La forma del dolore.
Puoi
davvero sorridere?
E la tua migliore amica?
E
come la mettiamo con la musica?
Sto per impazzire.
Mary!
Aiutami!
Che qualcuno fermi il ronzio
nella mia testa!
Il
problema è la tua testa.
Ovviamente lo è.
Sentire che qualcuno dipende
da te.
Che dipende indipendentemente
da quante volte tu ti senta debole, è per lo meno gratificante.
Ma
è solo per questo!
Perché, quando allungo la
mano, sono costretta a ritrarla per via delle ferite? Perché quando riesco ad
aprirmi devo sempre tornare al punto di partenza?
E poi, i miei sospiri
diventano più lunghi, il mio respiro si frammenta più velocemente e il mio
corpo diventa pesante; quasi stesse tenendo a malapena il peso della mia anima.
È frustrante vedere che tu
sei il punto di sfogo e mai il punto di arrivo. Unicamente dettato dal
fatto che io sia schematica, ordinata, piena di valori e senza pregiudizi, che
sarei volentieri l’amica di una persona omosessuale o bisex – molte volte
ricoperte di pregiudizi inutili – e che punta in alto.
Solo perché riesco a
sorridere davanti alle difficoltà sfidandole.
Le lacrime sono inutili e sul
mio vocabolario sono segno di sconfitta eppure... ho imparato a piangere nella
solitudine della notte, troppo presa a guardare il soffitto per colpa
dell’insonnia e del dolore che attanaglia il petto.
Lo lacera e sembra scavare
sempre più in fondo, giorno dopo giorno, senza darti il tempo di riemergere da
tutti i tuoi guai, che ti riesce a smontare e distruggere.
Se il mondo fuori da questa
stanza sarebbe come quando ero inconsapevole, piccola, certamente non sarei
qui, a distruggere me stessa.
Hai
mai avuto una “te stessa”?
Patetica.
Non
ci riuscirai.
Sto annegando lentamente in
dei sentimenti che non mi competono.
Sto annegando alla consapevolezza che ogni
mia mossa sia inutile...
Ho la sensazione che il mio
sogno stia svanendo da sotto le dita per mia volontà, eppure lo desidero così
tanto, arrivare al successo con in mano il mio violino...
Tu...?
Al successo?!
I
cavalli diverranno sirene!
Ho provato il dolore.
Tutti provano l’esperienza
del dolore e so per certo che abbia diversi gusti da persona in persona. Il nome
del dolore ha diversi tratti fisici, ha diversi odori, suoni, movimenti,
oggetti.
Il nome del dolore ha
l’espressione delusa della persona che ami.
Il nome del dolore è il nome
di un tumore... un tumore al cervello impossibile da curare.
Oh si, mi dispiace. Mi
dispiace per non essere stata presente, mi dispiace di non aver potuto
consumare quell’attimo fatto di emozioni e sorrisi in tutta calma.
Mi dispiace che sia stata la
prima e l’ultima.
È colpa tua.
In
fondo sei così negligente.
Davvero
ami ciò che dici di essere?
Non c’è sapore dietro questo
dolore.
Non c’è odore dietro questo
dolore.
Non c’è vista dietro questo
dolore.
Non c’è tatto dietro questo
dolore.
C’è suono dietro questo dolore.
Il suono dell’unico concerto,
se così lo si può definire... sono tentata: come sarebbe il silenzio? Come sarebbe
vivere dietro un muro di sicurezza?
No.
Ed il mio cuore comincia a
battere lentamente causandomi dolore.
Forse ho capito che tipo di
forma ha il mio dolore...