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Autore: Sheylen    12/07/2012    6 recensioni
(Fa parte della serie "Ties")
Ecco a voi una raccolta di episodi fra padri-madri e figli-figlie :) Ho scritto delle mie coppie genitore-figlio preferite, alcune tendenti all'umoristico, altre invece un po' tristi, ambientate in periodi diversi.
Dopo il 4° capitolo ho iniziato a raccogliere i suggerimenti di tutti coloro che hanno seguito la storia, ed ora proseguo la serie con le loro coppie preferite :) Quindi avanti, se avete proposte siete i benvenuti!!
Spero che vi emozioni, vi faccia ridere o vi commuova... se non sarà così riempitemi pure di pomodori marci e recensioni critiche u.u In alternativa cioccolata e muffin sarebbero graditi xD
Ecco un elenco delle coppie che prendo in considerazione, così se ve ne interessa anche solo una potete andare direttamente a quella:
-Ermes e Luke "Addio"
-Ares e Clarisse: "Boars of Fire!"
-Mr.Dare e Rachel: "Deliziosa"
-Zeus e Dioniso: "Punizione"
-Crono e Chirone: "La vera famiglia"
-Apollo e Lee: "Life, poetry and war"
-Nemesi e Ethan: "L' alfiere"
-Afrodite e Silena: "Segui il tuo amore"
-Zeus e Talia: "Vita di Pino"
-Ade e Nico: "Inadeguato"
Hope you enjoy!
Bye!
Genere: Demenziale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ties'
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"Deliziosa"

 

 

 


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Rachel rilesse il cartello per l’ennesima volta, mentre si dirigeva verso gli uffici del piano superiore.
In tutto l’istituto, di segnali come quello potevano essercene un migliaio. Forse di più.
Ogni ambiente aveva un cartello su cui c’era scritto cosa non bisognava fare in quel luogo specifico, che fosse un’aula, una rampa di scale o uno sgabuzzino per le scope.
Salendo le scale, Rachel poté specchiarsi nella vetrata blu che affiancava ogni rampa.
Insieme a lei, una ragazza alta e magra avanzava su quei gradini, i passi perfettamente coordinati ai suoi.
Rachel abbassò gli occhi sui gradini, fissandosi i mocassini neri.
“Signorina Dare, questo pomeriggio ha il dovere di recarsi all’aula delle Udienze, alle ore diciassette. Si consideri esentata temporaneamente dagli orari che caratterizzano la sua giornata fino al rintocco della campana che segnala il momento per consumare la cena.” le aveva comunicato la Whiteness.
Sedici secondi e trenta centesimi di discorso per dire “Hai un appuntamento alle cinque del pomeriggio, puoi saltare lezione.”
Ma quella era la Clarion, e se parlando ci si esprimeva con meno di tre proposizioni si veniva considerate fanciulle di infimo livello.
“Certamente, Missis Whiteness, farò in modo di ritrovarmi dove richiesto puntuale, e mi preoccuperò di raggiungere il refettorio insieme alle mie compagne di dormitorio.” aveva risposto lei.
Dopo esser stata messa in punizione il primo giorno di scuola, aveva fatto in fretta ad imparare che inserire nelle proprie risposte la sigla mondiale “OK” equivaleva a tre lunghissime ore di Ricamo Floreale aggiunte al proprio programma giornaliero per un tempo che andava dalle due settimane ai tre mesi, al seconda del soggetto.
E lei, che all’Open Day si era presentata in camicetta e short, con i capelli trattenuti da una semplice bandana arrotolata, era subito stata inquadrata come “Fanciulla Ribelle”.
Per questo era stata affidata alle “cure” della professoressa Whiteness, la donna la cui fama di ex-riformatrice brillava in tutto l’istituto.
 
 
Ventisei aprile.
Era quella la data scritta elegantemente sul calendario appeso al muro.
Le pareti della stanza erano tappezzate di un delicato color pesca, le piastrelle rettangolari sembravano essere state lucidate giusto qualche minuto prima. Un divanetto in pelle nera era sistemato vicino alla finestra, pensato per il comfort di coloro che entravano in quel luogo.
Un ambiente delizioso.
L’uomo osservò il giardino illuminato dalla luce del sole. Una classe stava seguendo la lezione di Pittura, diretta da un’insegnante sulla cinquantina.
Ogni ragazza era seduta su uno sgabello girevole e gestiva la tela posizionata su un treppiede scuro. A giudicare dalla prevalenza del colore verde, sembrava che stessero lavorando sul prato tagliato all’inglese che caratterizzava il parco.
Una scena deliziosa.
Le materie come Pittura, Ricamo, Cucina, Dizione, Pulizia dell’ambiente domestico ed Economia casalinga avevano subito attirato la sua attenzione su una scuola come la Clarion Ladies Academy.
Il fatto che alcuni insegnanti erano addirittura ex-riformatori non aveva fatto che aumentare la sua decisione su quella scelta.
In quel luogo si insegnavano la disciplina e il sentiero da seguire per diventare perfette donne.
Una scuola deliziosa.
L’uomo si voltò non appena sentì un rumore di passi ritmici venire dal corridoio.
“Non più un’andatura altalenante da essere infantile” considerò.
La porta si aprì e fece il suo ingresso una giovane. I capelli rossi erano stati raccolti con precisione in uno chignon, come quelli di ogni allieva di quel college, la divisa blu appena stirata seguiva diligentemente le curve del corpo femminile. L’uomo sorrise, per la prima volta soddisfatto.
Una studentessa deliziosa.
 
 
-Buon compleanno, Rachel Elizabeth-
-Buongiorno, papà.-
-Stai molto bene con questa divisa. Sei deliziosa.-
-Dov’ è la mamma?-
-Aveva un appuntamento dal medico, non è potuta venire. Ti manda i suoi saluti.-
-Ah.-
-Stavo dicendo che ti dona alquanto la divisa. Anche i capelli così stanno meglio.-
-Bene.-
-Non sei contenta che sia venuto fino a qui per farti gli auguri?-
-Oh giusto, quale grande sacrificio deve esserti costato saltare un giorno di ufficio per augurarmi un buon compleanno. Dopotutto, diciannove anni li si compiono spesso.-
 
Rachel aprì di scatto gli occhi, interrompendo la visione. Aveva terminato l’ultima rampa di scale, ora da suo padre la separavano solo un corto corridoio e una porta in ebano.
Aveva pochi secondi per decidere se affrontare ciò che aveva previsto o girare i tacchi e scendere di corsa le scale, per tornare alla sua stupida lezione pomeridiana.
In un momento, tutto quello che in quella scuola le insegnanti si erano prodigate per soffocare esplose in lei. I ricordi di un’estate che sembrava lontana secoli, dove lei era se stessa e aveva deciso la sua strada, accettando la benedizione del divino Apollo. Il dono della Vista era stato concesso a Rachel, non alla persona in cui la Clarion aveva tentato di trasformarla. Prima di entrare, si era convinta che non sarebbe cambiato nulla, che lei sarebbe rimasta ciò che era e che nulla l’avrebbe potuta piegare. Ma non aveva fatto i conti con le prime visioni, alcune delle quali l’avevano minata nel profondo. Lei sapeva. Lei aveva visto cosa sarebbe successo nel futuro, e ne era rimasta sconvolta, tanto da non riuscire a parlare per qualche minuto.
Anche il rifiuto che aveva ricevuto forse aveva contribuito… ma ora Percy era felice, e lo sarebbe stato per tutta la vita insieme ad Annabeth.
Fatto sta che tutto ciò l’aveva resa fragile, e la Clarion era riuscita ad ottenere ciò che voleva.
Almeno, fino a qualche minuto prima.
Ora Rachel era di nuovo la ragazza che aveva scelto di diventare l’Oracolo, quella che aveva deciso di sacrificare quattro anni della sua vita in quel college orrendo per aiutare i suoi amici a salvare l’Olimpo.
Mosse gli ultimi passi che la separavano da quella porta con decisione, sapendo che suo padre li avrebbe sentiti.
Non esitò neppure un istante davanti alla maniglia.
La abbassò e spinse con forza.
 
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
Rachel tirò la cerniera della valigia, sedendosi sopra a quest’ultima per riuscire a chiuderla.
Forse le sarebbe convenuto mettere un po’ di roba in uno zainetto a parte… va beh, ormai era chiusa.
La posò vicino alla porta, osservando la camera in cui aveva dormito per quei quattro, interminabili, anni. Non le sembrava di aver dimenticato nulla, né sugli scaffali né dentro ai cassetti.
Le pareti sembravano di un tono di blu più acceso, come se fossero contente di liberarsi di lei.
Tranquille, è reciproco… sorrise con malizia la ragazza, girandosi verso la porta.
Percorse il lungo corridoio dei dormitori in silenzio, solo il rumore delle ruote della valigia ad accompagnarla. A quell’ora, le altre studentesse dovevano essere a lezione.
Ma lei era libera. Finalmente.
Il foglio di carta che aveva guadagnato con tanta fatica in quel college l’aveva immediatamente inviato all’indirizzo dove aveva vissuto con i suoi genitori. Non aveva più avuto contatti con loro, solo qualche lettera inviata alla madre. Mr. Dare non esisteva più, nel suo cuore e nella sua mente.
Il giorno del suo diciannovesimo compleanno era stata l’ultima volta che lo aveva visto. E tanto bastava. Gli aveva detto in faccia cos’era diventata. Lui ovviamente non le aveva creduto, ma non aveva più importanza.
Lei gli aveva sputato addosso tutto il rancore che serbava nei suoi confronti, e gli aveva fatto una promessa: “Terminerò questa scuola con il massimo dei punti. Tu avrai il mio documento, ed io la mia libertà.”
Ebbene, aveva mantenuto la parola. Dopotutto lo aveva previsto.
Scese quasi di corsa i gradini, contenta che la Whiteness la vedesse e le lanciasse un’occhiata sbigottita. Aveva brillato in ogni sua materia, dopo i diciannove anni, non avrebbe avuto il coraggio di dirle nulla. Soprattutto perché non era più la sua insegnante.
Rachel spalancò la porta principale, affacciandosi sul mondo che aveva dovuto abbandonare per tutto quel tempo.
 Si sciolse i capelli, lasciando che il vento scompigliasse i suoi ricci rossi.
Alzò gli occhi al cielo, e gridò alla pianura verde che le stava davanti tutto la sua gioia.
Ora sarebbe potuta tornare a casa.
La sua vera casa.
Chirone le aveva già inviato una lettera, firmata anche da tutti quelli che aveva conosciuto durante l’ultima battaglia.
Le parole erano vergate elegantemente, con una biro azzurra.
Il Campo ti aspetta, Oracolo
 
 
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
Piccolo angolo dell’autrice
Ehylà! Eccoci con il terzo capitolo, finalmente u.u 
Ve l’aspettavate una coppia non divina?! ;D
Allora, mi tocca parlare un po’ delle mie due vitt… ehm dei personaggi di questo capitolo.
Poteva finire meglio? Di sicuro, magari potevo farli riappacificare come Ermes e Luke, ma se finiscono tutte bene poi che gusto c’è? u.u
Inoltre tengo particolarmente in antipatia Mr. Dare, con la sua visione chiusa e reazionaria, quindi diciamo che mi sono un po’ sfogata tramite la nostra cara Rachel.
Un’idea deliziosa, non trovate? U.u (modalità Mr. Dare: on)
Odioso essere padre del nuovo oracolo… in alto le mani a chi non l’ha mandato a quel paese almeno una volta durante gli ultimi due libri. *alza entrambe le mani con foga* ok, forse sto esagerando… comunque è stato inserito anche lui in questa raccolta solo perché fa a gara con le scivolose palle di pelo del mio gatto per essere una delle cose che più mi danno sui nervi... (le palle di pelo perché ci scivoli sopra quando meno te lo aspetti)
Wow, il piccolo angolo dell’autrice sta diventando un po’ troppo lunghetto, quindi passiamo ai ringraziamenti.
Allora:
per aver recensito lo scorso capitolo: Aelle Amazon (eeeeeeeeeehh), Aldibah (eeeeeeeeeehh), AleJackson (eeeeeeeeeehh) e per ultima ma non meno importante Dafne Rheb Ariadne ( un “eeeeeeeeeehh” anche per lei). Grazie a tutte, ragazze, se mai potrò sperare di migliorare sarà grazie alle vostre preziose recensioni.
E poi a tutti coloro che hanno inserito la storia nelle preferite/ricordate/seguite:
Alexiel94, DeepInTheDark, giulietta10, Locchans Coffee, Madama Pigna, Peach99, pepo, St_rebel
Spero di riuscire a postare prima di andare in vacanza, quindi entro due settimane ;)
Grazie ancora a tutti per essere arrivati fin qui, spero di essermi meritata qualche recensione (anche neutra o critica, servono sempre)
Bye!
  
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