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Autore: GioEchelon    12/07/2012    2 recensioni
Non so perchè ho scritto questa cosa.
Forse solo semplicemente perchè avevo voglia di scrivere...Comunque non mi convince,quindi non mi aspetto niente...
E' una Frerard,ovviamente,e insomma avevo voglia di scrivere di un Gee alcolizzato...
Detto ciò,arrivederci e divertitevi.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Please tell me it's not over...

 

 

I buoni propositi di Frank però erano andati a farsi benedire, perché non solo non era riuscito a chiedere a Gerard di scegliere tra lui o Lyn-z, era pure caduto in una trappola mortale. Perché era di questo che si trattava: una vera e propria trappola mortale.

Era un circolo vizioso. Suonavano, Gee tornava a casa, lui pure e dopo poche ore se lo vedeva spuntare davanti la porta di casa, gli saltava addosso, facevano tanto sesso- sebbene Frank all'inizio avesse cercato di resistergli, ma provaci a resistere a uno come Gerard Way cazzo!- e poi Gee se ne andava, dopo aver raccolto i suoi vestiti, senza nemmeno dire una parola.

Era straziante e lui non riusciva a reagire.

Da quando avevano avuto quella sgradevole conversazione il primo giorno che lui era andato lì a Los Angeles Gerard era cambiato completamente, come se Frank gli avesse fatto un torto orrendo e adesso volesse fargliela pagare in tutti i modi più brutti e orrendi sulla faccia della terra.

"Frank scendi dalle nuvole, stiamo cercando di registrare!" la sua voce era così fottutamente fredda che gli faceva venire le lacrime agli occhi. Cercò di riprendersi e annuì semplicemente, senza dire niente, concentrandosi su cosa doveva suonare, ma di nuovo la voce del cantante lo interruppe.

"No, cazzo Frank! Hai sbagliato di nuovo! Che cazzo ti prende?!"

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Frank si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e lasciò cadere a terra la chitarra, cosa che fece allarmare non poco Ray e Mikey, che restavano in disparte a guardare la scena. Lo sguardo freddo e duro di Gerard era troppo difficile da sopportare per il povero Frank, quindi, senza nemmeno dire una parola si allontanò, senza nemmeno mormorare, lasciando un Ray e un Mikey sbigottiti e un Gerard incazzato nero.

Una volta fuori da quel maledetto studio di registrazione prese le sigarette e se ne accese una, perché per calmarsi gli serviva solo quella, e magari una birra. Ma erano ancora le dieci di mattina e di solito non beveva mai a quell'ora. Magari avrebbe preso un caffè.

Con quest'idea in testa cominciò a camminare, diretto verso la prima caffetteria più vicina, e, una volta finita la sigaretta entrò dentro, dove ordinò un caffé, perché era l'unica cosa di cui aveva bisogno.

Odiava sentire la voce di Gerard con quel tono autoritario e distaccato. Quella voce che una volta lo chiamava con dolcezza, come se fosse la cosa più bella del mondo, come se potesse toccare il cielo con un dito quando pronunciava il suo nome. Proprio quella stessa voce che fino a poco tempo prima gli sussurrava dei "ti amo" rubati, proibiti.

Ma adesso era tutto andato, finito, perso. Non poteva farci nulla. Lui non era stato in grado di dare a Gerard ciò di cui aveva realmente bisogno. Aveva fallito miseramente, e si sentiva davvero uno stupido perdente per aver perso contro ad una donna che nemmeno meritava di stare con Gee. Il suo Gee.

Sospirò, preso da quei pensieri, e bevve un sorso di caffè. Quel semplice gesto gli fece ricordare dei mille caffé presi con l'uomo che davvero era stato l'uomo della sua vita. Quando la prima cosa che faceva al mattino, quando si svegliava, era chiamare lui e dirgli che aveva un fottuto bisogno di caffeina. Quando lui era l'unico che desiderava al suo fianco, senza Lyn-z o altre ad occupare il posto che era sempre stato suo di diritto. Perché nessuno mai aveva dato tanto quanto lui aveva dato per quello stupido cantante che amava più della sua stessa vita.

E si ritrovò a piangere in silenzio, con un bicchiere caldo di caffè tra le mani, sotto lo sguardo di tutti ma di nessuno allo stesso tempo, perché l'unico di cui aveva bisogno in quel momento si trovava in uno studio di registrazione nel palazzo di fronte, e di certo non stava pensando a lui. E questa consapevolezza lo distruggeva, sapere che nei suoi pensieri non c'era lui, Frank, ma quella donna che glielo aveva portato via lo faceva diventare matto. Doveva smetterla di farsi del male, ma quella promessa se l'era già fatta, e, ancora una volta, aveva fallito.

 

 

 

Era andato, sparito nel nulla. Invano aveva cercato di seguirlo, ma quel nano sembrava essersi volatilizzato, e la sua macchina era ancora lì.

Perché doveva sempre essere così idiota da dover rovinare tutto? Frank sembrava essersela fatta passare dopo quella volta a casa sua, il primo giorno che lui era arrivato qui, e si parlava ormai di mesi e mesi fa. E allora perché adesso se n'era andato così solo perché lo aveva rimproverato? Okay magari non era proprio stato carino trattarlo in quel modo solo perché aveva sbagliato. Ma era già la quarta volta che sbagliava e insomma lui non era un mostro di autocontrollo, quindi era scoppiato. In ogni caso avrebbe dovuto trovare un modo per rimediare, chiedergli scusa e fare qualcosa per farsi perdonare.

Lui amava Frank, lo amava con tutto se stesso, ma c'era anche Lyn-z nella sua vita e lui sapeva di non poter fare a meno di nessuno dei due. Cazzo, perché era sempre tutto così fottutamente complicato? Si odiava profondamente, si odiava perché faceva soffrire l'uomo della sua vita e perché prendeva in giro Lyn-z andando a letto con Frank, ma non riusciva proprio a perdonare a Frank il fatto che lui lo avesse trattato in quel modo, come se fosse facile scegliere tra lui e sua moglie.

Sospirò, accendendosi una cazzo di sigaretta, facendo un lungo tiro, e si mise a pensare. Dove poteva essere fuggito Frank? In giro qui vicino non c'erano molti posti in cui rifugiarsi per non essere trovato, o almeno posti che si addicevano al chitarrista. L'unica soluzione era che fosse andato a prendersi un caffè, drogato come era di caffeina. Quindi si diresse verso la prima caffetteria che trovò lì nei paraggi e lo vide, seduto al bancone, con una tazza di caffè fumante tra le mani. Deglutì lentamente, come a voler prendere coraggio- o, più probabilmente, tempo- e poi si avvicinò in silenzio. Prese posto accanto al più piccolo e incrociò le braccia, ordinando un caffè anche lui, già che c'era.

Vide Frank irrigidirsi quando fece la sua ordinazione e lo vide serrare la mano attorno alla tazza come a volerla distruggere, come se quella tazza gli avesse fatto un torto allucinante.

Cazzo Gerard, non mi vuoi proprio lasciare in pace eh? Sarei tornato, come vedi avevo solo bisogno di un fottuto caffè!” esclamò il più piccolo con un tono esasperato. Gli faceva male sentirlo così, ma dopotutto era solo colpa sua, e per questo faceva ancora più male. Che testa di cazzo che era!

Se non volevi tornare potevi benissimo farlo, lo avrei capito... Volevo solo... Stare un po' con te...”

Certo, non era molto credibile visto che lo trattava in quel modo, e infatti Frank alzò il sopracciglio, come a volergli ricordare che stava facendo la figura dell'idiota.

Certo, Gee, vuoi stare con me. Beh mi dispiace deluderti, ma siamo in un luogo pubblico, sarebbe sospetto se mi infilassi la mano dentro le mutande!” rispose, giustamente, il minore dei due, sibilando l'ultima frase a denti stretti. Era proprio incazzato, o magari era triste, quindi reagiva in questo modo perché era depresso e demotivato. E lo avrebbe anche capito, in ogni caso. Si sentiva la persona più egoista sulla faccia della terra. Era pure incoerente, visto che pensava di essere uno stronzo ma continuava a fare quello che faceva comunque.Doveva trovare una soluzione a questo problema, ma non sapeva assolutamente colme affrontarlo.

Frank...”

Inutile dire che non sapeva assolutamente come andare avanti. Non trovava nemmeno mezza parola adatta per chiedergli scusa per tutto quello che gli stava facendo, quindi decise di rimanere in silenzio e il più piccolo annuì, con vigore.

Ecco, stai un po' zitto Gerard... E fammi un dannatissimo favore Gerard Fottutissimo Way: stanotte non venire a rompere a casa mia, perché non ti lascerò entrare, e così anche domani e tutto il resto dei giorni a venire. Non lascio la band, perché ci tengo troppo. Ma non voglio avere più niente a che fare con te, stupido egocentrico”

Le parole di Frank lo colpirono come una frusta in piena faccia. Si sentiva morire. Lo aveva perso, per sempre, era sicuro che questa volta non sarebbe mai più tornato da lui... Era triste, era dannatamente ingiusto e incredibile.

Non era riuscito a muoversi o a controbattere mentre il più piccolo si alzava e prendeva il suo bicchiere col caffè. Lo vide uscire dalla caffetteria e lui restò immobile, come uno stupido idiota, a guardare la schiena del ragazzo che si allontanava e poi spariva dietro il portone del palazzo dove c'era lo studio di registrazione.

Era finita, per sempre.

 

 

 

 

 

Ops! Si, sono ancora viva. Non vi allarmate, è stato un periodo terribilmente difficile e arduo xD

Insomma ho avuto parecchio da fare tra studio e tutto il resto, quindi non mi linciate se ci ho messo così tanto a scrivere questo dannatissimo decimo capitolo. Ho anche avuto un blocco assurdo e non sapevo come andare avanti, ma poi l'idea di Frank che reagisce mi ha presa d'improvviso mentre stanotte non riuscivo a dormire, quindi non mi ammazzate. Non so come continuerà la storia, chissà UwU

 

Ringrazio tantissimo la mia ragazza, che mi appoggia e mi incoraggia ad andare avanti, grazie mille amore mio <3

Much love to everyone!

<3

 

   
 
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