cap. 19
paradiso ed inferno
Quello
che troverete in questo capitolo, è il mio primissimo tentativo di lemon per
cui, ho provato a studiare le altre fic, ma senza molto successo.
In
effetti, il risultato è pietoso. Homura è un buono a nulla_Nd.Sanzo
Osservo
una punta di gelosia nelle tue parole. E’ per Goku?_Nd.Cassandra
Razza
di fallita! Maledetta autrice del c…azzo!_Nd.Sanzo
Ho
colpito nel segno_Nd.Cassandra con un paio di corna da diavoletto.
Muoei!_Nd.Sanzo
che punta la W&S verso Cassandra
Ho
il giubbotto antiproiettili e ti conviene essere gentile: un colpo di tastiera
e posso farti qualsiasi cosa_Nd.Cassandra che, con un ghigno malefico, si siede
al PC
Ha
ragione Sanzo, senza contare che ucciderla è perfettamente inutile_Nd.Hakkai
Grazie,
Hakkai! Sapevo che in fondo mi volevi bene_Nd.Cassandra *_*
Veramente
io mi riferivo al fatto che, una volta ripresisi dallo schock causato dal
capitolo, saranno i lettori stessi ad eliminarvi_Nd.Hakkai O_^
Mubble
… Mubble … Appunto mentale: far accadere qualcosa di veramente brutto ad
Hakkai_Nd.Cassandra
Se
il lemon, dovesse presentare incongruenze o problematiche ( organiche,
stilistiche o altro ) vi prego di avvertirmi in modo da permettermi di
rimediare.
Ringrazio
per i loro commenti Hisoka, Anna-chan, Demonangel ed Eternal Fantasy in questo
che è l’ultimo atto di What is…
La
scelta di terminare questo racconto, è dovuta al drastico calo di interesse da
parte dei lettori ( e che quindi rende assurdo postare la fic che farebbe da
diretto seguito ) che mi spinge a chiedervi un favore: inviatemi le vostre
impressioni o critiche sull’intera storia permettendomi di comprendere i miei
errori e non ripeterli ).
Vorrei
terminare rendendo lode a:
·
Victor,
autrice del primo lemon che abbia mai letto e che mi ha fatto appassionare al
genere;
·
Dark00,
le cui scene splatter mi hanno letteralmente incollato allo schermo;
·
Selina,
la santa per eccellenza che non ha mai mancato di postare storie stupende e si
è assunta l’ingrato compito di commentare la mia fic segnalandomi gli
innumerevoli errori.
L’appartamento occupato da Goku era arredato con il gusto squisito
proprio degli angeli che, glielo avevano messo a disposizione senza la minima
esitazione.
Questi non serbavano il minimo rancore per la morte dei compagni.
Popolo guerriero da tempo immemorabile, conoscevano i rischi delle loro
scelte e non imputavano ai nemici il decesso dei loro commilitoni.
Chi aveva combattuto erano soldati che avevano seguito la propria
strada per poi, perire come avevano scelto ( compreso quelli che lo avevano
aggredito ).
Questa concezione, dovuta alla volontà, degli esseri alati, di onorare
dei degni avversari come il diciannovenne e i suoi compagni, gli avevano
evitato la condanna morale per l’uccisione degli angeli e, contemporaneamente,
aveva forgiato un tacito accordo fra le parti per insabbiare il tentativo di
stupro.
In fondo, nemmeno l’itan stava pensando a quanto successo od ai morti:
aveva spento le vite di tanti demoni mentre viaggiava con Sanzo che, la vista
di qualche cadavere non poteva certo impressionarlo e spingerlo a guardare, dal
balcone della sala centrale, la luna piena che rischiarava dolcemente il
paesaggio circostante.
Il ragazzo sentì che, come tutto il resto del creato, anche il
satellite derideva la sua stupidità ... e a ragione.
Ora che la rabbia era scemata si sentiva attanagliato da numerosi
pensieri, molti contrastanti fra loro, che gli davano un vago senso di nausea e
spossatezza.
L’eretico contrasse la
mascella e strinse i denti mentre si trascinava nuovamente nella lussuosa
camera: sul tavolo troneggiavano prelibate pietanze, ma stranamente nemmeno il
cibo era il grado di distrarlo dai suoi crucci.
Si lasciò cadere su una
poltrona: si sentiva distrutto e non per i massacranti eventi di quella
giornata.
Solo quella mattina tutto
gli appariva chiaro e semplice: Homura era il suo sole e lui avrebbe vissuto
con il dio per tutta l’eternità.
Poche ore prima, l’attrazione
provata nei confronti di Sanzo era qualcosa di sbagliato che doveva sopprimere,
mentre ora …
Goku rimase seduto dov’era
per parecchi minuti.
Non era sicuro di avere la forza di alzarsi …
non era sicuro di volerlo …
Un lieve bussare lo obbligò a tornare alla realtà.
Per un attimo fu tentato di
non rispondere, sapendo chi c’era dietro la porta, avvertì l’impulso di evitare
l’angosciosa discussione che lo attendeva una volta aperto.
Rimandare avrebbe però reso
le cose più difficili di quanto già non fossero e lui non poteva permetterselo.
“Vieni avanti, Homura”
invitò il proprio ospite.
Il dio si introdusse nella
camera: aveva recuperato l’aria di fredda sicurezza che lo caratterizzava, ma
Goku sentiva che era solo una facciata molto diversa dalla realtà.
In un certo senso
comprendeva il desiderio del Dio della Guerra … il suo disperato tentativo di
non rimanere solo … lo stesso che aveva invaso lui negli ultimi otto anni …
Fino a dove si sarebbe
spinto per non perdere Sanzo?
Goku non osava rispondersi.
“Mi dispiace. Non ho mai
avuto la minima intenzione di usarti, ma volevo che tu mi amassi … volevo
essere il tuo sole …” esordì Homura.
“Non hai esitato ad
ingannarmi per avere ciò che volevi … non mi pare ti sia curato di cosa potessi
provare io” osservò l’eretico.
“Quale altra scelta avevo?
Tu eri completamente succube di Konzen perché non conoscevi altro rapporto … un
sentimento decisamente morboso e unilaterale … lui non ti ama, Goku … per lui
non sei altro che una seccatura …” disse il dio dai capelli corvini.
“Tu non sai nulla di ciò che
mi lega a lui …” rispose il ragazzo senza troppa convinzione.
Quante volte si era chiesto
se Sanzo gli fosse affezionato almeno un pochino?
“Davvero? Dimmi Goku, perché
credi non abbia insistito per farti recuperare prima la memoria? Credi che ti
vorrà ancora vicino, ora che hai fatto l’amore con me?” chiese la divinità
sapendo di toccare un punto dolente “Per lui non sei mai stato altro che un
diversivo … una bestia da compagnia …”
“E per te invece cosa sono?”
la domanda di Goku emerse dalle profondità dell’animo dell’itan.
“L’uomo che amo più della
mia vita … non ti chiedo nulla, solo di poterti rimanere accanto e proteggerti
… resta con me, io ho bisogno di te”
L’eretico non rispose, le
dichiarazioni del dio lo avevano toccato in profondità lasciandolo senza fiato
per ribattere.
Homura aveva ragione: era
sempre stato una terribile seccatura per il monaco che aveva detto più volte di
non aver bisogno di lui e ora, lo avrebbe certo disprezzato per il suo rapporto
con la divinità.
Il dio aveva bisogno di lui
… lo amava, almeno quanto lui amava Sanzo … perché l’amore doveva essere tanto
ingiusto?
Perché due persone non
potevano amarsi vicendevolmente?
Le regole dell’amore erano
troppo crudeli, ma lui aveva ora il potere di cambiarle se voleva.
Qualsiasi fosse stata la sua
scelta, non poteva tornare indietro … il suo mondo e coloro che lo popolavano,
erano molto diversi da sei mesi prima … lui era cambiato …
Anche se Sanzo lo avesse
nuovamente accettato, ormai Goku non
avrebbe potuto rimanergli semplicemente accanto … non gli sarebbe più bastato …
non ora che si era reso conto di amare il monaco.
L’itan comprendeva che il
suo amore era impossibile e questo, forse, era un bene: rendeva più facile la
sua scelta.
Il giovane guardò il dio
che, ritto nel mezzo della stanza, attendeva la sua risposta e, prima ancora di
rendersi conto di quanto faceva, annuì impercettibilmente.
Un sorriso illuminò il volto
della divinità che si affrettò ad avvicinarsi: le loro labbra si incontrarono
in un bacio tenero ed incerto.
Homura lo strinse forte a sé
prima di sospingerlo verso il letto per fissare con tutta calma gli occhi
dorati.
“Ti amo da impazzire”
sussurrò Homura, avvolto da un sentimento tanto forte e doloroso da farlo
tremare.
Prese nuovamente le labbra
di Goku ma stavolta, non ci fu nulla di tenero o incerto nel suo bacio:
l’apprensione dovuta al timore di averlo perso era mutata in una passione avida
ed esigente.
Accarezzò i lunghi capelli
castani assaporandone il profumo, prima di aprire il pesante diadema ed
osservare Goku trasformarsi in Seiten Teisei.
Il respiro del giovane
divenne affannoso mentre i denti si trasformavano in zanne e le unghie
diventarono artigli.
Questi ultimi si muovevano
in cerca della nuda pelle: voleva assaporare il dio, non i suoi indumenti.
Con gentile decisione,
l’itan sospinse l’amante verso il letto iniziando a carezzargli con gesti
esperti l’inguine, per poi scendere verso il pene che sentì fremere al suo
tocco.
“Goku …” sussurrò in tono
pressante il dio mentre gli affondava le mani nella schiena ambrata e lo girava
dolcemente.
Le labbra della divinità
tempestarono di baci la schiena del demone, scendendo sino al sedere.
Piccoli morsi stuzziacarono
le sode chiappette del giovane finchè, tremando di desiderio, Homura scostò le
due natiche* per scorgere l’ano del compagno ed iniziare ad allargarlo con le
dita.
Goku inclinò la testa
all’indietro: era in preda all’eccitazione ed alla senzazione che il suo corpo
non gli appartenesse più … che il suo organismo fosse diventata del Dio della
Guerra … che la sua stessa anima fosse del corvino compagno.
Questa consapevolezza fu
come una secchiata d’acqua gelida per l’itan anche se, in un primo momento non
ne comprese il motivo: aveva sempre desiderato appartenere a qualcuno ed ora il
suo desiderio si era avverato.
Perché non provava gioia?
Perché si sentiva morire?
Con un moto di stizza si
rese conto di non aver mai voluto essere di ‘qualcuno’ ma di una persona
ben precisa … dell’uomo che era e sarebbe sempre stato il suo sole … di Sanzo.
Homura inserì il proprio
membro ma stavolta, a Goku, parve un’insostenibile intrusione.
Il demone si morse il labbro
per non urlare dal dolore mentre, la divinità acquistava un ritmo sempre più
veloce.
Era la prima volta che il
giovane sperava in una rapida conclusione dell’atto … la prima che si sentiva
violato.
Il demone si girò per
abbracciare l’amante e appoggiare la testa sull’ampia spalla in modo
nascondergli le lacrime che stavano riempiendo gli occhi dorati.
Il dio lo amava e voleva
essere il suo sole mentre, Sanzo non desiderava certo legarsi ad un demone
eretico.
Semplicemente, doveva
riuscire ad accettare queste verità ed imparare ad accettare l’amore del Dio
della Guerra.
Homura gli stava offrendo
tutto e non meritava di vedere il proprio compagno piagnucolare per un altro
uomo!
Con un gesto irritato,
approfittando di un attimo di distrazione da parte del dio, il diciannovenne si
asciugò il viso e si costrinse a sorridere a Homura.
L’itan posò le labbra sul
ventre dell’altro e percorse, piano, le lunghe gambe della divinità.
Il Dio della Guerra gemette, rendendosi conto di non poter più attendere
mentre il ragazzo iniziava a succhiargli il simbolo della virilità per poi,
lasciarlo andare per cingergli la vita da dietro.
Goku penetrò nell’amante:
ben presto furono uniti in un ritmo sempre più incalzante, fino a quando Homura
mugugnò in un’esplosione di piacere e chiuse gli occhi appagato.
Nel girò di pochi attimi,
cullato dall’abbraccio di Goku si appisolò a differenza del giovane che, quella
notte non dormì.
Il vento stava ormai tramontando tingendo il
cielo di rosso quando Sanzo, al termine della sua prima giornata di ‘libertà’,
uscì dalla Torre di Cristallo.
Intorno alla costruzione, una folla di angeli
festanti cantava e ballava, tutti apparivano inebriati dalla gioia di avere
nuovamente il loro condottiero ed incuranti dei rischi che ciò avrebbe
comportato.
“Tzè!” fece il monaco portandosi alle labbra
la sigaretta e scrutando la folla alla ricerca della stupida scimmia che pareva
essersi volatilizzata: Gojyo ed Hakkai lo avevano informato che il suo pupillo
aveva ritrovato la memoria ma che stava tentando di evitare gli altri della
compagnia a tutti i costi.
Non che ne fosse troppo sorpreso, si aspettava
che Goku tentasse di ‘scansare’ uno scontro diretto con lui anche se
ormai avrebbe dovuto sapere che tali sotterfugi erano inutili.
Lo avrebbe trovato e riempito di sventagliate,
tanto per ristabilire l’ordine delle cose!
Lo individuò dopo un rapido giro di
perlustrazione: il demone era appoggiato ad un basso muretto di pietra che,
qualche decennio prima, doveva circondare una sfarzosa abitazione ma di cui,
ora, rimaneva solo un rudere.
Deciso a non concedere all’eretico la minima
opportunità di svignarsela, il monaco gli si avvicinò silenziosamente tuttavia,
l’udito di Goku era troppo perché il demone non lo avvertisse:
“Venerabile Sanzo”
Il saluto del diciannovenne colse di sorpresa
Sanzo, così come il suo mancato tentativo di fuga tuttavia, questi sentimenti
vennero celati dall’asprità della sua voce:
“ Allora, scimmia, si può sapere cosa diavolo ti prende?”
Il giovane non rispose
continuando ad osservarsi tristemente la punta degli anfibi, ma il rimprovero
di Sanzo lo raggiunse insieme ad una poderosa sventagliata:
“Ti ho detto miliardi di
volte di non tenere gli occhi bassi e guardare dove vai!”
Il giovane prese a
massaggiarsi il capo ed alzò la testa, tuttavia, evitò di lamentarsi del colpo
ricevuto come avrebbe fatto solo sei mesi prima.
Il monaco rimase impietrito davanti al suo sguardo
sconfitto, privato totalmente della gioia che lo aveva sempre illuminato:
nemmeno durante la sua ‘amnesia’ gli era apparso così diverso … sembrava disperato … no, il termine giusto per definirlo era
un altro … sconfitto.
Sanzo non immaginava che, il ragazzo si sentisse
sporco, inadatto a bearsi ancora della luce del suo sole.
Lo aveva tradito giacendo fra le braccia del Dio
della Guerra ed ora, non poteva più tornare indietro.
Goku non era pentito della decisione di restare con
la divinità, sapeva di aver fatto la cosa giusta eppure, ora comprendeva il
vecchio detto secondo cui, ‘nessuna scelta è priva di rimpianti’.
L’eretico sapeva che, per senso di responsabilità,
il religioso lo avrebbe riaccolto nel loro gruppo: liberandolo, il biondo si
era accollato anche il compito di allevarlo e non si era mai tirato indietro,
anche quando era stato chiaro che il demone gli avrebbe creato un sacco di
seccature.
Tuttavia, Goku non avrebbe tollerato la delusione
che avrebbe continuamente visto negli occhi del suo sole da quel giorno in poi.
Sanzo lo guardò perdersi nei suoi ragionamenti
chiedendosi quale linea d’azione sarebbe stato meglio seguire: doveva essere
dolce e consolare la scimmia?
Oppure doveva essere cinico e freddo come al solito
fingendo che tutto fosse normale?
Optò per la seconda ipotesi, non voleva affrontare
una discussione con Goku senza prima aver compreso cosa avesse privato di tutta
la sua inesauribile voglia di vivere il giovane itan ... se Homura gli aveva
fatto qualcosa di male … se aveva osato usargli violenza perché si era
ricordato … divinità o meno quel bastardo avrebbe dovuto rispondere a lui di
qualsiasi livido o parola dura avesse rivolto alla scimmia!
Che diamine! Solo lui poteva picchiare o adirarsi
con Goku: nessun’altro aveva il diritto di sfiorarlo, nemmeno con un dito!
Si era tirato indietro per studiare meglio la
situazione, ma ciò non significava che, una volta tornati alla normalità, quel
bastardo potesse continuare a prendersi certe libertà con Goku!
“Andiamo a mangiare” il tono del monaco era fermo,
ma non adirato.
Sanzo diede le spalle all’eretico aspettandosi che
questo lo seguisse con entusiasmo, se non altro all’idea del pasto, ma la voce
del diciannovenne lo raggiunse:
“No!” il ragazzo puntò gli occhi dorati sul suo sole
che, nel frattempo, si era girato “Non voglio venire e voi non avete il diritto
di ordinarmelo! Non sono più il vostro servo, Venerabile Genjo Sanzo Hoshi!”
Sanzo si girò incredulo: aveva creduto che la
scimmia gli si sarebbe gettata fra le braccia non appena compreso che lui aveva
perdonato le sue colpe.
Ma in fondo, cosa doveva perdonare?
Lui non aveva legami o accordi con Goku, il demone
poteva spassarsela con chi voleva senza che questo potesse essere considerato
un tradimento.
Nemmeno ora che Sanzo si era reso conto di amarlo …
Il monaco nascondeva da molto tempo le proprie
emozioni ed ora che era stato obbligato a prenderne coscienza, forse era troppo
tardi.
Il rifiuto del giovane lo aveva ferito, pungendolo
sul vivo e, come sempre accadeva, mutò il proprio sentimento di inadeguatezza
in rabbia:
“CHE DIAVOLO TI PRENDE, BAKA SARU?”
Una luce omicida brillava negli occhi di ametista
che non promettevano comprensione o gentilezza, ma Goku non si lasciò
intimidire:
“Resto con Homura … Naturalmente completerò la
missione accompagnandovi ad uccidere Gyumao e proteggendovi nel tragitto, ma
questo sarà l’unico rapporto fra noi, Venerabile Sanzo”
Il monaco alzò il ventaglio per colpire me poi lo
fermò a mezz’aria, incapace di agire.
“FA QUEL DIAVOLO CHE TI AGGRADA, SPORCO DEMONE!”
urlò il biondo prima di girarsi ed allontanarsi a grandi passi.