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Autore: tomlinfiglioandstylista    11/07/2012    1 recensioni
E ricordai tutto.
Louis Tomlinson e io,Harry Styles.
La nostra promessa.
Corsi,finché non vidi una Volvo a tutta velocità. 'Edward Cullen',borbottai ironicamente. Ma ero felice.
Perché?
Perché la Volvo veniva dritta contro di me.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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- What's a soulmate?-

Chapter 1. Away from Holmes Chapel.

 
Dopo tanti anni che mia madre non prendeva più una casa a Doncaster per l’estate, riuscì a ribellarmi. Viaggiavo con i finestrini abbassati verso la nuova casa per l’estate.
Adoravo Doncaster. Mi piaceva quella città verde e  piena di gente. Mi piaceva come le persone ti guardavano: con un sorriso sulla faccia,senza l’ombra di qualche giudizio affrettato.
Perciò,non riuscivo a vedere nulla di negativo nella mia scelta di andare a vivere lì. Da solo.
Ormai avevo diciotto anni,l’età adatta per fare quello che mi pare. Nella mia testa risuonò la parola ragazze. Chissà quante femmine sarebbero cadute ai miei piedi.
Arrivai finalmente a destinazione,girai a destra. Attraversai una strada dritta e così lunga che potevo scorgere appena l’orizzonte. Ai lati dei marciapiedi c’erano tutti alberi allineati. Continuai a guardare avanti,senza farmi distrarre dal bel panorama.
Girai a sinistra,mi fermai sotto la mia nuova casa. Era grande,dipinta di bianco. Entrai e improvvisamente mi accorsi che era troppo grande per una sola persona. Gli anni precedenti c’era sempre stata la mia famiglia con me. Cominciai a pensare che venire qui da solo,sia stata un po’ una stupidaggine.
Comunque ,ora sono qui. Non posso tornare indietro. Trasportai la mia valigia con fatica fino al portone e cercai di portarla al piano di sopra,dove c’era la mia stanza. Aprii la porta,e riconobbi subito il letto ficino alla finestra che dava sulla strada che avevo percorso con la macchina per arrivare nella nuova casa. Quel letto matrimoniale  su cui dormivo beatamente quando ero più piccolo insieme a Gemma. Sul lato destro della stanza c’era un piccolo armadio,dove cercai di farci entrare tutti i vestiti che mi ero portato. Fortunatamente riuscii a lasciare un cassetto vuoto. Scesi le scale,mi preparai un panino e chiamai mia madre.
‘Pronto?’,dissi.
Dall’altro capo mamma rispose felice. ‘Ciao,tesoro. Come stai?’,chiese.
‘Tutto bene’,risposi.
‘Mi manchi,Harry’. Odiavo quando mamma mi faceva sentire in colpa. Sì,in quel momento mi sentivo dannatamente in colpa per aver lasciato tutta la mia famiglia a Holmes Chapel. Io ero qui. Da solo. Non c’era nessuno che potessi considerare come una “famiglia”. O che potesse comunque rimpiazzarla. Mamma tagliò corto,dicendo che aveva da fare.
Ad un tratto sentii il campanello suonare. Mi alzai riluttante dalla sedia per andare ad aprire.
‘Come diavolo hai fatto ad entrare?’,chiesi a chiunque ci fosse lì fuori.
‘Hai lasciato il cancello aperto,ecco come ho fatto!’. C’era una ragazza ,piuttosto alta, con corti capelli marroni tendenti al nero . Gli occhi erano azzurro chiaro,con piccole scaglie verde chiaro. Aveva le labbra fine,perfette. Quel giorno indossava dei jeans lunghi e una maglietta dei Rolling Stones con la linguaccia. ‘Comunque,non voglio iniziare con il piede sbagliato ’,fece di nuovo quella. Sorrise,mostrando dei denti bianchissimi e perfetti. La guardai negli occhi e mi accorsi che,quando sorrideva,il suo sguardo si faceva più vivace anche dietro alle spesse lenti degli occhiali. Le comparvero due fossette sulla pelle candida e perfetta. Sembrava liscia come un sasso levigato. ‘Io sono Luisa Montserrat. Vengo dall’Italia e abito qui da…un po’ di anni. Ho visto che venivi ,stamattina,quindi sono venuta a farti visita.’
‘Harry Styles’,dissi stringendole la mano. Mi accorsi che aveva le unghie tozze .La pelle sembrava trasparente,perché  riuscivo a vedere tutte le vene, mentre le nocche uscivano fuori quasi come spuntoni. Sul polso riuscivo a vedere ad occhi nudo sia l’ulna che il radio. Però non era una ragazza ossuta:anzi,era snella,normale. ‘Vieni,entra. Vuoi che ti prepari qualcosa? Tipo…che ne so?Panino?’.
‘No,grazie’,disse entrando. ‘Non ho fame,Harry. Senti ’, continuò allungandosi sul divano bianco del salotto ‘ so che sei nuovo,quindi comunque  non sai molto bene quello che succede qui ,in giro ’. Sfacciata,la ragazza.  ‘Quuuindi,stasera io e un mio amico andiamo in giro. Penso che lui porterà pure tutta la sua banda di amici. Perché non vieni? Così faresti amicizia e l’orrendo domani è meno spaventoso.’
‘Bene. Mi faccio trovare davanti al cancello ‘,dissi.
‘Ricorda di chiuderlo ’. Luisa fece l’occhiolino. ‘ Chiamami Lù. Per qualsiasi cosa,io abito lì ’. Indicò con il dito un punto immaginario dall’altra parte della strada,dove c’erano tantissime case tutte insieme.
‘Emh,scusa…dove precisamente?’,chiesi.
Lù si alzò e si avvicinò alla finestra. ‘La vedi quella casa gialla? Ecco,di fronte a quella ce n’è una rossa scura. Ha i balconi dipinti di bianco e ci sono tutti fiori. Capito ? E’ l’unica col giardino ’.
Ormai mi era chiaro. Mentre spiegava le feci il solletico e lei  ,con uno spasmo,cascò a terra ridendo come una matta. ‘No,smettila Harry!’,continuava a dire,senza finirla di ridere. Quando finalmente la lasciai andare,lei mi scompigliò i capelli.
La guardai imbronciato e lei mi sorrise soddisfatta,come se volesse un premio. Me li rimisi in ordine in un istante. Odiavo i capelli in disordine.
‘Ora siamo pari ’,disse Lù compiaciuta. Poi mi regalò un sorriso sincero. ‘Allora,io dovrei andare a casa. A stasera. Ricordati il cancello!’,urlò mentre scappava via.
Okay. Ora dovevo solo cercare di accaparrarmi Luisa.
 
 
Mi stavo rimettendo in ordine i ricci,quando suonarono al campanello. Sapevo già chi era,ma volevo esserne certo.
‘Chi è?’,chiesi.
‘Il lupo cattivo.’ ,disse la voce. Poi si udì una risata cristallina con il risucchio dei maialini. Avete presente? Anche Gemma rideva così. Insieme a quella risata,ne seguì un’altra ancora più cristallina e melodiosa. ‘ Sono Lù. Vieni,Harry’.
Chiusi la porta a chiave e uscii . Arrivato al cancello, non riuscivo ad infilare la chiave nella serratura. ‘Mannaggia’,dissi.
‘Aspetta’,disse Lù. ‘Togli la chiave’. Prese un orologio  e riuscii ad aprire il cancello.
Sorrisi. ‘Quindi,se mi scompare qualcosa in casa,so di chi è la colpa’,dissi.
‘Già’,disse Lù. ‘Oh,che maleducata che sono!Non ho fatto le presentazioni ’. Spostò lo  sguardo verso un ragazzo a fianco a lei. No,non era un ragazzo. Era un angelo. No,un sogno. Troppo bello per essere frutto della mia immaginazione, troppo brutto per essere scacciato dal Paradiso. ‘Harry,lui è Louis Tomlinson. Louis,questo è Harry Styles.’ ,disse Lù. Louis mi porse una mano. Io non riuscivo a togliere lo sguardo dai suoi capelli marroni,dal naso perfetto,dalle labbra sottili e invitanti ,dagli occhi freddi come il ghiaccio,dal sorriso smagliante,dalla sua mano che si stringeva piano alla mia. Penso di essere arrossito.
HARRY! Datti una controllata,per Dio. E’ un maschio. Non è una femmina;ha le stesse cose che hai tu!
‘Ciao,Harry’,disse Louis. Aveva una voce da checca. Era… piacevole.
‘Ciao,Louis’,risposi. In confronto a lui,mi sentivo piccolo,insignificante… una pulce. Da quel giorno non criticai più le pulci.
‘Bene’,s’intromise Lù. ‘Cosa vogliamo fare di preciso,stasera?’.
Un pensiero pervertito popolò la mia mente. HARRY,CAVOLO!
‘Sai,Lù. Harry è nuovo e quindi… potremmo fargli visitare la città ’,propose Louis,sorridendo a Lù. Lei si aggiustò gli occhiali e sospirò triste. Non capii bene perché,ma per educazione non chiesi nulla.
‘Conosco Doncaster. Più o meno. Ci venivo qui ogni volta,da bambino’,dissi.
Tutti e due mi guardarono. Louis sorrideva,mi sembrava un po’ timido. Lù  inarcò un sopracciglio.
‘Beh,questo non me lo avevi detto’,fece lei. Sentii una pancia brontolare.
‘Io non c’entro nulla’,dissi. Louis fece spallucce,quindi capii che nemmeno lui c’entrava niente. Ci girammo contemporaneamente verso Lù: aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
‘Beh,ora sappiamo cosa fare. Andare a comprare un gelato,o qualsiasi cosa sazi la fame implacabile  della mucca’,disse Louis indicando Lù.
‘La mucca?’,chiesi. ‘Perché?’.
‘Perché ho quattro stomaci’,disse Lù,facendo l’occhiolino e la linguaccia. Camminava avanti a tutti,mentre  notavo com’era bello il posteriore di Louis. Sto forse diventando …gay? Tre lettere che mi fecero riflettere per tutta la serata.
Piano piano,Louis si aprì sempre di più e mi accorsi di quanto era simpatico,pagliaccio e buffo. All’improvviso,mi sentii quasi felice di essere  un essere quasi innamorato di una persona tanto bella.Innamorato?Styles,datti una controllata. Lù sembrava non rendersi conto di noi,ma sorrideva beata. Forse stava pensando al gelato o a cosa avremmo fatto dopo che si sarebbe saziata.
‘Quella gelateria va benissimo’,disse Lù ,che all’improvviso resuscitò. ‘Mi aspettate qui o volete qualcosa anche voi?’,chiese.
‘No grazie’,dissi io.
‘Ho mangiato a casa,Lù,non preoccuparti’,disse Louis.
Lù lo guardò con la fronte aggrottata. ‘E chi si preoccupa?’.
Tra  me e Louis ci fu un secondo interminabile in cui il silenzio dominava. Lui mi sorrise. ‘Tu hai detto di aver passato molti estati,qui. Ti è piaciuta Doncaster?’,chiese Louis rompendo il ghiaccio.
‘Sì,certo. Sempre meglio del posto da dove vengo io’,dissi. ‘Lì non succede mai niente e durante le vacanze sono l’unico sfigato della classe che rimane  a casa. Tutti i miei compagni partono e io.. Io no.’
Lui sorrise comprensivo. ‘Ora però sei qui’,disse. ‘Dai,parlami un po’ di te. Che ti piace fare nel tempo libero?’.
Nessun ragazzo si era mai interessato di me quanto Louis in quel momento. Non volevo certo raccontare tutto di me,ma mi sentivo attratto come se Lou fosse una calamita. ‘Mmmh..’ soppesai la domanda ‘cantare’.
‘Allora devi avere una voce bellissima. Anch’io canto,qualche volta. Ma non sono gran che. Invece,dovresti sentire Lù.’,disse.
‘Perché?’,chiesi. Mi ingelosii . Un giorno gli avrei fatto sentire anch’io come cantavo e Lù non poteva competere contro di me.
‘Beh…è un mezzo soprano ’,disse Louis. Vidi i suoi occhi scintillare. Okay,tutte le mie speranze si sbriciolarono. Mi sfuggirono di mano,come quando  uno prende un mucchio di sabbia e poi vedi che piano piano sta scivolando. Come potevo competere contro un mezzo soprano? Deluso,dissi a Lou: ‘Ti piace,eh?’.
Lui sgranò gli occhi,come se l’avessi offeso. ‘No,non ti fare illusioni. Era la mia ex’,disse sospirando. ‘Le voglio molto bene perché mi è sempre stata accanto. In tutti i momenti.’ Nei suoi occhi colsi la tristezza e nella sua voce c’era una nota di delusione.Abbassò la testa. Nonostante vederlo triste mi facesse pena,provai un sollievo scoprendo che fra quei due non c’era niente. Anzi,qualcosa c’era stato.
‘E perché l’hai lasciata?’.
HARRY,DEVI IMPARARE A STARE ZITTO!
Lui rialzò la sua testa di scatto e i suoi occhi brillarono. Sembrava più che altro ferito. Poi sorrise. ‘Sei curioso… Sai,non so che dirti. Non so perché l’ho..’,disse ma si interruppe quando vide Lù uscire dalla gelateria con una coppa gigantesca  rivestita di panna.
‘Ma che cavolo…?’,dissi. Lei veniva verso di noi felice.
‘Ho preso altri due cucchiaini. Durante la passeggiate vi può venire fame’ ,disse Lù con la bocca piena di gelato e panna. Lou prese un po’ di panna dal gelato e gliela mise a mò di baffi.
‘Quanti gusti hai preso?’,chiese.
‘Sai,Lou,di fuori c’era un cartello con scritto diciasette gusti. Sono entrata e il gelataio mi ha chiesto: “quanti gusti?”. Io gli ho detto :”Mi scusi,ma fuori c’è scritto diciassette gusti. Io li voglio tutti e diciassette”. Ecco com’è andata’,disse Lù,spostando il peso del piede da uno all’altro. ‘E ora,andiamo in giro per Doncaster.Non perdiamo altro tempo ’.
Io guardai Louis. Poco dopo mi accorsi che la sua mano era scivolata nella mia. Mi sentii un po’ imbarazzato,ma restituii la presa,senza guardarlo mai in faccia. Lù continuava ad ignorarci,era troppo impegnata col suo gelato.
Mi sentivo al sicuro con Lou. Era come se al mondo non ci fosse nessun altro se non noi due.
Io e Louis.
Due maschi.
Lui strinse di più la mia mano e io feci lo stesso. Impacciato,continuai a guardare avanti,mentre sentivo lo sguardo di Louis sulla nostra stretta e sul viso.
Cercai di non notarlo. Cercai di smetterla con quella pagliacciata. Siete solo amici. Amici.
Mi girai verso Louis,e lui ricambiò il mio sguardo. Era un’occhiata densa,che voleva  dire più di quello che ci eravamo detti durante la passeggiata. I suoi occhi sembravano frugarmi dentro. Non riuscii più a reggere il peso del suo sguardo,e mi guardai i piedi.
Harry,siete solo amici. Non devi pensare a quanto è sexy o …
Hei,perché all’improvviso ho caldo?

 


 

Angolo dell'autrice:
Buongiorno,buonsera o quello che è. Per me è buon pomeriggio,ora.
Comunuqe,abbiate pietà. *si inginocchia* E' la mia seconda ff e la prima long-Larry.
Aaaww,adoro la Larry♥
Piccola avvertenza:ho messo il quadratino giallo perché,okay,certe volta farò scene zozze,ma non tante.
Più che altro perché verso la fine  la gente si menerà,quindi chi il sangue non lo può nemmeno senitre nominare (sangue sangue sangue)
non  si avvicinasse alla storia (se sei un vampiro,per esempio,stai buono e apri un'altra storia ,altrimenti sbatterai la testa al picci xD ,e ti accorgerai che
dopo è solo una storia).
Per la gente che si sente depressa,
PER CARITà DI DIO,NON LEGGETE.
Vi ho avvertito.
Buona lettura.
TomAndSty.♥


 

  
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