Ricordi che salvano e tormentano! Ma con
tutta questa gente lo si può ancora definire deserto?
Il gruppo continuò ad avanzare
verso ovest fino al calar della notte. La temperatura si abbassò di botto e
tutti furono d’accordo a fermarsi.
Simon scese dalla moto con le
gambe tremanti giurando a se stesso che alla fine di quella storia non sarebbe
mai e poi mai più salito a bordo di una motocicletta. Soul sorrise nel vedere
la faccia sconvolta dell’amico, mentre Lucy e Kevin riprendevano forma umana.
La ragazza si asciugò il sudore
dalla fronte:« Fiù! Era
dalla missione al Principato di Nisty che non
rimanevo trasformata così a lungo in sonnifero! »
Kevin la guardò sorpresa:« Sei stata al Principato di Nisty?
Credevo che nessuna arma ci potesse entrare! »
Lucy sorrise. E già, a quei tempi
Kevin non era ancora entrato nella squadra! Mentre montavano le tende, la
ragazza raccontò volentieri al compagno quella vecchia avventura, mentre Soul
si avvicinò a Simon.
« Stai ancora pensando a quella lettera? »
Il violinista annuì:« Ci sono molte cose che mi danno da pensare, Soul… prima
fra tutte il fatto che mia zia ha annunciato che questa sarà l’ultima! E per ben
due volte mi ha detto che devo ricordare qualcosa… ma cosa? »
« A me preoccupa il fatto che debba essere io a
guidarvi! »
« Eh? »
Soul prese dalla tasca dell’amico
la lettera e rilesse ad alta voce il punto a cui si
riferiva:« “Nei bivi, nei dubbi, qualcuno
la via saprà, chi la vista segreta custodire dovrà; la direzione indicata è
quella corretta fidatevi di chi non ricorda di averla detta.” »
Poi sorrise:« Sono
io quello che custodisce la vista segreta, no? E dopo una dichiarazione del
genere, sarebbe poco figo da parte mia sbagliare
strada! Anche se non capisco in che senso non dovrei
ricordare le indicazioni… »
« Non capisco nemmeno chi sia il protagonista
della vicenda… tu? Maka? Lucy? »
Soul sorrise:« So
solo che mentre stiamo qui a spaccarci la testa, Lucy e Kevin hanno già
preparato la cena! »
Simon si voltò, sorpreso nel
vedere già tutto pronto. L’amico di sempre gli mise un braccio attorno al
collo:« Andiamo! »
Dopo la cena tutti insieme, il
gruppo si divise di nuovo in due coppie. A dirla tutta, in realtà Simon aveva
iniziato a mostrare a Lucy le costellazioni e Soul e Kevin si erano allontanati
cercando di non farsi notare.
« Lasciamo pure i piccioncini da soli… tanto
sono in un mondo tutto loro, non si accorgeranno neppure della nostra assenza!
»
« Già, chissà quando si renderanno conto di
essere una gran bella coppia… »
I due ragazzi si stesero sulla
sabbia.
Kevin sospirò tirando su la zip della sua adorata felpa nera e Soul ne approfittò per
domandargli una cosa che si era chiesto per tutto il giorno:« Come fai a sapere
dov’è la rovina che stiamo cercando? »
Il ragazzo dai capelli rossi
chiuse gli occhi, quasi come se volesse far finta di essersi addormentato e
ignorare la domanda.
« Sono già stato in questo deserto. »
Soul stava per chiedergli quando,
ma Kevin lo anticipò:« Con Blaze. E non è stato un
viaggio di piacere, come puoi immaginare… »
La falce si zittì immediatamente.
Con la coda dell’occhio poteva vedere bene l’anima di Kevin agitarsi.
« La rocca abbandonata era il punto di ritrovo
per tutte le uova di Kishin che lo seguivano. Io ero sempre al suo fianco, non
mi lasciava mai da solo, per non farmi comprendere come stavano veramente le
cose, probabilmente… ecco, vedi quella palma laggiù, in lontananza? È tutto
quello che rimane di una fiorente oasi dove vivevano dei beduini con le loro
famiglie. Li ho uccisi tutti io, su ordine di Blaze. O
almeno credo, i miei ricordi sono un po’ confusi, ero piccolo… ma ricordo la
gente che correva! Le loro urla di terrore mi tiene
sveglio ogni notte… insieme alle grida di tutte le persone che ho ucciso con il
mio veleno… sto cercando di redimermi, credo, ma ho il terrore che le mie
vittime una notte mi vengano a prendere per farmi patire le loro sofferenze!
Avrebbero solo ragione… »
Soul non sapeva bene cosa
rispondere. Conosceva la storia di Kevin e sapeva che certi rimorsi non vanno
mai via tanto facilmente.
« Cosa mi rende diverso da un kishin? Ho ucciso
come loro! »
« L’anima, Kevin… »
« Eh? »
Soul sorrise, allo stesso modo in
cui l’avrebbe fatto Maka se si fosse trovata nei suoi panni:«
La tua anima è azzurra e pura, Kevin! Io la vedo… è pura come quella di
un bambino! Un bambino forse un po’ ingenuo che è stato ingannato… non sei un
kishin, togliti dalla testa questo pensiero! Ti fidi di me? Non ingannerei mai
un amico, non sarebbe per nulla figo! »
Kevin sorrise e infilò la mano
nella manica:« Grazie, Soul, mi togli un peso dal
cuore… »
E, ispirato dalla malinconia e
dalla luna piena, iniziò
a suonare il suo flauto.
Soul lo ascoltò volentieri fino a
che i suoi occhi riuscirono a rimanere aperti, poi cadde addormentato insieme a Simon e Lucy. Kevin suonò ancora per un pochino
con gli occhi sempre fissi a quella palma che testimoniava il suo incubo.
Infine s’addormentò anche lui, per una notte, almeno
una, libero da vecchi rimorsi.
« Simon, alzati… »
« Uhm? Che c’è? La colazione è pronta? »
Soul lo scosse più forte:« No, in compenso ci stanno per essere serviti guai a
volontà… ti piacciono i buffet? »
Simon spalancò gli occhi di
scatto e guardò oltre la duna.
« Brutta situazione… »
« Per nulla figa… »
Un gruppo molto numeroso, di
almeno una cinquantina di uova di kishin, si stava
avvicinando con intenzioni poco amichevoli, ovviamente.
« Non è normale… forse qualcuno li sta
manovrando… »
Kevin iniziò a sudare freddo. Se
non si fosse mangiato lui stesso l’anima di Blaze,
avrebbe giurato che ci fosse lui dietro a tutto questo. Lo stile era il suo.
Per un attimo pensò di essere tornato indietro nel tempo. Sì, forse, alzando lo
sguardo, avrebbe rivisto se stesso bambino, con gli occhi spenti e tristi e al
suo fianco l’incubo che non lo avrebbe mai abbandonato del tutto… Blaze…
No, doveva reagire! Nessun
viaggio nel tempo, niente Blaze, niente di niente! Era solo il presente. E lui
doveva fare qualcosa.
Simon aveva già impugnato Soul.
Si erano messi d’accordo fin dall’inizio che in caso di combattimento, essendo
un’anomala squadra di tre armi e un maestro, il violinista avrebbe usato lui
perché delle tre armi era quello meno abituato ad agire da solo. Non avrebbe
avuto particolari problemi, era abituato ad usare una
falce con Lucy.
« Lucy, facciamolo! »
La ragazzo guardò Kevin stupita:« Ma Lord Shinigami
ce l’ha proibito! »
Il ragazzo sbuffò:« Siamo fuori dalla Shibusen, Lucy! Quando la pianterai di
essere così ligia alle regole? E poi aveva detto “salvo casi di emergenza”…
questa non lo è? »
Lucy lo guardò un po’ dubbiosa,
poi annuì.
Simon disse a Soul di ritornare
normale e di allontanarsi da loro di almeno una ventina di passi.
« Anzi, a ripensarci, forse è una cinquantina è
meglio… »
« Addirittura? Che hanno intenzione di fare? »
« Sincronizzano le anime… ed è meglio essere
lontani quando lo fanno! »
Soul lo guardò di storto:« Ma di solito la sincronizzazione di anime non si fa fra
maestro e arma? »
Simon sorrise:«
Essendo in tre abbiamo deciso di provare tutte le possibili
combinazioni, e ti assicuro che sono uscite cose interessanti, anche se a dir
la verità non le abbiamo mai usate in battaglia… soprattutto per il divieto di
Lord Shinigami di usare il veleno di Kevin! »
Soul guardò Lucy e Kevin con aria
un po’ preoccupata. Si erano messi l’uno di fronte all’altra, stringendosi
entrambe le mani. Lucy era un po’ pallida.
Simon si morse un labbro:« Hanno chiamato la loro tecnica “Turbine dell’oblio”… »
« Un nome molto figo,
non c’è che dire! In cosa consiste? »
« Ora vedrai! »
I due ragazzi iniziarono a girare
su loro stessi trasformandosi lentamente in polvere e creando una tromba d’aria
che luccicava d’argento e porpora. Affascinante quanto letale.
« Sto iniziando a farmene un’idea… »
Simon aggiunse:«
Nulla sfugge a quella tromba d’aria. Se hai fortuna
t’addormenti, altrimenti muori. Hai il 50% di possibilità. »
« Figo… »
I demoni caddero, uno dopo
l’altro, sotto lo sguardo allibito del ragazzo. Alcuni erano morti, altri solo
addormentati. Soul lo capiva subito dalle loro anime. Quando il turbine
lentamente scemò, sia Lucy che Kevin tornarono umani,
più o meno nella stessa posizione in cui erano partiti. Più o
meno, perché Lucy aveva il suo solito problema e Kevin dovette
acchiapparla al volo per impedirle di cadere a terra barcollando.
« Non… non mi piace girare in tondo… »
Simon sorrise teneramente. Si
voltò verso Soul per sentire un suo parere, ma vide che il ragazzo era perso
all’orizzonte.
« Ce n’è ancora uno… vedo la sua anima
luccicare… lassù, arrampicato su quella palma! »
Kevin si voltò di scatto:« Cosa? »
Era vero: c’era ancora un uovo di
kishin che per salvarsi dalla strage si era arrampicato. Kevin strinse i pugni.
« Non lì. »
« Kevin! Dove vai? »
Inutile, il ragazzo non ascoltava
più nessuno. Aveva solo in mente quella pianta e le urla che aveva
sentito ai suoi piedi tanti anni prima. Lucy cercò di raggiungerlo, ma non
aveva ancora recuperato sufficiente equilibrio per volare velocemente come lui
e fu costretta a ritornare con i piedi per terra.
« TU. TOGLI LE TUE SUDICIE MANI DA QUELLA PALMA! »
Il demone sorrise:« Altrimenti? È solo una pianta, no? »
Kevin lo avvelenò senza
aggiungere altro e inghiottendo rapidamente la sua anima. Respirò profondamente
più volte a occhi chiusi prima di calmarsi. Poi appoggiò una mano sul tronco.
« Sì, lo so, sei solo una pianta… ma mi sembra
di avere un debito nei tuoi confronti… ti ho tolto la felicità, tanti anni fa,
per colpa di un demone; ti ho tolto chi si prendeva cura di te… non posso più
fare nulla per loro, purtroppo, ma non sopportavo l’idea che altre uova di
kishin ti venissero a importunare ulteriormente! »
Kevin si diede dello stupido:
stava parlando con una palma! Poi, però, notò qualcosa vicino al tronco… e
lentamente i frammenti dei suoi ricordi d’infanzia iniziarono ad andare a
posto…
« KEVIN!!! »
Soul e Simon si stavano
avvicinando con la moto, mentre Lucy lo raggiunse in volo, dopo essersi
finalmente ripresa.
Non appena Soul mise i piedi a
terra, Kevin lo afferrò per le spalle scuotendolo:« Avevi
ragione!!! Avevi ragione tu!!! Non li ho uccisi io!!! »
Soul non afferrò subito il
discorso, mentre Simon e Lucy, ignari del discorso,
non capivano cosa potesse essere successo di tanto importante al loro compagno
da fargli perdere il suo leggendario sangue freddo.
« Ricordavo male! Non era qui che c’era l’oasi!
Questa era la nostra base, quella mia e di Blaze! Sì, vennero dei beduini, sì, vennero uccisi, ma non da me! Fu Blaze a farlo, perché non
rivelassero la nostra copertura! D’accordo, ho ucciso altra gente, ma questi…
almeno questi… »
Soul sorrise, Lucy lo abbracciò
dolcemente mentre Simon gli diede una pacca sulla spalla. Almeno uno dei pesi
del cuore di Kevin era stato tolto.
Il ragazzo dagli occhi rossi
rifletté:« Un attimo: ma se questa era la vostra base…
»
Kevin sorrise:«
Esatto, Soul! Benvenuti alla rocca nera! È questa quella stavamo cercando,
no? »
Già, in effetti
dietro la palma c’era un muro diroccato di pietre nere, fredde come il
ghiaccio. Analizzandola con più calma, Simon trovò una botola coperta da assi
di legno tarlato e polveroso che vennero via
facilmente.
« Ci siamo! »
« Maka, stiamo arrivando! »
Il gruppo iniziò a scendere nel
sottosuolo senza esitazioni. Solo Kevin si fermò un istante a guardare quella
palma che per tanti anni aveva tormentato i suoi incubi e custodito i suoi
segreti.
« Grazie… »
E, trattenendo il fiato come se s’immergesse in acqua, si buttò nell’oscurità del
sottosuolo.
« Allora, sicura che la direzione sia quella
giusta? »
« VE L’ASSICURO IO, FIDATEVI DI UNA DIVINITÁ! SONO DA QUELLA PARTE! »
« Veramente l’ovest è dalla parte opposta… »
« Tsubaki, vuoi davvero che una divinità come
me vada nella direzione del tramonto? L’alba è più adatta a una figura come la
mia! »
Tsubaki sorrise come al solito al suo maestro, anche se la bussola che aveva in
mano gli indicava la direzione opposta. Solo Liz sembrava darle un po’ retta,
mentre Patty cercava di consolare Kid perché le dune non erano simmetriche.
« Con tutta questa gente, tutto sembra fuorché
un deserto! Ci vuole ancora molto? Sono già stufa di questo panorama… e di voi!
»
Kid sembrò risollevarsi dal suo
stato depressivo:« Siamo appena partiti! »
Osservò ancora una volta quella
criniera di capelli biondi perfettamente simmetrica, tenuta a posto da quel
grosso cerchietto rosso. Giusto la simmetricità dei
capelli impediva al ragazzo di saltarle addosso. E le parole di suo padre.
« Ragazzi, abbiamo un’emergenza! »
Kid guardò un po’ sorpreso suo padre che, una
volta tanto, aveva un tono di voce quasi serio. Doveva essere successo qualcosa
di veramente grave per convocare lui, Liz, Patty, Black Star e Tsubaki così
all’improvviso.
« Nulla che una divinità non possa risolvere! »
« Bene, perché il tuo migliore amico è
scomparso! »
Tutti risposero in coro:« COSA?
»
Lord Shinigami continuò, elencando sulle dita
dei suoi guantoni gli sperduti:« E con lui anche Lucy,
Simon e Kevin… avete idea di dove possano essere? »
I ragazzi si guardarono perplessi. In quel
momento Maka entrò senza bussare spalancando le porte. Solo allora Tsubaki notò
l’assenza dell’onnipresente Spirit affianco di Lord Shinigami.
« Lord Shinigami! La prego, mi faccia andare a
cercare Soul! »
Il preside le fece segnò di no col dito:« No, no, no, no, mia cara Maka! Non sarebbe giusto! Ho
impedito a lui di inseguirti, devo fare lo stesso anche con te! »
Maka protestò per un po’, quasi con le
lacrime agli occhi, poi girò i tacchi e se ne andò, apparentemente offesa.
Black Star diede una gomitata a Kid:« Non hai visto nulla di strano? »
« La reazione di Maka, dici? Un po’ troppo
melodrammatica per essere da lei, forse… »
Il ragazzo scosse la testa:«
Parlavo dello sguardo omicida che ha rivolto al mio collega divinità…
non è da Maka, lei ha un profondo rispetto per gli dei come il sottoscritto… »
« Sicuro di quel che dici? »
Black Star alzò il pollice:«
Sono un assassino, conosco certi sguardi… »
Lord Shinigami riprese come se nulla fosse
successo:« Voglio che andiate a cercarli! »
« Agli ordini! »
« Il professor Stain mi ha detto di dirvi che
il Kishin, che è in grado di sentire in che direzione si trova Lucy, consiglia
di dirigersi verso ovest… sempre che non si siano divisi, ovviamente! »
Tsubaki iniziò a riflettere. Ovest? Dove
aveva già sentito questa cosa?
« Ah, ancora una cosa! Vi accompagnerà un’altra
persona… »
Già, era così che era entrata in
scena quella mocciosetta bionda dai grandi occhi
azzurri e dall’aria perennemente arrabbiata e aggressiva. Kid non sopportava
che volesse comandare lei e il modo con cui guardava tutti dall’alto verso in
basso, nonostante fosse più piccola di loro. Non le piaceva neppure il fatto
che non fosse né una maestra né un’arma, ma una
semplicissima civile, armata di due normalissime pistole alla cintura e di due
grossi fucili con puntatore legati alle spalle in modo assolutamente non
simmetrico.
Ma doveva avere pazienza e sopportare, come
tutti gli altri. E proteggerla, come gli aveva chiesto di nascosto il padre.
Perché, oltre che una maledetta
testarda cocciuta, lei era…
Simon accese un cerino. Era molto
buio e umido, lì sotto. Quasi non si credeva che si trovassero
davvero sotto il deserto! Eppure la sabbia c’era, a giudicare dagli occhi che
bruciavano. Doveva essergliene entrata un po’…
« Andiamo? »
Soul lo incoraggiò e lui lo
seguì, con addosso un brutto presentimento.
Black Star:« Salutate
la vostra divinità, abitanti di Death City! Sto per lasciare per un po’ le
vostre oscure vite per un’importante missione! Ma
tornerò, statene certi! »
Commerciante 1:« E
chi ti vuole? Per me te ne puoi andare benissimo! Buona giornata! »
Black Star:« Insolente!
Ti accorgerai della mia assenza quando il sole non sorgerà più! »
Soul Eater, Polvere incantata, 23 capitolo: Una compagna di viaggio molto acida! Ma di chi era quella voce?
Commerciante 2:«
Piuttosto, prima di partire, paga i tuoi debiti, ragazzo! Mi devi un bel po’ di
soldi! »
Black Star:« Non ti
basta la pubblicità che faccio venendo a comprare da te? »
Commerciante 2:«
Assolutamente no! »
Black Star:« Ok…
Tsubaki, uscita di scena in stile ninja! »
Commerciante 2:«
Maledetto! Credi di cavartela solo con il fumogeno? Torna qui! »
Black Star:« Che ti
avevo detto, Tsubaki? Death City sente già la mia mancanza! »
Tsubaki:« Vero! Ma
ne riparliamo quando avremo smesso di correre… »
Ciao
a tutti! Nonostante gli ultimi esami all’università, sono ancora riuscita ad
aggiornare, sono fiera di me.
Prima
di tutto… con questo capitolo è un anno che vi tengo in sospeso con questa
storia! Incredibile ma vero! Facciamo quasi il compleanno insieme! XD
Altra
cosa: so che il video con la canzone di questo capitolo non c’entra nulla con
la storia, ma non ho trovato la canzone in altro modo, chiedo scusa!
Detto questo ringrazio Tokorothx3, Sakurax16, Jan Itor
19 e Blue Rock per le recensioni, e un ringraziamento
speciale anche a Red Flames, che ha cominciato a
leggere la storia lasciando delle stupende recensioni! Ok, prima che legga
questo ringraziamento ci vorrà un po’, visto che è al
secondo capitolo, ma faccio il tifo per lui!
Bene,
a questo punto vi saluto e vi aspetto tutti al prossimo capitolo!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
92