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Autore: Lykill_Hole    13/07/2012    2 recensioni
Semplicemente una raccolta di Fact sui nostri amati SHINee.
Li possiamo trovare su Internet, ovunque, ma questa sarà-- il mio punto di vista.
Su ognuno di loro, una piccola storia. Nessuna pretesa.
A volte potrebbero non coincidere con qualcosa di reale, e spero che qualcuno me lo faccia notare.
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Coppie: In base al Fact, cambieranno.
Probabilmente compariranno tutte.
Il rating lo metto giallo per precauzione, ma potrebbe variare. ❤
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco un’altra One-shot con un altro fact. <3
Vi prego di perdonarmi se potrebbe non soddisfare, ma sto ancora cercando di migliorarmi. Però sto anche dando del mio meglio. MH.
Comunque, questa è una JongKey.
La prima che scrivo, quindi siate clementi(?).
Ah, stavo pensando… magari nel prossimo capitolo potrei fare un Fact sul nostro amato leader(?).
Se avete idee, oppure avete letto di un Fact in particolare che vi è piaciuto, mi piacerebbe sentirvi. <3
 
 
 
 
 
“ Adesso basta-! “
 
Si poteva dire che nel dormitorio degli SHINee non molte cose potevano rientrare nella norma.
Tutti e cinque i membri, chi più chi meno, avevano le loro abitudini, i loro modi di fare, spesso strani e pressoché impensabili.
E proprio per questo, lasciavano correre uno con l’altro, scuotendo semplicemente il capo o facendosi sfuggire una risata o due; quando però cominciava ad essere particolarmente irritante, soprattutto per uno di loro non molto incline alla pazienza ed alla calma, bisognava discuterne tutti assieme e trovare una soluzione.
 
Ecco perché erano riuniti in salotto, momentaneamente usato come ‘sala delle udienze’.
Quattro su cinque seduti sul pavimento, mentre la quinta figura rimaneva in piedi, le mani sui fianchi, ed un cipiglio stizzito sul viso.
 
“ Suvvia Key, non ti sembra di farne un dram--… “
 
Le parole saggie del leader vennero troncate prontamente da una mano sollevata in aria dell’interpellato, forse ancora più irritato a causa di questo intervento che a lui pareva totalmente fuori luogo.
Vicino a lui, Taemin li osservava curioso, e non molto preoccupato riguardo ciò che stava accadendo; non capita così raramente che Kibum se ne uscisse un giorno con un nuovo problema.
E, il più delle volte, la spuntava lui.
Minho, al contrario, neanche tentava di seguire il discorso, comodamente sdraiato sul tappeto e dando le spalle a tutti loro. Lui, in qualsiasi modo sarebbe finita, avrebbe continuato a vivere così come aveva fatto fino a quel momento, quindi la situazione non lo tangeva in alcuna maniera.
 
“ Onew, questa cosa va risolta.
E tu-! “
 
Il dito accusatore della Diva venne immediatamente puntato contro la figura apparentemente colpevole, fino a quel momento rimasta in silenzio, e che sembrò farsi più piccola davanti a ciò.
 
“ Jonghyun, seriamente… A cosa diamine ti servono cinque dannate sveglie? “
 
Ecco, dunque il problema.
Era cominciata con lentezza, questa strana mania dell’altro di avere più di una sola sveglia, sistemata sul proprio comodino: due, poi tre, quattro… Ed erano giunti a cinque.
Non si era ancora compreso il motivo, visto che il ragazzo era più che in grado di svegliarsi anche senza l’ausilio di quegli affari infernali, ma aveva sempre insistito che erano utili, e che non poteva toglierne neanche una.
Avevano sopportato, per molto, molto tempo.
Eppure, probabilmente tutti tranne il diretto interessato sapevano perfettamente che il giorno in cui Key non avrebbe più resistito e fatto qualcosa sarebbe arrivato.
Un po’ come il giorno del Giudizio.
 
“ Key, non riesco a stare tranquillo senza di loro! Se potessi ne toglierei qualcuna, ma sono indispensabili… “
 
“ Quegli arnesi fanno lo stesso baccano di un bombardamento aereo! Non servono a nulla se non a svegliarmi di soprassalto, il cuore in gola, e con il timore di un attacco! “
 
“ Stai esagerando, Kibum… “

Zitto, Onew. “
 
 Il suddetto decise di chiudere definitivamente la bocca, demoralizzato, mentre Taemin gli carezzava come si fa con un cane la testa; forse era meglio lasciare i due sbrigarsela da soli, visto che non faceva altro che far infuriare ulteriormente Key.
Jonghyun, d’altro canto, se prima era rimasto passivo a sorbirsi tutti gli sbuffi e rimproveri dell’amico perfino con una piccola parte di ansia, stava cominciando ad irritarsi a sua volta.
Certo, non era nel suo intento svegliarlo, ma c’era bisogno di tutta questa baraonda?
Per questo si alzò dal pavimento, in modo da poterlo fronteggiare al meglio; meglio ignorare, come sempre, quei dannati centimetri che lo differenziano dall’altro.
Sul suo viso, sì. Si era stancato di sentirsi dire ciò che doveva fare.
 
“ Key, mi dispiace disturbare il tuo sonno di bellezza ma /no/. Quelle sveglie rimarranno lì. “
 
Qualche secondo passò in silenzio, mentre gli occhi di tutti erano puntati su di lui.
Perfino quelli di Minho.
Erano davvero poche le volte in cui uno di loro era andato contro il volere dell’altro. E ciò aveva sorpreso un po’ tutti. Soprattutto Key, che adesso lo stava fissando con aria di sfida.
 
“ Scommettiamo? “

“ Scommettiamo. “
 
 
 
 
“ KIBUM. “
 
“ Sì~? “
 
Nel momento esatto in cui si era svegliato, Jonghyun aveva compreso che qualcosa era diverso dal solito.
Nessun rumore quintuplicato lo aveva ‘salutato’ come ogni mattina.
E non appena si era sollevato col busto, posando lo sguardo sul comodino a fianco del letto, il motivo era più che ovvio.
Così come il colpevole.
 
Entrato in cucina come un fiume in piena, l’aria arrabbiata che pochissime volte aveva, Jonghyun si era diretto a passo di marcia contro il ragazzo, intento a sfogliare con tutta la tranquillità di questo mondo un giornale di moda, ma che nonostante la calma che manifestava interiormente era piuttosto preoccupato.
Un po’ lo aiutava il pensiero che anche Onew era lì nella stanza.
 
“ Dove hai messo le mie sveglie? “

“ Ah, quelle… Le ho buttate. “
 
Gli occhi di Onew si ampliarono, così come quelli di Jonghyun. Ma quest’ultimo, a differenza del primo, ben presto torno ad arrabbiarsi peggio di prima; compì i pochi passi che li distanziavano, e strappò dalle mani dell’altro la rivista, sbattendola contro il tavolino.
Key era così sorpreso e /spaventato/ da non dire nulla.
 
“ Mi sono stancato del tuo modo di fare, Kibum!
Pretendi sempre di avere ciò che vuoi, cerchi di comandarci a bacchetta, con quell’atteggiamento idiota di uno con la puzza sotto il naso.
E’ inutile che pensi di essere superiore a noi, di poter fare quello che vuoi.
Sei solo viziato, un patet-…! “
 
Il rumore di uno schiaffo prese posto di quel fiume di parole, e Jonghyun rimase in silenzio, portandosi una mano sulla guancia appena colpita.
E solo in quel momento, notò di come gli occhi felini del ragazzo di fronte a sé si erano fatti lucidi, minacciando di lasciar cadere le lacrime che molto probabilmente stavano lottando per liberarsi.
Key portò quella stessa mano che lo aveva colpito alle proprie labbra.
 
“ … S-Si trovano sotto il mio letto, le tue preziose sveglie. “
 
Un unico sussurro, e si alzò di corsa, uscendo dalla stanza; superando Taemin e Minho come se non li vedesse, e scappando dallo stesso appartamento.
Il silenzio si faceva pesante di secondo in secondo.
Jonghyun, ancora rimasto nella posizione precedente, quasi sobbalzò non appena una mano si posò sulla sua spalla. Voltò il capo, fissando gli occhi sul viso serio di Onew.
 
“ … Jinki-… “
 
“ Vallo a cercare. E’ un litigio stupido, e tu lo sai bene. “
 
Oh lo sapeva. Lo sapeva fin dall’inizio.
Solo, il modo di fare di Key, che lo sfidava costantemente, che cercava di fare a modo suo senza pensare agli altri.
… Ma era davvero così?
Le sveglie non le aveva buttate realmente. Solo nascoste.
Forse aveva reagito troppo brutalmente.
E gli occhi con cui lo aveva guardato, subito prima di correre via…
 
“ … Lo porterò qui in men che non si dica. “
 
Un cenno affermativo del leader, ed un suo piccolo sorriso di incoraggiamento, e Jonghyun corse verso l’ingresso, uscendo dall’appartamento e bloccandosi perplesso solo dopo molti passi.
Già… Ma dove poteva essersi cacciato?
Doveva pensare da Diva(?).
Scosso il capo, cominciò a guardarsi attorno.
 
 
 
 
 
Qualche ora dopo, e la porta dell’appartamento si aprì.
I tre membri rimanenti del gruppo volsero immediatamente lo sguardo su di essa, ma la piccola speranza si appassì non appena la soglia venne attraversata solo da una persona.
 
“ … Nulla? “

“ Nulla. “
 
Taemin si morse il labbro inferiore, preoccupato.
Era ormai ora di pranzo, eppure Jonghyun non era ancora riuscito a trovarlo. Dove diamine poteva essersi cacciato?
Il ragazzo sospirò, sul viso un’espressione confusa e colpevole.
Minho lo fissò per qualche secondo, più mite nel mostrare i suoi sentimenti ma non per questo freddo.
 
“ Tornerà da solo.
Forse-… Ha solo bisogno di tempo per pensare. “
 
“ … “
 
Nessuna risposta, mentre si sedeva sconfitto vicino al leader, ponendo poi il volto tra le mani.
Ecco che arrivava il senso di colpa, bruciante e venefico.
Perché diavolo si era arrabbiato così?
Non era come se quelle sveglie avessero qualche significato particolare; il loro numero era solo dettato da uno di quegli strani riti che spesso aveva ed usata, da bravo beota credulone che era.
E per colpa di ciò Key era sparito chissà dove.
 
Le ore pian piano passavano, e del ragazzo ancora nessuna traccia.
L’ansia era andata crescendo sempre di più, e spesso Jonghyun si era ritrovato a fissare la porta dell’ingresso, sperando che si aprisse ed entrasse qualcuno di ben noto.
Non era l’unico a preoccuparsi, però; Taemin sembrava sull’orlo di una crisi isterica, a causa della sua ‘Umma’ dispersa, e solo la presenza e le consolazioni di Minho parevano non farlo scoppiare.
Anche Onew, con un insolito cipiglio sul viso, di tanto in tanto lanciava uno sguardo alla porta, oppure alla finestra che mostrava il cielo pian piano scurirsi.
 
“ … Basta. Torno a cercarlo. “
 
“ Jonghyun, è tardi-… “
 
“ Soprattutto per questo! E’ colpa mia se Key-… “
 
Il flusso di parole si bloccò, mentre sgranava gli occhi comprendendo cosa aveva sbagliato fino a quel momento.
Aveva pensato da Diva.
Eppure, non era ciò che aveva distrutto l’amico? Non era di ciò che l’aveva accusato, di essere solamente un bambino viziato dall’atteggiamento superiore?
Dio, era così idiota…
Neanche si prese la briga di dire altro agli altri, mentre varcava nuovamente la soglia dell’appartamento di corsa.
Quanto era stato stupido.
Non doveva pensare da Diva. Doveva pensare da Key.
 
 
 
 
 
I piccoli raggi della luna nascente si riflettevano sulle calme e placide acque del fiume Han, come in un gioco di luci ed ombre.
Sulla riva di esso, posato elegantemente sull’erba, sedeva una piccola figura i cui occhi dalla bellissima forma erano fissi sulla superficie del suddetto fiume, persi in chissà quali pensieri.
Forse aveva fatto male a scappare. E sapeva perfettamente che sarebbe tornato prima dell’avvento del giorno successivo.
Eppure, almeno per un po’ voleva allontanarsi da loro, da lui.
Le parole di Jonghyun ancora risuonavano nella sua mente, ed ogni sillaba pareva stringere in una fredda morsa il suo cuore.
 
Probabilmente una reazione del genere non sarebbe mai avvenuta se l’artefice di quelle parole fosse stato qualcun altro; il manager, qualche fan invidiosa, persino Minho.
Se le sarebbe lasciate scivolare addosso, scrollandole lontano da sé con un cipiglio ancora più superiore e fatto per andare contro le loro affermazioni.
Una persona qualunque non lo avrebbe mai potuto ferire con frasi del genere.

Jonghyun non era una persona qualunque.
Era un suo compagno, il suo migliore amico, la persona che… Segretamente amava.
Perché Key, da molto tempo, aveva compreso di provare qualcosa di più nei suoi confronti.
Certo era che l’altro non gli rendeva la vita facile, con tutti quei tocchi, quegli sguardi, quel ridere assieme… Eppure se da un lato resistere era sempre più difficile, dall’altro ne era grato, perché almeno in questo modo poteva stargli vicino, placare il proprio cuore.
Ecco il vero motivo per cui le sue parole lo avevano ferito a tal punto da farlo scappare con le lacrime agli occhi, lacrime che aveva lasciato libere di uscire non appena era giunto su quella riva.
Aveva sbagliato, certo.
Quelle stupide sveglie… Era stato un idiota a farne un dramma, come al solito.
Ora Jonghyun lo odiava.
Lo reputava solo un guscio vuoto, qualcosa di patetico che cercava di apparire al di sopra degli altri pur non avendo sostanza.
 
Si rese conto di essersi nuovamente lasciato trasportare con questi tetri pensieri non appena un’altra, piccola lacrima si fece largo sulla gota candida come i raggi lunari.
Se la asciugò velocemente, pensando con una piccola parte della mente di avere davvero un aspetto orribile, e flettendo le gambe si alzò con lentezza dall’erba, spazzolandosi appena le gambe dai rimasugli di terriccio.
Meglio tornare, ormai; si era fatto tardi, e Dio solo sapeva quanto odiasse girare da solo per Seoul di notte.
 
Un rumore di passi, veloci, ed un fiato accelerato a causa di una probabile corsa lo fecero immobilizzare, prima di sollevare piano lo sguardo verso la figura che era ormai a pochi metri di distanza.
 
“ … Key. “
 
Quest’ultimo rimase ad osservare Jonghyun per non si seppe quanti secondi, prima di ricordarsi di quelle fredde parole e girarsi dalla parte opposta, pronto ad andarsene.
Neanche un passo, però, che avvertì una stretta sul proprio polso, e si ritrovò costretto ad incatenare gli occhi con quelli dell’altro.
Un battito di ciglia, e cercò debolmente di allontanarsi, di retrocedere, senza successo.
 
“ L-Lasciami… “

“ No. Key, per favore, ascoltami un momento… “

Sembrava vano.
Jonghyun lo osservò cercare di sciogliere la presa, di mettere qualche passo di distanza tra loro; ed a questo punto fece qualcosa di davvero impulsivo.
Portò velocemente l’altra mano sulla schiena dell’altro, spingendoselo contro, e fece sì che le loro labbra si unissero in un bacio non progettato, ma ugualmente voluto.
Key spalancò le palpebre, a quel tocco gentile e soffice, mentre ogni tentativo di allontanarsi si congelò.
Vide Jonghyun spezzare quel momento, e fissarlo con degli occhi così intensi che gli parve di reggersi in piedi solo a causa della sua stretta.
 
“ Kibum, io-… Mi dispiace.
Quelle parole non sono ciò che penso davvero. Ero arrabbiato… “
 
Il susseguirsi di parole, veloci e spesso confuse, faceva comprendere di quanto fosse nervoso, ma allo stesso tempo Key poteva avvertire tutta la sincerità in ciò che diceva.

“ Per me non sei solo una diva, un ragazzino viziato.
Sei il mio migliore amico, sei quello che si prende cura di tutti noi, che mi fa sorridere, quello a cui penso ogni secondo di ogni giorno-… “
 
Sembrava poter andare avanti all’infinito, in quei balbettii incongruenti ma che stavano per far scoppiare il cuore dell’altro dall’emozione e dalla felicità.
Ora era il suo turno di dire qualcosa, di bloccarlo.

“ … Troppo romantico, pabo… “
 
Sussurrò, prima di cingergli il collo con le braccia, e bloccando il flusso di parole con un altro bacio.
Sorrise in esso, avvertendo una stretta leggera ma presente sulla vita, ed all’improvviso capì di star bene.

“ Torniamo a casa. “
 
 
 
 
 
“ Per quanto riguarda quelle sveglie-… “

“ Ah, lascia stare. Le ho buttate. “

“ Cos-… Jonghyun! “
 
“ Pensavo ti facesse piacere-! “

“ … Sei un idiota. “

“ Ma lo ami questo idiota~. E poi… “
 
“ …? “

“ Da oggi sei ufficialmente /tu/ la mia sveglia. “
 
“ … Sapevo che c’era la fregatura. “
 
 
 
๑ Jonghyun ha (o aveva) una serie di sveglie, cinque per l’esattezza, sistemate di fila sul proprio comodino.
  
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