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Autore: Shannonwriter    11/07/2012    3 recensioni
La storia di come Finnick ed Annie si sono conosciuti e innamorati secondo me. Mi secca un pò che non ci sia stato raccontato qualcosa di più su di loro quindi ho deciso di mettermici io :) Dal primo capitolo: "Ammetto di essere rimasto meravigliato da quelle sue parole e dalla luce nei suoi occhi mentre mi raccontava quanto amasse il Distretto 4, nonostante tutto, e di quanto non volesse lasciarlo. Ma non piangeva come avrebbe fatto qualunque altra ragazza vicina alla mietitura, non puntava i piedi, lo accettava e basta. Ebbi la netta sensazione che Annie Cresta fosse diversa da ogni altra ragazza che avessi mai incontrato."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi ci vogliono dieci giorni per riuscire a lasciare Capitol City ma alla fine tutti sembrano troppo annoiati da me per richiedere la mia compagnia. Proprio non ce la faccio a restare concentrato sui miei “doveri”. Per fortuna sono tutti molto comprensivi perché sanno che se mi lasciano andare non mancherò di fare ritorno molto presto. Ho forse scelta? Mentre sono sul treno che mi riporterà al Distretto 4 penso bene a che cosa dirle quando me la troverò davanti. C'è la possibilità che stia un po' meglio? Che il dottore l'abbia aiutata? Per come era messa l'ultima volta che l'ho vista, non saprei proprio. Dopo la vittoria è stata vestita e truccata con estrema fatica da parte di tutti i suoi preparatori perché non la smetteva di dimenarsi e agitarsi. Il colore rosso acceso del rossetto che volevano metterle sulle labbra l'aveva fatta diventare isterica, urlava che non voleva più vedere sangue su di sé, non poteva sopportarlo. Alla fine optarono per un tenue rosa. Durante la visione del lungo video-riassunto delle settimane nell'arena Annie non riusciva a tenere gli occhi sullo schermo per più di un minuto, poi era costretta a chiudere di colpo le palpebre e a coprirsi le orecchie con le mani per non sentire la sofferenza di chi aveva partecipato con lei ma soprattutto per non rivedere Tray morire davanti ai suoi occhi. Non è un comportamento ideale per un vincitore, non è questo quello che vogliono gli Strateghi ma considerate le condizioni di Annie si fecero andare bene anche la reazione traumatizzata post-arena. Pare che gli ascolti siano andati bene comunque. Ora è nella sua nuova casa nel Villaggio Dei Vincitori e suppongo che si senta sola come mai nella vita. Di sua madre so solo che è una donna severa e che ha gioito immensamente della vittoria della figlia, entusiasta com'era di lasciare la vecchia catapecchia dove erano sistemate da anni. Il padre a cui Annie era tanto legata morì poco dopo che ci eravamo conosciuti e non le rimangono altri parenti. Si vocifera però che la vera seccatura per sua madre sia Annie stessa. Pare che non la sappia più gestire nello stato in cui si trova. Questa cosa non può che farmi innervosire. Prego che siano solo chiacchiere di gente invidiosa della nuova posizione privilegiata di Annie ma in realtà il dubbio rimane, il che mi fa solo venire ancora più voglia di andare a verificare con i miei occhi.

Quando arrivo alla stazione è sempre la solita storia. Tutti a guardarmi di sottecchi, a bisbigliare tra di loro e di sicuro a chiedersi che diavolo ci faccio a casa. Alcuni mi salutano con un cenno, in fondo credo che riescano ancora a ricordarselo che la mia vittoria ai tempi significò anche un ulteriore miglioramento delle condizioni di vita di tutti e che almeno per questo mi siano grati. Ma sono eccezioni e la scelta migliore è sempre quella di procedere sicuro per la mia strada, ignorandoli. Penso di passare prima da Mags ma mi farebbe delle domande alle quali ancora non voglio rispondere; potrei fare un saluto a mia madre e mio padre ma preferisco evitare. Quando cerchiamo di fare una conversazione normale finisce solo con una serie di monosillabi e di sorrisi forzati. Mi trovo davanti alla porta della casa di Annie e busso. Aspetto qualche secondo fino a che sua madre mi apre. A giudicare dalla sua faccia sono l'ultima persona che pensava di trovare. “Finnick, buongiorno.” mi saluta piena si stupore. Ha un piatto bagnato in mano e uno straccio con cui lo sta asciugando nell'altra. Non posso fare a meno di notare quanto poco somigli a sua figlia a parte per i capelli corvini che però porta corti. Sembra una donna piuttosto anonima in realtà.

Buongiorno signora, Annie è in casa?” domanda superflua, ovvio che c'è.

Oh, si ma in questo momento sta riposando. Volevi vederla?” chiede sulla difensiva.

Si, ero passato per vedere come stava. È un po' che non ho sue notizie.”

Oh, sei gentile ma come ti ho detto in questo momento non posso farti entrare, dorme. È sempre così stanca.” il tono dovrebbe essere quello di una madre affranta e preoccupata per la salute della figlia ma io sento solo il fastidio e la voglia di mandarmi lontano da casa sua alla svelta.

Come sta andando con il dottore? Qualche miglioramento?” cerco di informarmi.

Sbuffa. “Si, insomma. A volte la terapia sembra funzionare ma il punto è che non riesce tanto a stare concentrata, la sua mente...vola via, non so se mi spiego.” Ancora quel tono infastidito. Mi trattengo dall'urlarle contro che non è colpa sua se sta così, stringendo i pugni e sfoderando la mia solita faccia da poker.

Beh, potrebbe dirle che sono passato e che la saluto? Ripasserò comunque.” le rispondo controllato.

Certo, glie lo dirò ma Finnick, detto tra noi non è necessario che torni. Dio sa se c'è un modo per farla ritornare quella di prima. Sprecheresti solo tempo prezioso.”

Tanti saluti all'autocontrollo. “Beh, sa cosa? Credo proprio di voler tornare invece. Tutti i giorni, a sprecare tempo finché lei non mi farà entrare per parlarle. E già che ci siamo, non può stare sempre, sempre chiusa in casa o impazzirà!” sbotto.

Non è già impazzita?” ribatte lei sprezzante abbandonando la sua facciata composta.

Se non fosse che per principio non picchio le donne indifese le avrei già mollato un ceffone. E invece le dico “Lei dovrebbe vergognarsi.” e me ne vado.

La sento borbottare qualcosa che somiglia a “senti chi parla” e poi sbattere la porta, mentre io mi allontano e senza neanche pensarci faccio il giro della casa fino a trovarmi sul retro. Guardo dentro le finestre e finalmente trovo la camera di Annie. Lei è lì, rannicchiata sul letto in una stanza con le pareti bianche e piuttosto spoglia. D'altronde dubito che abbia molta voglia di arredarla. I capelli arruffati le coprono il volto e si passa e ripassa qualcosa tra le mani. Mentre la osservo appoggiato al vetro, devo riconoscere che mi sembra peggiorata, lasciata lì a sé stessa. Un nuovo moto d'odio verso sua madre mi ricorda che è sicuramente colpa sua se le cose stanno così ma ci sarà pur qualcosa che io possa fare, no? Per esempio potrei parlarle, adesso. Busso piano alla finestra e la vedo sobbalzare. Si sposta lentamente i capelli dal viso e rivolge lo sguardo nel punto da dove è venuto il rumore. Ecco, mi ha visto. Aggrotta la fronte e sembra sospettosa. Si mette le mani davanti agli occhi, sta così per cinque secondi circa e poi le toglie per guardare di nuovo verso di me. Stessa espressione di prima, forse solo un po' sorpresa di trovarmi ancora lì. Le faccio ciao con la mano.

Si mette seduta. “Finnick?”

Faccio un cenno con la testa e le sorrido rassicurante.

Non è convinta. “Sei davvero qui?” mi chiede alzando un po' la voce per farsi sentire oltre il vetro.

Si, sono venuto a trovarti.”

Scuote la testa. “No, no, tu sei a Capitol City, è questo che dice la mamma, è questo che tutti sanno.” dice più a sé stessa che a me. Dev'essere una specie di promemoria, credo.

Di solito sono a Capitol City ma oggi sono nel Distretto 4, nel Villaggio Dei Vincitori, dove ci sei anche tu.” le spiego. Più dettagli ci metto più facile sarà credere che non sono un prodotto della sua immaginazione.

Ancora incerta, si alza dal letto e lentamente si avvicina alla finestra. Alza il vetro e il suo viso si trova a pochi centimetri dal mio. Mi scruta attentamente, i suoi occhi verdi non hanno perso l'abitudine di andare a cercare qualcosa, la verità in questo caso.

Con estrema prudenza la sua mano trova la mia spalla e ne saggia la consistenza. Questo sembra convincerla perché subito dopo mi getta le braccia al collo. È qualcosa che sorprende anche me e mi fa ripensare immediatamente a quando dopo il suo ritorno, all'albergo dei tributi volevo solo darle questo, un abbraccio.

Ciao Finnick.” mi dice con la sua flebile voce.

Mi riconosce, sa che sono venuto per lei e ne è lieta. Anch'io lo sono. “Ciao Annie.”

 

Note: Si, si lo so è un capitolo molto corto ma in compenso se avrete ancora la voglia e la pazienza di andare avanti a leggere il capitolo 3 sarà molto più lungo :)

   
 
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