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Autore: Lilyth    11/07/2012    2 recensioni
Il giorno del 17esimo anno è un giorno, importante, forse più del 18esimo;
ognuno di noi ne conserva anche solo un piccolo ricordo dentro al suo cuore; ci si diverte, si cresce, si cambia.
Per Smile, però, questo cambiamento è molto lontano da quello meramente numerico.
Lo scontro con una realtà in parte meravigliosa ed imprevedibile, in parte dura e difficile da accettare accompagneranno la nostra protagonista in un viaggio dentro il suo vero essere per aiutare una stirpe a lei estranea di cui non sapeva di far parte.
Scrivere questa storia all'inizio è stato un gioco, un gioco che piano, piano iniziava ad avere una forma ben definita.
Mi ha emozionato e spero emozioni anche i lettori.
Lo so, sono solo una ragazza di 17 anni, ed è difficile credere che in così tenera età si possa arrivare a metter su un racconto di rilievo.
Però, datemi fiducia.
Buona lettura.
Lilyth.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eternity'
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Come di rituale alle 9 di quella sera Kay e Laby si presentarono a casa mia con tre teglie di pizza; mio padre gli aprì sorridente
< ragazzi, ben arrivati…andate a scuotere la vostra amica; è tutto il giorno che ha una faccia… >
Laby sorrise < recepito Josh…andiamo noi da lei, e tra due minuti scendiamo per la pizza…aspetta due minuti e te la porteremo felice e sorridente. >
Sentire i loro pensieri in quel momento non era niente male, anche perché ne Kay ne Laby erano minimamente convinti di ciò che stavano rifilando a mio padre.
Li sentii salire le scale, mi feci trovare seduta sul letto con lo sguardo fisso sulla porta.
< ben arrivati ragazzi… > Laby sorrise < Smile scendi, abbiamo le pizze… >
Sospirai < ragazzi, prima di mangiare io…dovrei raccontarvi una cosa, una cosa seria… >
Kay scosse la testa prendendomi per un braccio
< non se ne parla, la pizza si fredda…ne parliamo dopo!! >
Rimasi ferma dov’ero < ho detto che è una cosa seria! Dobbiamo parlarne, insomma…ha a che fare con tutte le cose che mi stanno accadendo… >
Si guardarono < senti Smile, un’ora non cambierà le cose…ne parliamo dopo cena se avanza del tempo. >
Non potei ribattere, mi tirarono giù di peso.
Mio padre aveva apparecchiato in salone, per quanto volessi negarlo a me stessa, avevo fame e anche tanta.
< e bravi Laby e Kay, siete riuscita a portarmela giù…ma quel sorriso tanto promesso, dov’è? >
Ricevetti due gomitate sui fianchi e dai bisbigli dei miei migliori amici capii che dovevo almeno sforzarmi di sembrare felice.
Tirai fuori il miglior sorriso che possedevo in quel momento (più che altro sembrava una smorfia) e con voce falsuccia dissi
< uao…che bella tavola…ho una fame, mangiamo? >
Papà non era molto convinto ma sentii Laby che gli sussurrava in un orecchio
< Josh, dobbiamo capirla, ha problemi di cuore…è meglio che facciamo finta di nulla… >
Mi rendevo perfettamente conto che il mio udito iniziava ad alterarsi e che in teoria non avrei dovuto sentire quell’immensa bugia, ma mi sentii in dovere di lanciare un’occhiataccia a Laby che lei interpretò alla perfezione.
Ci sedemmo a tavola ed iniziammo a mangiare.
Ok, altro che fame, stavo letteralmente morendo.
Mi sentii osservata per tutta la durata della cena, forse perché dissi in totale tre quattro parole buttate in mezzo a conversazione già iniziate e che non stavo assolutamente seguendo.
Quando mio padre si alzò per andare in bagno capii che era arrivato il momento dell’entrata trionfale della torta.
Aspettai che fosse sparito alla mia vista per guardare Laby in modo sprezzante
< e io avrei problemi di cuore?? >
Mi strattonò < non urlare o salta la copertura…e poi scusa, cosa avrei dovuto dirgli? Hai la faccia di una che ha appena visto il suo gatto morire!! >
Guardai Kay che annuì confermando la teoria di Laby.
< è uguale, non inventate altre cavolate per favore…la situazione è già difficile senza che vi ci mettiate anche voi!! >
Laby alzò lo sguardo sopra la mia testa, mi voltai, mio padre aveva in mano una torta enorme con diciassette candeline.
Iniziarono a cantare “tanti auguri a te” ed io come al solito non seppi chi guardare e cosa fare durante tutta la durata della melensa canzoncina.
 
Quando finalmente rimanemmo soli, ovvero intorno alle 11, li guardai con aria affranta.
< su Smile, ora dicci la cosa “tanto importante”siamo qui, ti ascoltiamo… >
< Laby, Kay, fate poco i simpatici e sedetevi…sarà un duro colpo… >
Alzarono entrambi gli occhi al cielo contemporaneamente e si lasciarono di peso sul letto.
In un altro momento avrei trovato la cosa carina, quasi assurda, in quel momento non riuscivo neanche lontanamente a farlo.
< allora, dobbiamo aspettare molto? > fulminai Kay e mi schiarii la voce.
< allora, oggi sono venuti qui a casa Alex e Monica e… >
Laby sgranò gli occhi < Alex è venuto qui e tu non mi dici nulla? > < Laby ho provato a parlarne prima, ma mi risulta che qui qualcuno ha ritenuto più importante scendere a mangiare!! >
Calò il silenzio ed io continuai tutto d’un fiato.
< insomma, sono venuti qui e mi hanno detto che io sono…non so, la mediana…e siamo tutti simili, tutti intendo tutti e tre noi, cioè io e loro…e loro, cioè noi, siamo degli Eterni e siamo contro i Bruni…ed io sono quella che dovrà riportare la calma ma sono in pericolo di vita perché ora i Bruni vogliono farmi fuori e…e sto cambiando!
Il mio corpo sta cambiando, la mia vista sta cambiando, la mia vita sta cambiando!! >
< hai dimenticato la parte in cui ti trasformerai in un lupo… >
Mi voltai riconoscendo la voce < Alex cosa ci fai tu qui? >
Laby si incollò alla mia schiena < già Alex che ci fai qui? > < no, più che altro come ci sei arrivato…da che parte sei entrato? >
Alex guardò Kay sorridendo < beh, se la vostra amichetta avesse capacità di sintesi vi avrebbe fatto capire che io non sono esattamente umano, e neanche lei… >
Io continuavo a guardarlo con disprezzo.
< Alex, ti ho appena chiesto cosa ci fai qui! >
Sorrise < lo avevo notato…beh, dovevo vedere in che condizione era la mia protetta… >
Quasi soffia come un gatto < non sono la tua protetta…so badare a me stessa…. >
Annuì < o lo so, ma ho questo compito che ti piaccia o no, e sappi che non fa piacere neanche a me. >
Feci una smorfia < bene > sorrise < bene >
Kay intervenne < quindi…tu non sei umana? > lo guardai < no…sono un’eterna e ora, se siete spaventati da me, se mi odiate e volete andarvene da casa mia, dalla mia vita, fate pure… >
 
Seguirono minuti di silenzio in cui io, ancora in piedi insieme ad Alex guardavo tutti e tutti guardavano me.
Laby e Kay si scambiarono un’occhiata e poi si alzarono < Smile allora noi… >
< ve ne andate? > la punta di amarezza nella mia voce non sarebbe dovuta uscire fuori, non in quel momento.
Se veramente mi avessero abbandonata non potevo farmi vedere distrutta.
< …allora noi verremmo ad abbracciarti se vuoi. >
Dire che scoppiai a piangere fu poco, per poco non affogai nelle mie stesse lacrime.
Per me era una cosa così strana piangere in pubblico che mischiai le lacrime di commozione a lacrime di rabbia per essermi fatto vedere così debole, soprattutto davanti ad Alex che mi guardava sorpreso e al contempo divertito.
Kay e Laby si strinsero attorno a me continuando a ripetermi che non mi avrebbero di certo lasciata, anche se fossi diventata realmente un lupo, il che mi fece ridere.
Appena smisi di piangere, ossia pochi secondi dopo, mi rivolsi di nuovo verso Alex.
< quindi, tu vorresti dirmi che continuerai a seguirmi ovunque vado, rimanendo fuori casa mia notte e giorno? >
Scoppiò a ridere < ora non esageriamo, passerò qualche volta per vedere se sei ancora viva, per il resto…cercherò di farmiti amica, in modo che il mio controllo darà meno nell’occhio. >
Non risposi ma credo fosse evidente che non ero esattamente entusiasta della notizia.
< beh, vorrei stare ancora un po’ qui con voi e vedere in che altro modo cambierà l’uomore di Smiel; ma credo di dover andare a casa, Monica mi sta aspettando. >
Sentii un pensiero di Laby che non mi piacque per niente, cercai di metterle una mano sulla bocca prima che riuscisse a parlare, ma non feci in tempo.
< vivi con Monica? Cioè, è la tua ragazza? >
Alex si voltò serio, poi tirò fuori un sorrisetto maligno < beh, diciamo che viviamo insieme per cause di forza maggiore e poi, le bionde non sono esattamente il mio tipo. >
Laby mi strinse un gomito, cosa che io ignorai.
< beh, ora vado veramente…auguri Smiel, ti darei un bacio ma credi che finirei per morire strangolato. >
< credi bene Alex. Ci vediamo in giro. >
Bastò che voltassi un attimo la testa ed era scomparso.
< Smile io non so se tu ti rendi conto di quello che ha appena detto Alex…ti rendi conto?!? >
La guardai, stava impazzendo.
< no Laby, non mi rendo conto e sinceramente non mi interessa più di tanto. >
Mi fulminò con lo sguardo < non dico nulla che è meglio… >
Annuii < sì, lo credo anche io >
< Smiel senti… >
Mi voltai verso Kay con sguardo assassino, tanto che lo pietrificai sul letto < ti prego, distogli lo sguardo Smile…mi sono solo sbagliato. >
< ecco, non lo fare mai più! >
Spostò lo sguardo e aggiunse < beh, volevo dirti che, sì, insomma…io ho sonno… >
Alzai un sopracciglio < vorresti già andare a dormire? Cioè, noi festeggiamo il mio compleanno ogni anno con un pigiama party per andare a dormire alle 11 di sera? >
Anche Laby lo stava guardando < però forse ha ragione, cioè, insomma, domani andiamo a scuola… >
La guardai sbigottita < ma è il mio compleanno!! >
Intuii un pensiero di Laby che preferii evitare, mi rassegnai e annuendo dissi < ok, allora Kay, entra in bagno e vatti a cambiare mentre io e Laby ci mettiamo il pigiama e non guardare… >
 
Appena rimasi sola con lei la guardai con aria di sufficienza < non dovresti dirmi qualcosa? >
La vidi indugiare < cosa? >
Alzai le spalle < o, non so, una cosa che ha a che vedere con te e Kay… >
Si infiammò < non dovresti leggere tutti i miei pensieri Smile!!! > < non ho ancora imparato a mettere i filtri, comunque, non avresti dovuto dirmelo? >
Si sedette sul letto < stavo per farlo…aspettavo di rimanere sola con te… >
Mi sedetti accanto a lei < comincia a pensare che le parole “sola” e “Smile” non saranno insieme per un bel po’…a quanto pare sono controllata >
Mi guardò < comunque, non so come sia accaduto. È accaduto e basta. E penso sia una cosa seria…è stato come svegliarmi improvvisamente da un lungo sonno e capire che io, che io ero innamorata di lui. >
Annuii < sì, capisco. >
< non dire a Kay che te l’ho detto…voglio che sia lui a raccontartelo. >
< va bene, vorrei anche io che avesse questo impellente bisogno di raccontarmi tutto, ma evidentemente non è nelle sue priorità. >
Scoppiò a ridere < Smile, è un maschio, che ti aspetti. >
Annuii < infatti >
Sentii bussare dalla porta del bagno < avete fatto? Io sono pronto da mezz’ora! >
< entra Kay >
Non sapevo se dover fare la persona seria o se mi era permesso ridere, optai per la seconda.
Kay aveva un pigiama decorato con immaginine di paperino e topolino.
Laby si unì alle mie risate che si moltiplicarono di minuto in minuto.
Lui non era esattamente entusiasta, ma sopportava.
< allora, andiamo a dormire!! >
Annuii tra le lacrime < andiamo a dormire. >
   
 
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