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Autore: Pan Di Zenzero    27/01/2007    8 recensioni
Ora, ti prego di esaudire tre mie richieste {l'egoismo è un vizio che mi posso permettere a quest'età, non credi?}
La prima è che tu torni a scuola, quest'anno, e segui i corsi in maniera assolutamente esemplare.
La seconda è che tu ti presenta all'esame di Materializzazzione, che ti servirà per raggiungermi.
La terza, credo tu l'abbia già immaginata.
Voglio che tu mi raggiunga, Harry, anche se non adesso è di vitale importanza concludere le nostre lezioni.
Cordialmente,
Albus Silente.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Silente, Mangiamorte, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quindici giorni dopo la morte di Silente, nella stanza buia di Privet Drive un gufo dall'aria malmessa ticchettava insonne sul vetro della finestra della stanza di Harry Potter.
Ci mise cinque minuti buoni prima di aprire del tutto gli occhi e costringersi ad alzarsi dal letto.
Il gufo, riconobbe Harry, era della scuola, probabilmente portava con sé la lista dei libri per l'anno nuovo, quello che lui, pensò a malincuore, non avrebbe mai frequentato.
Aveva passato dieci lunghi giorni a pensare che forse Silente non era morto. Che non era così stupido da farsi uccidere da Piton, ma nulla. Niente gliene aveva dato conferma. Il tutto lo aveva fatto inevitabilmente cadere nello sconforto più totale, passando per un breve lasso di tempo, anche alla depressione, ma subito scacciata dai gufi di Ron ed Hermione, che ogni giorno tentava di rallegrarlo, annunciandogli buone notizie, che però, loro 'non potevano proprio dirgli'.
Srotolò la pergamena di maalvoglia, tanto che senso aveva? Lui a scuola non ci sarebbe tornato! Ma la grafia che riportava non era la bella ed elegante della Professoressa McGranitt, bensì {il suo cuore mancò un battito}quella del professore Silente.

+++

Come tu sai, Harry, non esiste al mondo nessuno dalla mente più geniale dei Signori Fred e George Weasley nel costruire oggetti illusori, e credo che ormai, gran parte della comunità magica ne sia al corrente.
Hanno passato i loro ultimi tre anni ad Hogwarts a creare dolcetti ingannevoli e bacchette che tutto ad un tratto diventavano spiritosi polli di plastica, eppure, sono stato illuminato dal loro genio appena sedici giorni fa, un giorno prima della mia presunta morte.
E' infatti giunto, per mezzo di un carro davvero delizioso guidato personalmente dai Signori Weasley, un pacco speciale, destinato al Professor Piton.
Come potrai tranquillamente immaginare ne sono rimasto alquanto stupito, specialmente quando Mastro Gazza è apparso miracolosamente sulla soglia della mia porta la sera prima del nostro viaggetto, seguito dai due ragazzi.
Non appena il custode ha richiuso la porta entrambi mi hanno lungamente sorriso, fino a che il Signor Fred non si è deciso a mostrarmi qualcosa di veramente particolare, avvolto in una coperta di seta.
La mia sorpresa crebbe ancora, quando notai, dentro vi era contenuta la bacchetta del Professor Piton.
Era lei, ne ero certo. In ogni ombreggiatura, ogni graffio, ogni singolo dettaglio.
Continuarono a sorridermi, fino a che non mi domandarono di scagliare una maledizione senza perdono su uno di loro, usando la bacchetta da loro portata.
Declinai gentilmente l'invito, giustificandomi che non mi sembrava proprio il caso.
Ma tanto insistettero, tanto dissero, che accettai.
La mia sorpresa fu al culmine, quando, lanciando un Imperius sul Signor George egli mi sorrise ancora di più, senza dare segno di aver sortito alcun effetto.
Iniziarono una complessa e dettagliata spiegazione che non ti ripeterò per non annoiarti troppo, fatto sta che quella bacchetta aveva il compito di riprodurre in maniera esatta e spettacolare le tre maledizioni più fatali, ma senza riportare alcun danno.
Non mi ci volle un particolare ragionamento per capire per quale motivo quella era l'esatta copia della bacchetta di Severus.
Ora, dirti come facemmo quella notte sarebbe troppo complicato, ti avviso soltanto che sto bene e lo devo ai Signori Weasley, al Professor Piton e al Signor Malfoy, che ha prontamente collaborato con tutto quest'ingegnosissimo piano.
Non tornerò ad Hogwarts quest'anno, lo sforzo dell'anno scorso sarebbe inutile, lo stesso vale per il Professor Piton, che è al sicuro, in questo momento, anche se non credo che la cosa ti interessi più di tanto.
Ho scritto al Ministero, che si è impegnato a non divulgare nessuna informazione, e ti pregherei di fare lo stesso.
Il Signor Weasley e la Signorina Granger immagino siano già stati informati dai fratelli Weasley, la cui unica pecca è la vanità.
Ora, ti prego di esaudire tre mie richieste {l'egoismo è un vizio che mi posso permettere a quest'età, non credi?}
La prima è che tu torni a scuola, quest'anno, e segui i corsi in maniera assolutamente esemplare.
La seconda è che tu ti presenta all'esame di Materializzazzione, che ti servirà per raggiungermi.
La terza, credo tu l'abbia già immaginata.
Voglio che tu mi raggiunga, Harry, anche se non adesso è di vitale importanza concludere le nostre lezioni.
Cordialmente,
Albus Silente.

+++

"Uccidendo Lily Potter la sua anima è stata spezzata un'altra volta Harry, e, involontariamente certo, l'ultimo pezzo che componeva il suo essere è stato imprigionato -

Gli toccò la fronte con delicatezza.

- Qui"

Immobilizzato, placcato da quanto aveva appena udito restava silente, cercando una spiegazione nello sguardo cristallino del mago.

Erano seduti uno di fronte all'altro, a gambe incrociate, sul freddo e spigoloso pavimento di roccia della caverna nella quale si trovavano.

"Quindi..." sussurrò, ma non terminò la frase, la cui parole morirono nella gola del ragazzo.

L'anziano annuì lentamente, quieto, non sembrava affatto sorpreso di quello che il suo alunno migliore stava venendo a conoscenza.
Ma infondo, si disse Harry, esistevano ben poche cose in grado di sorprendere Albus Silente.

Non ci fu alcun bisogno di parlare.
Il silenzio che si era creato era rotto solo dal monotono ticchettio della goccia d'acqua che ricadeva sulla piccola pozzanghera poco lontano da loro.
Rialzò lo sguardo color smeraldo posandolo sugli occhiali a mezzaluna.
Nonostante le condizioni in cui si trovava era sempre adorno del suo fascino da grande mago, come se sapesse sempre tutto, sempre, esattamente dove e cosa stava succedendo.
Se il Ministro arrivava ad una conclusione, Albus Silente gli aveva scritto appena due ore prima per suggerirgliela, se qualcosa era in grado di stupire Silente voleva dire che la popolazione magica era in serio pericolo.

"E Piton -

"Il Professor Piton, Harry" lo corresse con dolcezza.

" - Lui... lui sapeva..."

Annuì nuovamente.
"Severus ha rischiato innumerevoli volte la vita per me - confessò, non nascondendo un sorriso ammirato per quel uomo. - E per te, Harry. Come ti ho già spiegato quando l'anno passato lo hai visto lanciarmi quell'incantesimo- Harry sussultò - è stato sotto ordine mio. Se non l'avesse fatto sarebbero morti lui stesso e il Signor Malfoy" spiegò in breve, con voce pacata.

"Sai che perdita" si lasciò sfuggire irato, incrociando le braccia al petto.

Silente sorrise.

"Non avercela con lui, Harry. Draco è un ragazzo speciale. Forse l'unico in tutta la scuola a poter capire esattamente cos'hai passato - l'occhiata fulminante di Harry lo fece sorridere di nuovo - Perchè, quel giorno, sul treno, hai rifiutato la sua mano?" domandò gentilmente, come se però, conoscesse già la risposta.

Il moretto abbassò lo sguardo.
Non se l'era mai chiesto, almeno non seriamente! Forse, ogni tanto, l'idea l'aveva sfiorato, ma l'aveva poi ricacciata nella fase R.E.M della sua mente, dove l'aveva poi ben bene rinchiusa in un cassetto, assicurandosi che non potesse uscire.

"Io... credo che... insomma... sì... cioè..." ma il mago lo interruppe, vedendolo annaspare.

"Hai rifiutato la sua mano perché prima di tutti ti ha giudicato, Harry. Il signor Ronald Weasley si è subito mostrato un amico eccellente e anche un ammiratore, all'inizio, ma lui, Harry, lui si è presentato a te come tuo pari, come essere superiore agli altri nello stesso modo in cui lo eri tu. Per questo hai rifiutato, o mi sbaglio?"

Il moretto rimase in silenzio per qualche secondo, prima di scuotere leggermente la chioma nera.
Tutti, chiunque, lo aveva sempre trattato con rispetto, molti si preoccupavano di lui, del suo passato, alcuni lo compativano perfino, ma Draco no, era l'unico a non averlo mai rispettato per il suo successo, ma solo schernito per il suo modo di essere. Per il suo modo di non reagire.

"Il Signor Malfoy l'ha capito subito. Forse sarebbe ora che lo capissi anche tu, no?" inclinò appena lo sguardo, cercando una risposta che non arrivò.

"Se non hai nulla da aggiungere, Harry, propongo di rimandare la discussione degli Horcrux alla prossima volta, e, naturalmente, anche quella del Signor Malfoy, che, a mio parere, non è affatto conclusa" il tono sereno impartiva un leggero ordine, che il ragazzo eseguì alzandosi. Si passò una mano sui pantaloni umidicci e bagnati, facendo una lieve smorfia.

"Grazie Professore" sussurrò il ragazzo.

"Sono passati sette anni, Harry. Forse è giunto il momento di lasciare da parte la modestia e stringere quella mano. C'è solo una persona che può sopravvivere insieme a te ad uno scontro frontale con Voldemort, e mi duole dirti che non è un Grifondoro"

Il moro annuì piano, voltandosi lentamente ed avviandosi verso l'interno della grotta.
Non disse nulla, sparendo, immerso dalla luce che veloce si appropriava della sua ombra, rendendolo quasi invisibile, attraverso il tramonto.

"Pensi che ci riuscirà, Albus?" sussurrò poi una voce, emersa dal buio, rimasto impenetrato fino a quel momento.

"Sì Severus, ne sono sicuro"

+++

La giornata si prospettava delle migliori.
Il cielo era sereno, e una leggera brezza mattutina scaldava l'animo ai giocatori che presto sarebbero scesi in campo.
La prima partita della stagione era sempre la più attesa e studenti di quasi ogni casata si radunavano sugli spalti per assistere.
Da quando poi Luna Lovegood aveva iniziato a fare la sua radiocronaca la metà della gente non vedeva l'ora di ascoltare le novità da 'Stranalandia', puntuale quasi come il bollettino meteo che permetteva tranquillamente falli e fuori gioco completamente ignorati.
La bocca di Ron sembrava incapace di chiudersi dalle tante uova ingerite, mentre Hermione lo osservava alquanto disgustata.

"Spiegami- cominciò innervosita - Esattamente come riesci a farci stare tanta roba lì dentro - lanciò un'occhiata nauseata al sorrisone che le rivolse, prima di socchiuse di mezzo millimetro la bocca, ma lei fu più veloce - No! Fermo Ronald! Finisci di masticare!" si precipitò a fermarlo.

"Oh, è semplice Hermione, non ci sta! Infatti, appena si richiuderà il portone dello spogliatoio Ron vomiterà la sua colazione nelle doccie" proclamò con un sorriso il moretto

Hermione lo guardò con occhi sbarrati, prima di affrettarsi a cambiare discorso.

"Non ci hai poi raccontato cosa effettivamente ti ha detto - abbassò la voce - Silente, domenica scorsa"

Ma Harry non rispose, si alzò soltanto, pulendosi alla ben e meglio la bocca con un tovagliolo, diretto agli spogliatoi. Si voltò solo a metà strada urlando a Ron di sbrigarsi, se non volevano fare tardi.

I due Grifoni restanti si scambiarono un'occhiata interrogativa, incapaci di indovinare il nervosismo che negli ultimi due giorni sembrava aver preso lo stomaco e la mente del loro amico.
Ma infondo come avrebbero potuto? Il fatto era molto semplice, Harry Potter non voleva nemmeno lontanamente immaginare di essere amico di Draco Malfoy. La sola idea lo ripugnava, era più forte di lui... qualcosa di assolutamente inconcepibile!
Malfoy era un grandissimo bastardo, un'idiota, e più andava avanti più trovava insulti e più trovava insulti più li declamava in progressione vocale, se il primo era un sussurro l'ultimo era un grido liberatorio.

"Ti assicuro, Sfregiato, che quest'amore è assolutamente ricambiato" sibilò la voce tagliente del biondino.
Era entrato, ma probabilmente era così tanta la foga che Harry ci aveva messo da non sentirlo arrivare.
Non rispose, si limitò ad una smorfia contratta che gli trafisse il bel visetto candido, mentre si sbottonava la camicia con una mano, mentre con l'altra estraeva la divisa da Quidditch.

"Mmh... ma come siamo sexy" lo canzonò il Serpeverde appoggiato allo stipite della porta che conduceva alle docce.

Harry sbuffò. "Che vorresti dire Malfoy? Che non so sedurre?" la conversazione iniziava ad innervosirlo.

"Non mi permetterei mai Potter... o forse sì, ma comunque, dico soltanto che ti servirebbe qualche lezione di sex-appeal" anche se era voltato di schiena Harry poteva sentire lo sguardo beffardo seguire ogni suo movimento.
Lo poteva vedere mentre arricciava le labbra e inarcava un sopracciglio biondo.

"Da chi? Da te?" sputò con il tono più ironico che poté. Sentì un fruscio, mentre il ragazzo gli si avvicinava alle spalle.

"Stai troppo curvo Potter. Merito della scopa, immagino - osservò Malfoy - Ti basterebbe spingere in avanti - appoggiò il freddo indice fra le scapole -qui"

D'istinto il moretto obbedì, rabbrividendo per il freddo.

"Lasciami in pace Malfoy. I tuoi consigli da sex-symbol non li voglio, grazie" ringhiò, mentre si infilava la divisa.

"Quindi lo ammetti" ghignò Draco.

"Cosa?"

"Che sono un sex-simbol" la cosa sembrava divertirlo alquanto.
Ma infondo erano sette lunghi anni che Draco Malfoy si divertiva a stuzzicarlo con battutine ironiche.
La loro discussione probabilmente sarebbe giunta ad una conclusione ben poco ortodossa, chiudendosi con un paio di occhi neri, ma venne bruscamente interrotta dall'entrata nello spogliatoio di Ronald Weasley, seguito dai due battitori che discutevano animatamente con un cacciatore verde/argento.

"Vi batteremo!" sputò Ron.

"Quanto scommettete sul contrario?" rispose il cacciatore, un ragazzino tarchiato, alto venti centimetri in meno del Rosso Weasley e dagli occhi color zaffiro. "Ah, già, è vero Weasley. Non te lo puoi permettere" scoppiò a ridere, mentre Draco se ne stava in silenzio, ad osservarli divertito dalla scenetta.

"Io scommetto cinquanta galeoni che prendo il boccino prima di Malfarret" sibilò, puntando lo sguardo verso il cercatore avversario, il quale assunse un colorito più vivo, digrignando i denti.

"Prima di chi?" chiese il confuso ragazzino, l'unico nella sala a non poter capire, mentre Ron cercava inutilmente di scoppiare a ridere.

"Ci sto, Sfregiato" e ancora una volta gli balenò nella mente cosa gli aveva detto Silente.

Ma lui, Harry, si è presentato come tuo pari, come essere superiore agli altri nello stesso modo in cui lo eri tu

Gli unici nello spogliatoio a potersi permettere una cifra simile.
A potersi permettere una scommessa del genere.
Gli unici che si sarebbe disputati la fama del boccino.

Draco gli tese la mano, la stessa. "Rendiamo questa sfida ufficiale"

La osservò qualche secondo, come sette anni prima, esitante come allora. Ma questa volta, in un gesto fluido, l'afferrò con forza, stringendola fra la sua.

"A dopo la partita"

"Sempre che tu sia ancora vivo"

  
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