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Autore: Kekkafox    12/07/2012    2 recensioni
Blaine è un uccello particolare, che deve controllare la vita di Kurt. Improvvisamente, Blaine decide di aiutare Kurt, che è sempre triste.
E chissà cosa succederà dopo.
Dal Capitolo II
- Ciao. – esordì Blaine, facendo sobbalzare Kurt. Il ragazzo si allontanò in preda allo spavento e crollò sul letto, senza accorgersene.
- Non aver paura, Kurt. – continuò Blaine, con una tranquillità disarmante, come se fosse normale che un uccello parlasse. Kurt si alzò dal letto e si avvicinò lentamente a Blaine.
- Io sono Blaine. – disse Blaine. Kurt pensò che forse aveva delle allucinazioni molto reali, ma da come parlava quell’uccello non sembravano per niente allucinazioni. L’aveva perfino chiamato per nome.
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dedico questo capitolo alla mia cugina adorabile Marianna. So che non leggerai mai questa storia, ma ti voglio bene comunque (anche se sei Finchel.)

 

Durante quella settimana, Blaine non faceva altro che parlare a Wes di Kurt. Di come cantava bene, della sua pelle, del suo viso e Wes lo ascoltava pazientemente, mentre s’ingozzava con qualsiasi cosa si potesse mangiare.

La settimana passò in fretta e così anche la punizione di Blaine era finita. L’uccello si presentò dal re, che gli comunicò che la sua punizione era terminata e che poteva parlare a Kurt.

Blaine si sentiva privilegiato. Nessun uccello poteva parlare alla persona che gli era stata affidata, ma chissà per quale sconosciuto motivo, il re glielo aveva concesso. Però, preferì non pensarci. Stava per parlare con Kurt, cosa c’era di meglio?

Volò sulla terra, come di suo dovere. Si posò sul davanzale della finestra di Kurt e aspettò che si facessero le 7:30, l’ora a cui Kurt si svegliava.

Blaine decise di fargli una sorpresa, così s’intrufolò nella camera di Kurt e gli spense la sveglia, poi si posizionò, di nuovo, sulla finestra. Quando vide che l’orologio portava le 7:30, Blaine iniziò a cantare una melodia che aveva ascoltato sulla terra. Era una delle sue melodie preferite. Sembrava si chiamasse Teenage Dream.

Kurt si svegliò con quella dolce melodia, chiedendosi chi aveva cambiato la suoneria della sua sveglia. Ancora con gli occhi assonnati, si alzò dal letto.

Blaine lo trovava ancora più perfetto. Era carinissimo con i capelli arruffati. Di solito, aveva sempre i capelli pieni di lacca che gli mantenevano quel ciuffo perfetto.

L’uccello non smesse di cantare e Kurt stava letteralmente uscendo fuori di testa. Si accorse, solo dopo un po’, che c’era un uccello che stava cantando sul davanzale della sua finestra.

Riconobbe subito quell’uccello. Era l’uccello che lo aveva salvato da uno dei tanti spintoni di Karofsky. Si avvicinò con cautela, cercando di non farlo scappare, ma Blaine stava aspettando quel momento da una settimana e di certo non sarebbe volato via.

Il ragazzo, quando vide che Blaine non si allontanava, lo accarezzò. Kurt pensò che avesse delle piume stupende e morbidissime.

- Ciao. – esordì Blaine, facendo sobbalzare Kurt. Il ragazzo si allontanò in preda allo spavento e crollò sul letto, senza accorgersene.

- Non aver paura, Kurt. – continuò Blaine, con una tranquillità disarmante, come se fosse normale che un uccello parlasse. Kurt si alzò dal letto e si avvicinò lentamente a Blaine.

- Io sono Blaine. – disse Blaine. Kurt pensò che forse aveva delle allucinazioni molto reali, ma da come parlava quell’uccello non sembravano per niente allucinazioni. L’aveva perfino chiamato per nome.

- P-Piacere. – rispose Kurt, senza nient’altro da dire. In effetti, non sapeva cosa dire.

A un tratto, vide Blaine volargli davanti e si posò sul suo letto. Kurt sgranò gli occhi.

- Hai un letto morbidissimo, Kurt. – per quanto sembrasse assurdo, il suo nome pronunciato da quella voce aveva un altro effetto. In effetti, quella voce era bellissima. Dolce e sensuale allo stesso tempo.

- Grazie. Come conosci il mio nome? – chiese Kurt, tanto per chiedere, perché sapeva che non avrebbe risposto, ma si sbagliava. Blaine era educato.

- Io conosco molte cose di te. Quando sei nato, mi hanno affidato l’incarico di controllarti. – spiegò Kurt, anche se ci capì ben poco.

- Perché devi controllarmi? – chiese, di nuovo, Kurt, ma giustamente aveva un uccello sul letto che gli stava parlando. Aveva tutto il diritto di fare domande.

- A tutti gli uccelli del mondo sono affidate delle persone da controllare. Noi vi controlliamo per tutta la vostra vita e alla vostra morte decidiamo se mandarvi in Paradiso o all’Inferno. – spiegò Blaine. Kurt, stavolta, fu più attento e ci capì qualcosa in più. Stava per replicare, ma Blaine lo anticipò.

- So che non credi in Dio e non importa. Non sai le persone quanto si sbagliano, quando parlano di com’è il Paradiso o l’Inferno. – chiarì Blaine. Kurt spostò la testa su un lato con fare curioso.

- Ora tocca a me farti una domanda. – esordì Blaine. Per ora, voleva tagliare corto le domande di Kurt, perché non poteva rivelare molto del suo mondo. Il re glielo aveva detto bene.

- Perché sei sempre triste? – Kurt si stupì a quella domanda. Se lui doveva controllarlo, doveva seguirlo ovunque e bastava seguirlo per un giorno a scuola, per capire il perché della sua tristezza.

- Io sono gay. – gli facevano spesso quella domanda e lui rispondeva sempre in quel modo e tutti subito capivano. Ma Blaine non faceva parte di quei tutti.

- Lo so, ma non capisco dov’è il problema. – replicò Blaine innocentemente. Kurt sgranò gli occhi. Nessuno gli aveva mai risposto in quel modo. Di sicuro, Blaine era un uccello interessante.

- Qui in Ohio essere gay è un po’ come un peccato. – spiegò Kurt, ma Blaine non sembrò molto convinto.

- Perché? – Kurt si stupì, di nuovo. Quella domanda era davvero inaspettata.

- Non l’ho mai capito. – rispose Kurt. Blaine diventò un po’ triste, ma subito riacquistò la sua curiosità.

- Sei triste perché essere gay, qui è un peccato? – chiese Blaine. Kurt si stava davvero divertendo in quella conversazione. La curiosità e l’ingenuità di Blaine erano davvero carinissime.

- Sono triste perché le persone mi trattano male. – rispose Kurt. Blaine, inaspettatamente, iniziò a canticchiare una melodia molto familiare a Kurt. Quella era un’altra delle melodie preferite di Blaine. Perfect. Kurt sorrise. Era un bel gesto.

- Posso farti una domanda? – chiese Kurt. Blaine iniziò ad andare in panico, sperando che Kurt non gli chiedesse da dove venisse.

- S-Si.

- Perché mi parli solo ora? – chiese Kurt. Blaine tirò un sospiro di sollievo tra sé e sé. Iniziò a pensare a cosa rispondere e poi lo rispose.

- Ho avuto il permesso di parlarti solo una settimana fa, ma una settimana fa ero in punizione perché avevo aggredito quel tizio che ti stava spingendo. A noi uccelli non è permesso fare una cosa del genere. – Kurt non capì da chi aveva avuto quel permesso, ma capì perfettamente che l’aveva difeso, anche se non avrebbe potuto.

- Perché mi hai difeso, anche se non potevi? – Blaine gli sorrise, anche se da piccolo becco non si poteva vedere molto bene.

- Non sopporto le persone che fanno del male agli altri. – rispose Blaine. Kurt gli sorrise e andò ad accarezzarlo. Blaine chiuse i piccoli occhietti e si fece coccolare da quelle mani dolci.

- Sai, Blaine? Ti sono molto grato. Quel tizio mi fa del male tutti i giorni. È per questo che sono triste. – si confidò Kurt. Blaine aprì gli occhi e poté vedere delle piccole lacrime negli occhi di Kurt.

- In che senso, ti fa del male? – chiese Blaine, curioso di sapere cosa torturava quel ragazzo dolcissimo.

- Mi spintona sugli armadietti, mi getta nei cassonetti, mi getta granite in faccia. – spiegò Kurt, continuando ad accarezzare Blaine, ma l’uccello gli volò via. Volò per la stanza.

- Kurt, tu sei forte! Hai affrontato la morte di tua madre in un modo grandioso. Non puoi arrenderti. Devi affrontare quel ragazzo enorme! – gli disse Blaine. Kurt si chiese come sapeva della morte di sua madre, ma poi si ricordò che lui controllava.

- Come dovrei affrontarlo? – chiese Kurt. Come assurdo come pendeva dalle labbra di quell’uccello.

- Il pregiudizio nasce dall’ignoranza, Kurt. E questa è la tua occasione per insegnarlo a quel tipo. Affrontalo, anzi sfidalo tu. – Kurt stette in silenzio ad ascoltare quelle parole bellissime. Era facile dirlo, ma era difficile farlo.

- Non ti arrendere. Coraggio, Kurt.

 

Ciao

Salve! Ecco il nuovo capitolo. Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma mia nonna è venuta a mancare e ho avuto molti impegni.
Spero di essermi fatta perdonare con l’incontro tra Kurt e Blaine. Spero che vi sia piaciuto com’è piaciuto a me scriverlo.
Le parole che Blaine dice a Kurt non le ho volute cambiare, perché per me sono molto più che stupende e il mio cervello non sarebbe capace di crearne altre più belle.
Spero di rivedervi alla prossima.
Kekka Fox
:)

P.S.: Scusate se mi pubblicizzo da sola, ma vorrei presentarvi un’altra mia storia. Questa storia è molto triste e consiglio ai deboli di stomaco di non leggerla. Se siete interessati, eccola qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1086241&i=1  (primo capitolo)

   
 
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