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Autore: real_chiareds    12/07/2012    4 recensioni
questa è la storia di un gruppo di ragazzi, amici, nemici, storie d'amore,intrighi ma oltre ai momenti tristi non mancheranno quelli divertenti.
Dal testo:
-Voglio venire a Londra con te mamma, sono stufa di questa vita, voglio tornare ad essere Cat, la piccola e innocente Cat.-
-preferiresti baciare il cane di un barbone piuttosto di me?-
-preferirei baciare Jackson O’Neil a te Harry- concluse indicando il secchione, imbranato, fissato con Star Wars che stava entrando con la sua solita spruzzetta per l’asma nell’istituto proprio ora
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18 - « The smile on your face lets me know that you need me, there’s a truth in your eyes saying you’ll never leave me, the touch of your hands says you’ll catch me whenever I fall, you say it best, when you say nothing at all. »

 

 
-Manca ancora molto?- domandò Fede ormai impaziente, le sembrava di essere seduta su quel sedile da una eternità ormai e non vedeva l’ora di scoprire cosa le stava nascondendo Harry, quale fosse la sorpresa tanto attesa.
-Ci siamo quasi ancora cinque minuti- rispose il ricciolo voltando per una strada sterrata tra il bosco.
-Lo avevi detti anche mezz’ora fa-
-Possibile che tu riesca a rovinare ogni idea romantica che ho?- si lamentò il ragazzo ormai esasperato dal continuo chiedere della ragazza riguardo a quanto mancasse.
Fede sbuffò appoggiando la testa al finestrino, la benda iniziava a darle prurito sopra le sopracciglia e la voglia di strapparla era sempre maggiore.
Improvvisamente l’auto si fermò. Harry spense il motore e poi scese dal proprio fuoristrada e nell’abitacolo scese il silenzio più assoluto.
-Harry?- chiese smarrita la ragazza –Harry non è divertente dove sei?- il respiro iniziava ad aumentare per l’agitazione quando la portiera si aprì facendole quasi rischiare di cadere. Tirò un urletto ma le braccia di Harry l’afferrarono al volo prima che potesse accennare a cadere.
-Siamo arrivati- la informò sorridente, mentre l’aiutava a mettersi in piedi e chiudeva l’auto. –Vieni- iniziò a guidarla. –E attenta a dove metti i piedi-
-Come faccio a saperlo se sono bendata e non posso vedere?- chiese lei ovvia mentre a tastoni seguiva le indicazioni del ricciolo.
-Giusto- sentì a malapena la voce del ragazzo prima di ritrovarsi sollevata da terra. –Almeno non inciampi- concluse soddisfatto il ragazzo riprendendo a camminare inoltrandosi nel bosco.
 
Memi stava seduta con le spalle contro lo specchio e fissava Chiara che davanti a sé provava e riprovava un solo passo ripetutamente e ormai alla mora girava la testa a forza di fissarla.
-E quindi gli ho detto di passarmi a prendere alle otto… dici che ho fatto bene?- concluse il racconto della mattinata con un sorriso sognante.
L’altra si limitò ad annuire facendo saltare i nervi a Memi.
-E’ tutto quello che hai da dirmi? No cioè io mi apro con te così e tu riesci solo ad annuire? Ma almeno stavi seguendo quello che dicevo? No perché mi sembri assente-
-Si Memi, ti seguivo e penso che tu abbia fatto bene a dare una possibilità a Zayn, infondo lui si è comportato come se ci tenesse veramente ad ottenerla, e tu gliela hai fatta sudare ben bene mi pare no?-
-Già…- sospirò la più giovane tra le due –è solo che volevo essere sicura lottasse per ottenerla e non si arrendesse subito-
L’altra ragazza annuì andandosi poi a sedere di fronte all’amica.
-La tua giornata invece come è stata? O meglio la tua mattinata-
-Uno schifo- rispose sincera Chiara guardandola mentre beveva da una bottiglietta.
-Che ti è successo?- domandò curiosa la mora togliendole la bottiglia aspettando che parlasse. Chiara tossicchiò appena poi si riprese e iniziò a raccontare.
-Doug è tornato- sospirò alla fine.
Memi la fissò con i suoi occhioni spalancati battendo ripetutamente le ciglia –Quel Doug? Il Doug che ti ha piantato due anni fa, scappando con quella come si chiamava?-
-Lucy- rispose acida a denti stretti l’altra poi zittita dal riprendere del discorso della mora –giusto, Lucy, lasciando te e Mateo per strada? Quel Doug?-
-Si esatto proprio quel Doug… e Mateo lo ha ospitato in casa, ti rendi conto? Perché è tornato quel coso? Come ha fatto a trovarci? Mi ha rovinato una giornata che era iniziata nel modo migliore- sbuffò la ballerina alzandosi poi da terra e andando verso lo specchio poi voltandosi a guardare l’amica –vieni, balliamo per non dimenticare-
-Credevo non me lo avresti mai chiesto- rispose la mora con un sorriso alzandosi e tolta la felpa e le scarpe raggiunse l’amica davanti allo specchio in posizione.
 
Cat era distesa a pancia in giù sul letto di Shantel seduta poco più in là intenta in una conversazione da taglio di vene con Louis. La ragazza sospirò alzandosi e uscendo dalla stanza scendendo ai piani di sotto, facendo come se fosse a casa sua. Raggiunse il salotto e poi da lì la cucina iniziando a cercare in ogni sportello, senza però trovare quello di cui aveva bisogno.
-Se cerchi i bicchieri sono nell’ultimo sportello a sinistra, l’acqua o la coca, o non so che altro c’è in frigo-
La voce di Liam la investì alle spalle e lei si voltò, lo fissò per un momento poi sbatté la testa tornando in sé
-Gr..Grazie- balbettò appena per poi con voce più sicura aggiungere –tu invece cerchi?-
-Un paio di mutande e di calze nella roba appena ritirata dall’asciugatrice da mamma- rispose lui tranquillo ancora stretto nel suo asciugamano che gli cingeva la vita e con un paio di infradito nere ai piedi entrando in una stanzetta sulla destra della cucina.
-Non sapevo fossi qui- continuò poi mentre frugava prima che un tonfo sordo lo coprisse.
-Liam?- Cat domandò affacciandosi alla porta –Liam stai bene?-
-Stavo meglio prima ad essere sinceri- commentò lui in risposta riemergendo dalla montagna di biancheria che lo aveva sommerso. –Sono scivolato su un collant probabilmente di Shantel- concluse allungando una mano verso la ragazza aspettando che l’afferrasse per aiutarsi ad alzarsi.
Cat l’afferrò facendo leva per aiutarlo, per poi voltarsi ed uscire tornando in cucina seguita dal ragazzo che teneva i propri boxer e un paio di calze nella mano sinistra.
-Qui vero i bicchieri?- chiese la mora indicando un sportello, Liam annuì e la vide sporgersi per aprirlo e riuscire ad afferrare uno dei bicchieri.
-Ti aiuto?- gli domandò lui avvicinandosi a lei, la quale però scosse la testa.
-No no tranquillo ci riesco solo… tienimi ok? –rispose lei sporgendosi verso la mensola in alto mentre sentiva le mani calde di Liam poggiarsi sulla sua vita per sorreggerla e spingerla verso il ripiano.
Poco prima di afferrare il bicchiere, il piede sinistro le scivolò facendole perdere l’equilibrio, ma ancora prima di ritrovarsi seduta a terra le braccia forti di Liam la sorressero stringendola a sé.
Cat alzò lo sguardo verso gli occhi castani del ragazzo dietro di lei sorridendo e limitandosi ad un grazie, ma lui non sembrava mollare la presa intorno alla sua vita.
-Ok Liam, ora sto bene puoi anche lasciarmi- tentò di smuoverlo lei. Lui scosse appena la testa.
-No voglio tenerti ancora per un po’ tra le mie braccia- disse solamente abbassando lo sguardo verso quello di lei.
Si guardarono per un attimo negli occhi quasi come se stessero cercando una connessione poi improvvisamente entrambi si distolsero l’uno dall’altro e Liam lasciò andare anche la presa liberando Cat, che sospirò nell’esatto istante in cui Shantel entrò nella stanza annunciando che sarebbe uscita per vedersi con Louis.
 
-Ad ogni modo ancora non ho capito perché mi hai trascinato in questa parte della città, non che mi stia lamentando per l’essere da Starbucks ma perché questo e non quello che abbiamo a cinque minuti da casa?- Niall fissava Davis con insistenza anche se il ragazzo non sembrava voler concedere una motivazione all’amico.
-Shhh!- lo zittì solamente guardandosi intorno, il biondo sbuffò, -sai che ti dico? Quando la smetterai di essere strano fai un fischio- detto ciò si alzò prendendo il proprio caffè e uscì dal locale.
Davis nemmeno si rese conto di essere rimasto solo tanto era preso dal guardarsi intorno sperando di notare un segno della sua presenza.
-Si può sapere che ci fa qui in cucina il suo compito è stare al bancone o tra i tavoli a servire- Paul il capo personale spinse la ragazza direttamente tra le fauci del leone senza darle modo di difendersi.
Una collega le si avvicinò –Casey puoi andare tu laggiù io sto impazzendo sola-
Casey alzò lo sguardo per notare il ragazzo, ancora lì stava? E pure solo, non poteva essersene andato con il suo amico? Casey guardò l’altra supplichevole, ma, come il capo personale prima, nemmeno quella sembrò ascoltarla
-Bene grazie- disse semplicemente prima di lasciarla nuovamente sola. La ragazza, rimasta sola, sospirò e poi si avviò al patibolo. Si fermò davanti alla figura del suo peggiore incubo e dipingendo un sorriso falso cercò di sembrare accogliente.
-Ti manca ancora tanto prima di sloggiare?- chiese mandando all’aria ogni suo proposito di buona educazione.
Davis si limitò ad alzare lo sguardo con un sorrisetto –Casey Bell anche tu qui?-
 
Zayn stava fissando sua sorella Aysha che continuava a salire e scendere dai giochi in legno del parco, estrasse il telefono guardando l’ora, sua zia sarebbe dovuta arrivare a dargli il cambio in meno di dieci minuti ormai, e lui doveva prepararsi non poteva essere tanto sfigato da dover buttare l’unica possibilità ottenuta da Memi. Mentre fissava lo schermo del cellulare quello si illuminò riportando la scritta del nome della zia.
-Dove sei?- chiese Zayn rispondendo tornando con lo sguardo su Aysha.
-Ho avuto un contrattempo, diciamo che non ce la faccio a passare a prendere la bambina-
-Ma come zia… ti prego non puoi farmi questo… per favore, dimmi che è un brutto scherzo- il moro si alzò iniziando a camminare avanti e indietro agitato.
-E mi dispiace tesoro, ma non posso mandare all’aria questo affare, è uno dei più importanti dell’azienda-
-e io non posso mandare all’aria il m appuntamento- sbuffò nuovamente –vabbè guarda lascia stare qualcosa mi invento- e detto ciò riagganciò il telefono, poi guardò in direzione della sorella.
-Aysha vieni, dobbiamo tornare a casa- concluse facendo segno alla bambina di raggiungerlo sorridente. Nell’attesa afferrò il telefono e iniziò a scorrere la rubrica in cerca del numero dell’ufficio della madre.
 
Memi ingerì un altro morso di ciambella prima di prendere il cellulare di Chiara e leggere il messaggio come se fosse cosa pubblica, poi alzò lo sguardo verso l’amica.
-il tuo principe biondo con gli occhi azzurri ti cerca- le disse dando un altro morso alla ciambella.
Chiara si voltò a guardarla poi la raggiunse sedendosi a terra in spaccata appoggiando il gomiti davanti a sé leggermente distesa in avanti controllando il telefono.
-Come siamo ginniche- scherzò la mora –scommetto che il biondo non si può lamentare della tua apertura gambale-
Chiara alzò lo sguardo verso Memi –questa era triste amore, stai perdendo il tuo tocco- le rispose alzandosi.
-Che voleva?-
-è qui sotto, scendo un attimo torno subito tu… intanto puoi fare quello che vuoi-
-Quello che voglio?- chiese con un sorriso furbo la mora
-Nei limiti dell’accettabile-
-Ok- concluse iniziando a rotolarsi in giro per la stanza. Chiara la guardò confusa scoppiando poi a ridere
-io l’ho sempre detto che tu eri fuori- concluse ridendo e uscendo dalla stanza.
Corse al portone principale d’ingresso e come lo varcò notò la sua chioma bionda seduta sulle scale lì davanti. Gli si accucciò alla spalle abbracciandolo
-Buongiorno- disse tutta sorridente per poi sporgersi da sopra di lui dandogli un bacio a testa in giù. Sorrise come sempre per poi passare alla sinistra del ragazzo e poi davanti a lui.
Niall ricambiò il suo sorriso alzando lo sguardo verso di lei portando le sue braccia intorno alla vita della propria ragazza. –Ormai è un buon pomeriggio -
Chiara si inginocchiò un paio di scalini sotto a dove era seduto il biondo in modo da essere di nuovo alla sua altezza, prima di dargli un leggero bacio a stampo e divertirsi a giocare come al solito con i suoi capelli dopo aver riportato le braccia intorno a suo collo. Nonostante non fosse poi così comoda sarebbe potuta restare in quella posizione anche per sempre fintanto che Niall era lì di fronte a lei.
-Come siamo affettuose oggi- scherzò lui appoggiando la sua fronte a quella della ragazza che ridacchiò fissandolo.
-Ho appena fatto il pieno di zuccheri stavo mangiando ciambelle con Memi- spiegò lei strofinando il suo naso a quello del biondo –e poi oggi mi sento bisognosa di abbracci e coccole-
Niall la strinse un po’ di più a sé abbracciandola –e io che ci sto a fare?-
Chiara gli sorrise scrollando le spalle senza però allontanarsi da lui –cosa ci stai a fare tu?-
-a farmi venire il mal di stomaco ecco che ci sta a fare… Chià io vado, mi devo preparare ci sentiamo stasera quando torno- li interruppe la mora sorridente e riservando uno sguardo all’amica che faceva intendere il “non aspettarmi sveglia comunque” –ciao anche a te biondo, ciao ciao baci baci- e con il suo solito fare da ragazza stramba sparì attraversando la strada.
-oggi è più fuori del solito vero?- chiese Niall guardando la ragazza davanti a sé che gli sorrise di nuovo prima di tornare a baciarlo.
 
Shantel stava appoggiata alla piccola staccionata che dava sul Tamigi e guardava il suo volto riflesso nello specchio d’acqua quando sentì due braccia stringerla da dietro e qualcuno baciarle il collo, riconobbe il profumo di Louis e senza voltarsi lo battezzò.
-Un quarto d’ora di ritardo Louis- si voltò a guardarlo contrariata.
-Scusa amore, scusa, ma questa volta non è colpa mia ma di mia sorella, mi ha detto vieni a prendermi alle quattro che la lezione di pianoforte finisce alle quattro e invece è uscita da quel luogo alle quattro e mezza e sai che Londra è un casino alle quattro e mezza… pensi che dovrò prendere il brevetto da elicotterista? In quel caso eviterei il traffico- rispose lui iniziando un monologo con aria pensante.
Shantel lo seguì per un paio di minuti poi si bloccò e lo guardò alzando un sopracciglio –stai parlando seriamente?-
-No! Non sono portato per l’elicottero sono negato anche a giocare ai videogiochi con il joystick figurarsi a muovere un elicottero no no no non fa per me- scosse la testa serio per poi guardare la ragazza attentamente –tu come te la cavi a maneggiare joystick?- le chiese sempre con espressione seria mimando il movimento.
-LOUIS!- lo riprese lei fissandolo con occhi spalancati.
-Ahi che maliziosa sempre a pensare male, quel tipo di joystick non ho bisogno che mi dica tu se sei brava o meno a maneggiarlo- rispose scuotendo la testa il ragazzo. Shantel si portò la mano alla fronte sconsolata sospirando –ad ogni modo quale era quella cosa importantissima che dovevi dirmi?-
-oh giusto… volevo parlare con te di una cosa importantissima… cioè medio importante- iniziò a rigirare intorno ad una sola parola importante.
-Louis- lo richiamò al discorso lei.
-Oh si giusto… mio zio.. sai quello che vive in America, a Chicago… te ne ho mai parlato? No perché è una storia interessante come lui è arrivato a vivere in America allora ti racconto…-
-Louis, stai divagando di nuovo- ripeté nuovamente lei.
-Si… ehm… beh quel mio zio si occupa di fornire borse di studio in un college in America a Chicago e.. è riuscito a mandare un suo collega di New York a vedere la finale qui a scuola… e se tutto andrà per il meglio e io giocherò bene, potrei vincerne una e avere l’opportunità di andare a studiare in America-
Shantel rimase incantata a fissarlo senza riuscire a professare parola, quindi… Louis stava per andarsene? Perché tutte le persone a cui teneva prima o poi si allontanavano da lei?
-Amore?- la chiamò lui –Sha…- non reagiva –Shantel?- le passò una mano davanti agli occhi ma lei era ancora tutta  presa dall’assimilazione della notizia e dai suoi pensieri.
 
-Tre… Due.. Uno. Apri- Harry tolse la benda dagli occhi di Fede che si ritrovò in una specie di radura dove al centro si trovava una tovaglia a scacchi bianchi e  rossi, un cestino in vimini con ai bordi arricciata la stessa stoffa e due piatti con due bicchieri.
-Benvenuta da Harry- sorrise lui facendole strada verso quel punto e facendola sedere sul prato verde.
-Harry è… stupendo- sorrise lei guardandosi intorno come una bambina a natale –io… non so che dire… come facevi a saperlo?-
-sono un ottimo oratore e sapevo che sin da piccola volevi poter fare un picnic come quello di topolino e i suoi amici, ma che per forza di cose non eri ancora riuscita a farlo e… ho solo pensato che era arrivato il momento che tu sperimentassi la cosa-
Fede gli fece cenno di avvicinarsi poi lo baciò dolce –Grazie- gli rispose in un sussurro sempre sorridente.
-E ora- incominciò nuovamente Harry una volta staccato dal bacio –panino al prosciutto cotto.. il tuo preferito vero? -
Lo sguardo di Fede si illuminò ancora di più e gli si buttò al collo iniziando a riempirlo di baci
-Ma quanto ti amo io?-gli chiese tra un bacio e un altro
-Spero almeno la metà di quanto ti amo io, perché in quel caso sarebbe già tanto- le rispose il ricciolo.
 
-Bene allora io vado- Cat entrò nuovamente in sala con una serie di libri presi dalla stanza di Shantel facendo un cenno con il capo a salutare Liam.
-Di già?- chiese lui allungando poi le braccia verso di lei come a chiedere un abbraccio, Cat rimase immobile squadrandolo
-Perché non vai ad abbracciare qualche Barbie a scuola invece di me?- rispose acida a quel gesto. Il ragazzo ritirò le braccia senza però abbassare lo sguardo.
-Attenta potresti suonare un tantino gelosa con questo tono- le fece notare il ragazzo seduto sul divano ancora in asciugamano e infradito.
-Ma tu non hai intenzione di cambiarti?- chiese Cat lasciando cadere il discorso della gelosia, non che le dispiacesse quello che indossava, ma proprio per questo motivo era meglio se Liam si andasse a vestire.
-Più tardi, ora non ho voglia, e poi potresti sempre filartela appena mi distraggo-
-Ti ho detto che ti saluto prima di andare, che c’è non ti fidi di me?- chiese lei portando le braccia sui fianchi guardandolo contrariata e delusa.
-Io mi fido cecamente di te… tu invece?- Il silenzio calò nella stanza. –Come immaginavo- concluse Liam alzandosi e andando in camera.
Cat lo guardò allontanarsi sempre senza proferire parola, sospirò e andò verso l’attaccapanni per prendere la giacca e la borsa, ma poi si bloccò poco prima di lasciare la casa. Si allontanò dalla porta, appoggiò la sua roba sul divano e salì fino in camera di Liam; aprì la porta trovandosi un Liam cambiato a metà si può dire; gli si avvicinò fermandosi a pochi centimetri dal suo volto, lo osservò per un momento poi lo baciò. Quel bacio non durò molto, ma dopo tutto quel tempo, anche quei poco secondi avevano significato tanto. Erano stati carichi di desiderio, di amore e di fiducia, Cat si allontanò appena e gli sorrise.
-Mi fido di te Liam- disse diretta e chiara prima di voltarsi per uscire. Improvvisamente si ritrovò bloccata dalla stretta di Liam intorno al suo braccio. Il ragazzo la obbligò a voltarsi incrociando il suo sguardo. Rimase fermo per qualche secondo a guardarla poi le sorrise e sussurrò
-Grazie- Le si avvicinò e la ribaciò, ma questa volta, il bacio fu meno esitante, più lungo, più intenso, meno casto e molto, ma molto più reale.
 
Angolo autrice: credevate fossi morta vero? e invece no eccomi qua... non ho molte cose da dire solo... 
1) scusate il ritardo;
2) non avevo voglia di rileggere quindi scusate gli errori grammaticali, di battitura ecc...
3) Memi non mi uccidere alla prossima uscirai con Zayn promesso
4) sono soddisfatta del mio lavoro possiamo dire
5) la canzone è When you say nothing at all di Ronan Keating io l'adoro diciamo e... stop non ho altro da dire... solo fatemi sapere.
Un bacione Chìa xx :)
   
 
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