La voce monotona e continua della mia insegnante pareva far di tutto per indurmi a fare un pisolino.

Era l'inizio di giugno e ciò significava che le scuole avrebbero chiuso a breve e sarei stata costretta a mettere la testa sui libri e a studiare per gli esami. 

Questo peggiorò ulteriormente il mio umore, non che prima fosse alle stelle.
In realtà era da quando mi ero svegliata che un ricordo mi tormentava: mio padre che perdeva la vita contro i draghi malvagi. 

Non so perchè, ma ogni singola cellula del mio corpo sembrava essere concentrata solo ed unicamente su quello, ignorando del tutto ciò che la mia insegnante stava blaterando da più di un'ora.

"Dove si trova il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore!" 

Fu l'ultima frase che mi rivolse. Dopo 5 anni era finita col diventare la mia filosofia di vita.

Da quel giorno mi ero chiusa disgraziatamente in me stessa, diventando terribilmente solitaria e, se possibile, più scontrosa di prima. Il fatto di aver perso contatti anche con la mia migliore amica, Bra, trasferitasi a Londra per motivi di studio poco dopo l'accaduto, non aiutava di certo.

Finalmente la campanella suonò distraendomi dai miei tormentati pensieri e annunciando che quel supplizio era finalmente finito; finii così col ritrovarmi nel cortile della scuola, assieme a centinaia di studenti entusiasti.
Mi fermai a metà strada: mio zio Goten sarebbe dovuto venire a prendermi ma, tanto per cambiare, era in ritardo. Diedi una rapida occhiata al mio cellulare e mi accorsi che c'era un messaggio non letto proprio da parte del ritardatario: mi aveva dato buca, un'altra volta.

Imbronciata e arrabbiata mi incamminai verso casa quando qualcuno mi toccò la spalla.

-Mi scusi, le serve aiuto?- dissi accorgendomi che si trattava di un uomo.

Quest'ultimo abbassò gli occhiali da sole che indossava in modo tale che potessi riconoscerlo.

-Trunks!- urlai in preda all'entusiasmo tanto che metà scolaresca si girò verso di noi.

-Ciao Pan!- disse mentre mi abbracciava; il suo profumo mi riempì le narici inebriandomi ed ebbe su di me l'effetto di una scarica elettrica. Erano mesi che non lo vedevo, forse era questo il motivo di tanta felicità, o forse no...

-Cosa ci fai qui?-

-Sono venuto a prenderti dato che ho saputo che Goten non poteva e inoltre, ho dato un occhiata al calendario e...-

-E...?-

-Buon compleanno!- 

Gli sorrisi radiosa, sperando di riuscire a trasmettergli tutto l'affetto che provavo per lui in quel momento: mi aveva resa felice e speravo solo di farglielo capire.

-Grazie, ma non saresti dovuto venire fino a qui solo per questo.-

-Si invece, 19 anni si compiono una volta so..-si fermò: notò che lo fissavo confusa.

-Che c'è?-

-Mi togli una curiosità?-

-Certo..-

-Perchè ti sei conciato in questo modo?- Chiesi accennando alla bombetta nera che aveva in testa e il grande giaccone che stava indossando.

-...insomma la giacca? Fa un caldo pazzesco!-

-Lo so, ma ultimamente sto avendo dei problemini con i giornalisti e non volevo dare nell'occhio.-

-Trunks? Stai indossando una giacca...in piena estate..!-

Lui mi guardò con uno sguardo misto di confusione e offesa. Io scoppiai a ridere di gusto. Dopodiché coprì la sua mano con la mia e la strinsi, riprendendo il fiato perduto.

-Ok, lasciamo perdere; allora, andiamo?-

-Certo, andiamo...- replicò Trunks deciso, stringendomi la mano in risposta.