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Autore: ButnowIamfeelinggood    12/07/2012    3 recensioni
Un crimine da risolvere, un uomo spietato da rinchiudere. Enea riuscirà a scoprire l'identità dell'assassino di molti suoi cari? E in più, odierà il suo colore preferito, ovvero il rosso?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clara è distesa sul nostro letto matrimoniale: un lenzuolo soffice la avvolge, lasciando intravedere il suo corpo.

È bionda, occhi azzurri come il mare: ogni volta che li guardo mi sembra di tornare bambino, sulla piccola barca a vela di mio nonno Giovanni, che mi dice “Enea, vadda comu si pigghianu i pisci!”.

 L’ho conosciuta al liceo: la osservavo dal mio ultimo banco vicino alla finestra, tra una lezione e l’altra.  L’ho scelta perché mi ricordava la mia Sicilia di quando ero bambino, mio nonno andatosene troppo presto e quel mare della zona occidentale, bello come non mai.

 Ora tutto era cambiato.

 Troppo intenta a fare carriera, non voleva avere figli. Ma, quelle poche volte che riuscivo a dissuaderla da questa sua convinzione, tutto si trasformava in solo piacere fisico: non era fare l’amore con la persona che ami e da cui vuoi un figlio, era sesso, sfogo di due corpi che cercano di unirsi.

Le accarezzo i capelli e le bacio la fronte: sembra una bambina. Mia nonna diceva che Clara fosse venuta dal mare, poiché la sua bellezza imperfetta le ricordava la riva, le faceva venire in mente quando era giovane e andava a mare con mio nonno: ritornava a casa con alcuni granelli di sabbia e sentiva l’odore del Mediterraneo su di sé.

La guardo, osservo ogni singola parte del suo viso: ha l’occhio sinistro un po’ più grande del destro, il naso leggermente storto, ma la sua bellezza è tale da non far notare nessuno di questi piccoli difetti, riesce a mascherarli, rendendoli pregi.

Ho sempre pensato di amarla, ho sempre avuto voglia di abbattere le mie incertezze, le mie paure e soprattutto le mie insicurezze per cercare di ricostruire tutto con lei: in fondo amare è proprio questo, distruggere per creare di nuovo, insieme, uno di fianco all’altro, per sempre, insieme. Ma per lei non è mai stato così, o almeno nell’ultimo periodo: si è sempre rinchiusa in se stessa, nel suo piccolo guscio che mi diceva che solo io ero riuscito ad aprire, ha iniziato a prendere antidepressivi e si è costruita un muro di fronte agli occhi. È diventata un carro armato: distrugge tutto e tutti, passa sopra le anime delle persone che tengono a lei solo per arrivare dove vuole lei.

Prima eravamo una sola cosa: tutto dipendeva dall’altro e ogni decisione era presa di comune accordo.

Una delle più belle cose che abbiamo comprato è stata casa nostra.

L’appartamento è lontano dal centro: volevamo ammirare il panorama della nostra splendida Venezia e intravedere ogni piccola cosa dal nostro balcone.

Avevamo deciso di colorare ogni stanza di un colore diverso cui associare qualcosa.

La nostra camera era azzurra: come i suoi occhi.

La cucina gialla: come il colore della farina, sempre tra le mani di mia nonna.

Il salone rosso: come il “nostro” amore.

Rimaneva un ultimo locale: verde.

Verde come la speranza che un giorno saremmo riusciti ad avere i nostri figli, a fare tutto ciò che da piccolo avrei voluto fare con i miei bambini: un giro sulla gondola, una passeggiata sul mare tendendoci tutti per mano, un bagno nelle mie belle acque siciliane sempre calde.

Ci spero ancora, ma mi sembra ogni giorno di più che le mie siano solo illusioni.

Clara si muove nel sonno e il rumore delle lenzuola mi fa tornare alla realtà.

Torna sempre più spesso tardi da lavoro e la notte ha degli incubi: sono giorni che si sveglia urlando aiuto, dicendo di aver sentito una voce chiamarla e dirle “Rosso sangue in casa tua, il tuo sangue”.

La mia Carla trema sempre di più, anche quando dorme, ed io non so che fare, non so se vuole il mio conforto, non so più niente.

La giro verso di me dolcemente, bacio le sue piccole labbra rosso fuoco e la abbraccio.

Mi addormento così, sentendo mia moglie vicina a me, purtroppo, solo fisicamente.
  
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