Presi la vaschetta di gelato. Poi la riappoggiai sul tavolo. Lessi, impresse sullo schermo del computer, quattro parole. Con gli occhi che si aprivano e chiudevano cercai di decifrare quel messaggio. ‘Lei ha una richiesta’. Questo c’era scritto. Qualcosa che poteva significare tutto o niente.
Click. Schiacciai il tasto sinistro del mouse.  Si aprii una finestra secondaria. Imprecai, il mio computer quando serviva si bloccava e andava in paranoia mandandomi messaggi come ‘Internet Explorer è alla ricerca del problema’, informandoti ben cinque minuti dopo che per quanto ci avesse provato quell’imbecille di sistema non aveva trovato una soluzione. E ti lasciava così, una pagina bianca aperta che sarebbe stata destinata a essere chiusa. Sbuffai, richiamando a mio potere gli spiriti di mia nonna. “Oh Lady Pazient, Oh Lady Velocieties, Oh My Little Fortune, vi chiedo un po’ di aiuto, è forse troppo?” esclamai alzando le braccia al cielo e chiudendo gli occhi. Sbirciai di tanto in tanto il computer, nella speranza che comparisse la pagina iniziale di Google. Niente. Ok, giuro ultima sbirciatina. Niente. Ultima, promesso poi basta. Niente. Niente. Niente.
“Fanculo!” urlai alzandomi dalla sieda. Non potevo aspettare. Non volevo riavviare il computer. Troppo tempo. E per quanto sul telefono non avessi internet gratis, decisi di sacrificare trenta centesimi navigando nel web alla ricerca di quella maledetta richiesta. Erano senz’altro dei soldi spesi per una buona causa. Digitai velocemente ‘Incontri’ nella barretta di Internet e per quanto le mie dita fossero affusolate, sul display comparì una scritta simile a questa ‘Ijncpbtru’ ma io senza accorgermene premetti, cerca. Stupido, stupido telefono. Non si caricava. Osservavo il cerchietto di caricamento che girava, girava, girava. E si bloccava, poi girava, si bloccava e  mi arrivò un messaggio. Riuscii a stento a trattenere un gridolino. Chi poteva avermi scritto? Rob? Ma figurati, forse Jim?
Vodafone: Mi dispiace ma il suo credito è insufficiente per effettuare l’operazione da lei richiesta.
“Aghhh.” gridai, lanciando quello stupido cellulare per terra. Piagnucolai qualcosa, buttandomi sul letto.
“Tesoro è pronta la cena” annunciò mia nonna aprendo la porta di camera mia.
“Non adesso nonna” dissi guardandola torva.
“Signorina Lilian Brinch è pregata di scendere a mangiare” esclamò scomparendo dalla mia visuale. Mi alzai controvoglia e uscii dalla camera con la testa bassa e la schiena curva. Il dottore mi ha detto che per la scogliosi questo posizione non è il massimo. Fanculo anche a lei dottore, non vede che sono depressa?
“Buon’appetito” disse l’adorabile vecchietta sedutami di fronte. Odiavo mangiare con mia nonna. Era disgustoso. Quando le cadeva qualcosa dalla bocca, molte volte, la prendeva e se la ficcava in bocca con le mani, spesse volte, e masticava con la bocca aperta, sempre, cosa altamente disgustosa, in quanto le mancavano ormai parecchi denti. Mi infilai velocemente in bocca due patate e nascosi alcuni pezzetti di carne sotto una gigantesca foglia di insalata.
“Grazie nonna, era buonissimo”.
Senza aspettare risposta sgattaiolai in camera mia rintanandomi sotto le coperte. Brmm. Qualcosa vibrò. Mi alzai velocemente. Un topo? Nah, i topi non fanno brmm. Forse era un gatto? Si, un gatto in calore, che sta facendo le fusa al Mr Bobby, il mio adoratissimo coniglietto di peluche. Indietreggiai inciampando in un filo e schiacciando il mouse. Fsssssfus. Il motore centrale cominciò a lavorare e il computer si accese. Era incredibile. Google. Acceso!
“Grazie.” urlai. Forse non dovrei urlare vittoria così presto.
A scrivere con la tastiera del computer ero più agile e veloce rispetto che con il cellulare.
Rilessi. La scritta era ancora lì. ‘Louiseatcarrots’ mi aveva inviato un messaggio.
‘Ciao. Sei molto carina’.