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Autore: Becky Auror    11/07/2012    4 recensioni
Quando Tonks incontrò per la prima volta Remus Lupin, non immaginava nemmeno quante cose potesse nascondere il passato della sua famiglia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Nonostante sfrecciasse una decina di metri sopra i tetti, e nonostante  il vento la colpisse in pieno, e nonostante fosse sera inoltrata: Tonks aveva caldo. L'aria di Luglio era alquanto afosa quella sera e lei si stava pentendo amaramente di essersi messa il mantello. Almeno era quasi arrivata a casa, infatti aveva cominciato la discesa e riusciva a vedere chiaramente i camini, i balconi e persino le aiuole delle case sotto di sé.

Forse per rinfrescarmi, mi ci vuole un po' di brivido pensò la giovane strega quando ormai era a pochi isolati da casa. Sorrise sfidando sé stessa,e non appena si ritrovò sopra casa sua, piegò il manico della scopa verso il basso,scendendo in picchiata a novanta gradi rispetto al suolo. La resistenza dell'aria le frustava il viso senza pietà mentre la forza di gravità continuava a spingerla verso il basso e le faceva acquisire via via più velocità. Il suo giardino si stava avvicinando ad una velocità spropositata e anche il suo cuore cominciò a martellarle contro il petto più vigorosamente. Strizzò gli occhi e strinse le palpebre per avere una visuale migliore e quando ormai mancavano pochissimi metri perché toccasse terra,tirò con prepotenza verso di sè il manico. Riuscì per un soffio a non schiantarsi e per qualche istante pensò di esultare,ma subito dopo si accorse di essere ancora in sella alla Comet e che si stava dirigendo dritta dritta contro il muro di casa sua.

< Accidenti! > esclamò prima di sporgersi a sinistra e buttarsi sul prato di casa sua. La scopa invece andò a schiantarsi.

< Ahia! > si lamentò Tonks massaggiandosi il braccio e rialzandosi subito per vedere in quali condizioni era la sua Comet. La smaterializzazione non le era mai piaciuta, le lasciava sempre un senso di nausea e quindi la usava solo se strettamente necessaria. Il resto delle volte preferiva di gran lunga spostarsi con il suo manico da scopa,perciò era indispensabile 'avere' un manico da scopa. Per fortuna la Comet era integra,si era solo scheggiata all'estremità. Tonks sospirò rincuorata e spostò una ciocca di capelli lilla dietro l'orecchio destro. Afferrò la scopa e si diresse verso lo sgabuzzino per riporla mentre il suo respiro ritornava normale. Con la coda dell'occhio riuscì a scorgere la luce del salotto accesa, il ché voleva dire che i suoi genitori avevano già cenato,del resto quella sera lei aveva fatto tardi al Ministero: troppe scartoffie da compilare.

Accellerò il passo e ripose la scopa nella sgabuzzino per poi correre verso l'entrata posteriore di casa Tonks.

< Sono tornata! > si annunciò entrando dalla porta di servizio della cucina,che trovò vuota. < Siete già in salotto? > e così dicendo si avviò verso l'altra stanza. Trovava strano non ricevere risposta, di solito suo padre le correva incontro per abbracciarla. Svoltò l'angolo in fondo al corridoio ed entrò in salotto dove trovò i suoi genitori seduti sul divano e in silenzio che si tenevano per mano. Non appena lei entrò,alzarono i loro sguardi su di lei che in tutta risposta sorrise e si precipitò verso di loro.

< Eccovi! Ma non mi avete sentita? Vi stavo chia... >

< Ninfadora! >

A metà strada tra la porta e il divano, Tonks era inciampata su qualcosa. Strinse gli occhi in attesa dell'urto contro il pavimento trattenendo il respiro... ma l'urto non arrivò. Si azzardò ad aprire un occhio e si accorse di essere a qualche centimetro dal parqut consumato di casa sua. Un incantesimo di levitazione? No. Subito dopo si rese conto che due braccia la stavano cingendo per le spalle e queste stesse braccia la stavano risollevando. Quando finalmente fu di nuovo in piedi, Tonks aprì entrambi gli occhi e quello che vide fu un pozzo ambrato.

Erano due occhi,gli occhi più profondi che avesse mai visto. Chiunque altro avrebbe trovato quel bruno-ambrato un colore comunissimo,semplicissimo, ma Tonks ne rimase sorpresa e meravigliata al punto che pure le iridi dei suoi occhi presero quel colore, imitandoli. Per qualche breve istante le sembrò di essere dentro ad un romanzo rosa, come li chiamava suo padre, perché desiderò sprofondare dentro a quegli occhi. Sembravano raccontare innumerevoli sofferenze, ma riusciva a scorgervi anche un qualcosa di malandrino, il ché la incuriosì ancora di più. Fece scorrere il suo sguardo e si accorse che era un mago ad averla sorretta. Il viso segnato da lievi e numerose cicatrici, il colore pallido del volto così gentile e due labbra che si muovevano verso di lei....

Un momento? Quelle labbra si stavano davvero muovendo! Stavano parlando! Tonks chiuse gli occhi e scosse la testa mentre mentalmente si prendeva a schiaffi per disincantarsi, e finalmente riuscì a sentire cosa le stavano dicendo.

< Stai bene? Mi dispiace, è stata colpa mia. Avrei dovuto mettere la mia borsa da qualche altra parte,e non lì in mezzo. > era la voce di un uomo, del mago che l'aveva aiutata. Non si era accorta che c'era un'altra persona nella stanza. Ora l'aveva lasciata andare, ma Tonks sentiva ancora la presenza di quelle due mani su di lei.

< Ninfadora! Ma non guardi mai dove cammini? Un giorno o l'altro mi manderai al San Mungo per l'ansia che mi fai venire ogni volta che hai qualche incidente! > Stavolta era stata Andromeda,sua madre, a parlare. Avrebbe riconosciuto quel timbro preoccupato e allo stesso tempo seccato fra mille. Sicuramente si era alzata dal divano per vedere se si era fatta male. E visto il fastidio suscitatole chiamandola per nome, Tonks finalmente riaprì gli occhi per fulminare la madre.

< Non chiamarmi Ninfadora, mamma! > si lamentò lei. < Quante volte devo ripetertelo?! >

Alle sue spalle si levò una leggera risata pastosa seguita da un: < Merlino, allora stai bene, Dora! Meno male che c'era questo bravo ragazzo a sorreggerti! >

Ted Tonks stava dando due pacche al mago di fianco a lui, un mago dall'aria trasandata e stanca. Tonks lo guardò di nuovo ed ebbe la netta sensazione che dimostrasse molti più anni di quelli che in realtà aveva.

< Molte grazie, a proposito > si rivolse al mago con sincera gratitudine abbozzando un sorriso. Il mago sorrise a sua volta e Tonks non potè fare a meno di notare che, ancor prima di arrossire lei, i suoi capelli stavano già virando verso l'arancione.

< Sì, grazie davvero Remus. E scusa mia figlia, ha questa incredibile capacità di perdere l'equilibrio facilmente oltre a quella di essere una metamorfomagus,come avrai notato. > disse sua madre accennando ai suoi capelli. Tonks scosse la testa per riprendere il controllo del suo aspetto, e infatti i capelli tornarono al consueto lilla chiaro. < 'Dora, questo è un mio vecchio...compagno di Hogwarts,sì. Si chiama Remus Lupin. Remus, questa è mia figlia Ninfadora Tonks. Che però preferisce esser chiamata solo Tonks! > si affrettò ad aggiungere Andromeda visto che Tonks stava già gonfiando i polmoni per ribattere. Il mago chiamato Remus porse la mano a Tonks e sorrise.

< Wow! La tua abilità è davvero straodinaria...quella di mutare il tuo aspetto intendo! Piacere di conoscerti,Ninf... Tonks! > si corresse Lupin in fretta. < Scusami, ho lasciato la mia borsa tra i piedi. > Il mago sorrise di nuovo,curvando le labbra verso l'alto. Tonks strinse la mano del mago e le sembrò calda, ma non potè fare a meno di notare che anche quella era leggermente segnata da qualche cicatrice. Avrebbe tanto voluto curargliele...

< Oh, no figurati! Sono io che non guardo dove vado! > Tonks sorrise gettando un'occhiata alla borsa che giaceva vicino al divano. Era in pelle e di grandezza media, e riportava le iniziali R. J. LUPIN. C'erano altre due borse, in tela e ben riempite. Alzò di nuovo lo sguardo su sua madre, con aria incuriosita. Andromeda azzardò uno sguardo di intesa col marito,e poi annuì decisa.

< Tesoro, forse è meglio se ci sediamo. > Fu Ted Tonks a parlare, facendo un ampio gesto verso il divano e invitando tutti a sedersi. Remus acconsentì con la testa e si sedetta nel divano singolo. Tonks e i suoi genitori invece si sedettero sul divano più grande che si trovava di fianco a quello. La giovane metamorfomagus cominciò ad insospettirsi un po' perché si accorse che tutti avevano un aria alquanto seria.

< E' successo qualcosa di grave? Le Holyhead Harpies hanno perso? > provò a sdrammatizzare accennando una risata, ma nessuno rise. Optò quindi per il silenzio,anche se la rendeva ansiosa.

< Dora,cara. > Finalmente suo padre si decise a parlare. < Come ben avrai sentito al Ministero, quest'anno ad Hogwarts ci sono stati molti avvenimenti importanti, come anche nel mondo magico.. > continuò Ted. Lei lo sapeva bene. Stava ormai concludendo il suo persorso formativo come Auror, ma già le venivano assegnate diverse missioni. Il perché risaliva all'anno scorso.

Un mangiamorte era riuscito in un'impresa mai realizzata prima: Scappare da Azkabam. Il mondo magico era in tumulto e in agitazione, nessun altro prima di allora era mai riuscito a farlo. Con i dissennatori e tutte le protezioni magiche, era davvero impossibile riuscirci, eppure quel mago ci era riuscito. Da allora il Ministero aveva ricevuto miriadi di gufi da parte di maghi e streghe che chiedevano spiegazoni, la Gazzetta del Profeta inviava un giorno sì e uno no almeno un giornalista al Ministero per ricevere tutti gli aggiornamenti, e la sicurezza era aumentata dappertutto. Ecco perché anche a coloro che non erano ancora Auror a pieno titolo, venivano affidate missioni o turni di sorveglianza. La situazone era grave,ma si riusciva comunque a sostenerla, seppure a ritmi serrati. Ma tutta la situazione poi era sfuggita di mano al Ministero quando lo stesso mangiamorte scappato era riuscito ad entrare nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Lamentele, rinuncie, piccole rivolte erano cominciate. Il Ministero veniva incolpato e quindi erano ricorsi a protezioni ancora più pesanti. Per non parlare del fatto che la scuola doveva essere munita di tutte le protezioni dato che, il Ministero ne era certo, il mangiamorte era determinato a uccidere uno studente: Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto. I più dicevano che lo riteneva responsabile della caduta di Colui-che-non-deve-essere-nominato e quindi cercava vendetta. Metà delle guardie di Azkabam, i dissennatori, erano stati mandati a presidiare il castello e i dintorni e anche molti Auror si erano recati nel paese vicino, Hogsmade. Tutti questi sforzi si erano conclusi con la cattura del fuggiasco, e finalmente il Ministero e il Mondo Magico avevano tirato un respiro di sollievo.

Per poco però. Infatti, anche se le dinamiche non era tutt'ora chiare, la sera stessa in cui il prigioniero doveva essere consegnato ai dissennatori, era sparito nel nulla. Era passato un mese da allora, ma del fuggiasco nessuna traccia. Erano state aperte molte indagini col fine di catturarlo, e nonostante non ci fosse ancora nessuna pista da seguire, l'atmosfera era più calma.

< Certo papà, lo so bene. > disse Tonks come a voler incoraggiare il padre a proseguire.

< Ecco, Remus ha appena concluso l'anno accademico a Hogwarts come professore di Difesa Contro le Arti Oscure, e quindi ha vissuto in prima persona tutto l'accaduto. > disse Andromeda accennando a Remus con la testa e sorridendo. Qualcosa diceva a Tonks che si conoscevano da parecchio.

< A dire la verità, mi sono licenziato io per motivi personali. Non ho concluso l'intero anno accademico. > Precisò l'ex- professore sorridendo ancora cordialmente.

< Difesa Contro le Arti Oscure? Per Tosca! Una delle mie materie preferite quando andavo anche io a scuola, insieme a Volo naturalmente. > buttò lì Tonks ridendo. < Ma non riesco ancora a capire a cosa dobbiamo questa visita.. > aggiunse guardando tutti i presenti sinceramente incuriosita. I tre si guardarono, il ché fece innervosire leggermente Tonks, non le piaceva essere l'unica a non sapere.

< Beh,riguarda il prigioniero scappato da Azkabam cara. > Ted si sporse verso la figlia mentre pronunciava queste parole.

< Chi, Sirius Black? > chiese Tonks.

In pochi attimi furono estratte due bacchette.

La persona che le aveva rispost, si era affacciata sulla soglia della porta e Tonks si era voltata per vedere il nuovo arrivato. Gli ci era voluto una frazione di secondo per riconoscerlo. Era Sirius Black, il mago che veniva ritratto su migliaia di manifesti in giro per il Ministero, per Diagon Alley, Hogsmade e tutto il resto del mondo magico. Portava dei vestiti puliti ed era ben pettinato, ma portava i segni del suo 'soggiorno' nel carcere magico. Gli occhi infossati e segnati da grosse occhiaie, il viso pallido anche se un accenno di rosa si faceva largo timidamente sulle guance, gli occhi neri e lucidi e leggere cicatrici intorno ai polsi dove fino a qualche mese prima c'erano sicuramente le magi-manette. Nonostante tutto ciò, non poteva nascondere un certo fascino, ma Tonks non ebbe tempo per soffermarsi sui dettagli. Non appena capì chi fosse, fece scattare la mano sinistra verso l'anfibio per estrarne la bacchetta e puntarla su di lui. Era sul punto di scagliare uno Schiantesimo quando Remus si frappose tra lei e Black sfoderando a sua volta la bacchetta dal vecchio mantello. Il silenzio cadde nel salotto, pesante e assordante. Tonks non sapeva che fare, com'era possibile che quel mago apparentemente gentile difendesse un assassino?!

< Merlino, che riflessi! Allora anche tu hai preso qualcosa di buono dai Black! > Fu di nuovo il fuggiasco a parlare, con un sorriso enorme stampato in faccia però.

< Ninfadora! Metti giù quella bacchetta. Ora! > Tonks si confuse, perché sua mamma le stava chiedendo una cosa simile? Quell'uomo era un mangiamorte! Era ricercato dappertutto!

< Ninfadora? Per tutti i bolidi, 'Dromeda! Non ci posso credere! Pensavo che siccome odi il tuo nome, avresti dato a tua figlia un nome decente! > disse di nuovo Sirius spostandosi tranquillamente verso il divano.

< Oh, sta' zitto Sir! Non mettertici anche tu! > Aveva risposto a tono Andromeda.

< Qualcuno si degna di spiegarmi cosa diavolo sta succedendo?! Non statevene lì, è Sirius Black! > esclamò Tonks seccata, tutta quella situazione era davvero surreale. Non si azzardava ad abbassare la propria bacchetta,ma Lupin continuava a mettersi nella sua traiettoria assumendo un'aria decisa ma serena.

< Non vorrai davvero colpire Lunastora e me, cugina! > disse Sirius con una alzatina di spalle mentre si buttava di peso sul divano. Lunastorta? Tonks sapeva di essere imparentata in qualche modo con Sirius. Il cognome da nubile di Andromeda era Black, e una volta le aveva detto che lui era suo cugino, ma questo molti anni prima quando per caso aveva sentito parlare lei e Ted sulla cattura di Sirius.

< 'Dora, metti giù la bacchetta e ti spiegheremo tutto. Avanti. > La voce di Ted era calma e ferma. Lentamente Tonks cominciò ad abbassare la bacchetta, e altrettanto fece Lupin con un sorriso sghembo.

< Molto brava! Complimenti, scommetto che diventerai una grande Auror. > disse l'ex-professore riponendo la sua bacchetta dentro il mantello. Tonks accennò un sorriso ma non poteva distrarsi. Si voltò verso Andromeda e disse semplicemente:

< Spiegatemi! >

< Semplice! Al Ministero si sono tutti bevuti il cervello e mi hanno tenuto per dodici anni ingiustamente rinchiuso in una cella. Ora però sono fuggito e sono passato per fare un saluto alla famiglia! > disse Sirius con noncuranza e parlando velocemente senza quasi prendere fiato. < A proposito, grazie del bagno 'Dromeda! > aggiunse.

< Cosa?! > Tonks era sbalordita e confusa. Un saluto alla famiglia aveva detto?

< Felpato, così non fai che confondere questa giovane strega. > disse Lupin divertito e scuotendo la testa. < Se mi permetti, ti spiegherò io tutto, Tonks. > Si rivolse a lei sorridendole.

< Se proprio vuoi, Lunastorta. Io però vorrei qualcosa da bere,se non ti spiace 'Dromeda. > Sirius incrociò le mani dietro la nuca mentre si stravaccava sul divano singolo.

< Ma usate ancora questi nomignoli? > Andromeda sbuffò esasperata mentre si alzava dal divano. < Va bene, mentre tu le spieghi tutto, io preparo un po' di succo di zucca. > e così dicendo, uscì dal salotto diretta in cucina.

< Sei la mia cugina preferita! > urlò Sirius verso la soglia per farsi sentire da Andromeda. Quella frase fece balenare una pergamena nella memoria di Tonks.

'Ricorda che sei la mia preferita. Sir.' Questo c'era scritto in una vecchia pergamena trovata anni addietro da Tonks nel vecchio baule di Andromeda.

< Perché non ti siedi? Ci vorrà un po' per riuscire a raccontarti tutto con calma. > Remus Lupin la stava invitando con un ampio gesto a sedersi. Tonks trovò la cosa alquanto buffa visto che erano a casa sua, ma acconsentì e si sedette di peso sul divano, di fianco a suo padre mentre Remus camminava avanti e indietro come a voler trovare le parole giuste per cominciare.

< Beh, credo di non avere scelta. Devo cominciare spiegandoti cos'è successo tredici anni fa, a Godrics Hollow. >

< Godrics Hollow? > chiese Tonks. Quella città non le suonava nuova, doveva averla già sentita da qualche parte.

< Sì, sicuramente ne avrei già sentito parlare. Centra anche Harry Potter. > Continuò Lupin.

< Ma certo! Ecco perché mi sembrava un nome familiare! > esclamò Tonks colta da un'illuminazione. Godrics Hollow era famosa perché scenario della caduta di Colui-chenon-deve-essere-nominato. Remus annuì, come avesse seguito il filo dei pensieri di Tonks e proseguì.

Per una lunga ora Tonks rimase seduta ad ascoltare il mago,annuendo e interrompendo con qualche domanda. Lupin pazientemente aveva risposto a tutti i suoi dubbi ed era riuscito ad essere molto chiaro. Le spiegò come una sera di tredici anni prima un certo Peter Minus avesse tradito la fiducia di Lily e James Potter rivelando il loro nascondiglio a Lord Voldemort. Le disse anche che lui, Sirius, James e Peter erano amici sin dai tempi di Hogwarts e che per questo conoscevano Andromeda e Ted. I Potter avevano scelto Minus come custode segreto perché era l'ultima persona cui tutti si sarebbero aspettati venisse scelta. Infatti tutti, persino Lupin, credevano che la scelta sarebbe caduta su Sirius, ma invece avevano fatto il più grande errore delle loro vite. Minus era un Mangiamorte ed era subito andato a riferire al suo padrone. Sirius ne era venuto a conoscenza e si era precipitato sul posto con la sua moto, ma era arrivato tardi. Almeno si era salvato il piccolo Harry. Non solo, in qualche modo era riuscito a far sparire Voldemort. Fuori di sè, Sirius era andato subito in cerca di Peter e l'aveva trovato. Quel mago però aveva scogitato un piano e dopo aver lanciato maledizioni a destra e a manca uccidendo ben 12 babbani,si era tagliato un dito ed era scappato sotto forma di topo,visto che era un animagus, per far credere a tutti che fosse stato Sirius a uccidere tutti quegli  innocenti e anche a far fuori lui.

Il suo piano era riuscito in pieno. Sirius era stato incolpato, nessuno gli aveva creduto, nemmeno Lupin e quindi era stato costretto a trascorrere docidi anni della sua vita dentro ad Azakabam. Fino a quando, un anno prima, aveva riconosciuto in una foto della Gazzetta Minus sotto forma di topo. Allora aveva deciso di riscattarsi e dimostrare a tutti la sua innocenza. Era scappato da Azkabam e si era recato a Hogwarts perché sapeva che era lì che si trovava Minus.

Ora Tonks capiva perché Black era andato alla scuola di Magia. Doveva essere stato estenuante per lui dover pagare per qualcosa che non aveva commesso. Era del tutto ingiusto, cominciava a provare dispiacere per lui.

< Purtroppo le cose non sono andate come speravo e quel vigliacco è scappato. > Si lamentò Sirius finendo il suo bicchiere di succo di zucca. Andromeda aveva portato una caraffa piena di succo, ora invece ce n'era meno della metà. Da come ne parlava Sirius sembrava fosse appena tornato da una scampagnata, ma Tonks riusciva a scorgere una nota di amarezza nella sua voce.

< Sirius putroppo ora è costretto a nascondersi, non possiamo più provare la sua innocenza. > Ammise amaramente Lupin guardando l'amico.

< Oh beh, che cos'è la vita senza un po' di rischio? > chiese ironicamente Sirius con un sorriso cagnesco. < Per ora sto nella mia vecchia casa, te la ricodi 'Dromeda? Pensa, quella donna deliziosa che era mia madre ha pensato bene di lanciare un incantesimo incollante permamente al suo quadro nell'atrio. Non immagini le urla! > si lamentò ancora rivolgendosi ad Andromeda.

< Quella vecchia aveva una voce troppo stridula. > concordò la madre di Tonks.

< E' stata una fortuna per te non doverla conoscere, Tonks. Del resto tua madre ti ha salvata da un sacco di conoscenze poco simpatiche. > continuò Sirius. < Comunque, dovevo chiarire questa faccenda con tua madre e sono lieto di aver fatto anche la tua conoscenza. > Stavolta si rivolse direttamente a lei, sorridendole di nuovo.

< Scusa per prima, ma la tua faccia è dappertutto e... >

< Nah,figurati,ci sono abituato. Auror,eh? > Sirius fischiò sorpreso mentre riponeva il suo bicchiere nel tavolino.

< Non ancora a pieno titolo,ma sì. Auror. > rispose Tonks sorridendogli per la prima volta. Era sbalordita, quell'uomo era stato costretto a vivere per dodici anni ingiustamente dentro ad una cella, con solo i dissennatori come compagnia e riusciva comunque a scherzare e a sorridere.

< Potrai ben comprendere però che non possiamo dire niente, perciò ti saremmo grati se al Ministero non ne parlassi con nessuno. > Remus si era seduto di fronte a lei e aveva posato anche lui il suo bicchiere ormai vuoto.

< Certo, state pure tranquilli. Non dirò una parola. Per Tosca! Finalmente conosco qualcuno della mia famiglia magica! > Tonks sorrise a sua madre e a suo papà per poi guardare Sirius.

< Già, e io sono contento che il ramo sano della famiglia si sia allargato. > disse Sirius ridendo, una risata rauca che somigliava quasi all'abbaiare dei cani.

< Anche tu sei imparentato con noi? > buttò lì Tonks rivolgendosi a Lupin. Non sapeva perché ma si ritrovò a sperare che la risposta fosse negativa.

 

< No,purtroppo. > Rispose il mago sorridendo. Lo stomaco di Tonks fece una mezza capriola. < Sono solo un amico di vecchia data. > aggiunse alzandosi la manica sinistra per osservare l'orologio. < Accidenti come vola il tempo! Sir, credo proprio che dobbiamo andare. Abbiamo abusato abbastanza dell'ospitalità di tua cugina e la sua famiglia.> disse alzadosi.

< E' già così tardi, Remus? > chiese Sirius annoiato.

< Ha ragione,Sir, meglio se andate. Tanto puoi tonare quando vuoi. Non troppo frequentemente però,  non voglio mettere a rischio la mia famiglia, lo sai. > Andromeda aveva aggiunto un timbro ammonitore nella sua voce mentre raccoglieva caraffa e bicchieri e li metteva nel vassoio.

< Tranquilla, ti scriverò solo se necessario e verrò a trovarti poco. Spero però che questo trattamento speciale cambi quando dimostrerò la mia innocenza. > Anche Sirius si alzò e raggiunse Remus che ormai era vicino alle valige e aveva preso la sua. Ted e Tonks imitarono gli altri e si alzarono a loro volta.

< E' stato un piacere rivedervi dopo tutti questi anni, e non badate a quello che dice Andromeda, veniteci pure a trovare quando volete. > disse Ted mentre porgeva la mano ai due per salutarli.

< L'ho sempre detto che mi stavi simpatico! A presto Ted > Sirius strinse calorosamente la mano del padre di Tonks.

< Grazie di tutto davvero. E mi raccomando, non sottovalutate ciò di cui abbiamo parlato. > Stavolta fu Remus a parlare e a stringere la mano di Ted. Era serio, ma il suo volto mutò non appena si rivolse a lei. < E' stato un piacere fare la tua conoscenza. Magari ci rivedremo presto. > Porse la mano anche a lei che la strinse senza indugiare, di slancio.

Tutti si scambiarono saluti e abbracci. Tonks li accompagnò fino alla porta sul retro e scambiò un abbraccio, seppur impacciato, col cugino. Li vide smaterializzarsi, e rimase ferma a fissare il punto esatto da cui erano spariti. Rivide velocemente ogni istante di quella sera, tutte quelle rivelazioni e soprattutto le nuove conoscenze. Alcune frasi scordinale le rimbombavano ancora sulle orecchie.

La tua abilità è davvero straodinaria...quella di mutare il tuo aspetto intendo! Piacere di conoscerti,Ninf... Tonks!

Non vorrai davvero colpire Lunastora e me, cugina!

Grazie di tutto davvero. E mi raccomando, non sottovalutate ciò di cui abbiamo parlato.

Un momento! Tonks scattò e tornò in salotto.

< Di che altro avete parlato con Remus e Sirius? > sbottò guardando i suoi genitori, e le sembrò di aver interrotto chissà quale discorso. Si guardadono per l'ennesima volta, quel giochino stava diventando insopportabile.

< Tesoro, mio cugino e Remus sono passati per salutarci ma anche per informarci di un loro sospetto. Vieni, siediti. > Andromeda parlò con calma ma era molto cauta nel scegliere le parole.

< No,basta stare seduta! Se c'è qualcosa che devo sapere, riuscirò a reggerla benissimo anche in piedi. Allora? > incalzò lei facendo un ampio gesto con le mani,come a volerli invitare a proseguire.

< E va bene. Come hai sentito, Peter Minus era un mangiamorte e un Animagus. Per tutti questi anni si era nascosto da una famiglia di maghi sottoforma di topo domestico... > Ted fece una pausa, stava cercando le parole ma Tonks sapeva che non era un uomo dai grandi discorsi. Come lei,cercava sempre di essere diretto e infatti prese un grosso respiro prima di proseguire e dire <... Remus e Sirius hanno indagato per vedere se Minus stava ancora da loro, ma non è così. Loro... loro temono che Minus sia tornato da qualcuno. Qualcuno che conosceva in passato e che forse sta cercando un modo per tornare. >

Ted smise di parlare e strinse la mano di Andromeda. Entrambi guardavano la figlia in attesa di una reazione. Ormai non era più una ragazzina, avevano deciso di farla partecipe di questa rivelazione perché la ritenevano abbastanza grande e abbastanza forte da poterlo gestire.

Tonks dal canto suo rimase sbalordita, fissava i genitori ma non li vedeva davvero. La sua mente stava lavorando troppo velocemente.

Minus -> Mangiamorte -> Tu-sai-chi.

Questo fu il primo pensiero che le passò per la testa. Deglutì appena e scosse la testa per poi rivolgersi ai suoi.

< Secondo voi tornerà? E' questo che volete dire? > fu tutto quello che uscì dalle sue  labbra.

< No!Certo che no tesoro. E' una possibilità, ma non c'è niente di certo! Loro volevano solo....prepararci,ecco. > Si affrettò a rispondere Andromeda.

Ted si alzò e posò le mani sulle spalle della figlia.

< 'Dora, forse è meglio se vai a riposare. Hai molto a cui pensare, senza parlare del fatto che domani devi andare al Ministero... e in tal proposito. Forse è meglio se non diffondi queste teorie, è inutile creare il panico prima del previsto. Riposati, domani ne riparleremo, d'accordo? > e così dicendo stampò un bacio sulla fronte della figlia. Anche Andromeda si era alzata per abbracciare Tonks. La giovane strega salutò i due e salì in camera sua.

Nella penombra della sua camera, si tolse il mantello e lo lasciò adagiarsi per terra. Stava davvero succedendo? La minaccia che ormai stavano cominciando a dimenticare, stava tornando?

Era troppo, decisamente troppo per una sola sera. Scosse la testa e si diresse verso il bagno. Una doccia era quello che ci voleva per schiarirsi le idee. Sarebbe ritornata sull'argomento dopo, ora voleva solo una doccia.

Di una cosa era certa però: avrebbe ricordato per sempre quella calda serata di Luglio a casa sua.

 

 
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SPAZIO AUTRICE: Salve,rieccomi con una One Shot. Incredibile quante idee mi vengono da aggiungere alla mia long....eppure quella è bloccata da mesi! Comunque, è stato complicato scriverla per il semplice fatto che mi sono troppo dilungata ma me ne sono accorta alla fine. Quindi ho tagliato,aggiunto e ri-tagliato delle parti. Convinta non credo sarò mai convinta fino in fondo ma spero comunque vi piaccia. Fatemi sapere come la pensate e soprattutto, segnalatemi gli eventuali errori!!
 
Becky Tonks
   
 
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