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Autore: FallingInLove    13/07/2012    2 recensioni
Due città, due regioni, tre amiche speciali, un cuore duramente provato, una scelta da prendere.
In tutto questo quel bacio sembrava solo un gioco, una cosa insignificante.. o almeno, così pensava Lally. Perché Dann ce la metterà tutta per farsi spazio, per farle capire quanto quei 400 Km siano una sciocchezza paragonati a ciò che prova per lei: sarà il suo migliore amico, soffrendo in silenzio, perché questo è ciò di cui lei ha bisogno.
Ma quella scelta, quella dannata scelta! Forse sbagliando, forse illudendosi, Lally troverà il coraggio di decidere la meta finale del suo continuo viaggiare (avanti e indietro, avanti e indietro..). Ma scegliendo, dovrà necessariamente rinunciare a qualcosa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Too Far Away'
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CAPITOLO 10. La scelta


E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose”
[Fabrizio De André – La Canzone di Marinella]

Arriva un momento nella nostra vita in cui si diventa adulti e questo, spesso e volentieri, non coincide con il raggiungimento della maggiore età. Da bambini crediamo di vivere in un mondo semplice che sarà sempre alla nostra portata; invece col tempo impariamo che la vita e il mondo dei sogni sono due cose separate. Diventare adulti consiste anche nel prendere coscienza di questo fatto, nel tentare di muoversi attraverso questo intrigato garbuglio, prendendo delle decisioni, facendo delle scelte.
A volte anche molto dolorose.
Il mio risveglio quella mattina di Pasquetta, fu molto piacevole: le serrande erano rimaste su, quindi i raggi del sole entravano ad illuminare la stanza, riflettendosi sulle lenzuola bianche. Una mano mi stava accarezzando i capelli e capii che sarei potuta rimanere ore in quella posizione senza mai stancarmi.
Ma Dann probabilmente si era già accorto che ero sveglia, così mi mossi sul suo petto e, lentamente, aprii gli occhi.
-Buongiorno -mi disse lui con un sorriso
-Ciao -risposi, con la voce ancora impastata; mi rigirai un'altra volta, ma sempre rimanendo su di lui, poi gli domandai -Da quanto sei sveglio?
-Un po' -rispose rimanendo sul vago
Ripensai alla notte appena trascorsa, a quanto mi aveva fatto sentire amata mentre mi stringeva sussurrandomi parole che non mi sarei scordata tanto facilmente. Quando poi ci eravamo sdraiati, e gli avevo confessato che dopo l'unica volta con Lorenzo, lui era stato il primo di cui mi fossi fidata di nuovo, mi aveva baciata e avevamo fatto l'amore un'altra volta.
Ora ero lì, la testa poggiata sul suo torace e ancora mi rifiutavo di pensare a ciò che avrebbe comportato tutto questo.
Dann mi accarezzò la schiena, ancora nuda da quando l'aveva spogliata -Vuoi fare colazione? -mi chiese
Io annuii piano, poi mi costrinsi ad alzarmi, nonostante stessi così bene fra le sue braccia. Mentre mi stiracchiavo la schiena, con un braccio a reggere il lenzuolo sui seni, si sollevò anche lui -Vado a preparare un caffè coi fiocchi -annunciò scoccandomi un bacio sulla spalla
-Va bene -risposi, ancora troppo intontita per aggiungere altro
Mentre lui trafficava in cucina, andai in bagno ad aggiustarmi velocemente i capelli e sciacquarmi la faccia, poi osservai qualche istante il suo accappatoio e infine, me lo infilai.
-Ti sta bene -fece Dann sollevano un sopracciglio quando mi vide; lui aveva recuperato i jeans nel frattempo e mi concessi un istante per osservare il suo torace nudo.
-Grazie -risposi -Ti do una mano?
Lui scosse la testa -Siediti che arriva il caffè
Ubbidii e quando posò la tazzina fumante sul tavolo di fronte a me, lo vidi chinarsi lentamente.
Accettai volentieri il suo bacio e dopo, lo strinsi a me. Lui mi circondò la vita con le braccia e restammo così qualche istante. Mi riaffiorò in mente il pensiero della mia partenza imminente, che sarebbe avvenuta proprio quella sera, ma lo scacciai. Volevo ancora sentire le braccia di Dann addosso, il suo corpo avvolgermi.. non volevo pensare a tutto il resto.
Mentre mangiavamo, Dann mi prese in giro, sostenendo che non prendessi il caffè con lo zucchero, ma lo zucchero col caffè.
-Sono solo quattro cucchiaini! -avevo risposto; questo lo aveva fatto ridere ancora di più
Quando finimmo di sparecchiare, sentii il mio cellulare squillare
-Dove l'ho messo? -mi chiesi andando istintivamente a tastarmi la tasca dei jeans che però non c'era, dato che non c'erano nemmeno i jeans.
-Se cerchi i tuoi jeans sono sul pavimento, in camera -rispose Dann con un sorriso complice.
In effetti erano proprio lì ma, quando lessi il nome di chi mi stava chiamando sul display, mi congelai.
-Che succede? -chiese Dann accorgendosi della mia reazione
Mi voltai a guardarlo -E' Jo
Anche Dann si bloccò un attimo, ma poi mi chiese -Vuoi che ci parli io?
Per carità!
-No -mi affrettai a rispondere; poi, con un sospiro, mi feci forza e premetti il tasto verde -Pronto?
-Hey Lally, come va?
-Bene -risposi, cercando di mantenere un tono disinvolto; Dann era appoggiato allo stipite della porta, appena dietro di me, e ascoltava in silenzio
-La Pasqua come è andata?
-Bene
E che cavolo! Sforzati di dire qualcosa più di “bene”, no?! Mi dissi; ma avevo il terrore che, qualunque cosa avessi detto, mi avrebbe tradita quindi, meglio parlare il meno possibile.
Che poi, a rigor di logica, non avevo niente per cui sentirmi in colpa: lui aveva insistito per la pausa, io glielo avevo fatto capire chiaro e tondo che volevo troncarla lì, che non aveva senso questa storia della “pausa”. Ma quella telefonata era la prova che non si fosse ancora arreso
-Hai già fatto le valige per tornare?
Un groppo mi strinse la gola -Sì, le ho già fatte -mentii
-Senti.. Voglio parlare con te, a quattr'occhi: non mi piace come ci siamo salutati ieri. Arrivi tardi stasera? Possiamo vederci?
Oh, Gesù..
-Non credo sia possibile, perché.. -Già, perché?
Fortuna che per una volta, Jo si ricordò dell'esistenza della scuola -Ah, già: domani abbiamo storia -sospirò rassegnato- Vabe', allora ci vediamo in classe
-Sì -risposi subito, contenta di essermela scampata, almeno per quella sera
-Ok -una pausa -oggi sei di poche parole
Chissà perché.. -Mi sono appena alzata -inventai
-Allora ti lascio svegliare in pace.. a domani.
-Ciao
Attaccai, contenta che fosse finita; poi però, mi accorsi con orrore che era appena iniziata.
Mi voltai lentamente; Dann mi stava già guardando -Non hai intenzione di dirglielo, vero? -mi chiese, e il tormento nei suoi occhi mi fece star male. Lo stavo ferendo, era palese: lui si aspettava che mollassi Jo, che gli dicessi di voler stare con lui, come lui lo aveva detto a me quella notte, aggiungendo che..
Era stata la notte più bella della mia vita. Ma..
Era meglio così. Era meglio non dirgli che io e Jo eravamo in rotta, anzi che, tecnicamente io avevo già rotto con lui ma non lui con me. Era meglio che Dann non sapesse, che mi lasciasse andare.. perché io dovevo tornare, e lo dovevo fare per Kath e Lisa.
Era giunto il momento di prendere la mia decisione, di diventare adulta.
-Jo ha dei progetti per noi due -dissi allora, sentendomi una stronza
Dann infatti fece una smorfia e si avvicinò -E credi che io non ce l'abbia? -domandò allargando le braccia
Oddio ti prego, non fare così, altrimenti non ce la faccio.. -Tu non capisci..
-No, in effetti no -aveva concordato lui
Sentii gli occhi bruciare; Dann si stava arrabbiando, e aveva pienamente ragione, ma io avevo finalmente preso una decisione e l'avrei rispettata
-Kath e Lisa vivono a Roma, sono cresciuta con loro -spiegai senza guardarlo -Jo mi darà la forza per restare lì -bugia.. perché tutto quello che avrei voluto in quel momento era gettarmi fra le braccia di Dann e gridargli che non volevo partire.
Lui rimase in silenzio qualche secondo e, quando parlò, la sua voce, più bassa di vari toni, tradiva un'immensa delusione che mi fece quasi scoppiare a piangere -Quindi è questo -disse -hai scelto
Rammentai di quando gli avevo parlato per la prima volta di questa decisione che dovevo prendere, di come mi aveva abbracciata, di come avevamo cantato assieme sulla cima di Roma..
Annuii atterrita dall'agghiacciante lontananza che sembrava dividerci adesso da quei bei momenti; non incrociai il suo sguardo, non lo avrei saputo reggere. Che codarda.
Dann avrebbe potuto chiedermi con risentimento cosa avesse significato per me quella notte, facendo crollare tutte le mie difese ma, quando finalmente alzai di nuovo lo sguardo verso di lui, non lessi questa domanda nei suoi occhi, perché sapeva già la risposta, ed ero stata proprio io, con le mie parole, i miei gesti, il mio abbraccio di quella mattina a svelarglielo.
-Ho scelto -confermai allora, e non mi sorpresi della freddezza nella mia voce: stavo cercando di tenere fuori tutte le emozioni
Dann sapeva che la mia scelta era più che sofferta, e anche se non l'accettava, non tentò di farmi cambiare idea; sapeva quanto fossero importanti Kath e Lisa per me, come sapeva quanto tenessi a Viareggio e.. a lui. Ma rispettò la mia decisione.
Annuì, abbassando lo sguardo.
Ecco: era tempo che me ne andassi, gli avevo già fatto troppo male. E tutto sarebbe finito, almeno in teoria.
-Forse è meglio se.. -cominciai indecisa se indicare i vestiti o la porta per fargli capire le mie intenzioni, e risolvendomi così in un goffo cenno incomprensibile
-No, aspetta -mi fermò -Forse.. ti va una passeggiata per Viareggio?
Per un attimo ebbi paura forse di un litigio, forse di un bacio; invece Dann mi stava semplicemente offrendo un ultimo giorno di noi, della nostra amicizia, o meglio, del nostro strano ma unico e bellissimo rapporto.
Restai un attimo in silenzio, cercando di reprimere ancora una volta quel bruciore solito che precede le lacrime; vedendomi taciturna, Dann scrollò le spalle e aggiunse -Così la saluti, prima di partire
Ma certo che mi andava: io amavo Viareggio e volevo godermela il più possibile, visto che poi..
-Almeno non te la scordi quando sei a Roma -fece più grave, sottovoce ma tentando di sorridere.
Oh, Dann. Sapeva perfettamente di cosa avessi bisogno e stava cercando di darmelo, nonostante poi lasciarci avrebbe fatto ancora più male; ma d'altronde non ero ancora pronta ad abbandonarlo adesso, come non era pronto lui.
Mi chiesi se mai saremmo stati pronti.
Gli sorrisi -Certo che mi va
Lui annuì, poi tornò di là lasciandomi così un po' di privacy per rivestirmi.
Non voglio privacy, voglio che tu me li strappi questi vestiti, voglio fare l'amore con te un'altra volta! mi ritrovai a pensare maledicendomi pesantemente e passandomi una mano fra i capelli quasi a volerli strappare via dalla testa.
-E' quello che mi merito -mormorai con disprezzo

°°° Dann °°°

In quel momento camminavamo per via Gioberti, immergendoci di tanto in tanto in qualche traversa.
L'aria di Viareggio era tranquilla e leggera, poche macchine in giro finché restavamo in quelle viuzze e guardando Lavinia mi chiesi se a Roma ci fosse anche solo un piccolo isolato che rispecchiasse questa situazione.
Lei, come se mi avesse letto nel pensiero, commentò -Quando sono qui mi piace passeggiare, o andare in bicicletta per ore: le vie interne, l'anima di Viareggio, la pineta. Qui non c'è molto traffico, esclusi i mesi estivi: è piacevole ascoltare i normali rumori della cittadina
Annuii -E' uno dei pochi posti dove la bicicletta è rimasto il mezzo più usato
-Infatti tu hai una moto -mi punzecchiò
-Quella è per il mio ego -risposi riuscendo a farla sorridere
Mi prese sottobraccio e la lasciai fare. Ripensai ancora che quella sera sarebbe partita, sarebbe tornata da lui.. e mi prese una fitta dolorosa al petto, forse anche più forte del dolore che avevo provato quando mi aveva detto che questo Jo l'aveva baciata la prima volta.
Sì, aveva baciato Lally, me l'aveva portata via; mi era già chiaro da un po' visto come ne parlava, che prima o poi sarebbe successo qualcosa.. non perché sembrasse particolarmente interessata, ma per come descriveva gli atteggiamenti di lui.
Non avevo mai fatto niente per impedirlo, non riuscendo nemmeno a nasconderle quanto mi piacesse come quel vestito avvolgeva il suo magnifico corpo quel giorno nel negozio.. lo stesso vestito che aveva indossato quella fatidica sera con lui.
Ma, mi ripetevo, Lally non aveva bisogno di un fidanzato che non avrebbe fatto altro che incasinarla ancora più di quanto non fosse in quel momento: aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, di qualcuno che la consolasse e che le volesse bene davvero.. un amico. Ed era ciò che io mi ero impegnato ad essere per lei, nascondendole tutto quello che realmente provassi, come il ribrezzo di saperla con questo malato di videogiochi sanguinolenti che era il suo ragazzo.
Perché alla fine un ragazzo lo aveva scelto.. e, se all'inizio sembrava una cosa destinata a durare poco, il suo comportamento di quella mattina invece mi aveva costretto a ricredermi: era passata dal parlarmi di Jo con noncuranza (quasi noia, vista tutta la monotonia di cui sembrava circondarsi questo tizio), al difendere con le unghie e con i denti la loro relazione nata in così poco tempo.
Eppure i suoi occhi sembravano dirmi tutto il contrario ogni volta che incrociavano i miei: sembravano quasi implorarmi di tentare ancora, di sussurrarle che sarebbe andato tutto bene e che non ci saremmo divisi..
E allora, che cosa avrei dovuto fare?
Fosse stato solo per me, non avrei avuto alcun dubbio: l'avrei stretta, le avrei sussurrato di non tornare da lui.. ma lei aveva deciso, me lo aveva detto chiaro e tondo e, cercando di farle cambiare idea, non avrei fatto altro che il suo male perché, anche se ci fossi riuscito, l'avrei costretta a una rinuncia che non era giusto facesse: le sue migliori amiche.
E io sapevo cosa volesse dire perdere un migliore amico, e per niente al mondo avrei voluto che questo accadesse proprio a lei.
Se invece Lally fosse rimasta della sua idea, non avrei fatto altro che farla soffrire e renderle ancora più difficile andarsene, sia da me sia da Viareggio.
Ripensai ai suoi baci, al suo corpo dolcemente teso sotto al mio. Quella notte non era stato solo sesso, lo sapevo io come lo sapeva lei.
E allora Lally, perché? Ma io non ero nella sua situazione, e potevo solo immaginare quale contrasto di emozioni ci fosse dentro di lei, potevo solo intravederlo dietro i suoi occhi, profondi come il suo dolce mistero. Non pretendevo di capire, ma pretendevo almeno di godermi quelle ultime ore con lei, passeggiando a braccetto e stando vicini per un ultimo giorno. Perché non saremmo mai potuti tornare indietro, non avremmo più potuto alzare la cornetta del telefono e parlare come un tempo.
Perché io l'avevo amata e lei aveva amato me, ma ad aspettarla a Roma c'era un altro uomo.
-Non credo ci sia una strada qui dove non sia passata almeno una volta -commentò lei guardandosi attorno -è una bella sensazione: posso dire di conoscere davvero questa città e tuttavia non mi stufa.
-Guarda -e le indicai col mento davanti a noi -le elementari -non mi ero neanche accorto che fossimo finiti in via Puccini
Lei sorrise, radiosa e bellissima come sempre -Oddio, le ricordo solo vagamente anche se tutti i cinque anni li ho fatti qui
-Da bambini non si ha una grande memoria -cercai di scusarla intuendo che si sentisse in colpa per aver scordato gli anni di infanzia trascorsi nella nostra città
-Sarà.. -commentò infatti, poi mi tirò lievemente il braccio -Andiamo in pineta?
-Certo.
La girammo in lungo e in largo fra i pini e il verde dappertutto; andammo a vedere i pony e il piccolo laghetto con i cigni intenti a mangiare pezzi di pane tirati dai bambini. Mentre passeggiavamo, chiacchieravamo tranquillamente e nessuno dei due si azzardava ad accennare che quelli sarebbero stati i nostri ultimi momenti, sebbene ne fossimo consapevoli entrambi. La sua mano sul mio braccio di tanto in tanto stringeva di più, e mi chiesi se fosse dovuto a fitte improvvise di nostalgia.
Alla fine, comprammo due panini a un chiosco e ci sedemmo a un tavolo da picnic a mangiare; quando finimmo, lei mi propose di andare in passeggiata e io accettai, consapevole del fatto che per lei quello fosse una specie di addio ai monti di Lucia, ed ero felice di essere al suo fianco in quella che, di sicuro, non era una cosa facile per lei.
Il suo braccio cercò di nuovo il mio, in un gesto così spontaneo che dovetti fare uno sforzo enorme per non abbracciarla.
Già sapevo che mi avrebbe condotto verso il molo, doveva essere la sua parte preferita della passeggiata.
Arrivammo in cima e dopo che ci fummo seduti vicini, sugli scogli, come al solito, lanciai un lungo sguardo a quella scritta; a dividerci da essa, c'era una distesa d'acqua azzurra che faceva danzare e brillare i riflessi del sole.

-Questa scritta ha qualcosa di magico -commentò Lally -E' la cosa più romantica di tutta la città
-Lo pensi davvero? -le chiesi interessato
Lei annuì con convinzione, e una ciocca dei suoi lunghi capelli si spostò sulla sua spalla -Mi sono sempre chiesta chi l'avesse scritta; comunque so per certo che doveva essere una persona speciale
Non sai quanto hai ragione.
L'ultimo giorno, le ultime ore di noi due come eravamo sempre stati; cercai di immaginarmi come avrebbe reagito Michele se gli avessi presentato Lavinia come la mia ragazza
-Mi stai prendendo in giro -avrebbe detto sgranando gli occhi -E come ci sei riuscito, brutto bischero?
Sorrisi -Era davvero speciale.
Lally si voltò verso di me, capendo che non avevo fatto un commento basato sull'immaginazione -Tu sai chi l'ha scritta? -mi chiese infatti
Non avevo mai parlato con nessuno di Michele, nemmeno con Andrea che era stato a sua volta suo amico; i miei amici capivano e non chiedevano niente. Eppure sentii che con Lally volevo condividere quello che era successo, dalla notte in cui Michele mi aveva svegliato a suon di sassi sulla finestra per portarmi a vedere la sua opera appena finita di realizzare, a quel maledetto giorno. Lei era l'unica persona, e probabilmente non ne avrei mai più trovata un'altra, con cui riuscivo a confidarmi, a parlare in un modo ancora più introspettivo di quanto avessi mai fatto con il mio migliore amico.
La guardai, ripensando a quanto era stato bello averla tutta per me, anche se per una notte soltanto.
-Ti ho accennato di Michele -cominciai
La vidi corrugare le sopracciglia mentre annuiva: aveva già capito che per me era una cosa importante.
Le raccontai di quella notte di tanti anni fa, di come avessi freddo in pigiama sul suo motorino, facendola ridere. Rimase sbalordita di scoprire che conoscessi l'artefice di quello che lei definiva “un cimelio storico di Viareggio”. Le parlai allora di Michele, delle cose più esilaranti che avessimo fatto insieme
-E poi? -mi chiese quando le risate si furono esaurite -Cosa è successo dopo? Voglio dire, non me ne hai mai parlato molto prima, a quanto ho capito non è più della vostra crew.. cosa vi ha divisi?
Lally mi piaceva da morire perché, oltre ad essere bella, era anche intelligente.
Presi un lungo respiro mentre i suoi occhi continuavano a guardarmi; non con impazienza, più che altro con curiosità, forse un po' di apprensione.
-Sai cos'è successo qui il 29 giugno 2009, vero?
La vidi trattenere il respiro -Oh, Dann.. -sussurrò, prendendomi la mano e intrecciando le nostre dita.
Ero sempre stato convinto che parlarne non sarebbe servito a niente, che sarebbe stata solo una cosa difficile che potevo benissimo risparmiarmi; invece per la prima volta sentii il bisogno di condividere questa storia con qualcuno, e quel qualcuno era Lally, ovviamente.
Non per questo però diveniva una cosa facile: strinsi la sua mano mentre le fiamme - quella fiammata alta quanto i palazzi –, l'incidente ferroviario tornavano nitidi nella mia mente.
-Io ero in Darsena con degli amici per un falò notturno, c'erano anche Andrea e Michele -spiegai, lo sguardo fisso su quella scritta -A un certo punto però Michele si era stufato, voleva andare da qualche parte; a me non andava, così rimasi in spiaggia con Andrea e la maggior parte di noi -ingoiai un groppo amaro -Michele passava proprio lì accanto alla stazione col motorino, quando..
Non finii la frase ma sentii l'abbraccio di Lavinia, caldo e confortante arrivare a darmi sostegno.
-Appena vedemmo il fuoco cercammo subito di chiamarlo al cellulare -continuai, parlando fra i suoi capelli e rifugiandomi nel suo calore -Quando mi sentii rispondere “numero inesistente” partii subito, lasciando tutti là, in direzione delle fiamme. Volevo aiutare, ma ovviamente fu inutile, nonostante ci fosse già pieno di ambulanze e vigili del fuoco -conclusi, tagliando le parti più cruente
Mi strinse più forte -Mi dispiace -mormorò, la voce tremante -Non dovevo chiedertelo, io..
-Hey -la bloccai accarezzandole lievemente la morbida chioma -Se non avessi voluto parlartene non l'avrei fatto, non sentirti in colpa
Lei annuì e si staccò per guardarmi negli occhi -E adesso? ..adesso come stai?
Strinsi un attimo le labbra prima di rispondere -Sono passati quasi tre anni e ogni estate, a fine giugno, vado là davanti. E' un modo per ricordarlo
Mi accarezzò lievemente il viso -Ora ho la certezza che è stato veramente qualcuno di speciale a dedicare questa scritta a Viareggio
Mi sforzai di sorridere -Sì, è così
Rimase stretta a me, e mi chiese se avessi voglia di parlarle ancora di Michele; mi stupii di scoprire che volessi farlo veramente e così, ci ritrovammo a parlare per ore, sia di Michele sia di Kath e Lisa, i nostri tre migliori amici, le nostre tre persone speciali.
Osservammo in silenzio il sole diventare di fuoco, tingendo di rosso tutto ciò che avesse intorno; come accadeva spesso, molti viareggini sul molo bloccarono la loro passeggiata per osservare quello spettacolo, ma non me ne curai. Pensavo solo a Lally, pensavo a quanto avevo tra le braccia, ma che avrei perso di lì a poco.
L'ultimo spicchio di sole si tuffò in mare, e la giornata finì; i viareggini ripresero a camminare e Lally sollevò la testa dalla mia spalla. Ci guardammo in silenzio per un po' e io pensai a quanto mi sarebbe mancata.
Fu lei a distogliere lo sguardo e, per renderle le cose più facili, mi alzai per primo, porgendole una mano; quando si fu sollevata, i nostri sguardi si incontrarono di nuovo e fu come morire dentro.
Qualunque orizzonte sceglierai, Lally, qualunque.. io ci sarò. Ma lei aveva deciso diversamente per noi due, e adesso era quasi pittoresco questo tramonto che sembrava segnare la fine di ciò che era stato.
Camminammo fino a casa sua parlando pochissimo, e stavolta non accennò ad appoggiarsi al mio braccio. Di fronte al portone, rimanemmo immobili uno di fronte all'altra.
-Potrei accompagnarti, almeno fino a Civitavecchia -me ne uscii
Vidi l'ombra di un sorriso illuminarle il volto per un breve istante, forse per il fatto che era da quando la conoscevo che la prendevo in giro per quella storia del pedaggio gratuito -E poi come torneresti indietro? -mi chiese retoricamente
Dovevamo salutarci lì, era ovvio. Ma non ero pronto a farlo.
Lally.. o sei forte o non te ne è fregato niente, pensai ma poi la vidi abbassare i suoi occhi tristi.
-Devo.. -cominciò senza guardarmi
-Lo so, lo so -la interruppi facendo un passo verso di lei, che non indietreggiò né alzò lo sguardo -solo.. non parlare, non ancora -sussurrai prendendole entrambe le mani
Lei non rispose, ma le sfuggì un singhiozzo mentre nascondeva il viso nell'incavo del mio collo.
Allora la strinsi forte, cercando di non pensare che probabilmente quella sarebbe stata l'ultima volta.
Quasi mi sembrava di sentirla mentre lottava contro le lacrime e, quando si staccò (troppo presto), le sue guance erano asciutte sebbene i suoi occhi fossero gonfi.
La vidi deglutire a forza e spostarsi una ciocca di capelli dietro la spalla; provai un affetto estremo nel vederla compiere quel gesto, che ormai avevo imparato a decifrare.
Quando parlò, sapevo già quello che avrebbe detto -Devo andare, Dann
Io non risposi, ma la baciai sulla fronte, sentendola tremare; la guardai poi allontanarsi verso la porta, con le chiavi in mano, e fu allora che non riuscii più a trattenermi
-Io non ti chiederei mai di frequentare Pisa anziché La Sapienza -esclamai; Lally si bloccò, di spalle, rigida e fragile -Potremmo continuare a vederci come ci vediamo adesso e tu non dovrai rinunciare a Kath e Lisa
La vidi girarsi, lentamente, e stavolta due lacrime scivolavano sulle sue gote -Non capisci che non ce la farei a rimanere a Roma se stessi con te? -mi chiese
Questo mi disse che provava esattamente quello che io provavo per lei.. ma mi confermò anche che aveva deciso, aveva fatto la sua scelta e, nonostante ci avessi provato, non aveva funzionato.
La guardai entrare in casa, senza più voltarsi e il suo volto in lacrime fu l'ultima immagine che mi restò di lei.





°°°°°°

Spero che vi abbia fatto piacere “l'intrusione” nella mente di Dann: volevo farvi capire in questo momento così delicato per i protagonisti, quanto tenesse a Lally, e quanto la loro unica notte sia stata importante per lui
A proposito, vi ricordo che ho postato il missing moment L'infinito nel tuo sguardo, se passate di lì mi fa piacere!
Tornando al capitolo, lo so, è abbastanza triste, ma ricordatevi che non è detta l'ultima parola, che la situazione potrebbe ancora cambiare..
Per quanto riguarda il riferimento all'incidente del 29 giugno 2009.. be', non so se ricordate, se l'avete sentito nei TG, ma è successo davvero. Con questa storia e con il personaggio totalmente inventato di Michele, non voglio assolutamente strumentalizzare la faccenda o prendermi gioco di quello che è successo, anche perché l'ho visto con i miei occhi.. è semplicemente un riferimento a un fatto realmente accaduto, senza nessunissimo scopo di lucro o di qualsiasi altra cosa :)
Anche la scritta sul molo (non mi ricordo se l'ho già detto, probabilmente sì, ma lo ripeto!) esiste davvero, solo che è stata dipinta legalmente da un pittore autorizzato, non da un ragazzo in una notte XD ..anche perché, essendo gigantesca, con ogni probabilità non avrebbe avuto il tempo necessario o come minimo sarebbe stato visto, ma concedetemi questa piccola fantasia!
Ho scritto un'altra one-shot che pubblicherò prima del prossimo capitolo a proposito di questa notte inventata in cui Michele avrebbe compiuto la sua opera: è ambientata qualche anno prima di Qualunque orizzonte sceglierai e i protagonisti sono Dann e Michele versione adolescenti mocciosi XD La troverete QUI!
Bene, siccome ho detto tutto, vi prometto che ci rivediamo presto e vi mando un bacione! ..non siate troppo tristi per Dann e Lally!
A presto <3
  
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