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Autore: Lost in Moments    13/07/2012    0 recensioni
Universo parallelo di Clannad. Cosa sarebbe successo se Tomoya e Nagisa avessero deciso di non avere un figlio.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Avevo paura. Tanta paura. Rimaneva poco tempo per decidere se Ushio dovesse nascere o no. Ero davvero in uno stato di confusione e disperazione totale, soprattutto quando Nagisa mi dichiarava la sua felicità per l’avere un bambino. Ma io cominciavo a temere la perdita del mio unico sostegno e quello che era diventato per me ragione di vita: proprio mia moglie. Da quando il medico mi aveva detto che ci sarebbero stati grossi rischi per Nagisa durante il parto, sono diventato più nervoso. Avevo deciso di parlare di questo con Nagisa, sperando che anche lei concordasse con il mio parere. Ma più i giorni passavano, più la vedevo sorridente e spensierata: e tutto ciò mi faceva stare male. Alla fine, trovai il coraggio per affrontare l’argomento.
 
«Ma... ti rendi conto di che cosa stai dicendo? Vorresti rinunciare ad una gioia così grande come quella che avremo tra sei mesi?»
«Nagisa… sai che io per primo volevo avere un figlio, ma la discussione con il medico mi ha lasciato dedurre che... che la tua vita sarà in pericolo durante il parto...» risposi.
«Ma... non possiamo abbandonare proprio ora... sono incinta da quasi tre mesi...»
«Vedo... vedo che la tua salute peggiora di settimana in settimana, e al nono mese rischi di essere al limite, soprattutto perché è inverno. Siamo giusto in tempo per abortire: non voglio assolutamente che tu corra un rischio così grande... ma se vuoi assolutamente avere Ushio, io sarò sempre accanto a te... sappi che non ti lascerò mai» Conclusi.
«Tomoya... grazie per preoccuparti così tanto per me... forse hai ragione...» Detto questo si lanciò su di me in cerca d’affetto, piangente.
 
Così decidemmo di abortire. Per quella sera non ci scambiammo più una parola. Quello che seguì non fu un periodo semplice: il lavoro cominciava a stancarmi sia fisicamente che psicologicamente, il rapporto con i genitori di Nagisa era notevolmente scemato e mia moglie non era più la stessa. Mi sentivo distrutto. Piangevo silenziosamente ogni sera, convincendomi ogni volta che quella fosse la decisione giusta. Non uscivo spesso, giusto per andare al lavoro, ma in quei mesi non andai più da nessuna parte solo per svago, anche se avevo abbastanza tempo libero.
La vita in casa era diventata pesante. Nagisa spesso andava dai genitori, i quali non si fecero vedere spessissimo da me. Nagisa non cercava più il mio affetto. Non sorrideva più. Anche io, con il passare del tempo, ero sempre più stanco per via del lavoro e dei favori che facevo a Nagisa. Come se non bastasse, mia moglie si ammalò gravemente, proprio nel periodo in cui avrebbe dovuto far nascere Ushio, ma stavolta eravamo molto più freddi tra di noi. La vedevo sempre piangere, e non aveva più l’espressione serena di un tempo che mi aveva fatto innamorare di lei. Verso di lei provavo comunque un sentimento che non si può descrivere con delle semplici parole, ma era come se ella stesse cambiando.
Comunque, durante quella malattia un parto molto probabilmente avrebbe peggiorato la situazione – già critica – di Nagisa. La portammo di corsa all’ospedale.
 
«Nagisa… scusa» le dissi una volta mentre ero vicino al suo letto, abbattuto.
«Per… per cosa… ti stai scusando?»
«Per tutto. E soprattutto per Ushio...»
 
Lei non rispose. Mi abbracciò, anche stavolta piangendo.
 
Il medico mi aveva detto che probabilmente quella era l’ultima volta in cui l’avrei vista.
  
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