ESILIATO
5
Di
Elizabeth Goode
traduttore Darkjedi
I
raggi del sole entravano
attraverso la finestra della camera di Estel, illuminando i suoi
capelli scuri.
Il riposo del Ramingo era la perfetta immagine della pace e sonno
sereno. Era passata
una settimana e mezzo da quando era tornato a Rivendell, e Legolas
aveva
scherzato col suo amico dicendo che il sonno era diventata la sua
occupazione professionale,
allora Estel
trovò il modo per vendicarsi.
Seduto su una comoda sedia accanto al letto del suo amico, Legolas
aspettò pazientemente
che Estel si svegliasse. Sapeva che una volta sveglio avrebbe voluto
scendere
giù per la cena per la prima volta dal suo ritorno a casa, e
l’elfo sapeva che
avrebbe bisogno di aiuto per lavarsi e vestirsi con il braccio rotto.
Legolas
conosceva abbastanza bene Estel da sapere che accettare un qualche
aiuto da suo
padre o dai suoi fratelli lo avrebbe soltanto messo in imbarazzo, e
così aveva
deciso di offrire il suo aiuto volontariamente.
" Legolas ?"
Al suono della voce di Estel, il Principe di Mirkwood sedette su
diritto e incontrò
gli occhi del suo amico. " Sì ?"
" Io pensavo che gli elfi fossero tranquilli e silenziosi ".
" Lo siamo ".
" Evidentemente tu no. Il tuo continuo movimento su quella sedia mi ha
svegliato.
Legolas sorrise felice che Estel stesse abbastanza bene da avere voglia
di
scherzare. " No, amico mio. Ti sei svegliato perché hai
dormito per tutta
la notte e gran parte della giornata. È quasi ora di cena.
Non incolpare l’elfo,
umano. Questo elfo si preoccupa solo che tu stia bene ".
Estel si sedette lentamente, trasalendo un pò mentre cercava
di raddrizzare di
nuovo la sua schiena dolorante.
"Se
hai veramente hai a
cuore il mio interesse, elfo aiutami a tirarmi su. Mi sento come se
fossi stato
calpestato dagli olifanti ".
Sapendo che per chiedere aiuto Estel doveva sentirsi veramente male,
Legolas si
mosse per offrire la sua assistenza. La febbre aveva lasciato il
giovane umano fragile
ed indebolito, e Legolas capì veramente per la prima volta,
quello che voleva
dire essere malato. Essendo un elfo, non aveva mai sperimentato la
febbre e il
raffreddore o le altre varie malattie di cui Estel aveva dovuto
soffrire. La
fragilità dei mortali era stato un peso pesante sulla mente
del principe elfo
da quando aveva trovato il suo amico nel campo degli orchi.
"Cosa c’è che non va?"
Legolas scosse la testa. " Niente. Dai, lascia che ti aiuti con quella tunica..."
"Amico mio, tu non puoi imbrogliarmi. C’è qualcosa
che ti preoccupa, ed io
voglio sapere cos’è così che posso
aiutarti ".
Il Principe di Mirkwood sospirò, sedendosi accanto ad Estel.
"Ci sono cose
che neanche tu puoi riparare, anche se sarai il Re di Uomini ".
Estel scosse la testa. " Tu sai che io non ho nessun desiderio di
essere
re, ma non è questo il punto. Cosa ti preoccupa ?"
" Ho temuto per la tua vita, Estel. Quando ti ho trovato e ho visto le
tue
ferite, il mio cuore si rattristò, ma sapevo che alla fine
il corpo sarebbe
guarito. E’ stata la malattia che mi ha spaventato. Ti ho
già visto prima
malato, ma non mentre deliravi. La febbre ti ha fatto dire certe
cose..."
Legolas si fermò, mentre guardava il pavimento.
"Ho detto cose che non avevano senso e ho parlato a persone che non
erano
presenti, e ti sei spaventato vedermi così. Naturalmente
l’ho fatto. I Priminati
non conoscono le malattie. Posso rassicurarti che ora sto bene, e che
questo è
grazie a te ". Per un momento, gli occhi di Estel furono tormentati.
" Posso solo dirti che non
sono mai
stato tanto felice di vedere qualcuno nella mia vita quando
ho capito che tu mi avevi portato via
da quel posto ".
L'immagine del corpo ferito di Estel legato a quel palo di legno non
avrebbe
lasciato tanto presto la mente del Principe
di Mirkwood, né poteva il suono delle
sue grida mentre gli orchi lo colpivano senza pietà.
Soppresse un brivido.
" Una domanda, amico mio. Come, nel nome di tutto ciò che
è sacro nella Terra
di Mezzo sei
riuscito ad uccidere
trentacinque orchi nella condizioni in cui ti trovavi? Tu riuscivi
appena a
stare in piedi!"
L'espressione tormentata lasciò gli occhi
dell’umano e lui rise forte, un suono
che a Legolas era mancato molto. " L’ovvia risposta a questa
domanda è che
devo essere un guerriero straordinariamente terribile. Appena mi hanno
visto,
si sono gettati sulle loro spade proprio per evitare la punizione che
io avrei
dato a loro ". Lo scintillio nei suoi occhi era l'unico segnale
esteriore
che lui si stava divertendosi alle spalle di Legolas, ma
all’elfo non importava
affatto.
"Allora è per questo che i Raminghi ti conoscono come
Strider? Perché tu
ti pavoneggi sulla consapevolezza della tua superiorità ?"
" Hmph. Un elfo che parla della superiorità di un umano? Il
cielo è caduto
mentre sono stato malato?"
Legolas rimase in piedi, aiutando Estel ad alzarsi. "Lascia che ti
aiuti a
metterti questa tunica. Se non andiamo giù a cena,
è probabile che tuo padre mandi
i gemelli a vedere cosa stiamo facendo. Arwen ti ha trovato una camicia
che si
abbottona sul davanti così non dovrai sollevare le braccia
per infilarla."
Mentre la stoffa morbida sfiorava la sua schiena, Estel
trasalì leggermente.
"sono contento che lei lo abbia fatto. Non penso di riuscire ad alzare
le braccia,
almeno non ancora." Lui guardò il suo riflesso allo specchio
che era
appeso sul muro opposto ed aggrottò le ciglia. Il giovane
che lo fissava
dall’altra parte era pallido e magro. La sua barba
irregolare era stata sistemata
ed i suoi capelli lavati, ma lui sembrava ancora smagrito. Il taglio
che ha correva
dall’attaccatura dei suoi capelli alla sua linea di mascella
stava guarendo bene,
ma i punti erano ancora in rilievo in netto contrasto con la sua faccia
pallida.
"Lei non ci farà caso, lo sai. Arwen sarà
così felice di vederti
sottomesso al suo potere che non baderà
al tuo aspetto."
Estel si allontanò dallo specchio, mentre sentiva un leggero rossore strisciare
sulla faccia.
" Non è quello che stavo pensando."
"
E gli olifanti possono
volare, amico mio. Vieni, la cena ci aspetta ed io comincio a sentire i
tormenti della fame ".
Sollevando gli occhi, Estel seguì Legolas fuori dalla
stanza. " Elfi! Fra
i Raminghi, sono abituato a sentire, 'il cibo è pronto?
Bene, servilo, sto
morendo di fame! '. Con te, anche gli argomenti banali diventano poesia
".
L’elfo sorrise, scuotendo la testa. "Questo è uno
dei regali dei Priminati
".
" Bene, andiamo o no? Io odio davvero lasciare la cena ad aspettare,
per
paura che ' i tormenti della fame
'
inizino a tormentare anche me!"
La
cena andò bene.
Estel fu fatto sedere su una delle sedie più comode che si
trovavano intorno alla
tavola, ed Arwen si sedette alla sua destra accanto a lui. Durante
tutto il
pasto, lei cercò di attrarre la sua attenzione e gli
lanciava un sorriso o gli
strizzava l’occhio mostrandogli che era contenta che lui si
fosse unito alla
famiglia per la cena. Elladan ed Elrohir si stuzzicavano allegramente
l'uno con
l'altro e con chiunque altro riuscissero a convincere a partecipare.
Molte
volte durante il pasto, Estel sorprese Elrond che lo guardava mentre si
piegava
in avanti per raggiungere il suo calice di vino, inquietando il giovane
umano.
Un sentimento di intenso sollievo lo riempì mentre
comprendeva che suo padre
adottivo era veramente preoccupato per lui.
Gandalf li intrattenne tutti con le storie dei suoi molti viaggi, e
più di una
volta lanciò uno sguardo ad Estel con la coda
dell’occhio. Il giovane umano
aveva sempre avuto un posto speciale nel cuore dello stregone, e dopo
il salvataggio,
era solo aumentato.
Dopo il pasto, Estel si sentì molto più stanco di
quanto avesse pensato. Arwen
infilò dolcemente il suo braccio attraverso quello buono di
Estel. "Lasciami
camminare con te mentre torni nella tua stanza. Non sei ancora guarito,
e devi essere
esausto."
Lui accettò con gratitudine la sua offerta. "Sono contento
per l'aiuto e
per la compagnia." Estel esitò prima di continuare. "Elladan
mi ha
detto che sei venuta alla mia ricerca insieme lui e ad Elrohir per
tentare di
trovare me e Legolas. Se ci penso, me lo ricordo ma tutto è
così annebbiato. Tu
hai colpito Ugblood all'occhio. Ti ringrazio."
Arwen sorrise, mentre si piegava per posare un leggero bacio sulla
guancia di
Estel. "Non sopportavo di pensare che tu fossi in pericolo.
Naturalmente
che sono venuta alla
tua ricerca, mio adorato."
"Shh! Non chiamarmi ' mio adorato '. E’ stato proprio quello
che ha fatto
arrabbiare Ada. Non ho nessun desiderio di farlo arrabbiare di nuovo." Bisbigliò a bassa
voce, lui, "non penso
che potrei sopportare di essere cacciato via di nuovo da Rivendell ".
Lei scosse la sua testa, confusa. "Allora non mi ami? Ti ho sentito
gridare mentre avevi la febbre, tu mi ha chiamato 'mia amata '"
Estel aggrottò le ciglia, i suoi occhi erano appannati dalle
lacrime. "Tu
sarai sempre la mia adorata, Arwen Undomiel. Io volevo soltanto dire
che
siccome tuo padre non approva i miei sentimenti per te, sarei davvero
un ospite
misero e impudente per sfidarlo così."
" Ospite? Estel, questa è la tua casa. Ada si è
pentito delle cose che ti
ha detto, e lui ti ama!"
" Io non sono un elfo, Arwen. La scelta di Luthien non dovrebbe essere
la
tua. Non posso fare una scelta che finirà per estinguere
della luce
dell'Evenstar ".
Le guance pallide arrossirono per l’agitazione, e
drizzò le spalle snelle.
" Estel, tu ti stai sbagliando. Nessuna scelta che tu potresti fare
potrebbe causare quello che deve accadere. C'è una ragione
per cui è ricordata
come la scelta di Luthien, e non la scelta di Beren. Se tu adempirai al
tuo
destino, avrai molte cose che peseranno su di te. L’ultima
cosa della quale avrai
bisogno non sarà il fardello della mia mortalità.
Ecco perché sarà una mia
scelta, non tua ".
Arrivarono alla porta della stanza di Estel, e si fermarono. Lui la
fissò nei
suoi profondi occhi blu e, l’unica
cosa
che voleva era chinarsi e baciarla. Le sue parole calmarono il
conflitto nella
sua mente, e non per la prima volta, lui la fissò con timore
riverenziale per
la sua saggezza. "Posso ?"
Lei sorrise. " Cosa vuoi fare?"
" Vorrei baciarti ".
Arwen inclinò il viso accanto a lui, attenta al suo braccio
ferito. " Allora
sei molto fortunato per entrambi, anch’io lo voglio
moltissimo".
Estel si sedette sul bordo del letto, la
sua
mente ancora ripensava al bacio che aveva diviso con Arwen.
Sapeva che il suo corpo stava reclamando
per il riposo, ma sfortunatamente stava anche gridando per il dolore
fisico. La
sua schiena pulsava di continuo, il suo torace era ancora piuttosto
dolorante,
e oltretutto, iniziava a sentire la testa confusa.
Qualcuno bussò leggermente alla porta, e lui
sentì la voce di Elrond. "
Estel? Posso entrare?"
" Certamente, Ada ".
La porta si aprì lentamente, ed Elrond entrò,
richiudendo la porta dietro di
lui. "Ti ho portato della pomata per calmare la tua schiena, ed un
tè per
aiutarti a dormire ".
Questa era stata sin da allora una routine da che Estel era stato
liberato, ma
era stato così malato che ricordava appena alcune parole che
si erano
scambiate. Non protestò mentre Elrond gli tolse la tunica ed
esaminò la sua
schiena che stava guarendo, mentre premeva dolcemente in alcuni punti.
Quando
Estel trasalì e ansimò, lui si fermò.
"La tua schiena prenderà un pò di
tempo per guarire, ma fino ad allora questa pomata dovrebbe calmarti.
Distenditi
giù, figlio mio ".
C'era una ragione molto buona per cui Elrond era conosciuto in lungo e
largo
come un eccellente guaritore, anche fra elfi. Dopo pochi minuti, i
muscoli tesi
e annodati e la carne dolorante, si rilassarono sotto le sue mani
gentili. La
respirazione di Estel divenne profonda e regolare mentre lui ascoltava
la voce
di Elrond.
" Mi ricordo quando ti portarono da me. Eri piccolo e abbastanza
turbolento, ma ti volli subito bene quando ti misi a letto e iniziai a
leggerti
qualcosa. Qualche volta, quando avevi un incubo o eri malato, io mi
sedevo accanto
a te come faccio adesso". Il signore degli elfi sospirò. "Mi
sembra,
come se tutto questo sia successo ieri ".
Estel era rilassato così profondamente che Elrond si
fermò, chinandosi, per
vedere se suo
figlio adottivo si fosse
addormentato.
"Sono sveglio ". La voce di Estel era sommessa, con una sfumatura di
sonnolenza.
" Bene, perché c'è qualcosa di molto importante
che desidero dirti ".
Elrond aggrottò le ciglia mentre sentì che tutto
il lavoro che aveva fatto per
far rilassare il giovane si
stava sfasciando.
Le spalle di Estel si tesero, la sua schiena ricominciò a
fargli di nuovo male.
" Estel, figlio mio. Tu hai attraversato una prova terribile, ed
è stato per colpa mia, della mia sciocca rabbia che tu hai sofferto. Ti chiedo di perdonarmi. Tu eri un
caro, dolce bambino e
sei diventato un uomo forte, affettuoso e coraggioso. I tuoi genitori
umani
sarebbero molto orgogliosi di te, ed non potrei essere più
orgoglioso di come
sei cresciuto."
Per un lungo momento, Estel non parlò, ed Elrond
iniziò a temere che il suo
umano figlio fosse rimasto tanto ferito dal suo comportamento da non
riuscire a
perdonarlo. Il signore degli elfi si inclinò
verso di lui per vedere la faccia di Estel, e comprese che
non aveva
ancora parlato perché stava lottando contro le lacrime che
sgorgavano dai suoi
occhi. Senza esitare un momento, Elrond strinse suo figlio adottivo in
un
abbraccio affettuoso, mentre a bassa voce gli mormorava parole per
calmarlo,
lisciandogli i capelli scuri e scompigliati. Una
fugace immagine di Estel di quando era un
bambino ridente con gli stessi capelli aggrovigliati che aveva adesso,
passò attraverso
la mente di Elrond, e lui sorrise al piacevole ricordo.
" Io avevo paura ".
Elrond annuì rassicurante.
"Naturalmente
che lo eri. Tutti hanno paura degli orchi. Loro sono grandi, crudeli, e
depravati. Furono creati con lo scopo di inspirare paura negli esseri
che
appartengono alla luce, come tu ed io. La
cosa più importante è che la tua
paura non diventi il tuo padrone. Tu
hai lottato contro di loro e li hai uccisi, anche dopo che loro ti
avevano
ferito seriamente. E tu hai lottato per proteggere Rivendell,
nonostante la
nostra dolorosa separazione. Per questo, mio figlio, io ti ringrazio".
Titubante, Estel chiese, "non sei più adirato
perchè sono innamorato di tua
figlia? Io l’abbandonerei se potessi, per il suo bene, per il
tuo, ma la luce
dell'Evenstar non calerà, neanche nel mio cuore ".
"Il giorno che tu adempirai al tuo destino come Erede di Isildur e
salirai
sul trono di Gondor e di Arnor, la mia Arwen Undomiel potrà
diventare tua
moglie, con la mia benedizione. Lei mi ha spiegato le molte sfumature
della
scelta di Luthien, soprattutto che era una scelta fatta da Luthien
stessa, e
non da Beren o da qualcun altro".
Il
signore degli elfi si
strofinò le tempie con aria rassegnata. " Lei ha
così eloquentemente dibattuto
le sue ragioni che io quasi mi pentii di averle dato il permesso di
andare a
vivere con sua nonna per così tanto tempo. La padronanza di
Galadriel nella
lingua era, avevo pensato, unica ". "Tu
non lo hai chiamato
'Estel' semplicemente perché ti piaceva il nome. Il destino
della Terra di Mezzo
potrebbe poggiare su di lui ". Gandalf stava fermo in piedi sulla porta.
Estel si asciugò gli occhi e ridacchiò
leggermente all'immagine di Arwen mentre
'istruiva' Elrond sui punti più belli della storia di Elfi.
" Lei ti ama, Estel. Io non porterò in lei la tristezza
negando il
desiderio del suo cuore. Ed io voglio bene anche a te e non voglio
vederti distrutto
".
Il tè di erbe iniziò a fare effetto, ed Estel
sbadigliò insonnolito. "Sei
perdonato, Ada. Io sono così contento di essere a casa e - e
felice che tu -
" Estel sbadigliò di nuovo, ed Elrond gli
aggiustò le coperte
per farlo stare comodo. "Anche io
ti voglio bene, Ada ".
"Riposa, ragazzo mio ".
Il giovane Ramingo si addormentò di nuovo, e per lungo tempo
Elrond rimase
seduto accanto a lui, pensando per la prima volta cosa avrebbe
significato
sapere che Estel era stato ucciso dagli orchi o portato di fronte a
Sauron. Rabbrividì
al pensiero.
Elrond si girò a guardare lo stregone. "Allora la Terra di
Mezzo è in
buone mani. Lui è un regalo, Mithrandir. Mi addolora solo
sapere che la sua
vita non sarà facile. Temo per la sua sicurezza ".
Gandalf annuì tristemente. "Cercherò di tenerlo
d’occhio ogni volta che
posso, e so che tu con i tuoi figli e tua figlia lo terrete
d’occhio per bene.
Legolas Greenleaf sembra essere piuttosto intenzionato a tenere Estel
più al
sicuro possibile. Se posso dirlo, mi sembra un esercito piuttosto
impressionante
di guardie del corpo per il ragazzo ".
Elrond diede al suo figlio adottivo addormentato una lieve carezza. "
Conoscendo Estel come lo conosco, serviranno tutti per tenerlo vivo
fino a
quando non sarà il tempo per lui di adempiere al suo
destino. Il ragazzo sembra
credere di essere invincibile. Nessun elfo sano di mente avrebbe fatto
quello
che ha fatto lui. Suppongo che è
in quel
momento che Legolas ed i gemelli sono intervenuti. Loro lo tengono
sempre
d’occhio, anche se lui non è più un
bambino ".
Per lungo tempo, il Signore di Rivendell e lo stregone guardarono il
giovane
uomo dormire, entrambi con la stessa preoccupazione, Estel doveva
riposare, ora
che poteva, il più possibile fino a quando non si fosse ripreso
completamente, perchè nei tempi
che sarebbero venuti lo aspettavano momenti difficili.