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Autore: TheGhostOfYou    11/07/2012    5 recensioni
Una semplice tomba grigia, una frase che suonava falsa incisa nella pietra liscia.
Regulus Black, figlio, fratello e rimpianto amico.
Sirius aveva deciso di fermarsi davanti alla tomba di Regulus prima di proseguire il suo viaggio verso Hogwarts. Non era un cane in quel momento; voleva toccare con le mani la tomba fredda sotto la quale era sepolto il suo unico fratello, voleva sentire il suo cuore spezzarsi come la prima volta che aveva letto il suo nome tra i Mangiamorte trovati morti.
Era morto solo, in una grotta. Era morto solo e lui non c'era.
- Eri mio fratello, Regulus. Ti volevo bene -
Schiacciato dal dolore per la perdita di suo fratello, di quella parte di se che non aveva mai condiviso con nessuno - nemmeno con James, il suo migliore amico - Sirius sfiorò con la mano la foto di suo fratello; non sorrideva nemmeno in quell'occasione. Sirius era pieno di sensi di colpa, perchè se fosse stato più attento, se avesse ascoltato quel bimbo di otto anni che aveva paura di essere invisibile, allora forse avrebbe ancora avuto Regulus al suo fianco.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Oltre le distanze
 

Ci sono legami che sono semplicemente destinati ad esistere.
I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare
ci uniscono anche quando sembra che i legami si debbano spezzare
certi legami sfidano le distanze e il tempo e la logica
perchè ci sono legami che sono semplicemente destinati ad esistere.

Grey’s Anatomy


Un altro incantesimo infranto contro quello specchio.

Regulus ormai aveva perso il conto di quante volte sua madre lo avesse rotto; a scuola aveva sentito dire da una Babbana che rompere uno specchio portava sette anni di disgrazie. Regulus non credeva alle credenze Babbane, lurida feccia che osava sporcare i corridoi del castello di Hogwarts, ma in quei momenti, quando lo specchio andava in frantumi, desiderava che lei si fermasse, aveva paura che la sfortuna potesse abbattersi sulla loro famiglia.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma Reg amava Sirius; lo amava come si ama un fratello ribelle, da lontano, per non deludere sua madre, perchè sua madre riponeva tutta la sua fiducia in lui.

Odiava quelle urla, odiava che loro litigassero per una stupida questione d'orgoglio.

Quando Sirius cominciava a rispondere a loro madre, Regulus saliva silenziosamente le scale e si chiudeva nella loro camera, cercando di tapparsi le orecchie per non sentire le urla e gli incantesimi che volavano tra di loro; se avesse avuto un po' meno autocontrollo, Regulus avrebbe pianto. Sentiva di essere invisibile, sentiva che a nessuno importava di lui: avrebbe potuto diventare Ministro della Magia, ma sua madre e Sirius avrebbero continuato ad ignorarlo litigando tra di loro.

Regulus si sentiva come quello specchio infranto; più si rompeva, più era difficile rimettere insieme i pezzi.

Ma Sirius, al contrario di sua madre, tornava sempre da lui; da bambino, quando Reg si nascondeva sotto le coperte per paura delle urla, Sirius entrava in camera di soppiatto, toglieva la pesante coperta di lana e lo prendeva tra le braccia, cullandolo fino a quando non si addormentava profondamente.
Ma quando Sirius se ne andò di casa, qualcosa in Regulus si ruppe definitivamente: era solo, sua madre nemmeno si ricordava la sua esistenza a volte. Era troppo impegnata a maledire il figlio perduto per accorgersi che lui soffriva.

Credeva di aver trovato una famiglia nei Mangiamorte; aveva amici, aveva persone che lo stimavano, aveva trovato la felicità. Ma quando il Marchio bruciò la sua pelle bianca, Regulus aveva in mente solo suo fratello.

- Sono invisibile per te, Sirius? - gli aveva detto mentre lo guardava preparare quella borsa di tela, mentre lo lasciava andare via - Perchè io sento di esserlo, fratello -
- Sei mio fratello, Reg - Sirius gli aveva poggiato la mano sulla spalla e gli aveva sorriso - Certi legami sono destinati ad esistere -
- Ma mi lascerai solo - aveva sussurrato prima di vederlo andare via e chiudersi la porta alle sue spalle. Si era sentito svuotare, perchè senza Sirius era come se non esistesse nemmeno lui.

*


- Che diavolo hai fatto? -
Sirius scosse suo fratello per le spalle, osservando con orrore il Marchio Nero sul suo braccio; lo aveva scoperto per caso e ne era rimasto scioccato. Regulus abbassò lo sguardo, poi si spostò con forza dal fratello e scoppiò a ridere.
- Ora non sono più così invisibile eh, fratellone? -
- Non mi chiamare in quel modo - rispose Sirius, guardandolo come se fosse stato un verme - Tu non sei più mio fratello -
Regulus era rimasto solo un'altra volta.

Ma quel legame tra di loro era rimasto, fermo ed indissolubile, oltre le distanze e le apparenze.

*

Una semplice tomba grigia, una frase che suonava falsa incisa nella pietra liscia.

Regulus Black, figlio, fratello e rimpianto amico.

Sirius aveva deciso di fermarsi davanti alla tomba di Regulus prima di proseguire il suo viaggio verso Hogwarts. Non era un cane in quel momento; voleva toccare con le mani la tomba fredda sotto la quale era sepolto il suo unico fratello, voleva sentire il suo cuore spezzarsi come la prima volta che aveva letto il suo nome tra i Mangiamorte trovati morti.

Era morto solo, in una grotta. Era morto solo e lui non c'era.

- Eri mio fratello, Regulus. Ti volevo bene -
Schiacciato dal dolore per la perdita di suo fratello, di quella parte di se che non aveva mai condiviso con nessuno - nemmeno con James, il suo migliore amico - Sirius sfiorò con la mano la foto di suo fratello; non sorrideva nemmeno in quell'occasione. Sirius era pieno di sensi di colpa, perchè se fosse stato più attento, se avesse ascoltato quel bimbo di otto anni che aveva paura di essere invisibile, allora forse avrebbe ancora avuto Regulus al suo fianco.
- Eri mio fratello. Avresti dovuto combattere i Mangiamorte, non unirti a loro. Dovevi portare equilibrio nella nostra famiglia... E invece ti ho lasciato andare, preoccupato solo per la mia sorte, senza dare retta a te -
Si inginocchiò: in quell'istante non si preoccupò di essere un latitante evaso da Azkaban e che chiunque avrebbe potuto riconoscerlo. Pianse per la prima volta in vita sua, pianse perchè nonostante fossero passati tantissimi anni, suo fratello gli mancava ancora terribilmente.
Vide la foto di Regulus aprirsi in un sorriso, quel sorriso che da bambino gli rivolgeva spesso, quel sorriso che Sirius avrebbe voluto rivedere, anche solo per un istante.

Era il legame indissolubile che avevano, che li legava insieme per il resto della vita; erano fratelli, destinati ad amarsi oltre le distanze, oltre il tempo, oltre ogni immaginazione. Era un legame che li aveva uniti anche quando apparentemente sembravano odiarsi.

Era un legame che sarebbe durato anche oltre la morte.

*

Piccola flash su Regulus e Sirius, spero di non aver scritto cavolate.
Il discorso che Sirius fa alla fine è una mira rivisitazione del discorso che Obi Wan Kenobi fa ad Anakin Skywalker in Star Wars III - la Vendetta dei Sith.
Hope you like it!


 

   
 
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