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Autore: yeahbuddy_    11/07/2012    4 recensioni
In questo momento, dovrei prepararmi per il tuo matrimonio, indossare il candido smoking che abbiamo preso insieme e sistemarmi i capelli in modo da ravvivare al meglio i miei ricci che ti piacciono tanto e con cui ti divertivi a giocare.
E, invece, sono qui a riempire un pezzo di carta che non so nemmeno se ti darò.
Ho così tante così da dirti, ma non basterebbe questa pagina, te lo posso assicurare.
Mi sembra già di vedere il tuo viso, le sopracciglia inarcate e le labbra curvate in un sorriso, mentre leggi e ti chiedi, probabilmente, se questo sia uno stupido scherzo.
Sai, mi piacerebbe tanto che lo fosse.
Ti chiedo scusa per la lettera, per le bugie, per l’inchiostro sbafato dalle lacrime, per la calligrafia..
Ti chiedo scusa per non aver accettato di essere il testimone di nozze.
E sì, ti chiedo scusa anche per il mio amore.
Perché, in fondo, è sbagliato.Ma io mi chiedo, è davvero sbagliato qualcosa che ti fa stare così bene?
Ti amo, Boo Bear, non te lo dimenticare.
Ma ora devo pensare a me stesso.
Per sempre tuo,
Harry
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*****

Harry sospirò pesantemente, chiudendo la penna con il tappo che era caduto poco prima sul pavimento, ma di cui, ovviamente, non si era accorto, troppo intento a scrivere la sua lettera.
Alzò, finalmente, il viso dal tavolo e deglutì rumorosamente per fermare le ultime lacrime che riempivano i suoi occhi smeraldo.
Poi diede uno sguardo vacuo all’orologio, maledicendosi per averci messo così tanto tempo a scribacchiare su quel foglietto.
Erano le 10.06 e il matrimonio sarebbe stato alle undici.
E lui, invece di essere già agghindato a festa con tanto di trucco e parrucco, se ne stava in mezzo al soggiorno, in boxer, con la testa gettata indietro e il viso rivolto al soffitto.
Lanciò un’ultima occhiata all’orologio appeso alla parete opposta a lui e finalmente si decise a volare in bagno per prepararsi.
Optò per una doccia veloce e, appena entrato nella cabina, si accasciò lungo la parete e lasciò che il getto bollente si scontrasse violentemente su di lui, brucandogli sulla pelle.
Nella sua mente i pensieri si spingevano per fare spazio alle preoccupazioni della cerimonia.
Aveva paura per la lettera.
E non sapeva neanche quando dargliela.
Per il momento, si lasciò cullare dal suono di una loro canzone alla radio.
Coincidenza, proprio I wish.
Chiuse lentamente gli occhi e canticchiò sottovoce.

"Oh, how I wish that was me.."



Il riccio si dondolò sui piedi, con le mani in tasca e i capelli pettinati all’indietro.
Oddio.
Erano le 10.54.
Il piazzale fuori dalla chiesa era già gremito di persone in giacca e cravatta e paparazzi con le loro fedeli macchinette a portata di mano.
Non aveva ancora visto nessuno dei ragazzi, solo la famiglia di Louis, che aveva salutato frettolosamente, troppo sovrappensiero per formulare una frase di senso compiuto.
Si era limitato a sorridere – anche leggermente in imbarazzo – e a salutare i Tomlison da lontano con un vago gesto della mano, che aveva poi portato dietro la sua nuca.
Si ripiegò con cura il colletto dello smoking, facendo attenzione a non stropicciarlo , e nascose bruscamente la lettera nella tasca interna della giacca, prima di trasalire, poiché colpito da un’amichevole pacca sulla spalla.
Si voltò di scatto, come preso in flagrante, e si trovò davanti un Niall Horan raggiante che si sistemava la giacca con evidente orgoglio.
Sfoderò uno dei suoi sorrisi più belli e, lentamente, girò su sé stesso, come per lasciare ad Harry il compito di esaminare il suo look.
Il completo grigio perla che indossava evidenziava dolcemente i suoi occhi e il suo corpo e ai piedi portava dei mocassini a punta, di vernice nera, che gli calzavano a pennello. Sotto la giacca sbucava una camicia bianco latte e una cravatta a quadri, che gli andava leggermente lenta, era avvinghiata al suo collo pallido, scendendo fino a insinuarsi oltre il completo abbottonato.
Niall sorrise, spronandolo ad esprimere il verdetto.
Era così felice che Louis gli avesse chiesto di essere il testimone, nonostante avesse omesso il rifiuto di Harry durante la richiesta.
“Sei l’irlandese più bello che ci sia, Horan” rise, prendendo tra le mani la cravatta dell’amico e verificando che non calasse sul suo collo. “Ti basta?”
Il biondo ammiccò, prima di arrossire soddisfatto e varcare la navata centrale, prendendo amichevolmente Harry sottobraccio.
Attraversò frenetico il corridoio tra le panche di legno, addobbate con fiori lilla e bianchi ed entrò, quasi di corsa, nella saletta dove Louis si stava cambiando, seguito a ruota dall’irlandese e da Zayn che, fino a poco prima, non aveva ancora visto.
Louis stava camminando in cerchio in mezzo alla stanza, con la cravatta sbottonata e le mani tra i capelli.
Harry deglutì lentamente alla vista di tanta bellezza.
Senza tanti giri di parole, si avvicinò all’amico che lo accolse con un abbraccio caloroso.
Si lasciò invadere da una pesante scia di dopobarba. “Louis, ti devo parlare. È urgente” sussurrò cauto, sciogliendo l’abbraccio.
Louis gli poggiò una mano sulla spalla e lo inchiodò con i soliti occhi blu, prima di prendere a parlare alla fine di un sospiro. “Harry, se non te ne sei accorto, è tardissimo. E devo sbrigarmi. E ci vediamo dopo. E, ehi, ti dona il blu” disse, sventolando la cravatta del riccio e tornando nel bagno.
Cazzo, e ora?


Il prete tornò a schiarirsi la voce e indietreggio di poco verso l’altare.
Erano più di venti minuti che quell’ometto paffuto che veleggiava affianco a Louis e Eleanor parlava incessantemente, interrompendosi solo ogni tanto per concedersi un sospiro teatrale o un rumore gutturale.
Tutti sembravano commuoversi in quel momento.
Persino Zayn sembrò tirar su col naso.
Harry era l’unico che continuava ad agitarsi sulla panca, con un’espressione corrucciata, mentre con la mano ad intrufolarsi nella giacca teneva saldamente la lettera tra le dita.
Poi si riscosse quando il prete pronunciò le fatidiche parole dopo un’ennesima schiarita di gola.
"Chi è a conoscenza di qualche impedimento per il quale quest’uomo e questa donna non dovrebbero unirsi in matrimonio parli ora o taccia per sempre"
Harry, svegliati.
Alzati in piedi e dillo.
Fallo, forza.
Subito si alzò dalla sua postazione sotto lo sguardo perplesso dei ragazzi e dei fotografi che cominciarono ad immortalarlo come assatanati durante quella situazione che gli era stata servita su un piatto d’argento.
“Io” sussurrò flebilmente, tirando un sospiro di sollievo quando vide un Liam Payne sorridere sotto i baffi.
Aveva sempre sospettato che lui sapesse qualcosa.
O che almeno lo avesse intuito.
Louis lo guardò sconvolto come se gli avesse tirato un pugno nello stomaco, al contrario di Eleanor che sembrava relativamente tranquilla.
Lentamente attraversò i varchi tra la panca davanti a sé e le gambe dei ragazzi e raggiunse spedito l’altare con il respiro pesante.
Il prete con un cenno della mano gli concesse la parola.
“Louis” iniziò, torturandosi le mani. “questa è per te” sussurrò dolcemente.
 Posò tra le sue mani il foglio di carta e gli sorrise con gratitudine, come a ringraziarlo per i bei momenti, mentre lui gli strinse forte la mano, titubante.
Voltò le spalle agli sposini, ai fotografi che continuavano a seguirlo, ai ragazzi, alla famiglia Tomlinson e a tutta la gente nella chiesa e, gettando a terra la cravatta che aveva sfilato con rabbia, varcò l’entrata e quel sorriso finto gli morì sulle labbra.
Louis guardò interdetto il foglietto che stringeva nel pugno destro, alzando poi lo sguardo su Eleanor che, dietro a quel sorriso dolce, era decisamente confusa.
“Amore, leggila” sussurrò, tenendogli una mano.
Louis le rivolse un sorriso grato, prima di dileguarsi nella saletta dove, poco prima, si era cambiato.
Aprì il foglio con cautela e percorse con lo sguardo ciò che c’era scritto, prima di rimanere a leggere per qualche minuto la scrittura ordinata del suo amico.

 

   _

 

   Caro Louis,
non sono molto bravo con le parole e credo sia la prima volta che mi capita di scrivere a qualcuno.
Sono felice che questo qualcuno sia tu.
In ogni caso, ti scrivo questa lettera con il cuore in mano.
Non so davvero come cominciare, né perché mi sia deciso solo oggi a dirti ciò che da sempre era rintanato nel mio cuore.
Forse Sicuramente è troppo tardi.
D’altronde oggi è il giorno del tuo matrimonio.
Tra qualche ora tu ed Eleanor sarete marito e moglie. E sarete felici.
Sai, ricordo ancora quando ci hai dato la notizia, Boo Bear. Eri così entusiasta, avevi gli occhi che brillavano più del solito, avrei dovuto immaginare che ciò che ci stavi dicendo era qualcosa di davvero importante.
Avevamo appena concluso l’Up All Night Tour, Niall ci aveva portato da Nando’s per festeggiare e rilassarci dopo tanto stress.
Era stata una serata a dir poco fantastica, avevamo riso e scherzato tutto il tempo.
Ti ricordi, Lou?
_

Louis si passò una mano tra i capelli.
Se lo ricordava benissimo.

 

_

Avrei voluto poter fermare il tempo durante quegli attimi di allegria collettiva, tra il pollo e il dolce.
Quando Niall faceva le imitazioni di Paul e Liam lanciava le briciole di pane nei capelli di Zayn, che sbraitava facendo ridere tutti.
Quando penso a quei momenti mi ripeto "Non ho trovato quattro amici, ma quattro fratelli".
Sì, perché per me siete tutto ciò di cui ho bisogno.
Ma è stato nel momento in cui tu hai annunciato la notizia che ho capito che tu eri l’eccezione.
Perché tu eri qualcosa di più, Louis.
Non eri un fratello, nemmeno un amico.
Eri, anzi sei, l’amore della mia vita.
Dopo aver ingoiato l’ultima cucchiaiata di gelato al cioccolato, ti sei alzato in piedi, scostando i capelli con un colpo secco e ti sei schiarito la voce, esibendoti in uno dei più bei sorrisi che abbia mai visto.
“Ragazzi, un attimo di attenzione” hai detto con un tono solenne che non ti si addiceva e che aveva, inevitabilmente, provocato risate in tutto il tavolo. “Io, il sottoscritto Louis Tomlinson...
mi sposo!”
Fu lì che il sorriso che avevo stampato in viso da tutta la serata mi si spense come una lampadina.
Fu lì che mi si gelò il sangue nelle vene e mi sembrò che la vista mi si fosse appannata.
Tutti i ragazzi erano esplosi in un boato che aveva fatto voltare l’intero locale.
Io ero l’unico rimasto seduto e fissavo il cucchiaino che mi rigiravo tra le mani, con lo sguardo basso e il cuore in frantumi.
Niall aveva chiamato a gran voce una cameriera in lontananza per ordinare altre Guinnes.
“Amico, bisogna festeggiare!” aveva detto, battendo un pugno sul tavolo, ai limiti dell’emozione. “Oddio, Tommo. Ma è grandoso!”
Già, grandioso.
Così grandioso che mi stavo per sentire male.
Poi ti sei accorto di come fossi a terra e del fatto che non mi fossi ancora complimentato con te.
“Harry, tutto ok? Non sei contento?”
_

Trattenne le lacrime.
Come poteva essere stato così egoista, cazzo?

_

Quella frase aveva richiamato su di me l’attenzione di tutti i ragazzi e in meno di due secondi mi ero ritrovato a mostrare un sorriso finto agli occhi dei miei migliori amici.
“Lou, scherzi? È fantastico, sono felicissimo per te”
No, Louis. Ho mentito.
Avrei voluto gridare a gran voce quanto ti amavo e quanto ero distrutto da quella notizia.
Avrei voluto gettare a terra il tovagliolo, uscire da Nando’s senza una spiegazione e scappare da tutti e tutti.
Avrei voluto sparire in quell’istante.
E, invece, sono rimasto inerme, sotto il peso del tuo sorriso colmo di gioia e amore, Boo Bear.
Amore per una persona che non sono io, purtroppo.
Sai, Lou, quella sera, ho pianto come un bambino.
E per tutto il tempo che abbiamo passato ad organizzare i preparativi per il tuo matrimonio mi sei mancato da morire.
Hai presente quando ti manca una persona che vedi ogni momento?
Ecco, era quello il caso.
Perché noi abbiamo passato ogni istante insieme da quel giorno.
Ti ho aiutato a scegliere il vestito, la chiesa e ti ho aiutato ad organizzare il rinfresco.
Ma ti sentivo distante, amore mio, come se ti stessi piano piano allontanando da me.
Come se dopo la cerimonia mi avresti salutato con un cenno del capo e mi avresti dato una pacca sulla spalla, dicendo “Ci si vede in giro, bello”.
Ho cercato di dimenticarti.
Ci ho provato, Louis, te lo giuro.


_

 

 Immaginò la voce di Harry che accompagnava le parole che macchiavano la carta.

 

_

Ma ogni viso anonimo che riempiva i miei occhi era insignificante per me.

Perché cercavo disperatamente un dettaglio che mi ricordasse te.
Qualcosa a cui aggrapparmi per averti con me un altro po’, anche solo in modo vago.
Ma in nessuno ho mai visto brillare i tuoi occhi da bambino, azzurri come il cielo.
E mi fa star male il fatto di doverti lasciare andare e il fatto che la mia vita dipenda da un tuo sorriso o da una delle stronzate che spari puntualmente.
Assaporo gli attimi che abbiamo passato insieme come fossero qualcosa di raro e prezioso che devo difendere dalle grinfie altrui.
Lo so che mi odierai per questa lettera, amore mio, ma, in fondo, è ciò che provo.
E, visto che sono così codardo da non riuscire a parlarti, sono qui a nascondermi, macchiando un pezzo di carta strappato da un block-notes  con l’inchiostro di una penna blu e le lacrime che bagnano i miei occhi.
Perché ogni volta che provavo a parlarti, le parole rimanevano intrappolate in fondo alla mia gola, come a rintanarsi da una realtà che non gioca a mio favore.
Eleanor è bellissima, Louis.
E siete fortunati a stare insieme.
Io sento che è la cosa giusta, ma non ciò che mi rende felice.
Ti giuro, non avrei mai pensato di innamorarmi di te.
La prima volta che ti ho visto, quando eravamo a X Factor, ho creduto che non potesse esistere un ragazzo più bello in tutto il mondo.
Ho gli occhi scavati da lacrime che non so fermare e bocca prosciugata da parole che non riesco a pronunciare.
Non riesco a dirti con la mia voce tutto ciò che penso.
Ma oggi ho preso una decisione.
A partire da domani mi dimenticherò di te e cambierò radicalmente.
D’ora in poi penserò solo alla band e, soprattutto, alle directioners.
Loro saranno la mia vita.
E non starò a rimuginare sul passato e a piangermi addosso.
Mi rendo conto che sarà difficile, ma vedrò di farcela con ciò che mi è concesso.
E cercherò di racchiudere ciò che ho provato provo per te in una scatola dei ricordi nel mio cuore.
In questo momento, dovrei prepararmi per il tuo matrimonio, indossare il candido smoking che abbiamo preso insieme e sistemarmi i capelli in modo da ravvivare al meglio i miei ricci che ti piacciono tanto e con cui ti divertivi a giocare.
E, invece, sono qui a riempire un pezzo di carta che non so nemmeno se ti darò.
Ho così tante così da dirti, ma non basterebbe questa pagina, te lo posso assicurare.
Mi sembra già di vedere il tuo viso, le sopracciglia inarcate e le labbra curvate in un sorriso, mentre leggi e ti chiedi, probabilmente, se questo sia uno stupido scherzo.
Sai, mi piacerebbe tanto che lo fosse.
Ti chiedo scusa per la lettera, per le bugie, per l’inchiostro sbafato dalle lacrime, per la grafia frettolosa..
Ti chiedo scusa per non aver accettato di essere il testimone di nozze.
E sì, ti chiedo scusa anche per il mio amore.
Perché, in fondo, è sbagliato.
Ma io mi chiedo,è davvero sbagliato qualcosa che ti fa stare così bene?
Ti amo, Boo Bear, non te lo dimenticare.
Ma ora devo pensare a me stesso.
Per sempre tuo,

                                                                                                                                                                                                                                    Harry

_



Louis si massaggiò il viso ripiegando la lettera e stringendola forte al petto, prima di concedersi un brivido lungo la schiena.
Sorrise con l'immagine di Harry davanti agli occhi.
Harry lo amava.
Lo amava, cazzo.
In quel preciso istante avrebbe mandato a puttane Eleanor e quello stupidissimo matrimonio.
Sarebbe corso da Harry, gli avrebbe detto 'Harry, ti amo anch'io'
Ma per una qualche ragione si alzò in piedi.
Non andò da Harry, non gli disse ti amo..
Le sue gambe lo condussero nella chiesa.
I brusii delle persone riecheggiarono nella sala, tutti lo accolsero con un sorriso colmo di speranza.
Annuì, affiancando la sua futura sposa.
“Si voleva complimentare con noi, El” sussurrò, con lo sguardo fisso sulla sua ombra “Possiamo.. procedere
I suoi occhi erano velati di tristezza.

Eleanor gli sfiorò un braccio, cercando di non infierire. “Sei sicuro?”
Non sarebbe andato da Harry, non gli avrebbe mai detto ti amo..
“Sì. Sono sicuro



asdfghjkl
Eccomi tornata con una nuova OS stylinsonosa (?)
Credevate di esservi liberate di me, eh?
E invece no.
Sono ancora qui a rompere il cazzo, eeeh già
Ma perché scrivo tutte queste storia  depresse?? D: Questa finisce pure male çç
Che poi ieri era il mio compleanno *uu*
Quindici anni, signori miei!
Spero che questa storiellina vi piaccia come l’altra *°*
Cioè, 15 recensioni çç
Voi mi volete mortaa??
Un grazie infinito a chi ha recensito, preferito, seguito o ricordato I am outside and I've been waiting for the sun..
Vi amo :3

Siete meravigliose.
Come sempre ditemi se la one shot vi è piaciuta, se vi ha emozionato, se vi ha lasciato indifferenti ecc.
Ringrazio infinitamente anche CHANEL23 , che mi sostiene sempre èwè
ps: spero vi piaccia il banner fatto da moi **
HO IMPARATO A USARE PHOTOSHOP! (per modo di dire, vabbè)
#likeaboss
Un baciino!
giorgia :)
  
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