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Autore: Haley_    13/07/2012    10 recensioni
Elena Gilbert lavora in un giornale di moda a New York ma, quando il suo datore di lavoro la licenzia, è costretta a tornare a Mystic Falls dove l’attendono alcune questioni lasciate irrisolte sei anni prima. In particolare il rapporto con i fratelli Salvatore, Damon e Stefan, che la conoscono da quando è nata e che hanno un passato fatto di alti e bassi con lei.
Elena si trova a dover gestire situazioni difficili ed eventi avversi e nel mentre deve cercare di far chiarezza sui suoi veri sentimenti per i Salvatore. Quando, però, riesce ad arrivare ad una decisione, scopre che l’uomo che ama sta per sposarsi.
N.B. Sono tutti umani.
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Revisionata fino al capitolo:3
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una damigella per lo sposo'
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*Capitolo revisionato*

2

Otto mesi prima
 
Buongiorno fedeli ascoltatori di WPLJ[1], benvenuti al Morning Show di Todd&Scott. Io sono Scott  e sono soltanto le sei del mattino. Siamo già qui a farvi compagnia con musica e pettegolezzi. Tu che ci stai ascoltando hai fatto le ore piccole, magari in compagnia di qualcuno? Soffri di insonnia? Oppure sei già al lavor….Ssdjpero la pdjssaa…”
All’interno della mia mini cooper giallo evidenziatore - tanto per passare inosservata - sto armeggiando con la valvola della radio per cambiare stazione da buoni dieci minuti. 
Nonostante sia prestissimo, New York è già un casino e io sono in pieno esaurimento nervoso.
“Chiudi il becco stupido Scott Cometichiami, solo tu sei contento di essere in piedi alle sei del mattino! Forse perché ti pagano profumatamente per dire cavolate?! Bene.. sono contenta per te perché io sto in macchina già da mezz’ora e per quello che faccio percepisco uno stipendio di me…”
“Mi scusi signorina, può dirmi l’ordinazione?”
Potrei giurare di essermi fatta più rossa del vestitino che indosso stamattina. Quando urlo e strepito da sola difficilmente mi accorgo di quello che mi accade intorno e, puntualmente, faccio delle figuracce degne di esser tramandate ai posteri.  Sono arrivata davanti il banco delle ordinazioni del drive thru di Starbucks senza neanche farci caso; è proprio vero che il tempo vola quando sei impegnata a fare altro. In questo caso mi sono impegnata ad agitarmi contro un apparecchio elettronico che, per inciso, non funziona neanche tanto bene.
Ad ogni modo questa invenzione è geniale, non devo più trovare parcheggio e entrare nel locale, ma posso fare la fila per prendere i caffè al mio capo comodamente seduta nella mia macchinina.
 “Ah, sì…mi scusi… un frullato di banane”
 Frullato di banane, meh.
Anna Wintour[2] è la direttrice di Style, che detto in poche parole è un giornale di duecento pagine di cui centottanta sono pubblicità e le altre venti contengono articoli falsamente intellettuali che fanno giri di parole assurdi per invogliare il lettore a spendere tutto il proprio stipendio in prodotti inutili.
Il mio nome, però, un giorno sarà lì o su qualche altro giornale noto; scriverò articoli di vita vera e non su quale sarà il colore della primavera del prossimo anno – ignorando il fatto che sia appena iniziata l’estate di quest’anno - o se il pellicciotto ecologico fa tendenza o meno.
L’unica domanda, che mi pongo da fin troppo tempo, è se vi sia spazio per una persona come me in questo mondo.
Una persona che vuole parlare di realtà.
Mi piace la moda, l’adoro, ma se a questa unisco anche la scrittura, la mia passione più grande, allora il mio è proprio il lavoro che fa per me. Sulle riviste di questo genere, però, diventa tutto una frivolezza, quando invece anche la moda è una forma d’arte.
Spesso ho pensato di mollare tutto, di abbracciare un diverso tipo di giornalismo, di vivere in un ambiente diverso in modo da aver poter arricchirmi culturalmente e professionalmente.
Poi ripenso al mio stile di vita, alla mia condizione economica, ai miei rapporti interpersonali, a New York e prendere il coraggio di stravolgere tutto mi sembra qualcosa di così assurdo anche solo da pensare.
Il cellulare mi sveglia da questi pensieri che in modo ricorrente viaggiano nella mia mente da qualche mese a questa parte.
Mantengo lo sterzo saldamente, sono già in ritardo e l’idea di essere coinvolta in un incidente non mi alletta per nulla, mentre mi domando dove diavolo siano finiti gli auricolari. Rinuncio nell’impresa considerato che sto attraversano Times Square[3] e quindi a pochi metri dalla mia destinazione, sperando che nessuna volante della polizia mi fermi per l’infrazione.
Non mi sorprendo nel leggere il nome della persona che mi sta chiamando.
“Andie, sono arrivata.” Rispondo al telefono, contorcendomi non poco per raggiungere il cambio per rallentare nel fare manovra.
 “Si può sapere dove diavolo ti sei cacciata?! La Wintour varcherà la soglia dell’ufficio tra esattamente quattro minuti e ventisette secondi. Oh mio Dio, ora i secondi sono ventisei, venticinque…”
 “Ti prego, non mi mettere ansia! Sono appena entrata nel parcheggio e sarò da te tra meno di due minuti, ascensore permettendo.”
Lavorare al ventiseiesimo piano non è stata mai una grossa agevolazione, ma ripensando a chi è relegato al cinquantesimo mi fa desistere dal lamentarmi.
Andie è la segretaria della Wintour. Una ragazza fantastica, alta, bella con i capelli di un colore indefinito, causa innumerevoli tinte, e di una dolcezza infinita. Il suo più grande difetto, però, è essere così ansiosa. Non le do tutti i torti perché Anna è un tiranno, non perde occasione per umiliare e rimproverare. E io lo so bene perché sono praticamente la sua schiavetta tutto fare.
Sono partita da Mystic Falls a diciotto anni per uno stage in un giornale vicino New York. Dopo aver collaborato con vari giornali locali per tre anni, grazie ad una serie di fortunati eventi ho ottenuto questo posto. Milioni di ragazze avrebbero ucciso per essere dove sono io, ma oramai sono passati altri tre anni e la mia posizione non si può dire che sia migliorata di molto.
Non sono una giornalista, perlomeno non ufficialmente. Quell’arpia si diverte a rubarmi le idee, facendole passare per sue, e a farmi scrivere articoli che puntualmente non hanno mai il mio nome.
Lo so che per questo tipo di carriera il cammino è veramente duro e devo ritenermi fortunata per quello che ho ma, nonostante venga pagata molto bene, ciò che faccio è veramente tanto e lo stress mi divora.
 
Sono già le tre del pomeriggio, oggi Anna è isterica perché viene a farle visita un direttore di un importante rivista Italiana. Per quello che ho capito i due devono essere grandi rivali, perché è tutto il giorno che ripete che dobbiamo essere impeccabili eblabla. Forse non ha detto davvero blabla ma qualcosa del tipo ‘Fate un solo errore e vi licenzio…” e tutto quello che ricordo dopo è, appunto, blabla.
Le porte dell’ascensore si aprono per mostrare il  pezzo grosso di cui non mi ricordo il nome. La prima cosa che mi salta all’occhio sono le labbra, sembra essersele gonfiate con una pompa per pneumatici.
Andie trattiene le risate e prende la giacca del signore, e mi chiedo perché diavolo ne abbia una se stiamo a Giugno e si muore dal caldo.
Che cosa non si farebbe per seguire la moda.
 
“Quei due sono chiusi lì dentro da un po’” dico ad Andie che si trova seduta sulla sua scrivania proprio di fronte la mia.
Mi ignora e continua a sfogliare una rivista di basso livello che principalmente ritrae i vip nudi o in atteggiamenti discutibili.
“Il tuo oroscopo dice che da questo mese ci saranno molti cambiamenti per te…” Andie parla distrattamente, continuando a leggere, e mi stupisco dell’esistenza di rubriche di tale spessore su una rivista del genere.
Mentre sto per rispondere, la Wintour apre di scatto la porta rendendomi impossibile pronunciare anche mezza parola.
“Gilbert. Due Caffè.”
Scatto dalla sedia.
 “Subito!”
 
Dopo una serie di problemi con la macchinetta del caffè, mi precipito verso l’ufficio del capo per non farla arrabbiare più di quanto già sicuramente non lo sia.
Sono davanti alla sua porta, la apro e per la fretta di entrare mi scontro col signore con i canotti a posto delle labbra, rovesciandogli addosso tutto il caffè.
No,no, no. Elena dimmi che non è vero, non lo hai fatto veramente, non con lui, non oggi!’
Provo ad auto convincermi di star vivendo il peggiore dei miei incubi, ma la furia che leggo negli occhi della Wintour è così reale da uccidere in pochi secondi la mia speranza.
“Io.. sono… mortific ..io..” farfuglio delle scuse incomprensibili, lo sguardo dell’arpia non mi è d’aiuto. Sembra che abbia ucciso qualcuno, ma forse ho fatto qualcosa di più grave. Ho probabilmente mandato in fumo la collaborazione del secolo.
 
Qualche settimana più tardi
 
Un errore, uno stupido errore dettato dalla goffaggine che mi caratterizza, ha determinato il mio licenziamento. Non importa ciò che ho fatto in passato, tutte le notti a lavorare per lei e per i suoi stupidi articoli. Mi sono improvvisata designer, stilista, cameriera, e chi più ne ha più ne metta, ma tutto questo non conta..
Mantenermi qui a New York, ora come ora, sarà un’impresa considerati i ritmi e le spese.
Guardo Andie, venuta a trovarmi nel suo giorno libero, mentre siede sul mio divano a piangere. Siamo molto legate, e se solo penso che d’ora in poi non lavoreremo più insieme, un’ondata di tristezza mi avvolge facendomi venir voglia di buttarmi nel letto sotto le coperte e non alzarmi più.
“Elena come farò senza di te? Non puoi andartene…come sopravvivo in quella giungla?” mi chiede, soffiando il naso, in prenda alla disperazione.
“Come farò io senza te?” – sto per crollare me lo sento – “Solo tu riuscivi a tirarmi su il morale nelle giornate di lavoro e, poi, sono disoccupata da una settimana e tutti i lavori che ho considerato non mi basterebbero neanche per pagare l’affitto del loft. ”
Un rumore mi fa sobbalzare, facendomi scattare in direzione della mia camera da letto. Mi rilasso quando Scott fa la sua comparsa sulla soglia della porta, mentre litiga con un mobiletto e la roba che vi era sopra. L’impiastro in questione è Scott Comesichiama di Radio Qualcosa. Beh, è in mutande ma sono sicura che la mia amica non si sconvolga.
Lunga storia.
“Vedo che non sei passata inosservata quando hai invaso la sede della sua stazione radio per dire che il mondo fa schifo e che lui non può essere sempre allegro alle sei del mattino. Ah, forse l’hai conquistato quando ti sei buttata a terra piangendo in diretta?”
Ok, lo ammetto, non è una lunga storia…è soltanto molto imbarazzante e volevo preservare almeno un po’ della mia, già inesistente, dignità.
Come non detto.
Il lato positivo è che ora Andie ride, non riuscivo a vederla distrutta.
“Ehi Baby” Scott si avvicina dandomi un bacio a fior di labbra.
Baby?
Fai sul serio?
Chi sei.. un cantante di una boy band anni novanta?!
“Secondo te il balsamo al cocco districa i capelli più di quello alle mandorle dolci?”
La convinzione di essere andata a letto con una checca sta diventando una certezza.
E io che pensavo di aver già toccato il fondo.
“Mio Dio no, non sai che il balsamo aumenta la probabilità di caduta nei capelli?!” Andie quando vuole è veramente un’attrice fantastica e, grazie alle sue doti, Scott ha un’espressione di puro terrore in volto.
“Forse ora non sarà più tanto contento a prima mattina” – la mia amica se la ride a bassa voce mentre Tom torna in camera controllando di avere ancora tutti i capelli in testa.
“Sei perfida.”
 
Un mese dopo
 “Elena, Dio, che sorpresa! Non ci sentiamo da secoli! Come ti vanno le cose? Raccontami tutto!”
Cammino nel buio del mio salone, con il telefono in mano.
Ci pensano le luci di New York ad illuminare l’ambiente, sono appena le dieci di sera e questa è la città che non va mai a dormire.
 “Si scusami Care, sono stata molto impegnata col lavoro, ma ti ho pensato in ogni momento.”
Ho chiamato Caroline, la mia amica dai tempi dell’asilo. Lei vive a Mystic Falls, la mia città natale, e qualsiasi descrizione non le renderebbe giustizia. È pazza, maniacale ed esuberante, ma soprattutto è come una sorella per me.
Proprio per questo è la prima persona con cui voglio confidarmi e a cui voglio dare la notizia.
“Tutto bene? Sembri un po’ spenta…è successo qualcosa?”
“Sì, in realtà ti ho chiamato per darti una notizia.”
Torturo l’orlo della maglia che uso come pigiama, dare la notizia a Caroline è come fare un annuncio in diretta mondiale al super bowl. Lo verranno a sapere tutti in meno di qualche ora, e in questo modo diventerebbe reale.
“O mio Dio, ti sposi? Sei incinta per caso? No perché sappi che non è un buon motivo per iniziare una vita con una persona che non ami nemm…”
Ecco, come dicevo prima, è impossibile da descrivere.
Esuberante è un eufemismo.
“Rallenta Care! Non mi sposo e non sono neanche incinta! La verità è che…sono stata licenziata. Mi arrangio da un mesetto con qualche lavoro qua e là ma la vita qui è veramente costosa e sembra che New York non abbia più niente da offrirmi. In più il mio ex capo non mi ha concesso neanche una lettera di raccomandazione, al contrario si è impegnata a farmi acquistare cattiva fama in qualsiasi giornale di New York!”
“Elena, mi dispiace. Che cos’hai intenzione di fare?”
“Torno a Mystic Falls. Il tempo di fare i bagagli e sistemare le ultime cose. Sarò a casa tra un mese penso.”
 
 
Il mese successivo, o qualcosa di più
Vago, come una nomade, tra la folla che si trova fuori l’aeroporto di Atlanta, cercando invano di chiamare un taxi.
Mystic Falls è molto lontana da qui, ed ovviamente è un paesino sperduto in mezzo al nulla che possiede a stento una fermata dell’autobus, figurarsi una pista d’atterraggio.
Mi armo di buona volontà, pronta ad attirare l’attenzione di uno dei numerosi taxi che attraversano l’enorme stradone che mi è di fronte.
È la mia occasione per diventare la nuova Carrie Bradshawdi[4] di Atlanta, se voglio.
Basta alzare un braccio e aprirsi nel sorriso più ammiccante che mi riesce; magari lasciandomi andare ad un occhiolino, ma cercando di non sembrare una pazza affetta da tic.
E’ vero, non sono riuscita a New York ad immedesimarmi in un personaggio di Sex and the City, quindi le possibilità che riesca qui sono minime.
L’importante, però, è essere convinti.
 
Come dicevo, sono convinta da un quarto d’ora ma non si ferma neanche uno straccio di taxi. Tant’è che un barbone ha iniziato a ridere di me, e una signora sulla settantina si è offerta di aiutarmi.
Ovviamente ho rifiutato, affermando che non vi fossero problemi, ma ora inizio a pentirmene considerato che ha iniziato a piovere.
Perché quando penso che peggio non possa andare, succede qualcosa di ancora più tragico?!
 
Un clacson bussa insistentemente.
Sia ringraziato il cielo, Jeremy è arrivato!
“Ciao sorellona!” scende dalla macchina, munito di ombrello, per venirmi ad abbracciare.
E’ passato un anno dall’ultima volta che è venuto a farmi visita a NY e non lo vedo da allora in quanto io non potevo mai tornare a casa a causa del mio lavoro.
Ha da poco compiuto ventidue anni e studia Design e Grafica all’Università di Atlanta, anche se, per quello che ho capito, si è preso un anno sabatico.
 “Sai…pensavo che dopo sei anni passati a New York e dintorni avessi imparato almeno a chiamare un taxi.” Scherza Jeremy, invitandomi ad entrare in macchina mentre prende i miei bagagli per sistemarli dietro.
Anche mio fratello più piccolo si prende gioco di me, grandioso.
E io che pensavo di essere una donna di mondo ormai.
Già mi immaginavo mentre varcavo le porte di Mystic Falls su di un taxi e i miei vecchi amici, le zitelle pettegole, i vicini di sempre e tutti gli altri quattro abitanti di questo paesino dimenticato da Dio esultavano per il mio ritorno. Li avrei guardati dall’alto della mia…
“Elena ci sei?” Jeremy mi riporta alla realtà.
 “Senti non è colpa mia se ad Atlanta i servizi sono pessimi!”
“Ma se quando sono arrivato c’erano almeno cinque tax..”
“Allora mi stavi dicendo…ora stai con Vicky o con Anna?” Ecco il discorso preferito di mio fratello. Così di sicuro non avrebbe più rotto le scatole.
Gira le chiavi, facendo partire la macchina mentre scorgo uno strano luccichio sul suo volto al solo nominare le due ragazze.
“Non lo so…non ho ancora scelto. E’ che Vicky ha due tette spettacolari mentre Anna fa certe cose con..”
“Ok. Ok. Ok. Può bastare. Ma sei serio?”
“Si, ti giuro che è una terza abbondante quasi quarta!”
“Non parlo di questo! Veramente per scegliere ti basi su queste.. cose?”
“Ma perché scusa su cosa mi dovrei basare?”
Ci rinuncio, mio fratello con le ragazze ha la sensibilità di una aspirapolvere.
 
“Casa dolce casa!” inizio a correre verso la porta.
Correre è una parola grossa perché avevo le gambe atrofizzate dopo aver passato le ore in auto.
Solo adesso mi sono resa conto del fatto che siano passati sei anni. 
Sei lunghi anni.
Mystic Falls sembra la stessa di sempre, dubito che sia così oltre i paesaggi e gli edifici.
Che nostalgia dei tempi passati, della mia adolescenza. Ogni tanto ripenso al passato e il dubbio di essermi staccata dal ‘nido’ troppo presto si fa largo. Il motivo principale per cui ho lasciato Mystic Falls è legato alla perdita dei miei genitori. Morirono quando avevo solo sedici anni, in un incidente stradale, e nei successivi due anni ovunque mi girassi in questa piccola città c’era qualcosa che me li ricordava. Scappare era l’unica soluzione per me in quel momento.
In più c’erano i soliti problemi adolescenziali, la strana situazione che si era creata con Stefan e Damon. I fratelli Salvatore.. I bellissimi ed intriganti fratelli Salvatore che conoscevo da una vita.
Il padre, Giuseppe Salvatore, era molto amico di mio padre e dopo aver perso la moglie passava spesso del tempo con me e la mia famiglia.
Mia mamma, Miranda, aveva accolto in casa Damon e Stefan come dei figli, dopotutto Giuseppe era un uomo e molte volte non sapeva come comportarsi. Erano i miei migliori amici, crescendo tutto era diventato più complicato. Più volte il loro pensiero si infiltrava tra i meandri della mia mente, uno non lo sentivo da quattro o cinque anni e l’altro da quando dalla mia partenza.
Come sarà rincontrarci dopo tanto tempo?
Devo aspettarmi cruda indifferenza o mi fido del tempo che guarisce tutte le ferite?
Mi imposi di non pensare, in fin dei conti sapevo che questo momento sarebbe arrivato prima o poi.
 
“Elena!” zia Jenna mi viene incontro seguita da Rick.
Rick era il mio professore di storia ai tempi del liceo, o meglio divenne supplente gli ultimi mesi di scuola. Ha conosciuto Jenna ad uno degli incontri scuola famiglia…un vero e proprio colpo di fulmine. I due convivono ormai da due anni e penso di non aver mai visto Jenna così felice.
“Jenna! Rick! Mi siete mancati da morire!” le lacrime mi scendono senza neanche accorgermene.
 
“Elena vai in cucina e prendi lo spumante…dobbiamo festeggiare il tuo ritorno” mi ordina Rick.
“Non sono neanche arrivata e già mi date ordini.. iniziamo bene!” scherzo, provocando una risata generale.
E poi manco da sei anni, che posso saperne io di dove sia lo spumante?!
Hanno anche cambiato la disposizione dei mobili e le persiane, per motivi che ignoro, sono del tutto abbassate.
Impreco davanti la porta della cucina quando sbatto il piede vicino ad uno stupido mobiletto e questa volta mi rifiuto di passare da imbranata, non è colpa mia se qui è tutto buio!
Appena apro la porta una luce mi acceca e vengo travolta da coriandoli e altra roba che al momento non saprei definire.
“Sorpresa!”
“Oh santo cielo…” l’unica cosa che riesco a dire.
Ci sono proprio tutti: Caroline e sua mamma , Bonnie, Tyler, Matt e sua sorella Vicky - quella con la quarta di reggiseno, per intenderci- Giuseppe e… Damon e Stefan.
Vengo praticamente sommersa dalle mie amiche che mi fanno domande, ridono, piangono e io non capisco nulla.
 
“Ciao ragazza snob di New York”
Stefan.
Sorride e i suoi occhi verdi sono così profondi, mentre noto che i capelli sono diventati più chiari. Forse è stato a mare.
“Ciao..” Ci abbracciamo e non posso far a meno di notare il suo fisico scolpito. È sempre stato in forma, ma non è stato mai così bello come ora.
“Io.. lo so, la situazione è un po’ imbarazzante..” Abbassa lo sguardo.
Ha sempre avuto quest’espressione così dolce e guardandola mi rendo conto di quanto mi sia mancato.
“Posso salutarti anche io?” La voce di Damon alle mie spalle mi fa sobbalzare, ma la riconoscerei ovunque.
“Ciao Damon” mi abbraccia anche lui. E, cavolo, posso affermare che Mystic Falls sta investendo in palestre!
 “Finalmente vi siete ritrovati. Mi sei mancata Elena.” Giuseppe Salvatore mi sorride, posizionandosi tra i figli, mentre poggia una mano sulla spalla di Stefan e l’altra su quella di Damon. Entrambi hanno lo sguardo basso, mentre io sento una strana sensazione ad averli così vicini.
“Allora Elena voglio sapere tutto!” Sia fatta Santa Bonnie Bennet, mi ha salvato da questa  situazione alquanto…strana.
Mi accorgo di quanto sia diventata bella la mia amica, con la sua carnagione scura e i capelli neri molto più lunghi dell’ultima volta che l’avevo vista. Le foto che, suntuariamente, guardavo sul suo profilo Twitter non rendevano giustizia al suo sorriso;
io, lei e Bonnie formavamo un gruppo inarrestabile.
“Certo, andiamo in salotto” Le dico, sorridendole e prendendola sotto braccio allontanandomi dai coloro che mi stanno facendo battere il cuore così forte.
 
Sono rimasti solo la biondissima Caroline, Bonnie, Tyler – presumibilmente il nuovo fidanzato di Care – e Stefan e Damon.
“Scendevo di casa alla cinque e mezzo del mattino e tornavo verso le otto di sera”
Sembra che tutti mi stiano ascoltando interessanti.
Evviva, sapevo che prima o poi avrei avuto il mio momento di gloria. Sto dimostrando di non essere più la piccola e imbranata Elena di un tempo.
“Quindi hai detto che sei stata licenziata per aver rovesciato il caffè su un pezzo grosso della moda?” Tyler non si contiene dalle risate ed è seguito subito dagl’altri.
Cosa stavo dicendo?
“E i ragazzi newyorkesi come sono?” domanda Caroline sotto lo sguardo accigliato di Tyler. Sì quei due stanno insieme, o al massimo vanno a letto. Classico di Caroline, ha troppa paura di impegnarsi e spesso si fa sfuggire l’occasione di essere veramente felice.
“Novità con quel Greg?” interviene Bonnie.
“Sono molto affascinanti, certo non tutti, e con Greg nessuna novità.. abbiamo rotto già da un po’” Racconto, un po’ imbarazzata.
“Greg?” – Damon alza il sopracciglio indossando una delle sue espressioni più sarcastiche, una delle sue classiche espressioni – “Che razza di nome è?”
“Se dai un nome del genere a tuo figlio lo fai nascere già vecchio!” Si intromette Stefan.
“Beh sì, Elena dovevi capirlo già dal nome che non era il tipo giusto per te” continua l’altro.
“E qual è il nome che dovrebbe avere l’uomo ideale di Elena?” –  Caroline sta per lanciare una delle sue frecciatine. Non voglio sentire, non posso sentire! – “Damon? Oppure Stefan?”
L’aveva fatto sul serio!
Come le era saltato per la testa?! Dopo sei anni vuole riportare a galla situazioni scomode e vecchi drammi adolescenziali?
L’atmosfera si taglia a fettine. Damon e Stefan si guardano tra di loro e a volte guardano me.
Bonnie da un calcio a Caroline mentre Jeremy scende le scale come una furia.
“Sono sconvolto! Facendo sesso con Anna in webcam ho scoperto che anche lei ha una terza! Ora come farò a scegliere…” – Si ferma, aggrottando le sopracciglia – “Ehi che sono queste facce? Non ditemi che lo sapevate!”
 

 


[1] WPLJ-FM è una stazione radio di New York ed esiste sul serio il morning show di Scott&Todd, ma il personaggio di Scott presente nella storia è completamente inventato.
[2] Anna Wintour nella realtà è direttrice di Vogue. In questa storia interpreta (mantenendo il nome vero) la direttrice di Style, giornale che non esiste.
[3] Al n°4 di Times Square si trova la sede di Vogue. Ho immaginato che quella di ‘Style’ si trovasse, anch’essa, nelle vicinanze.
[4] Carrie Bradshaw è la protagonista di ‘Sex and the City’

Note:
Il capitolo è un pò lunghino, con numerosi salti temporali questa volta e forse anche un pò noioso. Mi dispiace, ma serviva ai fini della narrazione! Ho dovuto introdurre la vita newyorkese di Elena, il perchè torna a Mystic Falls, quali sono i suoi legami passati e presenti. Insomma ho dovuto spiegare un pò di cose.
 
L'Elena della mia storia è un pò diversa da quella del telefilm, è impacciata e imbranata, si fa mille film mentali e ha sogni di gloria xD
 
 Jeremy è abbastanza cretino in questo capitolo, ma non è sempre così...solo con le ragazze xD
 
Compaiono anche i fratelli Salvatore in tutto il loro splendore e si capisce che è successo qualcosa in passato.
 
Voglio precisare anche che Elena non è stata adottata e che Andy è proprio Andy Stars del telefilm xD
 
A parte questo, ringrazio tutte le persone che seguono la storia, che l'hanno messa tra le seguite e tra i preferiti e soprattutto chi ha lasciato un commento. Mi fa veramente piacere sapere cosa ne pensate :) Anche le critiche sono ben accette per migliorare!
  
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