
Fanfiction su Chris Colfer e Darren Criss. Chris abita da 21 anni nel quartiere di Burning Street; conosce tutti, ma non si immagina che un giorno un nuovo inquilino si trasferirà e diventerà la persona di cui si innamorerà. Perdutamente. "Chris capì che si stava innamorando. Di nuovo. Della persona sbagliata"
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chris era fermo sul divano.
Non sapeva cosa fare. Voleva guardarlo negli occhi, ma aveva perso la vista. Voleva guardare negli occhi quell’angelo riccioluto che, non solo gli aveva fatto perdere la testa, ma anche la vista.
C’erano troppe emozioni da sopportare dentro al suo corpo. La grande rabbia per via di quell’orribile incidente. Il desiderio di scagliargli il posacenere di ceramica in testa. E infine c’era l’ultimo, un sentimento che conosceva, fin troppo bene.
Non aveva parole, né pensieri, per descrivere quell’emozione, sapeva solo che era una cosa che portava belle e pessime situazioni.
Se ne ricordava una in particolare.
Stava finendo l’estate. Correva l’anno in cui aveva compiuto diciotto anni. Aveva conosciuto un ragazzo. Lavorava nel bar di fronte a casa sua. Aveva frequentato un’accademia, nella quale Chris voleva assolutamente entrare. Gli chiese allora informazioni. Lui gli rispose con tono gentilissimo e disposto ad aiutarlo.
Passarono i giorni e quando Mark, il ragazzo del bar, faceva chiusura, loro si fermavano a parlare per ore riguardo a tantissime cose: musica, teatro, persone, ecc.
Tutto cambiò, per Chris, una sera: Mark stava chiudendo e Chris gli chiese “senti Mark, non è che potresti venire da me che ti devo far sentire un paio di canzoni?”
“certo” rispose Mark sempre con il suo tono di disponibilità.
Si diressero verso casa di Chris. Entrarono e Mark si sedette sul divano.
Chris schiacciò il tasto play del telecomando dello stereo e la stanza si riempì con le note di “I see you” di Leona Lewis. Appena la voce di Chris si unì a quell’incredibile melodia, si creò un’armonia tale da permettere a Mark di chiudere gli occhi e sognare.
Finito il pezzo, Mark iniziò ad applaudire con le lacrime agli occhi.
“Hai una voce stupenda e la tua interpretazione fa venire i brividi!”
“Grazie Mark” lo abbracciò e si sedette accanto a lui.
Poggiò la testa sulla sua spalla e il braccio di Mark finì attorno al collo di Chris. Questi allora gli strinse la mano.
Restarono fermi così per dieci minuti.
Dopodiché Mark disse che era tardi e che doveva andare.
Chris lo accompagnò alla porta. Era felice di aver passato una serata del genere. Era lì, con una persona con cui aveva del feeling. Non voleva che nascesse qualcosa. Voleva solo che ci fosse del feeling. Voleva un amico.
Sulla porta, prima di salutarlo, Mark disse: “Sai Chris, non avevo mai stretto la mano ad un uomo in quel modo.”
Chris rimase pietrificato. Cosa voleva dire quella frase?
Fece un attimo mente locale. Mark sapeva che lui era gay, e questo non gli aveva mai dato problemi. Allora perché se ne era uscito proprio con quella frase? Voleva essere una leggera frecciatina?
Chris chiese: “Sono stato equivoco? Se è così ti chiedo scusa. Non volevo metterti in difficoltà.”
“Non ti preoccupare, sono sono fatto un po’ strano io, stai tranquillo” rispose Mark con un sorriso dei suoi.
Chris e Mark si strinsero in un abbraccio forte, come tra fratelli, poi Mark se ne andò e Chris rientrò in casa.
Si mise a letto dopo aver accuratamente eseguito tutti i suoi trattamenti, ma non riuscì a prendere sonno subito come al solito. Cominciò a pensare. Pensare a cosa avesse voluto dire Mark con quella frase.
Chissà se adesso anche lui si stava facendo delle domande su quello che era successo e su quello che aveva detto.
Dopo tre ore buone Chris riuscì finalmente a prendere sonno.
Il giorno dopo si svegliò e sbrigò tutte le sue commissioni.
Tornato a casa, vide che Mark stava chiudendo il turno anticipatamente, allora lo andò a salutare.
“Ehi Mark”.
A quelle parole il suo viso si illuminò con un enorme sorriso e Mark corse ad abbracciare Chris.
Questi rimase un attimo perplesso dal suo comportamento, ma cinse l’amico con altrettanta foga nell’abbraccio.
“Come stai Chris? Ho assolutamente bisogno di farti sentire un pezzo che ho composto e che sarebbe perfetto per la tua voce!” esplose Mark.
“Dio non ci posso credere! Grazie Mark! Sono troppo curioso di sentirlo!” rispose Chris con grande entusiasmo.
Mark ridiventò pseudo-serio: “Senti, ti va se ci vediamo domani sera? Così ti faccio sentire per bene il tutto!”
Chris ci mise un attimo per rispondere, ma quella risposta fu chiara e concisa: “Assolutamente!”.
Si dissero che si sarebbero sentiti via cellulare.
Dopo pranzo Chris inviò un messaggio a Mark, che recitava: “Dimmi tu un orario e un luogo per stasera”.
Aspettò un po’ e intanto si mise a fare un po’ le faccende di casa. Passò più di 4 ore tra pulire i pavimenti, fare il bucato, stirare le cose già asciutte, lucidare l’argenteria e mettere un po’ a posto il giardino.
Di Mark ancora nessuna risposta.
Decise di ordinare una pizza. Il take away arrivò prima del previsto.
Chris mangiò con tranquillità, poi decise che l’attesa lo stava dilaniando, quindi prese un cappottino leggero e uscì.
Dalla tasca del cappottino tirò fuori un pacchetto di Lucky Strike rosse, le sue preferite. Ne accese una e nel frattempo mandò un altro messaggio a Mark, con scritto dove si sarebbero visti.
Ancora nessuna risposta nella mezz’ora successiva.
Era un po’ che ci pensava, e forse aveva capito che da lui non voleva solo un’amicizia, voleva qualcosa di più. Insomma, Chris sentiva di essere innamorato. E sentiva soprattutto di avere un ritorno.
Decise di scrivere quello che provava in un messaggio, per poi tenerselo come bozza e capire quando avrebbe potuto dirglielo.
Scrisse poco, ma spiegò quello che provava in modo conciso.
“Ciao, scusa se ti rompo ancora, ma volevo dirti una cosa. È un po’ che ci penso e credo proprio che sia il momento giusto. Credo di amarti. Ecco, l’ho detto, ora puoi anche scegliere di non vedermi più”
In quel momento pensò di essere la persona più patetica del mondo, ma non gli importava, dato che quel messaggio sarebbe probabilmente morto con lui.
Bloccò il telefono e lo rimise in tasca. Diede un tiro alla sigaretta, ma gli andò di traverso. I suoi occhi si spalancarono come se avessero appena visto un fantasma. Prese il cellulare dalla tasca e vide una cosa che gli fece accapponare la pelle.
Il messaggio era contrassegnato dalla scritta ‘inviato’.
Aveva fatto la più grande stronzata della sua vita.
  
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