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Autore: __ciri    12/07/2012    2 recensioni
Una lacrima solitaria le rigò la guancia «Spero di non deluderti»
«Non lo farai» l’abbracciò nuovamente, accarezzandole i capelli corvini con le dita.
«Ti amo»
«Ti amo anche io, Tom»

Caroline e Grant si amano. Ma si amano da molto, da prima che lui diventasse l'odiato Sebastian di Glee, da prima che venisse fermato ogni tre per due per strada per una foto o un autografo.
E' una fanfiction semplice, nata così, dalla pazzia di un sogno fatto una notte, e che poi mi sono convinta a continuare.
Spero vi piaccia, un bacio, ciri
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Gustin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CHAPTER 3.
Inconveniences

 

 
Qualcosa di caldo e bagnato le stava lentamente definendo il contorno del suo viso. Scendeva sul collo, fino ad arrivare alla clavicola, per poi risalire inesorabile e fermarsi a qualche millimetro dalle sue labbra. Mugugnò qualche parola indecifrabile, per poi voltarsi dall’altra parte e tentare di continuare a dormire. Una lieve risata si diffuse nella stanza, ma si interruppe dopo soli pochi secondi, poiché quelle labbra da cui era fuoriuscita, erano nuovamente impegnate in quella dolce tortura.
Scese nuovamente sul collo, ma questa volta non arrestò il suo percorso. Continuò a lasciarle dei leggeri baci lungo la linea delle spalle, sfiorandola quel poco che bastava a farla rabbrividire. Sollevò la mano destra e con le dita le tracciò la spina dorsale, massaggiandola mentre risaliva lentamente.
La sentì sospirare e capì che si era arresa. Non riusciva mai a rimanere del tutto impassibile a quelle piccole attenzioni. Continuò a far scivolare la sua mano lungo la sua schiena, muovendola lentamente per tutta la sua lunghezza, prima di soffermarsi sul viso per carezzarlo. Avvicinò il volto al suo e le lasciò un leggero bacio a fior di labbra, non essendo sicuro al cento per cento che si fosse svegliata.
«Sei uno stronzo.» mugugnò con la voce impastata dal sonno, mentre si sforzava di tenere gli occhi chiusi, sperando di riaddormentarsi prima o poi. Una risata le arrivò come risposta ed un sorriso le incurvò le labbra.
«Perchè?- le rispose, continuando a lasciarle una scia di baci lungo il collo – non sto facendo niente di male. Guardami, sono un angioletto»
«No. Sei uno stronzo.» sollevò il cuscino e ci nascose sotto la testa «Vattene, voglio dormire!». La sua voce arrivò distorta, attutita dal cuscino, mentre si rintanava sotto le coperte.
«Quindi..Dovrei andarmene, è così?» un ghigno si allargò sul suo volto, ma lei non poteva vederlo dalla sua posizione. Si tirò su leggermente, facendo leva sui gomiti e cominciò a scrutarla, squadrandola da capo a piedi, per cercare i suoi punti deboli, come un guerriero che studia l'avversario prima della battaglia.
«Si». Voleva la guerra? E guerra avrebbe avuto. I primi ad essere attaccati furono i fianchi, rimasti scoperti dalla copertura del lenzuolo. Al primo contatto il nemico sobbalzò, tirandosi su a sedere. L'imboscata era riuscita ed ora aveva guadagnato un piccolo vantaggio, avendo giocato sull'effetto sorpresa.
«Grant, non osare-» non riuscì nemmeno a terminare la frase che il secondo attacco era già partito e questa volta aveva seriamente danneggiato la pancia e l'ombelico, causando all'avversario un attacco di ridarella che l'aveva portato alle lacrime.
«Thomas Grant Gustin! SMETTILA!» tutte le sue suppliche furono vane e così decise che era arrivato il momento di passare alla controffensiva. Allungò il braccio, tentando di svicolare dalla sua presa, ed in qualche modo riuscì ad afferrare un cuscino. Era il momento di attaccare. Liberò anche l'altro braccio e cercò di spostare il suo nemico, imprimendo nella cuscinata che gli aveva appena tirato più forza che poteva. Tutto inutile. Grant esplose in una risata e tornò poi nuovamente a concentrarsi sulla lotta, passando ai piedi. Caroline cominciò a ridere e a scalciare, per tentare di liberarsi dal peso del suo ragazzo, che ormai gli stava praticamente sdraiato sopra, ma non riusciva praticamente a muoversi. Avrebbe dovuto ricorrere alle sue armi segrete.
Fece leggermente forza sugli addominali, quel tanto che le bastava per rimanere con la schiena sollevata dal letto e cominciò a mordicchiargli leggermente il lobo dell'orecchio, per poi lasciargli una scia umida con la lingua, mentre tracciava dei disegni immaginari. Si soffermò su un punto appena sopra il collo, dietro l'orecchio, vicino all'attaccatura dei capelli, meglio conosciuto come il suo punto debole. Lo sentì subito arrestare il suo attacco ed irrigidirsi sopra di lei. Ed ora il colpo di grazia. Velocemente tolse la canottiera che aveva usato per dormire, rimanendo a seno nudo, dato che non metteva mai il reggiseno per dormire.
Grant alzò leggermente lo sguardo, rimanendo sbigottito dal suo gesto.  Non se lo aspettava, e questo lo si poteva anche capire anche da come era rimasto a fissare il suo seno. Bene.  
Il ragazzo alzò lo sguardo lentamente, soffermandosi per l'ennesima volta sul suo seno, salendo poi fino ad incontrare il suo sguardo. Felice. Complice. Forse un po' troppo felice.
Quando capì che c'era qualcosa che non andava era ormai troppo tardi. Non si accorse neanche del sorriso trionfante che le si era aperto in viso, poichè improvvisamente vide tutto nero.
Il cuscino entrò in contatto con il suo volto e un sonoro “Thud” risuonò per tutta la stanza, accompagnato dalla risata divertita della ragazza.
Quando capì di essere stato sconfitto, si unì alla sua risata.
«Chi è la stronza ora?» le disse mentre la guardava rinfilarsi la maglietta.
«Oh, sempre tu. Questa si chiama furbizia, caro» lo vide mettere il broncio e non seppe resistergli. Si avvicinò lentamente, procedendo a gattoni sul letto, finchè non si trovò a pochi centimetri dal suo viso «Tesoro, non devi crogiolarti nelle tue sventure, non è colpa tua. Sei un uomo, e come tutti gli altri uomini che popolano il pianeta Terra, quando vedete un paio di tette cominciate a pensare con l’altro cervello. Mi riferisco a quel coso che avete tra le gambe ovviamente» posò un bacio sulle sue labbra e si alzò dal letto, dirigendosi verso il piccolo bagno della stanza.
«Sei stata scorretta con me!» le urlò da dietro la porta. Caroline alzò gli occhi al cielo e continuò noncurante a lavarsi i denti, mentre sentiva il ragazzo blaterare con voce piagnucolosa. Si sciacquò velocemente la bocca ed uscì, per ritrovarselo appoggiato allo stipite della porta che la aspettava. Gli andò incontro scuotendo la testa, facendo così oscillare i capelli a destra e sinistra. Rimase come ipnotizzato da quell'oscillare lento. Li adorava, avevano un nonsochè che lo attirava come api ai fiori. Adorava il profumo che emanavano non appena lavati. Adorava passarci le sue dita in mezzo mentre si baciavano. Adorava giocarci lentamente alla sera, prima di addormentarsi, cullando Caroline con i movimenti leggeri delle sue dita. Per sua fortuna era riuscito a convincerla a lasciarseli crescere di nuovo, come la prima volta che l'aveva conosciuta. Non erano ancora molto lunghi, perché li aveva lasciati crescere solamente da pochi mesi, ma le arrivavano già all’altezza della clavicola, e per il momento si accontentava.
«Cosa stai guardando?»gli chiese la ragazza sentendosi osservata. Si avvicinò, stringendole un braccio intorno alla vita per averla più vicina, mentre le dita dell’altra mano erano corse a giocare con una ciocca dei suoi capelli.
«I tuoi capelli» le rispose semplicemente «non mi ero accorto che erano cresciuti tanto. Li adoro»
«Ooh, tesoro sei così dolce» si tirò sulle punte dei piedi per poter arrivare all’altezza del suo volto, e lo baciò lentamente sulle labbra, assaporando ogni secondo di quel bacio. «Ed io che pensavo ti fossi fissato di nuovo sulle mie tette» gli disse quando si staccarono per riprendere fiato, lasciandosi sfuggire una leggera risata.
«Beh, se vuoi saperlo, adoro anche le tue tette. Ma pensavo lo avessi capito dal modo in cui mi piace baciarle, e passare la mia lingua intorno- » le labbra della ragazza furono sulle sue ancora prima che riuscisse a concludere la sua frase, cosa che lo fece sorridere in quel bacio. Si sentì spingere indietro, finchè non si ritrovò con le spalle appoggiate alla parete.
Le loro lingue erano ormai in contatto, e si staccavano solamente per brevi istanti, quei pochi che bastavano per poter ossigenare i polmoni, e poi ricominciare nuovamente tutto dall’inizio.
Strinse le braccia intorno alla sua vita, e con un colpo di bacino, capovolse la situazione, lasciando lei ora con le spalle al muro. Scese lentamente a baciarle il collo, riprendendo da dove si era fermato poco prima. Le sfilò velocemente la canottiera e lei lo aiutò nel compito, slacciando le braccia dal suo collo, per portarle in alto. Portò la sua bocca al suo seno e cominciò a baciarlo e a suggerlo, prima il seno destro, poi il sinistro, mentre i gemiti della ragazza si diffondevano lentamente per tutta la stanza.
«Shh» sussurrò contro la pelle del suo stomaco, soffiando leggermente, provocandole un brivido che le percorse la schiena «Non gemere così forte amore, non vorrai svegliare gli altri, no?»
«Sai quanto me ne importa ora, vero?» un gemito si levò più alto degli altri quando le sue dita arrivarono a sfiorarla da sopra gli slip. Lo sentì sorridere contro le sue labbra, soddisfatto del modo in cui riusciva a mandarla fuori di testa con dei semplici gesti. Sentì un suo ansito morirgli sulle labbra, quando le dita erano entrate in contatto con la carne calda della ragazza.
Caroline capì dal sorriso che si andava allargandosi sul volto del ragazzo, che stava perdendo il controllo della situazione e sentì che era arrivato il momento di capovolgere le parti. Sollevò leggermente la schiena dal muro, incastrando alla perfezione le sue gambe tra quelle di lui, muovendosi lentamente contro la sua erezione. Incauto, un gemito di frustrazione uscì dalle sue labbra, regalandole una soddisfazione che solamente lei poteva comprendere.
«Hei omaccione, chi era quella che non doveva fare troppo rumore?» si lasciò andare ad una risata leggera, mentre si liberava della maglia che il ragazzo ancora aveva indosso. Rimase qualche secondo a fissare il suo torace, facendo lentamente scivolare la mano lungo gli addominali, giocherellando con le dita quando incontrò l’ombelico, fermandosi sull’elastico della tuta. Lo vide tremare, scosso da un brivido, e subito dopo appoggiò il braccio alla parete, vicino al suo volto.
«Sai, a volte mi dimentico quanto sei sexy» gli disse sorridendo, passando leggera le labbra lungo la linea formata dal muscolo bicipite.  La gamba rimasta intrappolata tra le sue, si muoveva lenta, continuando la sua tortura mentre strusciava inesorabile contro il membro del ragazzo, separati solamente da un leggero strato di stoffa.
«E tu sai una cosa, invece? – sospirò Grant, tentando di reprimere l’ennesimo brivido- qualche volta mi dimentico quanto riesci ad eccitarmi e a mandarla per le lunghe» la sentì sorridere contro il suo collo e per l’ennesima volta fece coincidere I loro bacini, facendogli sfuggire un gemito e mozzandogli il fiato.
Le loro labbra si trovarono ancora e si unirono in un bacio, che ormai andava aldilà del semplice “buongiorno” del mattino. Li coinvolse entrambi, carico di passione, lasciandoli con il fiato corto ed il cuore che accelerava senza dargli tregua.
Caroline posò lentamente le mani sulle spalle del ragazzo, spingendolo indietro, finchè non si ritrovò a scontrarsi con il letto e ci si stese sopra, aspettando che lei facesse altrettanto. Lo guardava dall’alto, con un sorriso malizioso dipinto in volto. Non si fece attendere molto. Si sdraiò sopra di lui, carezzandogli le gambe lunghe e disfacendosi presto dei pantaloni della tuta che aveva usato per dormire. Continuò a risalire, mentre con le dita sfiorava ogni lembo di pelle che poteva raggiungere.
Fremeva Grant, schiavo del suo tocco leggero. Sentiva tutte le terminazioni nervose invocargli pietà, perché quella dolce tortura non poteva continuare oltre o sarebbe impazzito. Una leggera vibrazione si diffuse nel basso ventre ma.. no, non era lui a vibrare in quel momento. Aprì gli occhi scocciato per essere stato distratto da quel piacevole supplizio e li fissò in quelli di lei che lo guardava confusa. Si scansò leggermente dalla posizione in cui si trovava e scoprì l’artefice del misfatto.
Con una smorfia sul viso prese il cellulare in mano  e lo allungò verso Caroline, che lo prese al volo.sul display il nome “Allyson” continuava a lampeggiare freneticamente.
«Hei Ally, che succede?» le disse una volta risposto. Nel frattempo Grant era tornato all’attacco e tentava di distrarla, mentre giocava con il lobo del suo orecchio e le lasciava dei baci lungo il collo. Un risolino le uscì dalle labbra, ma cercò di focalizzarsi nuovamente sulla conversazione
«Scusa, stavi dicendo..?» cercò di scansare Grant con una mano ma questo scatenò solamente una risata da parte sua.
«Stavo dicendo..- le rispose una voce leggermente arrabbiata al telefono- lascia il tuo ragazzo lì sul letto e PORTA QUI IL TUO CULO! Sono le 11 meno dieci, e abbiamo lezione tra quindici minuti! Ti ricordi, dovevi passare a prendermi dato che ho la macchina dal carrozziere.. »
«Ch-Che..Cos-a..-si voltò verso la sveglia che si trovava sul comodino e quella le confermò che era in un ritardo tremendo- dammi due minuti, sarò lì in un lampo» riagganciò senza neanche aspettare una risposta e si lanciò verso il bagno per sistemare i capelli arruffati.
«Che diavolo stai facendo?» le chiese confuso Grant, quando la vide tornare in camera sfrecciando, mentre si metteva le prime cose che aveva trovato sulla sedia lì di fronte.
«Piccolo, mi dispiace. Mi dispiace tanto, tantissimo, non sai quanto mi dispiace!Per favore, non essere arrabbiato con me, devo scappare di corsa, sono in ritardissimo! Ho preso in prestito la tua maglietta, non ti scoccia vero, è la prima che mi è capitata. Ci vediamo stasera!» gli lasciò un bacio veloce sulle labbra, mentre lui era talmente confuso da quel turbinio di informazioni che aveva ricevuto negli ultimi dieci secondi, che era rimasto semplicemente a guardarla a bocca aperta, mentre sentì la porta principale sbattere.
Rimase ancora qualche secondo a fissare il vuoto, sperando che tutto ciò fosse soltanto un brutto incubo. Aspettò qualche minuto, ma quando si rese conto che Caroline era veramente uscita, si accasciò sul letto sconfitto, portandosi un cuscino di fronte alla bocca per reprimere l’urlo di frustrazione che aveva appena lanciato.
Cazzo, non può avermi lasciato sul serio in queste condizioni!” pensò, riferendosi al piccolo problemino alle parti basse che non accennava a calmarsi.
Sentì dei passi avvicinarsi, e scansò il cuscino per vedere se magari era Caroline che, dopo essere stata trafitta dai sensi di colpa per averlo lasciato con un’erezione che non accennava a voler finire, ci aveva ripensato.
Alzò gli occhi verso la soglia della porta, e ci trovò il suo coinquilino, appoggiato bellamente allo stipite, che lo guardava con un ghigno sarcastico stampato in faccia.
«Tesoro, se vuoi.. – gli disse Kyle, con fare seducente- ..potrei prendermi cura io della tua erezione, con molto piacere» si lasciò andare ad una risata, mentre schivò un cuscino diretto verso la sua faccia.
«Oh, sta zitto Kyle!- gli rispose in tono drammatico – La situazione è già abbastanza tragica anche senza il tuo sarcasmo»
«Cos’è, la tua gattina ti ha lasciato a bocca asciutta stamattina?» Grant lo fulminò con lo sguardo, e Kyle si girò per andarsene senza riuscire a smettere di ridere. Prese lo zippo da sopra il comodino, dimenticato dalla sua ragazza, e lo lanciò verso di lui, prendendolo in testa.
Un sorriso soddisfatto si aprì sul suo volto quando un’imprecazione di dolore arrivò alle sue orecchie, mentre gli ultimi sgoccioli di adrenalina ed euforia lasciavano il suo corpo.







____________ Ok, ok ok, faccio un mea culpa in ginocchio sui ceci, o sui chiodi, come preferite :/ (se me lo chiedete, io preferirei l'ovatta XD)
Scusate tantissimo per l'attesa, ma purtroppo sono libera da soli due giorni dagli esami e non ho pututo dedicarmi ad altro che non fossero questi nell'ultimo mese!
Detto ciò, spero vi sia piaicuto questo sprazzo di vita quotidiana in casa Gustin, ho fatto del mio meglio per fermarmi e non scednere nel rating rosso XD
Ora, esco quindi faccio un ringraziamento generale a chi ha messo la storia nelle seguite e nelle ricordate, a chi è stato così gentile da aspettare un mese per leggere. Non sapete quanto questo voglia dire per me. Grazie dal profondo del cuore.
Ora esco sul seriop, commentate e fatemi sapere, un bacione :*
__ciri   
   
 
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