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Autore: darkjedi    13/07/2012    2 recensioni
Il titolo dice tutto!
Questa è una traduzione ed mi è stato gentilmente concessa da Elizabeth Goode
YAHOO FINALMENTE E' FINITA QUESTO E' IL QUINTO E ULTIMO CAPITOLO|
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Elrond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ESILIATO 5

Di Elizabeth Goode traduttore Darkjedi

I raggi del sole entravano attraverso la finestra della camera di Estel, illuminando i suoi capelli scuri.
Il riposo del Ramingo era la perfetta immagine della pace e sonno sereno. Era passata una settimana e mezzo da quando era tornato a Rivendell, e Legolas aveva scherzato col suo amico dicendo che il sonno era diventata la sua occupazione  professionale, allora Estel trovò il modo per vendicarsi.

Seduto su una comoda sedia accanto al letto del suo amico, Legolas aspettò pazientemente che Estel si svegliasse. Sapeva che una volta sveglio avrebbe voluto scendere giù per la cena per la prima volta dal suo ritorno a casa, e l’elfo sapeva che avrebbe bisogno di aiuto per lavarsi e vestirsi con il braccio rotto. Legolas conosceva abbastanza bene Estel da sapere che accettare un qualche aiuto da suo padre o dai suoi fratelli lo avrebbe soltanto messo in imbarazzo, e così aveva deciso di offrire il suo aiuto volontariamente.

" Legolas ?"

Al suono della voce di Estel, il Principe di Mirkwood sedette su diritto e incontrò gli occhi del suo amico. " Sì ?"

" Io pensavo che gli elfi fossero tranquilli e silenziosi ".

" Lo siamo ".

" Evidentemente tu no. Il tuo continuo movimento su quella sedia mi ha svegliato.

Legolas sorrise felice che Estel stesse abbastanza bene da avere voglia di scherzare. " No, amico mio. Ti sei svegliato perché hai dormito per tutta la notte e gran parte della giornata. È quasi ora di cena. Non incolpare l’elfo, umano. Questo elfo si preoccupa solo che tu stia bene ".

Estel si sedette lentamente, trasalendo un pò mentre cercava di raddrizzare di nuovo la sua schiena dolorante.

"Se hai veramente hai a cuore il mio interesse, elfo aiutami a tirarmi su. Mi sento come se fossi stato calpestato dagli olifanti ".

Sapendo che per chiedere aiuto Estel doveva sentirsi veramente male, Legolas si mosse per offrire la sua assistenza. La febbre aveva lasciato il giovane umano fragile ed indebolito, e Legolas capì veramente per la prima volta, quello che voleva dire essere malato. Essendo un elfo, non aveva mai sperimentato la febbre e il raffreddore o le altre varie malattie di cui Estel aveva dovuto soffrire. La fragilità dei mortali era stato un peso pesante sulla mente del principe elfo da quando aveva trovato il suo amico nel campo degli orchi.

"Cosa c’è che non va?"

Legolas scosse la testa. " Niente. Dai, lascia che ti aiuti con quella  tunica..."

"Amico mio, tu non puoi imbrogliarmi. C’è qualcosa che ti preoccupa, ed io voglio sapere cos’è così che posso aiutarti ".

Il Principe di Mirkwood sospirò, sedendosi accanto ad Estel. "Ci sono cose che neanche tu puoi riparare, anche se sarai il Re di Uomini ".

Estel scosse la testa. " Tu sai che io non ho nessun desiderio di essere re, ma non è questo il punto. Cosa ti preoccupa ?"
" Ho temuto per la tua vita, Estel. Quando ti ho trovato e ho visto le tue ferite, il mio cuore si rattristò, ma sapevo che alla fine il corpo sarebbe guarito. E’ stata la malattia che mi ha spaventato. Ti ho già visto prima malato, ma non mentre deliravi. La febbre ti ha fatto dire certe cose..." Legolas si fermò, mentre guardava il pavimento.

"Ho detto cose che non avevano senso e ho parlato a persone che non erano presenti, e ti sei spaventato vedermi così. Naturalmente l’ho fatto. I Priminati non conoscono le malattie. Posso rassicurarti che ora sto bene, e che questo è grazie a te ". Per un momento, gli occhi di Estel furono tormentati. " Posso solo dirti che  non sono mai stato tanto felice di vedere qualcuno nella mia vita  quando ho capito che tu mi avevi portato via da quel posto ".

L'immagine del corpo ferito di Estel legato a quel palo di legno non avrebbe lasciato tanto presto la mente del  Principe di Mirkwood, né poteva il suono delle sue grida mentre gli orchi lo colpivano senza pietà. Soppresse un brivido. " Una domanda, amico mio. Come, nel nome di tutto ciò che è sacro nella Terra di Mezzo  sei riuscito ad uccidere trentacinque orchi nella condizioni in cui ti trovavi? Tu riuscivi appena a stare in piedi!"


L'espressione tormentata lasciò gli occhi dell’umano e lui rise forte, un suono che a Legolas era mancato molto. " L’ovvia risposta a questa domanda è che devo essere un guerriero straordinariamente terribile. Appena mi hanno visto, si sono gettati sulle loro spade proprio per evitare la punizione che io avrei dato a loro ". Lo scintillio nei suoi occhi era l'unico segnale esteriore che lui si stava divertendosi alle spalle di Legolas, ma all’elfo non importava affatto.

"Allora è per questo che i Raminghi ti conoscono come Strider? Perché tu ti pavoneggi sulla consapevolezza della tua superiorità ?"

" Hmph. Un elfo che parla della superiorità di un umano? Il cielo è caduto mentre sono stato malato?"

Legolas rimase in piedi, aiutando Estel ad alzarsi. "Lascia che ti aiuti a metterti questa tunica. Se non andiamo giù a cena, è probabile che tuo padre mandi i gemelli a vedere cosa stiamo facendo. Arwen ti ha trovato una camicia che si abbottona sul davanti così non dovrai sollevare le braccia per infilarla."

Mentre la stoffa morbida sfiorava la sua schiena, Estel trasalì leggermente. "sono contento che lei lo abbia fatto. Non penso di riuscire ad alzare le braccia, almeno non ancora." Lui guardò il suo riflesso allo specchio che era appeso sul muro opposto ed aggrottò le ciglia. Il giovane che lo fissava dall’altra parte era pallido e magro. La sua barba irregolare era stata sistemata ed i suoi capelli lavati, ma lui sembrava ancora smagrito. Il taglio che ha correva dall’attaccatura dei suoi capelli alla sua linea di mascella stava guarendo bene, ma i punti erano ancora in rilievo in netto contrasto con la sua faccia pallida.

"Lei non ci farà caso, lo sai. Arwen sarà così felice di vederti sottomesso al suo potere che non  baderà al tuo aspetto."

Estel si allontanò dallo specchio, mentre sentiva un  leggero rossore strisciare sulla faccia. " Non è quello che stavo pensando."

" E gli olifanti possono volare, amico mio. Vieni, la cena ci aspetta ed io comincio a sentire i tormenti della fame ".

Sollevando gli occhi, Estel seguì Legolas fuori dalla stanza. " Elfi! Fra i Raminghi, sono abituato a sentire, 'il cibo è pronto? Bene, servilo, sto morendo di fame! '. Con te, anche gli argomenti banali diventano poesia ".

L’elfo sorrise, scuotendo la testa. "Questo è uno dei regali dei Priminati ".

" Bene, andiamo o no? Io odio davvero lasciare la cena ad aspettare, per paura che ' i tormenti della  fame ' inizino a tormentare anche me!"

La cena andò bene.
Estel fu fatto sedere su una delle sedie più comode che si trovavano intorno alla tavola, ed Arwen si sedette alla sua destra accanto a lui. Durante tutto il pasto, lei cercò di attrarre la sua attenzione e gli lanciava un sorriso o gli strizzava l’occhio mostrandogli che era contenta che lui si fosse unito alla famiglia per la cena. Elladan ed Elrohir si stuzzicavano allegramente l'uno con l'altro e con chiunque altro riuscissero a convincere a partecipare. Molte volte durante il pasto, Estel sorprese Elrond che lo guardava mentre si piegava in avanti per raggiungere il suo calice di vino, inquietando il giovane umano. Un sentimento di intenso sollievo lo riempì mentre comprendeva che suo padre adottivo era veramente preoccupato per lui.

Gandalf li intrattenne tutti con le storie dei suoi molti viaggi, e più di una volta lanciò uno sguardo ad Estel con la coda dell’occhio. Il giovane umano aveva sempre avuto un posto speciale nel cuore dello stregone, e dopo il salvataggio, era solo aumentato.

Dopo il pasto, Estel si sentì molto più stanco di quanto avesse pensato. Arwen infilò dolcemente il suo braccio attraverso quello buono di Estel. "Lasciami camminare con te mentre torni nella tua stanza. Non sei ancora guarito, e devi essere esausto."

Lui accettò con gratitudine la sua offerta. "Sono contento per l'aiuto e per la compagnia." Estel esitò prima di continuare. "Elladan mi ha detto che sei venuta alla mia ricerca insieme lui e ad Elrohir per tentare di trovare me e Legolas. Se ci penso, me lo ricordo ma tutto è così annebbiato. Tu hai colpito Ugblood all'occhio. Ti ringrazio."

Arwen sorrise, mentre si piegava per posare un leggero bacio sulla guancia di Estel. "Non sopportavo di pensare che tu fossi in pericolo. Naturalmente che sono venuta  alla tua ricerca, mio adorato."

"Shh! Non chiamarmi ' mio adorato '. E’ stato proprio quello che ha fatto arrabbiare Ada. Non ho nessun desiderio di farlo arrabbiare di nuovo."  Bisbigliò a bassa voce, lui, "non penso che potrei sopportare di essere cacciato via di nuovo da Rivendell ".

Lei scosse la sua testa, confusa. "Allora non mi ami? Ti ho sentito gridare mentre avevi la febbre, tu mi ha chiamato 'mia amata '"

Estel aggrottò le ciglia, i suoi occhi erano appannati dalle lacrime. "Tu sarai sempre la mia adorata, Arwen Undomiel. Io volevo soltanto dire che siccome tuo padre non approva i miei sentimenti per te, sarei davvero un ospite misero e impudente per sfidarlo così."

" Ospite? Estel, questa è la tua casa. Ada si è pentito delle cose che ti ha detto, e lui ti ama!"

" Io non sono un elfo, Arwen. La scelta di Luthien non dovrebbe essere la tua. Non posso fare una scelta che finirà per estinguere della luce dell'Evenstar ".

Le guance pallide arrossirono per l’agitazione, e drizzò le spalle snelle. " Estel, tu ti stai sbagliando. Nessuna scelta che tu potresti fare potrebbe causare quello che deve accadere. C'è una ragione per cui è ricordata come la scelta di Luthien, e non la scelta di Beren. Se tu adempirai al tuo destino, avrai molte cose che peseranno su di te. L’ultima cosa della quale avrai bisogno non sarà il fardello della mia mortalità. Ecco perché sarà una mia scelta, non tua ".

Arrivarono alla porta della stanza di Estel, e si fermarono. Lui la fissò nei suoi profondi occhi blu e,  l’unica cosa che voleva era chinarsi e baciarla. Le sue parole calmarono il conflitto nella sua mente, e non per la prima volta, lui la fissò con timore riverenziale per la sua saggezza. "Posso ?"

Lei sorrise. " Cosa vuoi fare?"

" Vorrei baciarti ".

Arwen inclinò il viso accanto a lui, attenta al suo braccio ferito. " Allora sei molto fortunato per entrambi, anch’io lo voglio moltissimo".

Estel si sedette sul bordo del letto, la sua mente ancora ripensava al bacio che aveva diviso con Arwen.
Sapeva che il suo corpo stava  reclamando per il riposo, ma sfortunatamente stava anche gridando per il dolore fisico. La sua schiena pulsava di continuo, il suo torace era ancora piuttosto dolorante, e oltretutto, iniziava a sentire la testa confusa.

Qualcuno bussò leggermente alla porta, e lui sentì la voce di Elrond. " Estel? Posso entrare?"

" Certamente, Ada ".

La porta si aprì lentamente, ed Elrond entrò, richiudendo la porta dietro di lui. "Ti ho portato della pomata per calmare la tua schiena, ed un tè per aiutarti a dormire ".

Questa era stata sin da allora una routine da che Estel era stato liberato, ma era stato così malato che ricordava appena alcune parole che si erano scambiate. Non protestò mentre Elrond gli tolse la tunica ed esaminò la sua schiena che stava guarendo, mentre premeva dolcemente in alcuni punti. Quando Estel trasalì e ansimò, lui si fermò. "La tua schiena prenderà un pò di tempo per guarire, ma fino ad allora questa pomata dovrebbe calmarti. Distenditi giù, figlio mio ".

C'era una ragione molto buona per cui Elrond era conosciuto in lungo e largo come un eccellente guaritore, anche fra elfi. Dopo pochi minuti, i muscoli tesi e annodati e la carne dolorante, si rilassarono sotto le sue mani gentili. La respirazione di Estel divenne profonda e regolare mentre lui ascoltava la voce di Elrond.

" Mi ricordo quando ti portarono da me. Eri piccolo e abbastanza turbolento, ma ti volli subito bene quando ti misi a letto e iniziai a leggerti qualcosa. Qualche volta, quando avevi un incubo o eri malato, io mi sedevo accanto a te come faccio adesso". Il signore degli elfi sospirò. "Mi sembra, come se tutto questo sia successo ieri ".

Estel era rilassato così profondamente che Elrond si fermò, chinandosi, per vedere  se suo figlio adottivo si fosse addormentato.

"Sono sveglio ". La voce di Estel era sommessa, con una sfumatura di sonnolenza.

" Bene, perché c'è qualcosa di molto importante che desidero dirti ". Elrond aggrottò le ciglia mentre sentì che tutto il lavoro che aveva fatto per far rilassare il giovane  si stava sfasciando. Le spalle di Estel si tesero, la sua schiena ricominciò a fargli di nuovo male. " Estel, figlio mio. Tu hai attraversato una prova terribile, ed è stato per colpa mia, della mia sciocca rabbia che tu hai sofferto. Ti chiedo di perdonarmi. Tu eri un caro, dolce bambino e sei diventato un uomo forte, affettuoso e coraggioso. I tuoi genitori umani sarebbero molto orgogliosi di te, ed non potrei essere più orgoglioso di come sei cresciuto."

Per un lungo momento, Estel non parlò, ed Elrond iniziò a temere che il suo umano figlio fosse rimasto tanto ferito dal suo comportamento da non riuscire a perdonarlo. Il signore degli elfi si inclinò  verso di lui per vedere la faccia di Estel, e comprese che non aveva ancora parlato perché stava lottando contro le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi. Senza esitare un momento, Elrond strinse suo figlio adottivo in un abbraccio affettuoso, mentre a bassa voce gli mormorava parole per calmarlo, lisciandogli i capelli scuri e scompigliati. Una  fugace immagine di Estel di quando era un bambino ridente con gli stessi capelli aggrovigliati che aveva adesso, passò attraverso la mente di Elrond, e lui sorrise al piacevole ricordo.

" Io avevo paura ".

Elrond annuì  rassicurante. "Naturalmente che lo eri. Tutti hanno paura degli orchi. Loro sono grandi, crudeli, e depravati. Furono creati con lo scopo di inspirare paura negli esseri che appartengono alla luce, come tu ed io. La  cosa più importante è che la tua paura non diventi il tuo padrone. Tu hai lottato contro di loro e li hai uccisi, anche dopo che loro ti avevano ferito seriamente. E tu hai lottato per proteggere Rivendell, nonostante la nostra dolorosa separazione. Per questo, mio figlio, io ti ringrazio".

Titubante, Estel chiese, "non sei più adirato perchè sono innamorato di tua figlia? Io l’abbandonerei se potessi, per il suo bene, per il tuo, ma la luce dell'Evenstar non calerà, neanche nel mio cuore ".

"Il giorno che tu adempirai al tuo destino come Erede di Isildur e salirai sul trono di Gondor e di Arnor, la mia Arwen Undomiel potrà diventare tua moglie, con la mia benedizione. Lei mi ha spiegato le molte sfumature della scelta di Luthien, soprattutto che era una scelta fatta da Luthien stessa, e non da Beren o da qualcun altro".

Il signore degli elfi si strofinò le tempie con aria rassegnata. " Lei ha così eloquentemente dibattuto le sue ragioni che io quasi mi pentii di averle dato il permesso di andare a vivere con sua nonna per così tanto tempo. La padronanza di Galadriel nella lingua era, avevo pensato, unica ".

Estel si asciugò gli occhi e ridacchiò leggermente all'immagine di Arwen mentre 'istruiva' Elrond sui punti più belli della storia di Elfi.

" Lei ti ama, Estel. Io non porterò in lei la tristezza negando il desiderio del suo cuore. Ed io voglio bene anche a te e non voglio vederti distrutto ".

Il tè di erbe iniziò a fare effetto, ed Estel sbadigliò insonnolito. "Sei perdonato, Ada. Io sono così contento di essere a casa e - e felice che tu - " Estel sbadigliò di nuovo, ed Elrond gli aggiustò le  coperte per farlo stare comodo. "Anche io ti voglio bene, Ada ".

"Riposa, ragazzo mio ".

Il giovane Ramingo si addormentò di nuovo, e per lungo tempo Elrond rimase seduto accanto a lui, pensando per la prima volta cosa avrebbe significato sapere che Estel era stato ucciso dagli orchi o portato di fronte a Sauron. Rabbrividì al pensiero.

"Tu non lo hai chiamato 'Estel' semplicemente perché ti piaceva il nome. Il destino della Terra di Mezzo potrebbe poggiare su di lui ". Gandalf stava fermo in piedi sulla porta.

Elrond si girò a guardare lo stregone. "Allora la Terra di Mezzo è in buone mani. Lui è un regalo, Mithrandir. Mi addolora solo sapere che la sua vita non sarà facile. Temo per la sua sicurezza ".

Gandalf annuì tristemente. "Cercherò di tenerlo d’occhio ogni volta che posso, e so che tu con i tuoi figli e tua figlia lo terrete d’occhio per bene. Legolas Greenleaf sembra essere piuttosto intenzionato a tenere Estel più al sicuro possibile. Se posso dirlo, mi sembra un esercito piuttosto impressionante di guardie del corpo per il ragazzo ".

Elrond diede al suo figlio adottivo addormentato una lieve carezza. " Conoscendo Estel come lo conosco, serviranno tutti per tenerlo vivo fino a quando non sarà il tempo per lui di adempiere al suo destino. Il ragazzo sembra credere di essere invincibile. Nessun elfo sano di mente avrebbe fatto quello che ha fatto lui. Suppongo che  è in quel momento che Legolas ed i gemelli sono intervenuti. Loro lo tengono sempre d’occhio, anche se lui non è più un bambino ".

Per lungo tempo, il Signore di Rivendell e lo stregone guardarono il giovane uomo dormire, entrambi con la stessa preoccupazione, Estel doveva riposare, ora che poteva, il più possibile fino a quando non si  fosse ripreso completamente, perchè nei tempi che sarebbero venuti lo aspettavano momenti difficili.

 

 

 

  
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