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Autore: sichia    11/07/2012    2 recensioni
"Nome?" dissi senza neanche guardare davanti a me
"Harry" disse semplicemente. Aveva una voce forse un po' rauca, ma leggermente. Alzai lo sguardo e davanti a me trovai un ragazzo ricciolo con due smeraldi al posto degli occhi. Rimasi a fissarlo per qualche secondo. Ma che stavo facendo?! Abbassai lo sguardo imbarazzata.
"Cognome?" dissi sapendo che le mie guance erano diventare rosso fuoco
"Styles. Harry Styles" mi guardò. Uno sguardo sicuro, ma poi una donna si mise di fianco a lui. Deve essere la madre, pensai.
"Harold, hai fatto?" disse quella donna a dir poco bellissima.
"Tra poco mamma, arrivo.." disse il ragazzo, che il quel momento sembrava aver perso tutta la sicurezza di pochi attimi prima.
"Scusa HARRY, ma io prima di tutto devo sapere il nome vero e poi quello artistico.." spiegai tranquillamente
"Be'.. Harry-Harold, cosa cambia?" disse forse un po' infastidito. Sembrava non gli piacesse il nome Harold. "Comunque Harold Edward Styles" disse.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
Questa storia parla di una ragazza di 15 anni, di nome Silvia. Si è traferita a Londra all'età di 5 anni, perchè il suo sogno era, fin da bambina, deventare ballerina. Così i genitori decisero di portarla a fare un provino alla Royal Ballet School, una delle scuole di danza più prestigiose al mondo.
La bambina viene presa, ma non sapeva che questo sogno l'avrebbe portata lontana dai suoi genitori. Loro, infatti non erano di Londra, bensì vivevano in Italia.
Nonostrante questo, i genitori insieme alla figlia, decidono di far avverare questo sogno.
All'età di 15 anni Silvia, diventata ormai ragazza, decide di lasciare la scuola di danza per immergersi nella vita reale, quella dove bisogna lavorare per guadagnare.


Capitolo uno.
Era una calda mattina di primavera, il sole era già alto nel cielo e stranamente non vi erano nuvole sulla città di Londra.
Ero ancora sdraiata sul letto, pronta per lasciare quella che era la mia vita. La Royal Ballet School era diventata una scuola esagerata. TROPPO. Per anni ho visto le mie compagne vomitare quello che mangiavano oppure morire di fame per non esser buttate fuori dalla compagnia, sinceramente io ne avevo abbastanza.
Presi tutte le mie cose: body, collant, mezze, punte, le mie tute e le lettere. Quelle lettere erano l'unica cosa che mi tenevano ancora legata a quella scuola.
Le mie compagne e i miei insegnati non volevano che andassi via, forse perchè ero l'unica che in tutti quegli anni non aveva ancora mollato..
Su quei fogli di carta c'erano scritte delle dediche, tutte frasi false a parer mio. Odiavo quel mondo, ma amavo la danza ed era l'unica cosa che contava.
Sentii il cellulare quillare, era lei. Allison. Alli era l'unica vera amica, l'unica ragazza che avevo conosciuto fuori dalla scuola. Si era offerta di ospitarmi a casa sua, mentre io mi devidevo sul da farsi.
"Sils sei pronta a vivere con me?" mi chiese mentre guidava
"Oh certo. Ma per almeno questa settimana non dovrai distrarmi. Devo studiare per l'esame di maturità".
"Ah già. Va be'.. Vorrà dire che la prossima settimana ci divertiremo"
"Alli non credo, devo trovare un lavoro.."
"Ma che palla che sei! Un lavoro si trova e poi potrei aiutarti io"
"Grazie Alli" erano le uniche parole che riuscii a dire in quel momento. Lo so, sembravo una ragazza asociale che non sapeva divertirsi, ma non era affatto così.
Volevo solo piantare le mie radici, non volevo vivere sulle spalle di Allison, anche se lei me lo avrebbe permesso.
Arrivate a casa rimasi a bocca aperta. Non era un'abitazione tanto grande, ma era ben arredata e c'era tutto. Non mancava niente. La cosa strana, che notai girovagando per i corridoi, era che c'erano ben OTTO camere da letto. Mi chiedevo il perchè visto che era l'unica ad abitare lì, così non esitai a chiedere.
"Come mai ci sono otto stanze da letto?"
"Oh non farci caso..". La guardai storto, ma credo che lei percepì quello sguardo come quello di un cucciolo curioso, perchè si mise a ridere. Però poi mi rispose per bene.
"Ho fatto fare queste camere pensando che un giorno le avrei usate, ma come vedi non sono ancora state toccate da nessuno. Quindi se quando lavorerai e troverai un collega che non sa dove andare a vivere, digli di venire qua, così gli posso affittare una camera.."
L'ultima parte della frase sembrava più un'offerta pubblicitaria, ma effettivamente avere OTTO STANZE DA LETTO non serivivano a nessuno, per lo più vuote.
Okay, mi ero preparata sia fisicamente che spicologicamente alla settimana di studio che dovevo affrontare. Due esami di maturità. Uno era quello normalissimo che tutti devono fare l'altro era quello basato sulla storia della danza e il syllabuss, ovvero i passi e le parti tecniche degli esercizi. Purtroppo dovevo finire l'anno e quindi il secondo esame dovevo darlo per forza. Alcune di voi in questo momento di chiederanno perchè a soli 15 anni, una ragazza, deve sostenere l'esame di maturità? Ebbene, ve lo spiego subito. Le ballerine di un certo livello che studiano tutti i giorni, in una scuola di danza professionale hanno un programma scolastico diverso. Dipende dai livelli, ma solitamente si fanno due o tre anni di 'scuola normale' in uno solo. Ovvero, i ragazzi che studiano in una scuola pubblica normalissima ogni anno hanno il loro programma, mentre le 'ballerine' devono fare quel programma di un anno in tre mesi, a volte anche meno.
***
I giorni passavano veloci, troppo veloci. Ed io ero diventata un vegetale. Non mangiavo, non uscivo, non parlavo. Allison pensava fossi morta, ma infondo mi capiva. Ci era passata anche lei quando andava al liceo.
***
20.24
Sentii il cellulare quillare. Ero appena uscita dalla scuola dopo un lungo giorno di esami. La cosa 'bella' era che si faceva tutto in un giorno solo; orale, scritti e prova pratica.
Guardai il cellulare, la scritta ALLISON si faceva spazio su tutto lo schermo.
"Com'è andataaaaaaaaaaaaa?!" gridò quella pazza dall'altra parte del telefono.
"L'esame è andato benone, però non posso dire la stessa cosa per il mio timpano.. MI-HAI-FATTA-DOVETARE-SORDA!" dissi scandendo bene le parole.
"Scusami tesoro, ma dovevo avere tue notizie. Ascoltami, lo so che dovevamo cenare insieme, ma il lavoro non me lo permette. Oggi abbiamo iniziato a dare i numeri ai ragazzi che devono fare il provino e siamo ancora qua.. Sono davvero una marea! E domani sarà la stessa indentica cosa.."
"Oh" rimasi un po' delusa dalla sua 'notizia' ma poi continuai "Non ti preoccupare, sarà per un'altra volta, poi noi ci vediamo tutti i giorni.."
"Sei la migliore Sils, le chiavi sono sotto il tappeto come sempre. Ah domani ti devo far conoscere una persona, quindi alle 11 devi essere pronta, quindi renditi presentabile, ok?"
"Ok, buon lavoro" riattaccai, misi il cellulare nella borsa e mi incamminai verso casa. 
Entrata in casa cominciai a rovistare nel frigorifero e nella dispensa, ma era completamente vuota. Ero troppo stanca per uscire di nuovo per prendere qualcosa da mangiare, così mi distesi sul letto senza nemmeno cambiarmi. Mi addormentai poco dopo. 

 

 

  
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