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Autore: Sarck    11/07/2012    4 recensioni
Harry si sta facendo male. Lentamente. Continuando ad amare Louis senza dirglielo.
Perchè Louis sta con Eleanor ed è tutto troppo complicato.
Eppure Harry sa che deve lottare. Lottare per averlo, per renderlo suo.
Ma ne avrà davvero le forze?
~ Larry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora una volta mi chiesi perché fossi lì.
Masochismo?
Volevo davvero farmi così male?
Eppure anche se capivo quanto fosse sbagliato, ingiusto o infantile; non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Aveva i capelli bagnati che gli ricadevano a ciocche sul viso e gli gocciolavano sul petto nudo. Osservai le spalle larghe e la forma dei pettorali per poi scendere ad accarezzare con lo sguardo il ventre e i fianchi morbidi su cui spiccava il costume azzurro, la cui tonalità mi ricordava tanto quella dei suoi occhi. Quegli occhi che tante volte si erano puntati su di me, facendomi accelerare il respiro. Ma in quel momento quei due oceani azzurri erano rivolti ad altro; erano per lei.
Eleanor lo aspettava distesa sul telo da piaggia con il volto sorridente. Lui fece scrollare i capelli e si distese affianco alla mora, sussurrandole qualcosa all'orecchio che la fece scoppiare in una risata.
“Stavano bene insieme”.
Quel pensiero arrivò così all’improvviso da farmi quasi male, come uno schiaffo secco sulla guancia. Sapevo che il dolore maggiore sarebbe arrivato dopo, una volta che il segno delle cinque dita si fosse fermato sul volto.
All’improvviso la gravità del fatto che io stessi lì, ad osservali senza che loro sapessero, si impossessò di me.
Eravamo andati con tutto il gruppo in vacanza al mare per concederci una settimana di relax e ieri Danielle ed Eleanor ci avevano raggiunti. Louis aveva chiaramente espresso che questo pomeriggio lo avrebbe voluto passare da solo in compagnia della sua ragazza.
Eppure io li avevo seguiti.
Ero uscito dall’ Hotel poco dopo di loro borbottando ai ragazzi qualcosa riguardo una passeggiata.
Sospirai allontanando lo sguardo dalla coppia e mi alzai in piedi scrollando la sabbia dai pantaloni beige. Con passo lento tornai alla macchina, deciso a raggiungere gli altri ragazzi in albergo.
 Aprii la portiera e il caldo dell’abitacolo mi invase. Mi sedetti accendendo l’aria condizionata e feci per inserire le chiavi, per accendere l’auto, ma le mie iridi si posarono sullo specchietto che rifletteva la mia immagine. Avevo il volto distrutto e delle enormi occhiaie mi contornavano gli occhi un poco più spenti del solito.
“Loro stavano bene insieme.”
Mi portai una mano alla guancia e avrei potuto giurare di sentirlo quasi, il dolore di un ipotetico schiaffo, che mi avrebbe lasciato ancora per molto il segno rossastro.
Ingranai la marcia e partii.
 
 
«PISTAAAAAAAAAAAAAAA!!!»
Niall si buttò in piscina bagnandomi completamente con i suoi schizzi.
Sbuffai allontanandomi il ciuffo ormai bagnato dal volto ed osservandolo risalire in superficie con un sorriso raggiante dipinto sulle labbra.
«Harry, Zayn, non venite?» ci chiese puntando i suoi occhioni blu su di noi. Scossi la testa mentre il moro si sedeva sul bordo piscina affianco a me. L’Irlandese alzò le spalle rassegnato e iniziò a nuotare verso il getto ad idromassaggio.
Mi voltai verso Zayn e trovai i suoi occhi già fissi sulla mia figura.
«Liam è con Danielle?» chiesi tornando a fissare l’acqua e ondeggiando le gambe immerse in essa fino al polpaccio.
«Sì, è rimasto con lei in camera; era un po’ stanca. Si può sapere invece tu dove eri finito un paio d’ore fa?»
Smisi di dondolare i piedi e mi morsi il labbro inferiore.
Aveva senso nasconderlo? Loro erano i miei migliori amici, si erano senza dubbio accorti dei miei sentimenti verso Louis. L’unico ad non aver intuito nulla era il diretto interessato, che ora probabilmente si trovava a sguazzare e sbaciucchiarsi tra le onde del mare con la sua fidanzatina.
«Ho seguito Louis ed Eleanor» tirai fuori tutto di un fiato.
La sua risata mi giunse all’orecchio obbligandomi a guardarlo. Si teneva le mani sulla pancia mentre dondolava la testa avanti e indietro per calmarsi.
«Ecco lo sapevo, non avrei dovuto dirtelo» borbottai imbronciato.
Lui cercò di calmarsi e riprendere un respiro regolare, mentre mi posava una mano sulla spalla.
«Harry, invece di stare sempre a tenerlo d’occhio, secondo me dovresti dichiararti»
Scattai in piedi come una molla, rischiando quasi di cadere a causa delle piastrelle scivolose del bordo piscina.
«No!»
Anche lui si alzò, per poter arrivare a guardarmi dritto negli occhi. Inclinò la testa  in un lato, con un’espressione confusa dipinta sul volto.
«Insomma Zayn, lui sta con Eleanor e poi a che serve dirgli tutto? Rischierei di perdere la nostra amicizia»
Valeva davvero la pena rischiare? Andare da lui e dichiarare i miei sentimenti e di come questi andassero ben oltre l’essere solo migliori amici? Aveva senso lasciare le certezze per buttarsi a braccia aperte verso qualcosa di molto più forte e immenso ma insicuro?
«Dai, non potresti perderlo. Lui tiene a te, probabilmente molto più di chiunque altro, forse anche più di Eleanor»
Scossi la testa, facendo ondeggiare i ricci un poco bagnati.
Era azzardato buttarsi davvero a braccia aperte, perché probabilmente nessuno mi avrebbe salvato, e io mi sarei schiantato semplicemente sul pavimento freddo, perdendo anche solo l’amicizia che mi legava a lui.
«Vado in camera» dissi, ma prima che potessi allontanarmi Zayn mi fermò prendendomi un polso. Lo guardai incuriosito e lui mi tirò per il braccio facendomi avvicinare a lui, per poi abbracciarmi. Strinsi le mani sulle sue spalle lasciandomi andare a quel gesto d’affetto che, in fondo, era proprio quello che mi serviva.
«Harry, lotta per ciò a cui tieni» mi sussurrò all’orecchio mentre mi scostavo da lui. E il mondo in cui mi guardò, con i suoi occhi scuri incorniciati dalle lunghe ciglia nere e le labbra leggermente serrate, mi portò ad annuire.
Io per Louis,
avrei tirato pugni, per difenderlo, fino a sentire il sangue alle nocche.
Avrei urlato il mio amore per lui fino a perdere la voce.
Avrei abbattuto qualsiasi muro mi avrebbe impedito di stare con lui.
Io, per Louis William Tomlinson avrei dato la vita, e lui doveva saperlo.
 
 
Passai la carta magnetica per aprire la porta della mia stanza, con l’intenzione di farmi una bella doccia rinfrescante. Tra poco più di un ora sarei dovuto scendere per cenare con tutti e poi saremmo andati insieme a farci una passeggiata.
Mi sfilai le scarpe, lasciandole a terra, tolsi la maglia e il costume, che lanciai sul letto, e mi diressi in bagno.
Aprii l’acqua della doccia e controllai la temperatura, dopo di che mi infilai sotto al getto. Lasciai l’acqua scorrermi lenta sul corpo nudo e chiusi gli occhi
Dovevo lottare per Louis. Lottare per averlo.
Eppure l’immagine di lui che sorrideva ad Eleanor non riusciva ad abbandonare i miei pensieri. Ormai era da molti mesi che stavano insieme, avevano passato litigi e discussioni, ed erano ancora in piedi.
C’era davvero bisogno di intromettermi? IO volevo intromettermi e spezzare la quiete che li caratterizzava?
Dovevo lottare.
E allora perché mi ritrovavo seduto con la schiena contro la parete della doccia e le gambe raccolte al petto? E perché al getto dell’acqua che mi bagnava il volto si aggiungevano anche le lacrime? Era una mia impressione o stavo davvero tremando?
Dovevo lottare.
Ma sarei stato abbastanza forte da non distruggermi?
 
 
«Sei stato così silenziosa durante la cena. Hazza, c’è qualcosa che non va?»
La sua voce era così delicata, premurosa. Louis ci teneva a me, e si capiva, ma in quel momento proprio non riuscii a schiodare lo sguardo dalle mie All-stars bianche.
Stavamo per varcare la soglia dell’albergo per uscire tutti a farci un giro. Eleanor non c’era e neanche a cena si era presentata. Mi chiesi come mai non si fosse più fatta vedere dopo il pomeriggio passato con Louis, ma nè io, nè gli altri facemmo domande. Magari voleva semplicemente rimanere in camera.
Sentii una mano posarsi morbida sul mio braccio e mi fermai costretto ad alzare gli occhi. Incontrai le iridi azzurre del mio migliore amico e trattenni il respiro notando la loro vicinanza. Lui alzò gli angoli della bocca, in un sorriso strano, ma che comunque mi fece perdere un battito. Poi senza staccare gli occhi dai miei si rivolse agli altri «Ragazzi voi andate, io ed Harry rimaniamo qui in Hotel sta sera, che sono un po’ stanco»
Sentii i miei amici acconsentire e poi allontanarsi, ma non ci feci molto caso, concentrato com’ ero sul cercare di mantenere un respiro regolare, che il contatto con quei due pozzi azzurri mi impediva.
Gli lanciai uno sguardo interrogativo, mentre lui fece  scorrere la sua mano per tutto il mio braccio, arrivando al palmo e intrecciando le nostre dita. Pregai vivamente che non si fosse accorto della mia pelle d’oca.
«Ho semplicemente voglia di passare una serata con il mio migliore amico» rispose alla mia domanda silenziosa.
Mi trascinò verso le camere, mentre il mio sguardo saettava sulle nostre mani intrecciate.
Sorrisi, alzando lo sguardo proprio mentre ci fermammo davanti alla porta della mia stanza. Lasciai il contatto delle nostre mani, sentendo subito una sensazione di vuoto là dove prima ci stava il palmo di Louis.
«Che vuoi fare?» chiesi mentre pescavo le chiavi dalla tasca dei jeans. Aprii la porta ed entrammo mentre Louis si buttava subito a peso morto sul letto. Richiusi la porta ridendo e dopo aver afferrato il pacchetto di Haribo che tenevo sul comodino, mi buttai anche io affianco al mio amico, con il volto rivolto verso il soffitto e iniziai a mangiucchiare qualche caramella.
«Cosa guardi?» gli chiesi voltandomi verso di lui. Come ogni volta fui colpito dalla sua bellezza. Teneva le braccia dietro la testa, con il viso dai tratti fini rivolti verso l’alto. Seguii con lo sguardo la curva morbida delle sue labbra e dovetti addentare un’altra caramella per non pensare a come sarebbe stato poggiare la mia bocca sulla sua.
«Il soffitto» rispose.
«mmh… interessante.»
Lui si girò a guardarmi e il verde dei miei occhi si fuse per qualche istante con l’azzurro dei suoi. Mi sorrise, lo stesso sorriso strano di poco prima, poi con gesto veloce ruotò il busto e me lo ritrovai a cavalcioni su di me, con le mani poggiate sul mio petto per tenersi su.
Comincia a sentire un improvviso caldo ovunque  e decisi di posare il pacchetto di caramelle, riappoggiandolo sul comodino lì affianco.
Quando tornai a guardare Louis lui mi stava sorridendo. «Quello che guardo ora, però, e decisamente più interessante»
Eh, cosa stava dicendo? Scherzava forse? Mi chiesi se tra due amici era normale trovarsi in una posizione del genere, e io cominciavo sul serio a respirare a fatica.
«Emh..» non sapevo che dire, era così strana quella situazione, così vagai con lo sguardo per tutta la camera, ma poi fui costretto a posarlo su di lui e il contatto con i suoi occhi mi fece girare la testa per un attimo.
«Harry, tu cosa provi per me?»
Sentii come un pugno arrivarmi allo stomaco e sussultai, perso alla sprovvista.
Era già arrivato il momento di dichiararmi? Era troppo presto, non ero pronto e non sapevo neanche da dove iniziare. Dovevo dirgli la verità? Rivelargli tutto?
Dovevo lottare.
Annaspai in cerca d’aria mentre i suoi occhi non si staccavano dai mie e lui aspettava paziente. Sul volto era sparita qualsiasi traccia di sorriso, era serio, terribilmente serio. Ed era bellissimo. Ma era il mio migliore amico.
«Sei il mio migliore amico» dissi.
Lui guardò altrove e io mi sentii come perso senza quel contatto visivo.
Sollevai le mani che per tutto quel tempo erano state ferme sul letto, e le appoggiai sui suoi fianchi. La sua pelle anche da sotto la maglietta era morbida e notai lui irrigidirsi, ma per poco, per poi tornare a fissarmi mordendosi il labbro.
Avevo il respiro corto e il mio petto si alzava e abbassava velocemente. Possibile che non lo notasse? Come faceva a non percepire il mio cuore, che quasi voleva uscire dal petto per quanto battesse forte?
«Come fai a non sentirlo?» chiesi in un sussurro. Louis piegò la testa leggermente di lato e qualche ciuffo castano gli cadde sulla fronte.
«Come fai?» continuai, stavolta con un tono di voce più deciso.
«Perché non lo senti?» mi ritrovai ad urlare.
Lui si staccò da me, mettendosi in piedi a qualche passo dal letto.
Era davvero possibile che non lo sentisse? Tum tum, tum tum. Mi rimbombava nelle orecchie da quanto era forte.
Mi alzai anche io avvicinandomi a lui «Sei sordo forse?» urlai ancora più forte, procedendo a passo lento verso di lui. Non si spostò, aspettò che io gli arrivassi a un soffio dal viso. Gli presi un mano, mentre lui non abbandonava il mio sguardo, e feci appoggiare il palmo della sua mano sul mio petto, all’altezza del cuore.
«Lo senti l’effetto che mi fai?» ora la mia voce era un sussurro, così bassa che anche io faticavo a sentirla. Lui chiuse gli occhi inspirando e io appoggiai la mia fronte sulla sua.
Ormai avevo superato il confine dell’amicizia, Tanto valeva continuare.
«Vi ho seguiti oggi in spiaggia» continuai quasi bisbigliando. Aprì di scatto gli occhi, sorpreso da tale rivelazione.
Le nostri fronti erano ancora premute e i nostri occhi si fondevano, come cielo e prato non più separati dalla linea dell’orizzonte.
«Perché?» Il suo respiro mi solleticò il volto e dovetti umettarmi le labbra per continuare.
«Volevo vedervi ancora una volta. Vedere come stavate bene insieme, per convincermi che il mio sentimento verso di te fosse sbagliato» presi un respiro «volevo accertarmi che tu l’amassi»
Mi staccai piano da lui impedendo alle lacrime di scendere.
Louis non aveva fiatato, era fermo e immobile che mi fissava.
Mi sentii male.
Gli avevo detto tutto. E lui era immobile.
Mi avvicinai alla parta e la aprii, poi lo guardai «Louis esci» dissi con un filo di voce.
Lui scosse la testa.
«Louis ho bisogno di stare solo. Ti prego; esci» il mio tono si stava alzando. Di nuovo.
Ma lui non si muoveva.
«Cazzo Louis, esci da questa stanza» sbraitai.
A quel punto non riuscii più a trattenere le lacrime. Scesero veloci, rigandomi le guance e scomparendo sotto al colletto della maglietta.
Chiusi la porta e mi ci accasciai contro, sedendomi con la schiena contro la parete.
Mi portai le mani al viso «Perché devo innamorarmi sempre delle persone sbagliate? Perché? Cos’ho che non va? Tu sei il mio migliore amico non posso provare questo per te. Io..» stavo per dire che lo avrei lasciato in pace. Era la cosa giusta.
Devevo lottare.
I singhiozzi continuavano a scuotermi mentre realizzavo che ormai non ne avevo più le forze, non ce l’avrei fatta a combattere per lui. Tutti questi anni a nascondere dei sentimenti dietro alla scusa dei “migliori amici”, senza far vedere la mia gelosia, la mia voglia di baciarlo, stringerlo a me e sentirlo mio.
Mi stavo rovinando; un amore a senso unico faceva sempre male. Avevo accumulato ferite su ferite. Ero diventato vulnerabile.
Due braccia forti mi avvolsero e io nascosi la testa nell’incavo del suo collo, cercando di smetterla di singhiozzare.
«Ssssh, Harry non piangere. Ci sono qua io..» sentii le sue dita correre al mio viso e asciugarmi piano le lacrime, poi mi lasciò due baci leggeri sulle mie palpebre ancora chiuse.
Aprii piano gli occhi e lui mi strinse ancora più forte a sé, cullandomi.
«Perché non me lo hai mai detto Harry? Perché ti sei tenuto tutto dentro?» Le sue labbra erano vicino al mio orecchio, così mi scostai per poterlo guardare negli occhi. Era accucciato sulle ginocchia, tra le mie gambe e i nostri nasi si sfioravano per la vicinanza.
«Perché tu non ricambi» sussurrai.
Ero così scosso che non realizzai subito la cosa, ma dopo un paio di attimi percepii chiaramente le sue labbra sulle mie. Erano morbide e dolcissime, per nulla paragonabili a come me le ero sempre immaginate. Con le mani mi teneva il volto, accarezzandomi le guance con il pollice in un tocco così leggero e delicato che mi fece scogliere dalla tenerezza. Passò con la punta della lingua il contorno delle mie labbra, per togliere qualsiasi traccia delle mie lacrime salate. Quando io socchiusi le labbra il suo respirò caldo entrò dentro al mio e le sue mani si allacciarono sul mio collo. Lo strinsi di più a me, tenendolo per i fianchi e quando le nostre lingue si incontrarono lo sentii tirarmi leggermente i cappelli. Non c’era più timidezza in quel bacio, era dolcezza sfociata in passione e quando ci staccammo percepii chiaramente il respiro affannato di entrambi.
«chi ti dice che io non abbia mai ricambiato?» la sua voce non era ancora del tutto stabile.
«chi ti dice che io non ricambi tutt’ora?»
Sentii il cuore esplodermi nel petto, ma non faceva male. No, era una bella sensazione. Una sorta di Big-bang: era la mia rinascita.
«e Eleanor?» mi sentii in debito di chiedere.
«L’ho lasciata oggi al mare. Lei aveva già capito tutto, lo aveva intuito probabilmente anche prima che io lo accettassi. Era inutile continuare  con lei se quello che stavo aspettando era solo che tu facessi un passo in più verso si me.»
«Ti amo Boo Bear» Tirai fuori quelle due paroline seppellite sa troppo tempo, sentendomi improvvisamente felice. E sorrisi radioso.
Mi passò una mano tra i ricci, guardandomi con un’intensità tale da farmi dimenticare persino il mio nome.
«Sei bellissimo» mi soffiò sulle labbra. «Anche io. Anche io ti amo Hazza»
All’improvviso sentii una grande forza riempirmi il petto. Iniziò a scorrermi nelle vene, arrivando ad ogni angolo del mio corpo. Mi dimenticai di tutte le lacrime silenziose, le gelosie, i sorrisi finti e le false scuse. In quel momento niente mi pesava più, perché avevo passato tutto. Io amavo Louis e lui ricambiava.
Finalmente avrei potuto lottare per lui.
Avrei potuto tirare pugni, per difenderlo, fino a sentire il sangue alle nocche.
Avrei potuto urlare il mio amore per lui fino a perdere la voce.
Avrei abbattuto qualsiasi muro mi avrebbe impedito di stare con lui.
Ora ne avevo finalmente le forze.
Louis era la mia forza.






- Sarck 

Ho scritto questa One-shot semplicemente perchè mi ispirava. O meglio, Larry Stylinson mi ispira troppo.
Insomma è stato strano per me scriverla, sopratutto l'ultima parte.. era così dolce e romantica che avevo seriamente paura mi spuntassero gli occhi a forma di couricino :P
Però l'ho scritta, senza uno scopo preciso.
E ora la sto pubblicando. Oddio, è la mia prima storia che posto. Mi sudano le mani.

Grazie per le recensioni, se mai ci saranno :*


  
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