Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Kooskia    12/07/2012    3 recensioni
Fanfiction sul Ciclo dell'Eredità di C. Paolini. Ambientata durante lo svolgimento della trama della serie (copre complessivamente un'arco temporale della durata di un anno). Presenta personaggi e ambienti di mia creazione senza influire/modificare/alterare i personaggi originari del Ciclo.
In questa storia vedremo un Cavaliere solitario e il suo drago: nati e cresciuti fuori dai confini noti di Alagaesia, essi si batteranno per riportare la pace in questo angolo di mondo inesplorato scoprendo la verità di un passato a loro ignoto e plasmando il loro futuro in una terra aspra e selvaggia.
Epilogo contentene Spoiler.
Un capitolo conterrà tematica erotica (rating Arancione)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 15 – Spade nella tenebra

Il riflesso della luce sull’elsa della spada era limpido e Kooskia dedicò solo alcuni secondi a togliere la poca terra che si era incrostata su di essa, quando aveva abbandonato la lama tra l’erba alta.
Si incamminò, lasciandosi alle spalle sia la sua dragonessa sia sia coloro il trio di guerrieri venuti dall’ovest..
Recuperò il suo scudo ai piedi della collina dove aveva riposato fino a poche ore prima. Egli sorrise, osservando il muso rosso dipinto sulla superficie: gli avrebbe sempre ricordato le sue origini.
Questo improvviso pensiero lo turbò. L’elfo aveva ragione nel rammentargli i nuovi doveri, in parte a lui ignoti, della sua posizione.
Ma in cuor suo, era il dover rispondere a delle aspettative di persone e popoli che non lo avevano mai incontrato a turbarlo: non aveva idea di quanto questo legame avrebbe potuto influire sulle sue scelte.
-Io ho fatto un giuramento, a me stesso e alla mia famiglia… -
Non era qualcosa che poteva cambiare, non era qualcosa che voleva dimenticare.
Senza rendersene conto, iniziò ad incamminarsi verso la torre abbandonata; osservò con passiva tristezza le bianche ossa che scaturivano dal terreno intorno alla torre.
La brezza leggera scorreva tra una serie di lunghe costole bianche alte quanto due uomini, Kooskia sfiorò la superficie candida con una mano: lasciò con piacere che il calore del sole assorbito dall’osso la scaldasse.
Un rumore improvviso lo distrasse e dalla cima della torre si alzarono in volo un trio di gracchianti corvi neri.
Il giovane cavaliere proseguì fino a trovarsi dinanzi all’ingresso della torre: una volta costituita da tre lunghi blocchi di pietra più imponenti di quelli che formavano il resto della struttura decadente.
Egli valicò quell’ingresso, il buio era meno fitto di quel che si era immaginato perché un poco di luce filtrava dai pertugi tra le pietre.
Un sibilo nell’aria avvertì Kooskia un istante prima che una candida lama passasse vicino al suo capo. Riuscì a piegarsi sulle ginocchia per poi guadagnare alcuni passi muovendo all’indietro.
Respirò a fondo ed allungò una mano sull’elsa della spada dietro al suo collo.
La estrasse con un movimento fluido mentre si inginocchiò per evitare un secondo colpo sibilante.
Il contatto del suo ginocchio sinistro con il pavimento di pietra era stato più duro del previsto e Kooskia strinse i denti resistendo a quell’improvviso dolore. Egli riuscì allo stesso tempo ad allungare un ampio fendente con la sua lama verde, allontanando quanto bastava il suo aggressore sconosciuto.
Il cavaliere non trattenne un sorriso di compiacimento, badò di mantenere la sua mente chiusa e protetta anche nei confronti della sua dragonessa: questa era la sua battaglia e non voleva alcuna interferenza.
Non attese di essere attaccato di nuovo.
Il braccio sinistro reggeva lo scudo ma egli non fece alcun movimento per usarlo; tenne il braccio disteso, scoprendo il suo petto nudo e giocando tutto sulla sua velocità.
Si scagliò in avanti, colpendo rapidamente. La sua spada si incrociò con una più sottile lama d’acciaio: gli occhi del Cavaliere scorsero una figura sottile reggere la spada; essa era in parte celata dall’oscurità ma Kooskia intravide un abbigliamento simile ai membri del gruppo che avevano trovato la morte per mano le fiamme di Niya.
Non trattenne la forza del suo braccio né la precisione dei suoi colpi, affondando di punta o aprendosi dei varchi con degli ampi fendenti laterali per abbattere la difesa del suo avversario.
In breve guadagnò terreno, spingendo indietro il suo nemico mentre il clangore delle spade echeggiava nell’interno della torre.
Kooskia vide il suo avversario salire su quello che sembrava essere un sentiero di roccia formato dalle stesse pietre che costituivano la struttura della torre: realizzò come con esse fosse possibile raggiungere la cima della torre.
Questo significava che il suo nemico si stava infilando in una trappola senza via di uscita.
Non rimase ad aspettare: la spada verde emise scintille al contatto con la pietra quando Kooskia tentò di mozzare un piede al suo nemico con un fendente.
L’uomo misterioso salì sempre più in alto cercando di tenere a bada il Cavaliere ma quest’ultimo non gli diede tregua, colpendo di punta o di lama nel tentativo di concludere lo scontro.
Con uno scatto improvviso Kooskia lo raggiunse e allungò la spada riuscendo ad infilare la punta sotto una protezione di cuoio che proteggeva il polpaccio destro.
Mentre il giovane uomo avvertì come la punta della spada trapassava qualcosa di più morbido che il semplice cuoio, il suo avversario emise un breve grido di dolore.
Era un grido acuto, dal tono femminile.
Kooskia comprese che colui che lo aveva affrontato fino ad esso era una donna, probabilmente di giovane età.
Ritrasse la lama per poi tentare un ampio fendente mirando al braccio sinistro della ragazza, se lei non lo avesse parato all’ultimo istante probabilmente si sarebbe ritrovata una mano mozzata.
Con un gemito, la fanciulla si voltò cercando di raggiungere la cima della torre.
Kooskia non si mise fretta, lei non poteva fuggire da nessuna parte e il fatto di avere a che fare con un avversario di genere opposto non costituiva per lui nessun tipo di freno.
Il cacciatore nella foresta abbatte cervi sia maschi che femmine per garantirsi la sopravvivenza.
La ragazza era sfuggita alla sua vista e Kooskia proseguì fino a notare uno spiraglio di luce intensa.
Un’uscita dava sul tetto della torre e il giovane Cavaliere la attraversò cautamente, osservando per la prima volta con chiarezza colei che lo aveva assalito pochi minuti prima.
Come aveva compreso, la ragazza indossava lo stesso genere di abiti degli uomini che Niya aveva ucciso: abiti leggeri rinforzati col cuoio scuro in più punti per garantire un minimo di protezione.
Per la prima volta poté osservarla in volto, la sua pelle era chiara come quella di Kooskia: solo leggermente scurita dall’intenso sole di quelle terre meridionali.
I suoi lunghi capelli neri ricadevano dietro le spalle mentre gli occhi di un colore castano fissavano con ansia il giovane uomo dinanzi a lei.
-Aspetta fermati! Noi non siamo nemici, io… -
Ella sollevò la sua spada giusto in tempo per bloccare un fendente calato dall’alto. Il suo braccio ebbe un tremito, dovendo sostenere l’impatto fisico causato da Kooskia che possedeva una maggior forza muscolare.
Un sequela di colpi costrinse la fanciulla a retrocedere fino a trovarsi ad un passo dal vuoto.
Con un ultimo attacco, Kooskia riuscì a far volare via la spada dalla mano indebolita della ragazza: la lama volò oltre le spalle di lei, precipitando al suolo.
Il Cavaliere allungò la punta della sua spada verde verso il collo indifeso.
-Ti prego, io… -
-Credo che basti così, Kooskia. L’hai sconfitta, ora ascoltiamo quello che potrebbe rivelarci… -
L’imponente figura della dragonessa dorata in volo comparve alle spalle della ragazza.
Il Cavaliere non fu sorpreso nell’osservare in lei un espressione di stupore mista a paura, quando ella si voltò per osservare colei che evidentemente aveva reso la stessa ragazza partecipe delle parole appena pronunciate.
Kooskia abbassò la spada.
-Mi sta bene… considerati nostra prigioniera da questo momento in poi.-
La ragazza rimase in silenzio per alcuni istanti, Kooskia però non riusciva a valutare chiaramente le sue emozioni dalle espressioni del viso. La vista di un drago l’aveva sconvolta, come c’era da aspettarsi, ma non sembrava terrorizzata dalla vista di Niya come il Cavaliere si aspettava …
-Chiunque ella sia, potrà spiegarci molte cose … -
L’alto profilo di Laér era uscito fuori dal rozzo ingresso di pietra che dava sulla cima della torre.
-Ma che razza di progettazione! Solo degli umani potrebbero costruire delle scale tanto irregolari e sconnesse, per non parlare dell’intera struttura poi… c’è da vergognarsi.-
Kalgeck si fece avanti, col fiato leggermente pesante per aver affrontato una salita evidentemente non progettata per le sue gambe più corte del normale.
Brelan dietro di lui sembrava molto più riposato e cercava di trattenere un sorriso.
-Potrei strapparvi tutto ciò che voglio sapere dalla vostra mente, ma preferirei non farlo e lasciarvi parlare con onestà… innanzitutto diteci come chiamarvi.-
La ragazza volse lo sguardo verso l’elfo, i suoi occhi tradivano ansia.
-Io… mi chiamo Khelia, e ciò che avete fatto qui avrà delle ripercussioni tremende… -
L’elfo fu l’unico dei presenti a mantenere un espressione tranquilla.
Khelia volse lo sguardo, facendo un breve inchino imbarazzato in direzione di Kooskia.
-Io ecco, mi dispiace… non sapevo chi eri e queste terre sono pericolose. Meglio chiedere il perdono per un fraintendimento piuttosto che rischiare di ritrovarsi con la gola tagliata. –
Ella abbassò lo sguardo, fissando un indistinto punto sul pavimento di pietra grezza.
-Avete distrutto una compagnia dell’Impero… una cosa del genere non passerà inosservata né impunita. Li osservavo da giorni chiedendomi chi volessero razziare e mi domandavo il motivo del loro passo spedito. Quello che avete fatto tuttavia avrà grosse ripercussioni… Lord Aseld incolperà i Mashujaa per questo e molto sangue verrà versato.-
La voce cristallina dell’elfo si intromise con una tonalità incuriosita.
-Permettimi di interrompervi ma ... chi sono costoro ? Non credo di averli mai sentiti nominare... –
Khelia abbassò lo sguardo, parlando lentamente...
-Sono, o meglio erano, un popolo nomade dalla pelle scura come la notte. Anni orsono essi vennero sconfitti e resi schiavi dagli Imperiali. Molti di loro lavorano in una serie di cave o nei campi intorno all’Avamposto... ogni loro rivolta viene sedata nel sangue e che io sappia esistono solo poche bande ancora libere di vagare per queste terre. Quando Lord Aseld scoprirà che i suoi uomini non faranno mai più ritorno, egli incolperà i Mashujaa... è già accaduto in passato.-
La voce di Niya risuonò potente nelle menti di tutti i presenti.
-La colpa è mia... sono stata io ad uccidere quegli uomini e mia è la responsabilità del destino di questi Mashujaa. Mi dispiace Laér, ma questo decide ogni cosa.
Non posso lasciare questa terra sapendo che degli innocenti soffriranno per colpa delle mie azioni.-

Brelan alzò timidamente la voce, dando parola al proprio quesito..
-Io.. vorrei sapere, chi è questo Lord Aseld ? –
Khelia spostò lo sguardo, osservando il profilo lontano dell’orizzonte... aspettò alcuni istanti prima di parlare.
-E’ il discendente di un Lord che era stato inviato un centinaio di anni fa dall’Imperatore Galbatorix. Venne stabilita una colonia e venne eretta una cittadella nota come l’Avamposto.
Lo scopo originario era quello di sterminare eventuali draghi che cercavano di fuggire ad Oriente ma il nonno di Lord Aseld decise di rimanere ed insediarsi qui: reclamando terre e schiavi nel nome dell’ Imperatore della terra lontana dalla quale egli proveniva. Io sono nata e cresciuta nell’Avamposto, mio padre venne ucciso quando ero piccola perchè era uno degli oppositori del Lord: non tutti i coloni desiderano rimanere qui, così vicini ai Mashujaa e fronteggiando le loro insurrezioni. Molti di noi vorrebbero tornare ad occidente, verso le verdi terre dei nostri antenati.-
Il Cavaliere lasciò che il silenzio regnasse sulla cima di quella torre per lunghi istante.
Sapeva che gli sguardi dei tre guerrieri venuti da occidente erano su di lui, per la prima volta nella sua giovane vita egli vide due strade davanti a se.
Ma egli era consapevole di non essere il solo a dover rispondere a questa sfida.
Cercò Niya con la mente e i loro pensieri si fusero insieme trovando l’unica risposta che i loro cuori potevano accettare.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Kooskia